Il sistema democratico così com'è non funziona più, e i
nuovi partiti personali non sembrano in grado di risolvere gran che
In tutto il mondo, non solo in occidente, il sistema
politico democratico classico non funziona più come dovrebbe.
Ne avevamo parlato diffusamente nel precedente articolo del
19 giugno 2013.
In Occidente ce ne accorgiamo di più, perchè è qui che è
nata la democrazia ed è qui che si sono combattute guerre sanguinosissime per
difenderla e riconquistarla.
In Inghilterra, dove la moderna democrazia moderna “parlamentare
rappresentativa” è nata, qualcosa non funziona più come prima, se è vero che il
sistema, nato come bipartitico, per definizione, si è frammentato e ha dato
vita a governi di coalizione debolucci, con maggioranze esigue, quando le
regole del gioco del sistema bipolare che
si basano sul sistema elettorale maggioritario a collegio uninominale avrebbero dovuto evitare che si
verificassero.
Negli Usa, paese che è nato copiando le regole della
democrazia inglese, rafforzate dalla filosofia illuminista, e che quindi
riproduce, come in Inghilterra, il classico sistema maggioritario a collegi
uninominali, è rimasto un bipartitismo stretto, ma anche qui qualcosa si è
incrinato.
Si vedono infatti tutti i giorni situazioni incoerenti, come
quella nella quale si trova il povero
Obama, che è costretto a tentare di governare,
pur non avendo la maggioranza e quindi deve ogni volta prodursi in
estenuanti trattative coi Repubblicani per fare passare le poche leggi che
riesce a esprimere.
In Francia, la situazione di stallo, nella quale si trova a
tentare di governare, il povero Hollande è addirittura imbarazzante, dato che
il gradimento verso il presidente nel paese è ai minimi storici cioè
intorno al 20% e se si andasse a votare domani le elezioni le vincerebbe quel
Front National, che tradotto in italiano sembra essere un insieme fra il
vecchio Msi e la Lega.
Si salva in teoria la Germania, ma solo in teoria, perchè
anche lì qualcosa non funziona più come dovrebbe.
Sopratutto perchè il sistema bipartitico classico c'è, ma
solo di facciata, per il fatto che fra la CDU, cioè i democristiani della
Merkel, che sono tutt' ora il primo partito, e l'SDP, cioè i socialdemocratici,
non c'è quasi più nessuna differenza e quindi l'opposizione ,non trovando rappresentanza,
dove dovrebbe, cioè nell' SDP, si divide e si frammenta fra Verdi, Sinistra
dura e pura, Anti Unione Europea e infine cominciano ad avere un certo peso
perfino i Neonazisti.
Finora la Germania ha dimostrato di saper fare un sistema più
solido degli altri cugini europei, ma ora che l'economia comincia ad arretrare,
staremo a vedere.
C'è qualcosa di comune alle situazioni di debolezza, che
abbiamo sopra passato in rassegna ed è una inedita debolezza di quasi tutti i
governi delle maggiori democrazie, dovute sopratutto al fatto che quasi ovunque
si crea frammentazione.
Si riesce sempre meno
ad avere due schieramenti contrapposti, che possano fare funzionare le
istituzioni, rappresentando la
maggioranza e l'opposizione, ad un dato
momento, ed ove questa situazione si presenta ancora, come in America,
per la prima volta si verifica una contrapposizione radicale, per la quale le
due parti, Democratici e Repubblicani, non riescono a trovare un terreno
comune, bloccando il sistema.
Noi italiani, come al solito, siamo i primi della classe nel
mettere in scena il massimo di scollamento e disfunzionalità del sistema.
Sono saltati i canali tradizionali di mediazione fra la
gente e le istituzioni, cioè quei partiti, che pur con tutti i loro difetti,
avevano consentito alla gente medesima di sentirsi rappresentata e di selezionare una classe politica.
In loro vece sono sorti i così detti “partiti personali”,
cioè quelli nei quali l'unico visibile è il leader, e tutti gli altri diventano
come i cortigiani al tempo delle signorie.
Ha cominciato Berlusconi, poi Bossi, poi Di Pietro, poi
Grillo, ed oggi Renzi.
La prima impressione è che si sia perso qualcosa di
importante, perchè prima, coi partiti di massa, chi voleva partecipare, poteva.
Andava in sezione, ascoltava, diceva la sua, contribuiva in
qualche modo a costruire la linea del partito ,anche e non ultimo, votando le
cariche interne, a tutti livelli.
Accanto agli organismi di partito, in senso stretto, i
maggiori partiti avevano le organizzazioni collaterali, da quelle di categoria
a quelle sportive e di intrattenimento, in modo che i militanti si sentissero
parte di qualche cosa.
Tutto questo è quasi del tutto finito e il risultato è che
la gente si sente sola e abbandonata e cerca di sostituire le organizzazioni,
che non ci sono più con lo scatolone televisivo.
Ma è una tristezza, perchè le regole del gioco dello
scatolone televisivo sono quanto di più diseducativo e antidemocratico si possa
immaginare, perchè tutto va in una direzione sola e cioè dall'alto
(chi produce i programmi) al basso (il telespettatore), ma non c'è, proprio non
c'è, niente che possa funzionare nel senso contrario, per lasciare interferire lo
spettatore.
Il suo parere viene umiliato al numerino, che misura il
famoso "share", il numero in percentuale di chi ha seguito il
programma, punto, fine.
Un po’ poco, per dire la propria.
E in ogni caso così non si vota proprio.
Grillo e Casaleggio hanno tentato qualcosa di più, e in
teoria di meglio, inducendo la gente a utilizzare il web, come moderno mezzo di
partecipazione politica.
Con questo strumento sarebbe possibile, in teoria, sia dire
la propria, sia votare le cariche politiche del movimento.
Vero, ma funziona?
L'idea è buona ed è probabile che in questo senso sarà il
futuro della partecipazione politica, ma i mezzi per far funzionare questo
nuovo mezzo di partecipazione, sono ancora tutti da costruire.
Quelli sperimentati oggi dai 5Stelle hanno dimostrato più
difetti che pregi.
Soprattutto, perchè la base è troppo ristretta, occorrerà
quindi trovare qualcosa di più adeguato dei quattro "iscritti
certificati" del Movimento 5Stelle.
Renzi c'ha provato anche lui a dilagare sul web usando fino
allo sproposito ed alla noia i messaggini di 140 caratteri (due righe
dattiloscritte) di Twittwer.
Qui la base è molto più larga, anzi è troppo larga.
Ma sopratutto è un po' un insulto all'intelligenza della
gente, costringerla a condensare il proprio pensiero in un messaggino di due
righe scarse di testo.
E comunque, anche con questo sistema non si vota.
Ecco allora l'innovazione -mito delle primarie.
Quello che è rimasto dei partiti più grandi si sono detti :
quand’anche avessimo ancora le sezioni, non ci verrebbe più nessuno ed allora
l'appuntamento vero, con la nostra gente, sia solo quello delle grandi
occasioni con le primarie per scegliere i nostri candidati sindaci, presidenti
di regione e primo ministro.
Sì, questa è indiscutibilmente una forma di democrazia
evoluta, ma anche questa è tutta in fieri.
Non è generalizzata, per esempio Berlusconi ritiene di non
potersi abbassare al vaglio del giudizio dei suoi, e le regole sono scritte di
volta in volta.
Fra i 5Stelle possono partecipare solo gli iscritti
certificati, che sono quattro gatti.
E poi è un sistema un
po "cesarista", cioè è orientato tutto all'elezione "del nostro
duce" .
E' un sistema come un
altro, ma con qualcosa di
sgradevole, che mette troppo in luce solo il capo e riduce la squadra a
scudieri del capo.
In tutte queste nuove forme c'è di buono il tentativo di
trovare tipi nuovi di partecipazione politica, ma ci sono due fantasmi che si
aggirano lamentandosi, fra di loro, perchè queste nuove forme li ignorano.
Sono anzitutto l'anima dei vecchi partiti, fatta di
ideologia, di idee forti, di ispirazioni filosofiche e culturali precise e
coerenti.
Non mi sembra che si possa fare a meno di questo, perchè se
si prova a farlo, come hanno fatto i personaggi sopra citati, si nota
immediatamente una quasi totale mancanza di un disegno coerente e a lungo
periodo.
Va bene fare questo e quello, ammesso, che siano capaci di
realizzarlo, ma per andare dove?
Facciamo anche finta che destra e sinistra siano concetti
superati ,e non è vero, ma quand'anche ragionassimo in questo modo, che tipo di
società vogliamo costruire?
Questa è la domanda alla quale al di là di slogan, retorica
e belle parole, Berlusconi, Bossi o chi per lui, Grillo e Renzi sarebbero in
gravi difficoltà a rispondere.
E poi l’altro fantasma è la tutela delle minoranze, vera
cartina di tornasole della democraticità o meno di un partito.
Da Berlusconi non sono ammesse e quando qualcuno fa il
“controcanto” Berlusconi lo caccia.
Bossi ai suoi tempi ha cacciato una schiera di dirigenti che
si arrischiavano a contraddirlo.
Renzi cerca di ridicolizzarli e comunque di metterli in
soffitta.
Per ora non ha cacciato nessuno, ma tutto è in movimento.
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