Si era detto in diversi post precedenti, che
presentare la stabilità di questo governo come una priorità assoluta per
risolvere le emergenze nazionali era una solenne cavolata, anche se l’illustre
patron di questa operazione politica era il Presidente della Repubblica in
persona, sostenuto da praticamente tutti i mezzi di comunicazione nazionali che
hanno ripetuto questo stesso messaggio per mesi e mesi di seguito.
Inutile ripetere le ragioni addotte per sostenere
questa tesi.
I mesi passati dal governo Letta sono stati
talmente riempiti di nulla, che non si vede come e perché si continui a
ripetere questa canzone, che risulta sempre più insipida e stonata.
Nell’atteggiamento della grande stampa e dei
telegiornali, quello che all’inizio poteva essere interpretato come un lecito
errore di valutazione, oggi, diversi mesi dopo, appare sempre più un irritante
atteggiamento supino e servile verso il potere, quale che esso sia.
A fronte dei risultati nulli dell’azione di
governo è risultato un prezzo altissimo
da pagare per il suo solo sopravvivere e
questo è intollerabile.
E’ intollerabile, che gli operatori dell’informazione
fingano di non vederlo e di non saperlo.
Il prezzo da pagare era ed è la assurda
sopravvivenza in politica di un politico –pregiudicato, del quale, per di più,
in tutto il mondo si parla da anni solo affibbiandogli battute di scherno.
Questo dato di fatto porta con sé delle
conseguenze devastanti per l’immagine dell’Italia e conduce ad un continuo
abbassamento del livello morale e civile di questo paese.
Il caso Cancellieri è l’ultimo gradino percorso in
costante discesa.
Il freddo cinismo, con il quale il Pd ha, per l’ennesima
volta, deciso di salvare l’insalvabile, pur di tentare di guadagnare ancora qualche
mese ed avere approvata la legge di bilancio, oggi rinominata di stabilità, in
ossequio al pensiero unico in vigore, rende questo partito ogni giorno di più
impresentabile.
Con Renzi o senza Renzi, se il PD agisce con lo
stesso cinismo e mancanza di moralità dei berlusconiani, senza risolvere nessuno dei problemi del paese, non
si vede dove possa andare a prendere i voti.
La storiella del partito, che si vota come meno
peggio e turandosi il naso, dovrebbe essere assodato, che oggi non convince più
nessuno.
Cinismo per cinismo, l’elettore disgustato da
questo berlusconismo decaduto e dalla inanità dei suoi assurdi alleati per non
fare nulla, può sempre votare un Grillo, non certo brillante nella sua rigidità
fondamentalista , ma che almeno l’opposizione
al berlusconismo ed ai privilegi delle caste, la fa veramente.
Meglio i suoi giovani, impreparati e pasticcioni, che i vecchi
marpioni, corrotti fino al midollo.
Almeno Grillo è l’unico disposto a mettere in
discussione questa versione malriuscita di Unione Europea e della relativa
unione monetaria, riuscita ancora peggio.
Stiamo parlando di mettere in discussione, non certo
di uscire dall’Europa e dall’Euro, anzi se mai di costruire quello di più
sostanziale che finora non si è fatto.
La vicenda Cancellieri, a me sembra un segnale
disastroso, non per il fatto che si tratti di un ministro, perché da questi
siamo ormai preparati ad aspettarci di tutto, ma perché di tratta di una esponete dell’ alta burocrazia.
Una persona, che ha percorso tutte le tappe della
carriera prefettizia, dovrebbe essere non solo un operatore del diritto al
massimo livello, come preparazione, ma anche un servitore dello stato, che ha
acquisito negli anni, proprio quelle qualità di
prudenza e di senso dello stato, che dovrebbero caratterizzare quelle
carriere.
Un politico, oggi può permettersi di tutto,
purtroppo, lo sappiamo bene, un alto funzionario no, anche se, per nostra
disgrazia, non siamo più nell’impero
austro ungarico, che avrebbe dovuto lasciarci in eredità una idea di alta
burocrazia al massimo livello per competenza e moralità.
E in questo caso si è invece messo sotto la suola
delle scarpe il principio principe, che regola l’attività della pubblica
amministrazione, quello che tutti conoscono come “il principio di imparzialità”,
che fra l’altro ha dignità costituzionale (art.97 comma 1).
Non parliamo poi del rispetto delle più elementari
norme di prudenza e di buon senso, per le quali non è ammissibile che un così
alto funzionario dello stato non veda l’assoluto dovere, dettato dalla dignità
della sua carica, di evitare la frequentazione di familiari di pregiudicati,
ben noti anche al grande pubblico per le loro ore opere non buone.
E’ questo il problema.
Che la classe politica sia quello che è, lo
abbiamo assodato da tempo, ma guai se scopriamo, che anche la macchina dello
stato è gestita al vertice da personale
che non rispetta le regole più elementari.
Perché, se anche per un miracolo, arrivassero al
potere dei politici nuovi, puliti, preparati e per bene, e si trovassero a
dover manovrare un apparato, che non gira, perché i tecnici preposti non sono
adatti a quei posti, i loro anche buoni propositi finirebbero nel nulla.
Questo è il vero aspetto tragico messo in evidenza
dal caso Cancellieri.
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