mercoledì 6 novembre 2013

Il caso Cancellieri



Si era detto in diversi post precedenti, che presentare la stabilità di questo governo come una priorità assoluta per risolvere le emergenze nazionali era una solenne cavolata, anche se l’illustre patron di questa operazione politica era il Presidente della Repubblica in persona, sostenuto da praticamente tutti i mezzi di comunicazione nazionali che hanno ripetuto questo stesso messaggio per mesi e mesi di seguito.
Inutile ripetere le ragioni addotte per sostenere questa tesi.
I mesi passati dal governo Letta sono stati talmente riempiti di nulla, che non si vede come e perché si continui a ripetere questa canzone, che risulta sempre più insipida e stonata.
Nell’atteggiamento della grande stampa e dei telegiornali, quello che all’inizio poteva essere interpretato come un lecito errore di valutazione, oggi, diversi mesi dopo, appare sempre più un irritante atteggiamento supino e servile verso il potere, quale che esso sia.
A fronte dei risultati nulli dell’azione di governo è  risultato un prezzo altissimo da pagare per il suo  solo sopravvivere e questo è intollerabile.
E’ intollerabile, che gli operatori dell’informazione fingano di non vederlo e di non saperlo.
Il prezzo da pagare era ed è la assurda sopravvivenza in politica di un politico –pregiudicato, del quale, per di più, in tutto il mondo si parla da anni solo affibbiandogli battute di scherno.
Questo dato di fatto porta con sé delle conseguenze devastanti per l’immagine dell’Italia e conduce ad un continuo abbassamento del livello morale e civile di questo paese.
Il caso Cancellieri è l’ultimo gradino percorso in costante discesa.
Il freddo cinismo, con il quale il Pd ha, per l’ennesima volta, deciso di salvare l’insalvabile, pur di tentare di guadagnare ancora qualche mese ed avere approvata la legge di bilancio, oggi rinominata di stabilità, in ossequio al pensiero unico in vigore, rende questo partito ogni giorno di più impresentabile.
Con Renzi o senza Renzi, se il PD agisce con lo stesso cinismo e mancanza di moralità dei berlusconiani, senza  risolvere nessuno dei problemi del paese, non si vede dove possa andare a prendere i voti.
La storiella del partito, che si vota come meno peggio e turandosi il naso, dovrebbe essere assodato, che oggi non convince più nessuno.
Cinismo per cinismo, l’elettore disgustato da questo berlusconismo decaduto e dalla inanità dei suoi assurdi alleati per non fare nulla, può sempre votare un Grillo, non certo brillante nella sua rigidità fondamentalista , ma  che almeno l’opposizione al berlusconismo ed ai privilegi delle caste, la fa veramente.
Meglio i suoi giovani,  impreparati e pasticcioni, che i vecchi marpioni, corrotti fino al midollo.
Almeno Grillo è l’unico disposto a mettere in discussione questa versione malriuscita di Unione Europea e della relativa unione monetaria, riuscita ancora peggio.
Stiamo parlando di mettere in discussione, non certo di uscire dall’Europa e dall’Euro, anzi se mai di costruire quello di più sostanziale che finora non si è fatto.
La vicenda Cancellieri, a me sembra un segnale disastroso, non per il fatto che si tratti di un ministro, perché da questi siamo ormai preparati ad aspettarci di tutto, ma perché di tratta di una  esponete dell’ alta burocrazia.
Una persona, che ha percorso tutte le tappe della carriera prefettizia, dovrebbe essere non solo un operatore del diritto al massimo livello, come preparazione, ma anche un servitore dello stato, che ha acquisito negli anni, proprio quelle qualità di  prudenza e di senso dello stato, che dovrebbero caratterizzare quelle carriere.
Un politico, oggi può permettersi di tutto, purtroppo, lo sappiamo bene, un alto funzionario no, anche se, per nostra disgrazia, non  siamo più nell’impero austro ungarico, che avrebbe dovuto lasciarci in eredità una idea di alta burocrazia al massimo livello per competenza e moralità.
E in questo caso si è invece messo sotto la suola delle scarpe il principio principe, che regola l’attività della pubblica amministrazione, quello che tutti conoscono come “il principio di imparzialità”, che fra l’altro ha dignità costituzionale (art.97 comma 1).
Non parliamo poi del rispetto delle più elementari norme di prudenza e di buon senso, per le quali non è ammissibile che un così alto funzionario dello stato non veda l’assoluto dovere, dettato dalla dignità della sua carica, di evitare la frequentazione di familiari di pregiudicati, ben noti anche al grande pubblico per le loro ore opere non buone.
E’ questo il problema.
Che la classe politica sia quello che è, lo abbiamo assodato da tempo, ma guai se scopriamo, che anche la macchina dello stato è gestita al vertice  da personale che non rispetta le regole più elementari.
Perché, se anche per un miracolo, arrivassero al potere dei politici nuovi, puliti, preparati e per bene, e si trovassero a dover manovrare un apparato, che non gira, perché i tecnici preposti non sono adatti a quei posti, i loro anche buoni propositi finirebbero nel nulla.
Questo è il vero aspetto tragico messo in evidenza dal caso Cancellieri.





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