Mi pento amaramente di avere descritto nei post precedenti Enrico Letta
come il possibile leader del centro- destra italiano, al posto di Berlusconi, pur avendo allora premesso l’ avvertenza che
solo in un paese folle come il nostro un esponente del centro –sinistra, poteva
aspirare a fare il leader del centro – destra.
Ma lasciamo perdere, è sulla caratura della
persona, che ritengo di avere sbagliato il giudizio.
Perché uno che si tiene nel governo come ministro
della giustizia l’amica dichiarata dei Ligresti, non sarà mai né un leader, né uno
statista.
Letta ha fatto un errore colossale a non imporre da
subito le dimissioni alla Cancellieri e uno ancora più grosso ne ha fatto imponendo
ieri al suo partito di coprirla nel voto di sfiducia individuale.
Perché questa era l’occasione che la sorte gli
forniva per cominciare a salire in dignità col suo governo, invece di
continuare e discendere, invocando la ormai impresentabile tiritera della
stabilità ad ogni costo.
Uno statista vero avrebbe dovuto capire che dopo
avere fatto ingoiare alla gente un numero indegno di rospi, questo era il
momento per dare un segnale forte di discontinuità, di cambiamento.
Uno statista avrebbe ringraziato gli dei di
avergli dato l’occasione col caso Cancellieri di mostrare che ci sono valori
che si difendono “senza se e senza ma”, come la dignità dei cittadini e dei
servitori dello stato, in ossequio all’art. 54 della Costituzione, che recita :
“i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle
con disciplina e dignità”.
Il caso gli aveva dato l’opportunità di marcare in
modo anche istituzionale la novità che si era verificata con la scissione del
Pdl, mettendo in atto subito un rimpasto di governo, che gli
avrebbe consentito di per presentarsi alla gente come un Presidente non più
succube degli ultimatum e delle imposizioni, derivanti della paura della galera
di Berlusconi.
Avrebbe potuto cercare di giustificare una
alleanza innaturale, che il paese non condivide e che sopporta con sempre
maggiore fastidio, mostrando di avere portato a casa almeno due cose : l’uscita
dell’Italia dalle procedura di infrazione della Comunità Europea e di avere
allontanato il peggio della tutela di Berlusconi, con i suoi enormi problemi
privati.
Non sarebbe stato certo un gran che, ma meglio che
niente.
Invece no, ha fatto di nuovo pagare il conto della
sua sopravvivenza, scaricandone il prezzo sul suo partito, che non sopporta più
né le larghe intese, né il suo governicchio, né l’anomala tutela del colle.
Si sono appena contati i voti dei candidati alla
segreteria del PD fra gli iscritti ed è venuto fuori che la stragrande
maggioranza del partito votando per Renzi, Civati e Pittella ha dichiarato di
essere contraria alle grandi intese,
alla tutela del colle ed alla permanenza come ministro della Cancellieri.
E cosa fa Letta? Impone allo stesso partito di
votare a favore della fiducia individuale alla Cancellieri.
Adesso Renzi Civati e Pittella cosa pensano di fare?
La gente li ha votati ieri con un mandato politico
chiaro e loro oggi fanno l’esatto contrario.
Come potrà il Pd sopravvivere a questa ennesima
follia?
La credibilità se la sono ormai giocata tutti
quanti.
La gente, cioè noi, come elettori, ragioniamo inevitabilmente
per linee semplici in questo modo.
Ci chiediamo cioè : se il governo delle larghe
intese significa che su ogni questione che si pone deve regolarmente prevalere
il punto di vista dei berlusconiani con preventivo e successivo monito del
colle, facciamola finita con questa indegna sceneggiata e mettiamo al governo
direttamente Berlusconi, sarebbe più onesto.
Inutile nasconderlo dietro alla barba dei
Franceschini, i vaniloqui dei Renzi, i velleitarismi dei Fassina.
A che serve un segretario nuovo del PD per
continuare a tenere su una Cancellieri, a suo tempo raccomandata a Berlusconi e
ora sotto la tutela del colle ?
Ma che, siamo tornati al tempo dei baroni?
Il Pdl di Berlusconi, il più indegno dei partiti,
nel senso di partito personale, padronale, da sempre dedito al più vergognoso
culto della personalità, senza un minimo di democrazia interna ,pieno di pregiudicati e di corrotti, non ostante
tutto questo, riesce a trovare persone capaci di ribellarsi al capo- padrone.
Persone che si sanno prendere la responsabilità di
fare gruppi parlamentari autonomi e staccati dal partito del capo, non ostante
i continui ricatti, lusinghe e tentativi di infangarli usando i media della
corazzata Berlusconi.
E il Pd invece non ha nemmeno il coraggio
elementare di scoppiare e dividersi apertamente fra fazioni che stanno insieme
solo nell’illusione di dividersi un potere, che non si vede come possa durare
ancora.
Scusatemi se insisto, ma i 5 Stelle, che, secondo
il pensiero unico della grande stampa con relative TV, non sarebbero capaci di
fare nulla, che avrebbero perduto tutte le occasioni di far valere i molti voti
ricevuti, che non avrebbero un programma :
- hanno presentato la mozione di sfiducia
individuale contro la Cancellieri ed oggi la voteranno;
- hanno presentato un progetto di salario di
cittadinanza, che è l’unica cosa che può interessare al purtroppo enorme popolo
dei giovani senza lavoro e senza fiducia, accompagnati dall’esercito dei
licenziati e rassegnati;
- sono l’unica forza politica che si presenta
apertamente in polemica a questa Europa ed all’Euro, gestito come è oggi.
Andiamo avanti a farci guidare dai nostri
pregiudizi, che fino ad oggi non ci hanno certo aperto scenari di gloria, o ci
vogliamo rendere conto che l’unica alternativa a questo schifo sono loro?
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