la storia
sta giocando dei brutti scherzi ai Curdi
Oggi i Curdi
vengono cacciati o massacrati dall'Isis
sulle stesse terre,fra Turchia e Siria, dove i loro bisnonni avevano massacrato gli Armeni cent'anni fa, quando
agivano come volenterosi ausiliari dei Turchi Ottomani, nella primavera del 1915, facendo
per loro, gran parte del "lavoro
sporco" nell'esecuzione del genocidio armeno.
Sembra che si
stia così attuando a loro danno quella che Dante nella Divina Commedia ha
indicato come la "pena del contrappasso", cioè il punire un peccato con
un' altro dello stesso tipo.
Colpisce la
singolarità della cosa, anche se ovviamente, non ha alcun senso pensare che la
storia possa infliggere ai Curdi una
presunta giusta punizione,un secolo
dopo, dal momento che i figli e tanto
meno i nipoti e i pronipoti degli
aguzzini di allora, hanno alcuna colpa,
se non quella di essere Curdi, che non è e non può essere una colpa.
Bene ha
fatto, però, l'inviato del Corriere in
Medio Orente, Luca Cremonesi, a mettere in evidenza questa circostanza sul suo
giornale di oggi, anche perché nessuno ne aveva ancora parlato.
Se si va a
vedere sulla carta geografica, è impressionante vedere che molte delle città e
villaggi al confine, o vicine al confine fra Siria e Turchia, dove avvengono i
combattimenti più sanguinosi fra i Curdi e i fanatici dell'Isis, sono
addirittura sovrastate dall'altura del Mussa Dagh, divenuta montagna sacra per
gli Armeni, seconda sola nella loro epica al monte Ararat.
Purtroppo,
le vicende inerenti alla storia degli Armeni sono poco note, ma almeno un
famoso romanzo di Franz Werfel "i
40 giorni del Mussa Dagh", tutt'ora reperibile in libreria, ha narrato
le vicende dell'eroica resistenza, che un gruppo di 5.000 Armeni ha
sostenuto contro Turchi e Curdi, in quel 1915, fino ad essere salvati da un
incrociatore francese.
Per gli
Armeni quell'episodio riveste un importanza simbolica non dissimile di quella
che è stato la resistenza all'assedio della fortezza di Masada per gli Ebrei, a
conclusione della prima guerra giudaica contro i Romani nel 73 d.C.
Il Mussa
Dagh si trova nella parte più meridionale e più ad Ovest della Turchia, nella
provincia di Hatay, che ha per capitale proprio quell' Antiochia, che compare ampliamente
nelle Lettere di Paolo e che, tra l'altro, era la patria della santa martire
cristiana Margherita di Antiochia, che
per intricate ragioni storiche, è tuttora la venerata patrona di Santa
Margherita Ligure.
Alla caduta
dell'Impero Ottomano nel 1922, questa provincia è stata assegnata alla Turchia,
ma la Siria non ha mai riconosciuto quell'annessione di un territorio, che
considerava come proprio.
E quindi,
come si vede, i contrasti fra Turchia e Siria hanno radici storiche ben più
profonde dell'attuale odio del presidente turco Erdogan, nei confronti del
sanguinario dittatore siriano Assad.
In quegli
infelici anni del primo conflitto mondiale, gli Armeni si trovarono ad essere
l'etnia più in pericolo.
I Turchi, o
meglio alcuni militari del movimento dei Giovani Turchi, che poi costruiranno
la Turchia moderna , probabilmente ossessionati dalla minaccia proveniente dal grosso e potente vicino russo, sopravvalutarono
il ruolo degli Armeni, che combattevano
con la divisa della Russia ancora zarista e quindi ingigantirono la loro capacità di
attrarre dalla loro parte gli Armeni residenti in Turchia, per farne una quinta
colonna.
Questo
ovviamente non giustifica affatto il genocidio, ma almeno spiega uno dei
moventi.
l'altro
movente, che per gli storici armeni è stato quello fondamentale ,è invece
costituito da motivazioni abbastanza abbiette, come l'invidia, che suscitava
una classe armena medio alta di artigiani e funzionari, e poi l'idea folle di
sterminarli, per appropriarsi barbaramente dei loro averi, cioè nè più
nè meno di quello che, vent'anni dopo, fecero i nazisti con gli ebrei.
Ora tocca
all'etnia curda ricoprire il ruolo degli
armeni della situazione.
E i fanatici
islamici dell'Isis non sono certo, nei loro confronti ,meno feroci di quanto
erano stati i Turchi e i Curdi del 1915 contro gli armeni.
E questa
volta, le fobie che avevano portato i Giovani Turchi a vedere nell'etnia
armena, una quinta colonna, che minava l'unità della Turchia, si sono tutte rivolte
contro l'etnia curda.
Quei carri
armati turchi schierati alla frontiera Siriana che invece di fermare l'avanzata
dell'Isis contrastano solo i Curdi ,che vorrebbero andare a dar manforte ai
loro fratelli assediati è davvero una pessima immagine di sè e del suo paese, che
l'attuale capo della Turchia offre al mondo.
Nessun commento:
Posta un commento