Quando c’era Silvio il Caimano era tutto prevedibile. Tutti sapevano che avrebbe fatto tutto quello che non doveva fare e quindi sapevano cosa avrebbe fatto. Gli unici brividi da comportamenti inaspettati derivavano da quelle che il suo biografo autorizzato Bruno Vespa ha chiamato la sua compulsione “a fare le marachelle” come i bambini piccoli.
Col Prof. Monti, come con tutti i professori tutto è diventato più difficile.
Berlusconi pur con tutti i suoi soldi che gli permettevano di ingaggiare i migliori esperti di marketing per vendere il prodotto Berlusconi era notoriamente uno che, detto molto terra –terra, “ragionava di pancia” come tutti i populisti.
Monti invece per definizione “ragiona di testa” che per di più è una testa fine.
Succede allora uno spettacolo divertente : tutti i cervelloni , le grandi firme dei migliori giornali dopo quattro mesi di governo Monti non sanno letteralmente più che pesci pigliare, perché l’uomo è illeggibile.
Ma chi è veramente questo Monti? si chiedono e si richiedono.
Dice di essere un moderno Cincinnato pronto a tornare nelle aule della Bocconi, ma chi ci crede? Gli esperti di cinismo italico sanno benissimo che il potere ha l’effetto della più potente delle droghe, inebria e trasforma anche Sant’Antonio.
Quando poi sentiamo una navigata vecchia volpe come Casini (ricordate che era l’ex delfino di quel Forlani, che i giovani di oggi non sanno nemmeno chi fosse stato, tanto è il tempo passato?) dire che Monti è più politico di Andreotti, allora finiamo per non capire più niente.
Nella puntata di ieri sera nel salottino di Gad Lerner l’ex direttore del Corriere Paolo Mieli, che a suo tempo aveva perso il posto per avere scommesso contro Berlusconi alle elezioni del 2008, ora stimato ed equilibrato divulgatore di storia ha detto la sua, che ha una sua logica intriseca e una sua verosimiglianza.
Monti andrebbe avanti diritto come uno schiaccia- sassi lasciando sotto art 18 e quant’altro per una compulsione ben diversa da quella berlusconiana per le marachelle facili.
Monti da professore di alto livello sarebbe vittima di una compulsione didattica : vorrebbe educare gli italiani, cioè cambiarli, cioè plasmarli.
Hai, hai. Ci aveva provato un altro con ben altri mezzi e non c’era riuscito pur avendo avuto a disposizione vent’anni e non pochi mesi.
L’interpretazione in chiave psiciologica di Mieli ha però un suo innegabile fascino intellettuale.
Illeggibile quindi il nostro Professore, ma fino a un certo punto.
Casini probabilmente non ha tutti i torti a vedere in Monti uno che sa eccome fare politica, ma soprattutto Casini ha un sogno tutt’altro che disprezzabile : quello di giocarsi la partita più grande della sua vita politica mettendo Monti alla prossime politiche del 2013 come candidato premier del terzo polo giocando sulla crisi evidente dei due maggiori partiti PDL e Pd che sono al limite dell’impolsione, dando alla vasta palude dei moderati quella casa che aspettano da decenni dopo il suicidio della DC.
Non è affatto un progetto inverosimile, potrebbe essere addirittura auspicabile, ma le variabili sono molte.
Personalmente azzardo un’altra ipotesi che mi sembra più vicina alla personalità del Professore.
Monti si è costruito non come leader italiano, ma come tecnocrate- politico europeo.
In quella veste ha fatto quello che non era riuscito a nessun altro : aveva costretto a pagare una somma enorme la Microsoft di Bill Gates per comportamenti contrari alla concorrenza.
Monti si sente non al livello di Merkel e Sarkosy, ma obiettivamente sopra di loro non per eccesso di arroganza, ma perché si è addestrato a ragionare un livello sopra di loro come politico- tecnocrete europeo di grande qualità.
Ma andiamo avanti.
Gli attuali titolari delle maggiori cariche della UE (Commissione ecc.) si era detto al momento della loro nomina che erano stati scelti fra personalità di basso profilo appositamente per non limitare il potere del duopolio Merkel Sarkozy, che si avvertiva già allora come debole.
Monti ha un’idea di cosa fare dell’Europa che Merkel e Sarkosy non hanno e sanno di non avere.
Ci sono quindi delle circostanze obiettive che portebbero consentire al nostro Professore di realizzare il suo sogno di Europa.
Gli storici e i politologi da secoli si chiedono perché Tizio viene messo sugli altari dalla poltica e Caio che non valeva meno di Tizio rimane invece a mangiare polvere?
Perché la politica è un’equazione a troppe incognite per essere risovibile razionalmente, non è matematica.
Però a questo mondo tutto alla fin fine è matematica nel senso che deve rispondere a una logica.
Monti sembra nato apposta per perseguire quell’obiettivo e le circostanze sono tali da rendere verosimile la sua corsa.
Auguri professore.
Peccato però che se lui andrà in Europa l’Italia dovrà cavarsela senza di lui.
A meno che non sia possibile una ulteriore ipotesi e cioè che la sua idea di Europa non possa essere perseguita da un Monti premier italiano dopo le elezioni del possimo anno.
Ed allora auguri due volte se….. si sapesse chi è il prof Monti.
Se fosse un politico eletto per farsi eleggere avrebbe dovuto fare almeno la fatica di mettere insieme un programma politico-strategico (anche se i programmi vengono regolarmente disattesi, ma questo è un altro discorso).
Il suo programma è stato un ultragenerico “salvare l’Italia”, in parte realizzato dato che ha superato i momenti di emergenza dell’inverno 2011.
Ma se fosse vero che il professore sarebbe una personalità con capacità politiche maggiori di quelle di Andreotti, allora dovrebbe uscire dall’involucro della sfinge e far sapere la sua idea di Italia in modo che il popolo possa giudicarlo.
Per uscire dalla teoria e stare coi piedi per terra oggi un numero sempre maggiore di persone comincia a fare due più due e su questa base conclude che saremo sì usciti dall’emergenza, ma facendo pagare il conto ai deboli ivi compreso il grande ceto medio, salvaguardando gli interessi dei forti e dei titolari di privilegi.
Viene cioè a molti il sospetto che la sfinge nasconda un Berlusoni che sostituisce alla buffoneria la serietà e la sobrietà professorale, ma per realizzare il programma che Berlusconi non è riuscito a realizzare nenache in parte almeno significativa.
Se fosse così è chiaro che saremmo allo stesso punto di prima con l’aggravante che l’opposizione al berlsuconismo che a novembre 2011 era data dai sondaggi 10/15 punti vincente sopra Pd-Lega sarebbe stata beffata dall’appoggio dato al governo Monti.
Allo stato delle cose il governo Monti ha impedito la dissoluzione di Pdl e Lega in atto fino a poco tempo fa e ha messo in difficoltà il PD, che sempre di più viene accusato di tessere un osceno inciucio con i berlusconiani.
L’unico che può cantare vittoria è Casini che col terzo polo ha il vento in poppa e che potenzialmente potrebbe essere il vero beneficairio dei moltissimi scontenti di Pd e PDL.
Ma come è possibile pensare che il vecchio partito del politicamente vecchissimo Casini, che per di più conta nelle sue file un numero spaventoso di indagati per i peggiori delitti, possa rispondere alla domanda di nuovo e di diverso in politica?
Ed allora se la sfinge si degnasse di dirci dove vuole andare a parare potrebbe essere una grande speranza.
Però attenzione se il suo programma politico fosse ispirato a sostituire l’art 1 della Costitiuzione : l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, con la proposta berlusconiana l’Italia è una repubblica fondata sull’impresa allora sarebbe megli che tornasse in Bocconi e che si andasse a votare domattina.
Perché se così fosse altro che l’art 18, sarebbe la storia della repubblica dalla sua nascita ad essere gettata alle ortiche.
Per i cattolici andrebbe bene contraddire il senso più elementre della dottrina sociale cristiana?
Per gli ex comunisti andrebbe bene sancire il contrario dei loro migliori ideali?
Per i moderati del ceto medio andrebbe bene continuare a credere nella sirena berlusconiana che li aveva illusi che se stando con lui sarebbero diventati ricchi?
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