Non mi sono affatto meravigliato quando tre giorni
fa ho visto che il giornale più letto d’Italia,
Repubblica, ha fatto scrivere l’editoriale di approfondimento sugli ultimi
fatti politici a uno dei più noti psichiatri, Massimo Recalcati.
Arrivati allo snodo fondamentale della cacciata
dalle istituzioni per indegnità, a seguito di sentenza definitiva, del leader
per vent’anni del centro-destra, le cose si sono chiarite definitivamente, come
se fosse intervenuto un nuovo 25 aprile?
Non ci crede nessuno e hanno ragione a non
crederci.
Perché l’instabilità politica attuale, non è più un
fatto basato sull’aritmetica parlamentare, come dovrebbe essere, prova ne è che
per anni, Berlusconi al governo ha beneficiato di maggioranze parlamentari
strabocchevoli, che gli avrebbero consentito di realizzare anche i programmi
politici e le riforme radicali più ambiziosi, ma non ci ha nemmeno mai provato.
L’instabilità politica attuale è forse armai
diventata un dato psichico della società italiana, che è ormai esausta e non
crede più in niente e in nessuno.
Come farebbe la gente a fidarsi dei berlusconiani,
che come si è appena detto, quando hanno avuto per anni e anni il potere non
hanno saputo combinare alcunché?
E dei nuovi “diversamente berlusconiani”, per vent’anni
cortigiani del Cavaliere?
E quelli del PD, che, salvo le brevi parentesi di
Prodi, tra l’altro così poco esaltanti, ha “inciuciato” di continuo col
berlusconismo, contrastandolo solo a parole, ma nei fatti dividendo con lui
potere e soldi, guardandosi bene dal fare l’unica cosa che li avrebbe
qualificati come avversari credibili del berlusconismo che è la legge sul
conflitto di interessi.
Gli italiani dovrebbero fidarsi dell’astro
nascente Renzi, il cui sostenitore ed esperto economico finanziario, Serra ha
proposto anche in televisione ad 8 e mezzo la sua idea geniale per far quadrare
i conti : tagliare le pensioni praticamente a tutti, facendo restituire la
differenza fra il percepito e i contributi pagati, è credibile questo nuovo tribuno
della plebe?
Rimane una sola forza politica, che contrasta
realmente il berlusconismo e la deriva conseguente per il paese e sono i 5
Stelle, senza i loro voti e determinazione Berlusconi sarebbe ancora sul trono,
questo è certo.
Sono giovani e puliti, ma tutti da loro si
aspettavano di più, non inciuci, ma neanche questo assurdo fondamentalismo, che
vieta loro di dialogare e accordarsi su problemi concreti col PD o con chi ci
sta.
Meno male che ci sono, ma sono anche loro fonte di
irritazioni continue.
Ecco allora la giustificazione del ricorso alla
psichiatria.
Prima di tutto, per cercare di capire come sia stato
possibile il ventennio berlusconiano, per di più contemporaneamente ora finito, ma non finito.
Sul berlusconismo mi sono posta da anni questa domanda, che è rimasta
senza risposte soddisfacenti.
Come mai i più convinti e coriacei dei
berlusconiani sono state anche molte persone, che non sono puttanieri e che
anzi sono cattolici tradizionalisti, perfino pudichi; che non hanno frodato il
fisco, ma che anzi hanno sempre pagato il dovuto e si sentono convinti difensori
della legalità in ogni campo; che non beneficiano del potere e dei benefici
della ricchezza e che anzi sanno di non essere mai stati ricchi e di non avere
alcuna probabilità di diventarlo.
Cioè, in poche parole, come mai Berlusconi è
riuscito a rendere credibile il più falso e inverosimile dei suoi slogan : io
sono uno di voi?
Lo psicanalista Massimo Recalcati, su Repubblica, cita
come spiegazione il meccanismo mentale elementare della “identificazione
proiettiva”.
Questo meccanismo innegabilmente c’è , ma a me
sembra, che nel caso specifico, occorra fare un ragionamento ancora più
complesso e profondo per trovare una risposta convincente e verosimile.
Perché la gente, che ha come categorie definitorie
del proprio sé : l’essere casa e chiesa, la legge e l’ordine, il
tradizionalismo e il conservatorismo, dovrebbero lasciare che si sviluppi nel
loro intimo l’identificazione proiettiva nelle categorie opposte : di uso smodato del sesso ; di uso e abuso dei
privilegi e dell’ostentazione della ricchezza; di disprezzo della legalità,
considerandosi sopra ai divieti, valevoli per i comuni mortali, ma non per sé ;
disprezzo per le regole democratiche, basate sulla rappresentanza politica, da
superarsi con il culto del capo, che ha sempre ragione, anche quando delinque?
Individualismo esasperato, stili di vita amorali,
disprezzo delle regole.
Probabilmente la chiave interpretativa del
successo del berlusconismo sta proprio in questo contrasto- opposizione di
valori e di categorie.
La gente che lo adora, crede fermamente nell’altro
slogan ultra-ripetuto : io sono diverso.
Ma certo, perché questa gente non vuole un
politico, che la annoi con cifre , problemi e conti.
La sua gente non vuole razionalità e
responsabilità, vuole il sogno, ma che sia credibile.
Il sogno di essere e di vivere quello che
intimamente vorrebbero essere e che Berlusconi è, e quindi è credibile per
definizione, ma che il sistema di inibizioni, che si sono imposti e che hanno
subito nella loro educazione, impedisce loro e impedirà loro sempre di
esternare.
Berlusconi ha offerto loro questo transfert
onirico, un’esperienza da condividere con gli altri che praticano la stessa
fede.
Del resto, tutti i leader hanno dovuto testare la
veridicità e l’efficacia del loro carisma,
dimostrando la capacità o meno di fare identificare la gente nei sogni
che proponevano, nella realizzazione di grandi ideali.
Kennedy : vincere la povertà, l’ingiustizia e l’ignoranza.
Mussolini : ridare agli italiani almeno una parete
dei fasti dell’impero romano.
Oggi, però, pare che bisogni accontentarsi di
volare molto, ma molto più basso, se andiamo a vedere le categorie, che lo
stesso Recalcati elenca e spiega in uno dei suoi ultimi libri, come quelle
tipiche e di riferimento di questo tempo e di questa politica : desiderio,
perversione, narcisismo, assenza del padre.
Non c’è da stare allegri, ma aprire gli occhi è il
primo passo per risolvere i problemi, anche se questo è spiacevole.
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