sabato 9 agosto 2014

Renzi con Berlusconi godrebbe ancora di un largo consenso, secondo i sondaggi



Sorprendente, mi risulta estremamente sorprendente che Renzi in duumvirato con Berlusconi sia dato dai sondaggi ad oltre un 60% di gradimento e il partito democratico al 42%.
Non mi riesce di capire come mai.
E quello che mi fa vedere nero è il fatto che mi ritrovo nella stessa situazione psicologica di vent'anni fa, quando non mi riusciva di capire come mai Berlusconi riuscisse a conquistare consensi in quantità industriale.
Sono passati vent'anni e ancora, dopo avere studiato coscienziosamente e, credo obiettivamente, il fenomeno del berlusconismo, e averci scritto sopra innumerevoli volte, non ho ancora trovato risposte veramente convincenti.
Sta di fatto, però che fregandosene della mia, ma evidentemente non soltanto mia, incomprensione, l'ex cavaliere ha governato indisturbato per vent'anni, “inciuciando” quasi costantemente con un PD, che avrebbe dovuto capeggiare l'opposizione.
Non vorrei che la cosa si ripetesse tale e quale.
Lo Speedy Gonzales fiorentino e il vecchio e stanco Berlusca sono molto diversi nell'aspetto e nelle storie personali, ma mica tanto nella sostanza.
Se per avvicinarli fisicamente e visivamente andiamo a rivederci i filmati del giovane e pimpante magnate televisivo, allora più naturale con la sua pelatina portata senza vergognarsene e con ceroni molto più leggeri le somiglianze sono ancora più accentuate.
Mi spiace per Renzi, ma il Berlusca dei primi anni diceva molte meno sciocchezze avventate di quante ne dice Renzi oggi.
Aveva anche lui un debole per i proclami : farò questo in tre mesi, quello in sei mesi eccetera, ma allora quei suoi proclami apparivano molto più verosimili di quelli di Renzi.
Innanzi tutto perché erano più ridotti di numero e sopratutto perché erano mirati con coerenza a soddisfare gli interessi dell'elettorato di riferimento del berlusconismo : meno tasse, meno stato e burocrazia , più privato per liberare le energie delle imprese comprese le partite Iva, più lavoro per chi accetta il precariato, eccetera.
C'era una prospettiva liberale- individualistica chiara, che si inseriva nella cultura politica tipica delle destre moderate di tutto il mondo.
Le circostanze storiche che gli hanno fatto ereditare una parte cospicua della vecchia DC lo ha parecchio favorito, perché ha illuso l'elettorato ex DC che il berlusconismo fosse in qualche modo la continuazione della DC e questo gli ha spalancato le porte importantissime dell'elettorato di centro, moderato e cattolico- tradizionalista.
Questo era il berlusconismo iniziale, che aveva le carte in regola per riuscire nel colpaccio di sostituire la DC, rinnovandola con una nuova classe dirigente, di provenienza manageriale, che quindi prometteva quell'efficienza, che la vecchia balena bianca aveva perso ormai da anni.
Poi, ben presto, il berlusconismo si è perso nel nulla, girando a vuoto, anche e sopratutto perché il leader maximo aveva chiaramente priorità di carattere personale – aziendale, che poco o nulla c'entravano con i problemi del paese.
Ed è arrivata la stagnazione, la palude.
L'Italia ferma e gli altri che andavano avanti.
L'Europa che deplorava fino ad estromettere l'Italia da tutti i tavoli a causa della palese inadeguatezza del suo leader, definito il buffone d'Europa.
Il poveretto arriva a un passo dal finire oggetto del lancio delle monetine, che aveva sepolto politicamente Craxi vent'anni prima, perde la poltrona e poi si becca la prima condanna definitiva, arrivata non ostante la riscrizione ad hoc del codice penale e di procedura penale, operata dai suoi governi.
Sarebbe stata la ovvia fine della storia se non fosse arrivata come un fulmine la meteora di Matteo Renzi, leader del PD incoronato da primarie non affollate, ma regolari e poi intronizzato dal famosissimo 40,8% preso dal medesimo partito alle europee.
Con un machiavellismo cinico, Renzi gioca la spregiudicatissima carta dell'alleanza con Berlusconi, contando sul fatto che il povero ex cavaliere, pur di essere accettato in una posizione ritenuta sufficientemente importante da non dover temere di ritrovarsi gli sbirri del bargello alla porta alle sei del mattino, dovrebbe essere disposto a digerire qualsiasi cosa.
Finora in effetti il gioco ha funzionato.
Berlusconi ha contro di fatto gran parte del partito il partito salvo amazzoni ,Verdini e Letta, ma sta perfettamente al gioco di Renzi, perché non ha scelta.
Renzi, non lo dico solo io, lo dicono anche accreditati politologi è un politico senza alcuna cultura politica alle spalle, esattamente come Berlusconi,
Qualcuno lo definisce anche un perfetto amorale, ancora come Berlusconi seppure in senso diverso.
Berlusconi era come Renzi uno che gestiva il partito con piglio personal- padronale, ma era attentissimo ai sondaggi, ai movimenti della società e dell'elettorato (ovviamente del suo elettorato).
Renzi invece pare che se ne freghi.
Infatti al suo elettorato non aveva mai detto che si sarebbe alleato con Berlusconi.
Non aveva mai detto che intendesse fare una riforma costituzionale diretta all'abolizione del senato attuale elettivo con uno non elettivo fatto di nominati provenienti precipuamente dai consigli regionali.
Nè che questa riforma costituzionale fosse la sua priorità assoluta.
Che questa riforma comporti una grave distorsione del sistema dei pesi e contrappesi fra i poteri,
base della democrazia, comunque la si pensi, aumentando a dismisura il potere dell'esecutivo a danno di quello del parlamento è un fatto, non opinione.
Si potrebbe anche discutere di aumento dei poteri dell'esecutivo, ma l'essenziale è un'altra cosa.
Perché dovremmo dare più potere all'esecutivo se Renzi e Berlusconi non ci dicono cosa vorrebbero fare col questo potere sovrabbondante?
Non ce lo dicono forse perché non lo sanno nemmeno loro?
E qui sta il punto se uno non ha una cultura politica l'elettorato come fa a giudicarlo se non sa perché dovrebbe eleggerlo? Per fare che cosa?
La destra in questi ultimi vent'anni ha fallito perché non ha realizzato nulla di liberale.
La sinistra ha fallito perché non ha saputo fare nulla per accorciare invece che aumentare le disuguaglianze.
E Renzi Berlusconi che faranno?
Non si sa perché il patto del Nazareno è segreto.
Renzi aveva straparlato di trasparenza ma il famoso patto del Nazareno è un patto segreto, eppure è l'unico indirizzo strategico di questo governo.
Pochi sono i casi di tradimento dell'elettorato, come è successo in questi primi mesi di Renzi.
Eppure la gente, per ragioni che non mi riesce di decifrare, pare non farci caso, non dare importanza a questi fatti, o almeno non sembrano reagire.
La gente ha capito che questa riforma costituzionale comporta elementi gravi di autoritarismo?
Ma i mercati e l'Europa hanno già decretato la fine della famosa “luna di Miele dei primi 100 giorni”, prima concessi a Renzi.
E dicono come è ovvio che dicano, che la riforma costituzionale non poteva essere la priorità assoluta, in quanto quella casella avrebbe dovuto essere riempita da forti provvedimenti economici, primo fra tutti da una spending revew molto consistente.
E invece Renzi si fa beffe di Cottarelli, Commissario alla spending revew e lascia trapelare anche indiscrezioni circa suoi screzi con Padoan, ministro dell'economia.
Se sostituisse Cottarelli e Padoan, in Europa sarebbe ridicolizzato, ma il ragazzo è uno che se ne frega.
Continua ad avere un consenso, però in pochissimo tempo è sceso dal 70 al 60% dei consensi, livello che rimane comunque altissimo e tale da illuderlo di poter fare quello che vuole.
Ora non può non aver capito di aver fatto un errore a post-porre azioni sull'economia.
A meno che non sappia proprio cosa fare, ipotesi che non è per niente inverosimile.
Se le cose stessero così, allora meglio finirla di tergiversare e accogliere la medicina amara che comunque dovremo trangugiare.
Cioè meglio che arrivi al più presto la Troijka FMI,Bce e Commissione Europea.
Lo auspica perfino Scalfari, che è stato finora uno dei più accesi sostenitori di Renzi.
A questi punti di inefficienza della nostra classe politica, meglio la Troijka subito per iniziare la cura, che non sarà uno scherzo comunque.
E' inutile continuare a raccontarsi delle favole.

Da una crisi economica strutturale si esce solo con misure strutturali, che l'Italia non è mai riuscita a fare, da una pesante spending revew che incida sulla riduzione del debito ,a una riforma del lavoro che contempli un contratto unico con ampia flessibilità sia in entrata che in uscita, cioè libertà di licenziare, tanto a questo punto, nel quale non c'è più lavoro per i giovani, c'è poco da difendere, poi quando torneranno le vacche grasse se ne riparlerebbe.

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