mercoledì 20 novembre 2013

Enrico Letta : quousque tandem abuteris patientia nostra?



Mi pento amaramente di avere  descritto nei post precedenti Enrico Letta come il possibile leader del centro- destra italiano, al posto di Berlusconi,  pur avendo allora premesso l’ avvertenza che solo in un paese folle come il nostro un esponente del centro –sinistra, poteva aspirare a fare il leader del centro – destra.
Ma lasciamo perdere, è sulla caratura della persona, che ritengo di avere sbagliato il giudizio.
Perché uno che si tiene nel governo come ministro della giustizia l’amica dichiarata dei Ligresti, non sarà mai né un leader, né uno statista.
Letta ha fatto un errore colossale a non imporre da subito le dimissioni alla Cancellieri e uno ancora più grosso ne ha fatto imponendo ieri al suo partito di coprirla nel voto di sfiducia individuale.
Perché questa era l’occasione che la sorte gli forniva per cominciare a salire in dignità col suo governo, invece di continuare e discendere, invocando la ormai impresentabile tiritera della stabilità ad ogni costo.
Uno statista vero avrebbe dovuto capire che dopo avere fatto ingoiare alla gente un numero indegno di rospi, questo era il momento per dare un segnale forte di discontinuità, di cambiamento.
Uno statista avrebbe ringraziato gli dei di avergli dato l’occasione col caso Cancellieri di mostrare che ci sono valori che si difendono “senza se e senza ma”, come la dignità dei cittadini e dei servitori dello stato, in ossequio all’art. 54 della Costituzione, che recita : “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e dignità”.
Il caso gli aveva dato l’opportunità di marcare in modo anche istituzionale la novità che si era verificata con la scissione del Pdl,  mettendo in  atto subito un rimpasto di governo, che gli avrebbe consentito di per presentarsi alla gente come un Presidente non più succube degli ultimatum e delle imposizioni, derivanti della paura della galera di Berlusconi.
Avrebbe potuto cercare di giustificare una alleanza innaturale, che il paese non condivide e che sopporta con sempre maggiore fastidio, mostrando di avere portato a casa almeno due cose : l’uscita dell’Italia dalle procedura di infrazione della Comunità Europea e di avere allontanato il peggio della tutela di Berlusconi, con i suoi enormi problemi privati.
Non sarebbe stato certo un gran che, ma meglio che niente.
Invece no, ha fatto di nuovo pagare il conto della sua sopravvivenza, scaricandone il prezzo sul suo partito, che non sopporta più né le larghe intese, né il suo governicchio, né l’anomala tutela del colle.
Si sono appena contati i voti dei candidati alla segreteria del PD fra gli iscritti ed è venuto fuori che la stragrande maggioranza del partito votando per Renzi, Civati e Pittella ha dichiarato di essere  contraria alle grandi intese, alla tutela del colle ed alla permanenza come ministro della Cancellieri.
E cosa fa Letta? Impone allo stesso partito di votare a favore della fiducia individuale alla Cancellieri.
Adesso Renzi  Civati e Pittella cosa pensano di fare?
La gente li ha votati ieri con un mandato politico chiaro e loro oggi fanno l’esatto contrario.
Come potrà il Pd sopravvivere a questa ennesima follia?
La credibilità se la sono ormai giocata tutti quanti.
La gente, cioè noi, come elettori, ragioniamo inevitabilmente per linee semplici in questo modo.
Ci chiediamo cioè : se il governo delle larghe intese significa che su ogni questione che si pone deve regolarmente prevalere il punto di vista dei berlusconiani con preventivo e successivo monito del colle, facciamola finita con questa indegna sceneggiata e mettiamo al governo direttamente Berlusconi, sarebbe più onesto.
Inutile nasconderlo dietro alla barba dei Franceschini, i vaniloqui dei Renzi, i velleitarismi dei Fassina.
A che serve un segretario nuovo del PD per continuare a tenere su una Cancellieri, a suo tempo raccomandata a Berlusconi e ora sotto la tutela del colle ?
Ma che, siamo tornati al tempo dei baroni?
Il Pdl di Berlusconi, il più indegno dei partiti, nel senso di partito personale, padronale, da sempre dedito al più vergognoso culto della personalità, senza un minimo di democrazia interna ,pieno   di pregiudicati e di corrotti, non ostante tutto questo, riesce a trovare persone capaci di ribellarsi al capo- padrone.
Persone che si sanno prendere la responsabilità di fare gruppi parlamentari autonomi e staccati dal partito del capo, non ostante i continui ricatti, lusinghe e tentativi di infangarli usando i media della corazzata Berlusconi.
E il Pd invece non ha nemmeno il coraggio elementare di scoppiare e dividersi apertamente fra fazioni che stanno insieme solo nell’illusione di dividersi un potere, che non si vede come possa durare ancora.
Scusatemi se insisto, ma i 5 Stelle, che, secondo il pensiero unico della grande stampa con relative TV, non sarebbero capaci di fare nulla, che avrebbero perduto tutte le occasioni di far valere i molti voti ricevuti, che non avrebbero un programma :
- hanno presentato la mozione di sfiducia individuale contro la Cancellieri ed oggi la voteranno;
- hanno presentato un progetto di salario di cittadinanza, che è l’unica cosa che può interessare al purtroppo enorme popolo dei giovani senza lavoro e senza fiducia, accompagnati dall’esercito dei licenziati e rassegnati;
- sono l’unica forza politica che si presenta apertamente in polemica a questa Europa ed all’Euro, gestito come è oggi.
Andiamo avanti a farci guidare dai nostri pregiudizi, che fino ad oggi non ci hanno certo aperto scenari di gloria, o ci vogliamo rendere conto che l’unica alternativa a questo schifo sono loro?






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