giovedì 9 ottobre 2014

la storia sta giocando dei brutti scherzi ai Curdi



Oggi i Curdi vengono cacciati o massacrati dall'Isis  sulle stesse terre,fra Turchia e Siria,  dove i loro bisnonni  avevano massacrato gli Armeni cent'anni fa, quando agivano come  volenterosi ausiliari dei Turchi  Ottomani, nella primavera del 1915, facendo per loro, gran  parte del "lavoro sporco" nell'esecuzione del genocidio armeno.
Sembra che si stia così attuando a loro danno quella che Dante nella Divina Commedia ha indicato come la "pena del contrappasso", cioè il punire un peccato con un' altro dello stesso tipo.
Colpisce la singolarità della cosa, anche se ovviamente, non ha alcun senso pensare che la storia possa infliggere ai Curdi  una presunta giusta punizione,un  secolo dopo,  dal momento che i figli e tanto meno i nipoti e i pronipoti  degli aguzzini di allora,  hanno alcuna colpa, se non quella di essere Curdi, che non è e non può essere una colpa.
Bene ha fatto, però, l'inviato  del Corriere in Medio Orente, Luca Cremonesi, a mettere in evidenza questa circostanza sul suo giornale di oggi, anche perché nessuno ne aveva ancora parlato.
Se si va a vedere sulla carta geografica, è impressionante vedere che molte delle città e villaggi al confine, o vicine al confine fra Siria e Turchia, dove avvengono i combattimenti più sanguinosi fra i Curdi e i fanatici dell'Isis, sono addirittura sovrastate dall'altura del Mussa Dagh, divenuta montagna sacra per gli Armeni, seconda sola nella loro epica al monte Ararat.
Purtroppo, le vicende inerenti alla storia degli Armeni sono poco note, ma almeno un famoso romanzo di Franz Werfel  "i 40 giorni del Mussa Dagh", tutt'ora reperibile in libreria,  ha narrato  le vicende dell'eroica resistenza, che un gruppo di 5.000 Armeni ha sostenuto contro Turchi e Curdi, in quel 1915, fino ad essere salvati da un incrociatore francese.
Per gli Armeni quell'episodio riveste un importanza simbolica non dissimile di quella che è stato la resistenza all'assedio della fortezza di Masada per gli Ebrei, a conclusione della prima guerra giudaica contro i Romani nel 73 d.C.
Il Mussa Dagh si trova nella parte più meridionale e più ad Ovest della Turchia, nella provincia di Hatay, che ha per capitale   proprio quell' Antiochia, che compare ampliamente nelle Lettere di Paolo e che, tra l'altro, era la patria della santa martire cristiana  Margherita di Antiochia, che per intricate ragioni storiche, è tuttora la venerata patrona di Santa Margherita Ligure.
Alla caduta dell'Impero Ottomano nel 1922, questa provincia è stata assegnata alla Turchia, ma la Siria non ha mai riconosciuto quell'annessione di un territorio, che considerava come proprio.
E quindi, come si vede, i contrasti fra Turchia e Siria hanno radici storiche ben più profonde dell'attuale odio del presidente turco Erdogan, nei confronti del sanguinario dittatore siriano Assad.
In quegli infelici anni del primo conflitto mondiale, gli Armeni si trovarono ad essere l'etnia più in pericolo.
I Turchi, o meglio alcuni militari del movimento dei Giovani Turchi, che poi costruiranno la Turchia moderna , probabilmente ossessionati dalla minaccia proveniente  dal grosso e potente vicino russo, sopravvalutarono  il ruolo degli Armeni, che combattevano con la divisa della Russia ancora zarista  e quindi ingigantirono la loro capacità di attrarre dalla loro parte gli Armeni residenti in Turchia, per farne una quinta colonna.
Questo ovviamente non giustifica affatto il genocidio, ma almeno spiega uno dei moventi.
l'altro movente, che per gli storici armeni è stato quello fondamentale ,è invece costituito da motivazioni abbastanza abbiette, come l'invidia, che suscitava una classe armena medio alta di artigiani e funzionari, e poi l'idea folle di sterminarli, per appropriarsi barbaramente dei loro averi, cioè  nè  più nè meno di quello che, vent'anni dopo, fecero i nazisti con gli ebrei.
Ora tocca all'etnia curda ricoprire il ruolo  degli armeni della situazione.
E i fanatici islamici dell'Isis non sono certo, nei loro confronti ,meno feroci di quanto erano stati i Turchi e i Curdi del 1915 contro gli armeni.
E questa volta, le fobie che avevano portato i Giovani Turchi a vedere nell'etnia armena, una quinta colonna, che minava l'unità della Turchia, si sono tutte rivolte contro l'etnia curda.

Quei carri armati turchi schierati alla frontiera Siriana che invece di fermare l'avanzata dell'Isis contrastano solo i Curdi ,che vorrebbero andare a dar manforte ai loro fratelli assediati è davvero una pessima immagine di sè e del suo paese, che l'attuale capo della Turchia offre al mondo.

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