mercoledì 15 ottobre 2014

Il sistema democratico così com'è non funziona più, e i nuovi partiti personali non sembrano in grado di risolvere gran che



In tutto il mondo, non solo in occidente, il sistema politico democratico classico non funziona più come dovrebbe.
Ne avevamo parlato diffusamente nel precedente articolo del 19 giugno 2013.
In Occidente ce ne accorgiamo di più, perchè è qui che è nata la democrazia ed è qui che si sono combattute guerre sanguinosissime per difenderla e riconquistarla.
In Inghilterra, dove la moderna democrazia moderna “parlamentare rappresentativa” è nata, qualcosa non funziona più come prima, se è vero che il sistema, nato come bipartitico, per definizione, si è frammentato e ha dato vita a governi di coalizione debolucci, con maggioranze esigue, quando le regole del gioco del sistema bipolare che  si basano sul sistema elettorale maggioritario a collegio uninominale  avrebbero dovuto evitare che si verificassero.
Negli Usa, paese che è nato copiando le regole della democrazia inglese, rafforzate dalla filosofia illuminista, e che quindi riproduce, come in Inghilterra, il classico sistema maggioritario a collegi uninominali, è rimasto un bipartitismo stretto, ma anche qui qualcosa si è incrinato.
Si vedono infatti tutti i giorni situazioni incoerenti, come quella nella quale si trova il  povero Obama, che è costretto a tentare di governare,  pur non avendo la maggioranza e quindi deve ogni volta prodursi in estenuanti trattative coi Repubblicani per fare passare le poche leggi che riesce a esprimere.
In Francia, la situazione di stallo, nella quale si trova a tentare di governare, il povero Hollande è addirittura imbarazzante, dato che il gradimento verso il presidente nel paese è ai minimi storici   cioè intorno al 20% e se si andasse a votare domani le elezioni le vincerebbe quel Front National, che tradotto in italiano sembra essere un insieme fra il vecchio Msi e la Lega.
Si salva in teoria la Germania, ma solo in teoria, perchè anche lì qualcosa non funziona più come dovrebbe.
Sopratutto perchè il sistema bipartitico classico c'è, ma solo di facciata, per il fatto che fra la CDU, cioè i democristiani della Merkel, che sono tutt' ora il primo partito, e l'SDP, cioè i socialdemocratici, non c'è quasi più nessuna differenza e quindi l'opposizione ,non trovando rappresentanza, dove dovrebbe, cioè nell' SDP, si divide e si frammenta fra Verdi, Sinistra dura e pura, Anti Unione Europea e infine cominciano ad avere un certo peso perfino i Neonazisti.
Finora la Germania ha dimostrato di saper fare un sistema più solido degli altri cugini europei, ma ora che l'economia comincia ad arretrare, staremo a vedere.
C'è qualcosa di comune alle situazioni di debolezza, che abbiamo sopra passato in rassegna ed è una inedita debolezza di quasi tutti i governi delle maggiori democrazie, dovute sopratutto al fatto che quasi ovunque si crea frammentazione.
Si riesce sempre meno  ad avere due schieramenti contrapposti, che possano fare funzionare le istituzioni, rappresentando la  maggioranza e l'opposizione, ad un dato  momento, ed ove questa situazione si presenta ancora, come in America, per la prima volta si verifica una contrapposizione radicale, per la quale le due parti, Democratici e Repubblicani, non riescono a trovare un terreno comune, bloccando il sistema.
Noi italiani, come al solito, siamo i primi della classe nel mettere in scena il massimo di scollamento e disfunzionalità del sistema.
Sono saltati i canali tradizionali di mediazione fra la gente e le istituzioni, cioè quei partiti, che pur con tutti i loro difetti, avevano consentito alla gente medesima di sentirsi rappresentata  e di selezionare una classe politica.
In loro vece sono sorti i così detti “partiti personali”, cioè quelli nei quali l'unico visibile è il leader, e tutti gli altri diventano come i cortigiani al tempo delle signorie.
Ha cominciato Berlusconi, poi Bossi, poi Di Pietro, poi Grillo, ed oggi Renzi.
La prima impressione è che si sia perso qualcosa di importante, perchè prima, coi partiti di massa, chi voleva partecipare, poteva.
Andava in sezione, ascoltava, diceva la sua, contribuiva in qualche modo a costruire la linea del partito ,anche e non ultimo, votando le cariche interne, a tutti livelli.
Accanto agli organismi di partito, in senso stretto, i maggiori partiti avevano le organizzazioni collaterali, da quelle di categoria a quelle sportive e di intrattenimento, in modo che i militanti si sentissero parte di qualche cosa.
Tutto questo è quasi del tutto finito e il risultato è che la gente si sente sola e abbandonata e cerca di sostituire le organizzazioni, che non ci sono più con lo scatolone televisivo.
Ma è una tristezza, perchè le regole del gioco dello scatolone televisivo sono quanto di più diseducativo e antidemocratico si possa immaginare, perchè tutto va in una direzione sola e cioè   dall'alto (chi produce i programmi) al basso (il telespettatore), ma non c'è, proprio non c'è, niente che possa funzionare nel senso  contrario, per lasciare interferire lo spettatore.
Il suo parere viene umiliato al numerino, che misura il famoso "share", il numero in percentuale di chi ha seguito il programma, punto, fine.
Un po’ poco, per dire la propria.
E in ogni caso così non si vota proprio.
Grillo e Casaleggio hanno tentato qualcosa di più, e in teoria di meglio, inducendo la gente a utilizzare il web, come moderno mezzo di partecipazione politica.
Con questo strumento sarebbe possibile, in teoria, sia dire la propria, sia votare le cariche politiche del movimento.
Vero, ma funziona?
L'idea è buona ed è probabile che in questo senso sarà il futuro della partecipazione politica, ma i mezzi per far funzionare questo nuovo mezzo di partecipazione, sono ancora tutti da costruire.
Quelli sperimentati oggi dai 5Stelle hanno dimostrato più difetti che pregi.
Soprattutto, perchè la base è troppo ristretta, occorrerà quindi trovare qualcosa di più adeguato dei quattro "iscritti certificati" del Movimento 5Stelle.
Renzi c'ha provato anche lui a dilagare sul web usando fino allo sproposito ed alla noia i messaggini di 140 caratteri (due righe dattiloscritte) di Twittwer.
Qui la base è molto più larga, anzi è troppo larga.
Ma sopratutto è un po' un insulto all'intelligenza della gente, costringerla a condensare il proprio pensiero in un messaggino di due righe scarse di testo.
E comunque, anche con questo sistema non si vota.
Ecco allora l'innovazione -mito delle primarie.
Quello che è rimasto dei partiti più grandi si sono detti : quand’anche avessimo ancora le sezioni, non ci verrebbe più nessuno ed allora l'appuntamento vero, con la nostra gente, sia solo quello delle grandi occasioni con le primarie per scegliere i nostri candidati sindaci, presidenti di regione e primo ministro.
Sì, questa è indiscutibilmente una forma di democrazia evoluta, ma anche questa è tutta in fieri.
Non è generalizzata, per esempio Berlusconi ritiene di non potersi abbassare al vaglio del giudizio dei suoi, e le regole sono scritte di volta in volta.
Fra i 5Stelle possono partecipare solo gli iscritti certificati, che sono quattro gatti.
E poi è  un sistema un po "cesarista", cioè è orientato tutto all'elezione "del nostro duce" .
E' un sistema come un  altro,  ma con qualcosa di sgradevole, che mette troppo in luce solo il capo e riduce la squadra a scudieri del capo.
In tutte queste nuove forme c'è di buono il tentativo di trovare tipi nuovi di partecipazione politica, ma ci sono due fantasmi che si aggirano lamentandosi, fra di loro, perchè queste nuove forme li ignorano.
Sono anzitutto l'anima dei vecchi partiti, fatta di ideologia, di idee forti, di ispirazioni filosofiche e culturali precise e coerenti.
Non mi sembra che si possa fare a meno di questo, perchè se si prova a farlo, come hanno fatto i personaggi sopra citati, si nota immediatamente una quasi totale mancanza di un disegno coerente e a lungo periodo.
Va bene fare questo e quello, ammesso, che siano capaci di realizzarlo, ma per andare dove?
Facciamo anche finta che destra e sinistra siano concetti superati ,e non è vero, ma quand'anche ragionassimo in questo modo, che tipo di società vogliamo costruire?
Questa è la domanda alla quale al di là di slogan, retorica e belle parole, Berlusconi, Bossi o chi per lui, Grillo e Renzi sarebbero in gravi difficoltà a rispondere.
E poi l’altro fantasma è la tutela delle minoranze, vera cartina di tornasole della democraticità o meno di un partito.
Da Berlusconi non sono ammesse e quando qualcuno fa il “controcanto” Berlusconi lo caccia.
Bossi ai suoi tempi ha cacciato una schiera di dirigenti che si arrischiavano a contraddirlo.
Renzi cerca di ridicolizzarli e comunque di metterli in soffitta.
Per ora non ha cacciato nessuno, ma tutto è in movimento.



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