giovedì 28 novembre 2013

Per decifrare il berlusconismo la neuropsichiatria non spiega tutto, ma aiuta



Non mi sono affatto meravigliato quando tre giorni fa  ho visto che il giornale più letto d’Italia, Repubblica, ha fatto scrivere l’editoriale di approfondimento sugli ultimi fatti politici a uno dei più noti psichiatri, Massimo Recalcati.
Arrivati allo snodo fondamentale della cacciata dalle istituzioni per indegnità, a seguito di sentenza definitiva, del leader per vent’anni del centro-destra, le cose si sono chiarite definitivamente, come se fosse intervenuto un nuovo 25 aprile?
Non ci crede nessuno e hanno ragione a non crederci.
Perché l’instabilità politica attuale, non è più un fatto basato sull’aritmetica parlamentare, come dovrebbe essere, prova ne è che per anni, Berlusconi al governo ha beneficiato di maggioranze parlamentari strabocchevoli, che gli avrebbero consentito di realizzare anche i programmi politici e le riforme radicali più ambiziosi, ma non ci ha nemmeno mai provato.
L’instabilità politica attuale è forse armai diventata un dato psichico della società italiana, che è ormai esausta e non crede più in niente e in nessuno.
Come farebbe la gente a fidarsi dei berlusconiani, che come si è appena detto, quando hanno avuto per anni e anni il potere non hanno saputo combinare alcunché?
E dei nuovi “diversamente berlusconiani”, per vent’anni cortigiani del Cavaliere?
E quelli del PD, che, salvo le brevi parentesi di Prodi, tra l’altro così poco esaltanti, ha “inciuciato” di continuo col berlusconismo, contrastandolo solo a parole, ma nei fatti dividendo con lui potere e soldi, guardandosi bene dal fare l’unica cosa che li avrebbe qualificati come avversari credibili del berlusconismo che è la legge sul conflitto di interessi.
Gli italiani dovrebbero fidarsi dell’astro nascente Renzi, il cui sostenitore ed esperto economico finanziario, Serra ha proposto anche in televisione ad 8 e mezzo la sua idea geniale per far quadrare i conti : tagliare le pensioni praticamente a tutti, facendo restituire la differenza fra il percepito e i contributi pagati, è credibile questo nuovo tribuno della plebe?
Rimane una sola forza politica, che contrasta realmente il berlusconismo e la deriva conseguente per il paese e sono i 5 Stelle, senza i loro voti e determinazione Berlusconi sarebbe ancora sul trono, questo è certo.
Sono giovani e puliti, ma tutti da loro si aspettavano di più, non inciuci, ma neanche questo assurdo fondamentalismo, che vieta loro di dialogare e accordarsi su problemi concreti col PD o con chi ci sta.
Meno male che ci sono, ma sono anche loro fonte di irritazioni continue.
Ecco allora la giustificazione del ricorso alla psichiatria.
Prima di tutto, per cercare di capire come sia stato possibile il ventennio berlusconiano, per di più  contemporaneamente ora finito, ma non finito.
Sul berlusconismo mi sono  posta da anni questa domanda, che è rimasta senza risposte soddisfacenti.
Come mai i più convinti e coriacei dei berlusconiani sono state anche molte persone, che non sono puttanieri e che anzi sono cattolici tradizionalisti, perfino pudichi; che non hanno frodato il fisco, ma che anzi hanno sempre pagato il dovuto e si sentono convinti difensori della legalità in ogni campo; che non beneficiano del potere e dei benefici della ricchezza e che anzi sanno di non essere mai stati ricchi e di non avere alcuna probabilità di diventarlo.
Cioè, in poche parole, come mai Berlusconi è riuscito a rendere credibile il più falso e inverosimile dei suoi slogan : io sono uno di voi?
Lo psicanalista Massimo Recalcati, su Repubblica, cita come spiegazione il meccanismo mentale elementare della “identificazione proiettiva”.
Questo meccanismo innegabilmente c’è , ma a me sembra, che nel caso specifico, occorra fare un ragionamento ancora più complesso e profondo per trovare una risposta convincente e verosimile.
Perché la gente, che ha come categorie definitorie del proprio sé : l’essere casa e chiesa, la legge e l’ordine, il tradizionalismo e il conservatorismo, dovrebbero lasciare che si sviluppi nel loro intimo l’identificazione proiettiva nelle categorie opposte : di uso  smodato del sesso ; di uso e abuso dei privilegi e dell’ostentazione della ricchezza; di disprezzo della legalità, considerandosi sopra ai divieti, valevoli per i comuni mortali, ma non per sé ; disprezzo per le regole democratiche, basate sulla rappresentanza politica, da superarsi con il culto del capo, che ha sempre ragione, anche quando delinque?
Individualismo esasperato, stili di vita amorali, disprezzo delle regole.
Probabilmente la chiave interpretativa del successo del berlusconismo sta proprio in questo contrasto- opposizione di valori e di categorie.
La gente che lo adora, crede fermamente nell’altro slogan ultra-ripetuto : io sono diverso.
Ma certo, perché questa gente non vuole un politico, che la annoi con cifre , problemi e conti.
La sua gente non vuole razionalità e responsabilità, vuole il sogno, ma che sia credibile.
Il sogno di essere e di vivere quello che intimamente vorrebbero essere e che Berlusconi è, e quindi è credibile per definizione, ma che il sistema di inibizioni, che si sono imposti e che hanno subito nella loro educazione, impedisce loro e impedirà loro sempre di esternare.
Berlusconi ha offerto loro questo transfert onirico, un’esperienza da condividere con gli altri che praticano la stessa fede.
Del resto, tutti i leader hanno dovuto testare la veridicità e l’efficacia del loro carisma,  dimostrando la capacità o meno di fare identificare la gente nei sogni che proponevano, nella realizzazione di grandi ideali.
Kennedy : vincere la povertà, l’ingiustizia e l’ignoranza.
Mussolini : ridare agli italiani almeno una parete  dei fasti dell’impero romano.
Oggi, però, pare che bisogni accontentarsi di volare molto, ma molto più basso, se andiamo a vedere le categorie, che lo stesso Recalcati elenca e spiega in uno dei suoi ultimi libri, come quelle tipiche e di riferimento di questo tempo e di questa politica : desiderio, perversione, narcisismo, assenza del padre.

Non c’è da stare allegri, ma aprire gli occhi è il primo passo per risolvere i problemi, anche se questo è spiacevole.

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