Renzi con Berlusconi godrebbe ancora di
un largo consenso, secondo i sondaggi
Sorprendente, mi risulta estremamente
sorprendente che Renzi in duumvirato con Berlusconi sia dato dai
sondaggi ad oltre un 60% di gradimento e il partito democratico al
42%.
Non mi riesce di capire come mai.
E quello che mi fa vedere nero è il
fatto che mi ritrovo nella stessa situazione psicologica di vent'anni
fa, quando non mi riusciva di capire come mai Berlusconi riuscisse a
conquistare consensi in quantità industriale.
Sono passati vent'anni e ancora, dopo
avere studiato coscienziosamente e, credo obiettivamente, il
fenomeno del berlusconismo, e averci scritto sopra innumerevoli
volte, non ho ancora trovato risposte veramente convincenti.
Sta di fatto, però che fregandosene
della mia, ma evidentemente non soltanto mia, incomprensione, l'ex
cavaliere ha governato indisturbato per vent'anni, “inciuciando”
quasi costantemente con un PD, che avrebbe dovuto capeggiare
l'opposizione.
Non vorrei che la cosa si ripetesse
tale e quale.
Lo Speedy Gonzales fiorentino e il
vecchio e stanco Berlusca sono molto diversi nell'aspetto e nelle
storie personali, ma mica tanto nella sostanza.
Se per avvicinarli fisicamente e
visivamente andiamo a rivederci i filmati del giovane e pimpante
magnate televisivo, allora più naturale con la sua pelatina portata
senza vergognarsene e con ceroni molto più leggeri le somiglianze
sono ancora più accentuate.
Mi spiace per Renzi, ma il Berlusca dei
primi anni diceva molte meno sciocchezze avventate di quante ne dice
Renzi oggi.
Aveva anche lui un debole per i
proclami : farò questo in tre mesi, quello in sei mesi eccetera, ma
allora quei suoi proclami apparivano molto più verosimili di quelli
di Renzi.
Innanzi tutto perché erano più
ridotti di numero e sopratutto perché erano mirati con coerenza a
soddisfare gli interessi dell'elettorato di riferimento del
berlusconismo : meno tasse, meno stato e burocrazia , più privato
per liberare le energie delle imprese comprese le partite Iva, più
lavoro per chi accetta il precariato, eccetera.
C'era una prospettiva liberale-
individualistica chiara, che si inseriva nella cultura politica
tipica delle destre moderate di tutto il mondo.
Le circostanze storiche che gli hanno
fatto ereditare una parte cospicua della vecchia DC lo ha parecchio
favorito, perché ha illuso l'elettorato ex DC che il berlusconismo
fosse in qualche modo la continuazione della DC e questo gli ha
spalancato le porte importantissime dell'elettorato di centro,
moderato e cattolico- tradizionalista.
Questo era il berlusconismo iniziale,
che aveva le carte in regola per riuscire nel colpaccio di sostituire
la DC, rinnovandola con una nuova classe dirigente, di provenienza
manageriale, che quindi prometteva quell'efficienza, che la vecchia
balena bianca aveva perso ormai da anni.
Poi, ben presto, il berlusconismo si è
perso nel nulla, girando a vuoto, anche e sopratutto perché il
leader maximo aveva chiaramente priorità di carattere personale –
aziendale, che poco o nulla c'entravano con i problemi del paese.
Ed è arrivata la stagnazione, la
palude.
L'Italia ferma e gli altri che andavano
avanti.
L'Europa che deplorava fino ad
estromettere l'Italia da tutti i tavoli a causa della palese
inadeguatezza del suo leader, definito il buffone d'Europa.
Il poveretto arriva a un passo dal
finire oggetto del lancio delle monetine, che aveva sepolto
politicamente Craxi vent'anni prima, perde la poltrona e poi si becca
la prima condanna definitiva, arrivata non ostante la riscrizione ad
hoc del codice penale e di procedura penale, operata dai suoi
governi.
Sarebbe stata la ovvia fine della
storia se non fosse arrivata come un fulmine la meteora di Matteo
Renzi, leader del PD incoronato da primarie non affollate, ma
regolari e poi intronizzato dal famosissimo 40,8% preso dal medesimo
partito alle europee.
Con un machiavellismo cinico, Renzi
gioca la spregiudicatissima carta dell'alleanza con Berlusconi,
contando sul fatto che il povero ex cavaliere, pur di essere
accettato in una posizione ritenuta sufficientemente importante da
non dover temere di ritrovarsi gli sbirri del bargello alla porta
alle sei del mattino, dovrebbe essere disposto a digerire qualsiasi
cosa.
Finora in effetti il gioco ha
funzionato.
Berlusconi ha contro di fatto gran
parte del partito il partito salvo amazzoni ,Verdini e Letta, ma sta
perfettamente al gioco di Renzi, perché non ha scelta.
Renzi, non lo dico solo io, lo dicono
anche accreditati politologi è un politico senza alcuna cultura
politica alle spalle, esattamente come Berlusconi,
Qualcuno lo definisce anche un perfetto
amorale, ancora come Berlusconi seppure in senso diverso.
Berlusconi era come Renzi uno che
gestiva il partito con piglio personal- padronale, ma era
attentissimo ai sondaggi, ai movimenti della società e
dell'elettorato (ovviamente del suo elettorato).
Renzi invece pare che se ne freghi.
Infatti al suo elettorato non aveva mai
detto che si sarebbe alleato con Berlusconi.
Non aveva mai detto che intendesse fare
una riforma costituzionale diretta all'abolizione del senato attuale
elettivo con uno non elettivo fatto di nominati provenienti
precipuamente dai consigli regionali.
Nè che questa riforma costituzionale
fosse la sua priorità assoluta.
Che questa riforma comporti una grave
distorsione del sistema dei pesi e contrappesi fra i poteri,
base della democrazia, comunque la si
pensi, aumentando a dismisura il potere dell'esecutivo a danno di
quello del parlamento è un fatto, non opinione.
Si potrebbe anche discutere di aumento
dei poteri dell'esecutivo, ma l'essenziale è un'altra cosa.
Perché dovremmo dare più potere
all'esecutivo se Renzi e Berlusconi non ci dicono cosa vorrebbero
fare col questo potere sovrabbondante?
Non ce lo dicono forse perché non lo
sanno nemmeno loro?
E qui sta il punto se uno non ha una
cultura politica l'elettorato come fa a giudicarlo se non sa perché
dovrebbe eleggerlo? Per fare che cosa?
La destra in questi ultimi vent'anni ha
fallito perché non ha realizzato nulla di liberale.
La sinistra ha fallito perché non ha
saputo fare nulla per accorciare invece che aumentare le
disuguaglianze.
E Renzi Berlusconi che faranno?
Non si sa perché il patto del Nazareno
è segreto.
Renzi aveva straparlato di trasparenza
ma il famoso patto del Nazareno è un patto segreto, eppure è
l'unico indirizzo strategico di questo governo.
Pochi sono i casi di tradimento
dell'elettorato, come è successo in questi primi mesi di Renzi.
Eppure la gente, per ragioni che non mi
riesce di decifrare, pare non farci caso, non dare importanza a
questi fatti, o almeno non sembrano reagire.
La gente ha capito che questa riforma
costituzionale comporta elementi gravi di autoritarismo?
Ma i mercati e l'Europa hanno già
decretato la fine della famosa “luna di Miele dei primi 100
giorni”, prima concessi a Renzi.
E dicono come è ovvio che dicano, che
la riforma costituzionale non poteva essere la priorità assoluta, in
quanto quella casella avrebbe dovuto essere riempita da forti
provvedimenti economici, primo fra tutti da una spending revew molto
consistente.
E invece Renzi si fa beffe di
Cottarelli, Commissario alla spending revew e lascia trapelare anche
indiscrezioni circa suoi screzi con Padoan, ministro dell'economia.
Se sostituisse Cottarelli e Padoan, in
Europa sarebbe ridicolizzato, ma il ragazzo è uno che se ne frega.
Continua ad avere un consenso, però in
pochissimo tempo è sceso dal 70 al 60% dei consensi, livello che
rimane comunque altissimo e tale da illuderlo di poter fare quello
che vuole.
Ora non può non aver capito di aver
fatto un errore a post-porre azioni sull'economia.
A meno che non sappia proprio cosa
fare, ipotesi che non è per niente inverosimile.
Se le cose stessero così, allora
meglio finirla di tergiversare e accogliere la medicina amara che
comunque dovremo trangugiare.
Cioè meglio che arrivi al più presto
la Troijka FMI,Bce e Commissione Europea.
Lo auspica perfino Scalfari, che è
stato finora uno dei più accesi sostenitori di Renzi.
A questi punti di inefficienza della
nostra classe politica, meglio la Troijka subito per iniziare la
cura, che non sarà uno scherzo comunque.
E' inutile continuare a raccontarsi
delle favole.
Da una crisi economica strutturale si
esce solo con misure strutturali, che l'Italia non è mai riuscita a
fare, da una pesante spending revew che incida sulla riduzione del
debito ,a una riforma del lavoro che contempli un contratto unico con
ampia flessibilità sia in entrata che in uscita, cioè libertà di
licenziare, tanto a questo punto, nel quale non c'è più lavoro per
i giovani, c'è poco da difendere, poi quando torneranno le vacche
grasse se ne riparlerebbe.
Nessun commento:
Posta un commento