la situazione in Ucraina è molto complicata perchè quel paese è una composizione di troppi
elementi diversi
Prima di tutto l'Ucraina è
un paese molto vasto (il doppio dell'Italia), con poco meno abitanti di noi, ma con una
densità abitativa di tre volte in meno rispetto all'Italia.
I gruppi etnici presenti vedono una forte minoranza di Russi
(17%), che in realtà è molto più ampia, se si rileva che i
russofoni sono il 30%.
E già questo dato
sulla composizione etnica rivela che si tratta di un paese diviso
profondamente.
Diviso, e questo va sottolineato, non in due ma in diversi
rivoli, cosa che appare evidente per esempio se si va a vedere la composizione
della popolazione per confessioni
religiose dichiarate.
Si comincia con un sorprendente 64% di a-religiosi, e questo,
come vedremo, spiega non poco, per addentrarsi in una pluralità di confessioni
diverse nell'ambito dell'Ortodossia ( Patriarcato di Mosca, Patriarcato di
Kiev, chiesa ortodossa autocefala ukraina) e poi cattolici di rito orientale e
di rito latino, protestanti eccetera.
Non è certo un
paese con un'identità compatta e univoca.
Finanziariamente è
un paese fallito, che sopravvive solo con la reiterazione dei prestiti della
Unione Europea e, in parte, del condono del pagamento delle bollette del gas
arretrate e non pagate, da parte della Russia.
Economicamente si trova col cappio al collo delle forniture
di gas russo, dalle quali dipende totalmente.
E' devastato da un livello di corruzione elevatissimo, come
si è visto quando è scappato in Russia il
precedente Presidente Juscenko e la gente è
andata a vedere le ricchezze immobiliari, eccetera, che aveva accumulato,
imperversano le mafie.
La classe politica è
fra le meno affidabili del continente, si pensi alla biografia di quella Julia
Timoscenko, che per un certo periodo è
stata presa per vittima ed eroe nazionale e poi si è scoperto che faceva parte integrante del gruppo
degli oligarchi, che governano di fatto il paese, guardando prima di tutto agli
interessi delle loro aziende.
Per capire di che pasta sono fatti, basti dire che la
medesima Timoscenko in un comizio aveva esortato a tagliare la testa a tutti i
Russi.
Del governo attuale fanno parte elementi di tutte le specie,
fra i quali due hanno passaporto americano e quindi cittadini statunitensi.
Cosa questa che pure dovrebbe indurre a fare qualche
riflessione su chi mette le mani in casa d'altri o interferisce con la sovranità
di un paese straniero, non c'è certo solo
la Russia a tessere le sue trame.
La storia dell'Ukraina è
complessa.
La cosa più evidente però è che il caso Ukraina ha poco a che fare con quello
della Germania Est, della Polonia o dell'Ungheria, Romania, Bulgaria e Cecoslovacchia, che dopo
la caduta del muro di Berlino, cioè
del comunismo nell'Ex Unione Sovietica,
hanno deciso di proclamarsi indipendenti.
Nel senso che quei paesi avevano una storia secolare come
nazioni, cosa che non si può dire per l'Ucraina, che dal '700 faceva parte
dell'Impero zarista, come una sua
regione.
Diversamente, non si spiegherebbe come mai il rigidissimo
Politburo dell'Urss, avesse scelto come Segretario Generale quel Krushev, che,
oltre ad essere nato in Ukraina, in quella regione aveva sviluppato tutto il
suo “cursus onorum” di funzionario di partito d'alto rango.
Mai sarebbe successo, se tutti allora non avessero avuto la
percezione dell'Ukraina, come una regione della Russia e non come di una
nazione associata, come avveniva per le Repubbliche sorelle, che sopra si sono
citate.
Chiarite tutte queste cose, occorre però ribadire che nessuno si può permettere di mettere in discussione i confini
nell'ambito dell'Europa attuale, anche se tutto si può fare, purchè
si rispetti il sacro principio dell'autodeterminazione, che era fra gli scopi
di guerra degli Alleati, nella Seconda Guerra Mondiale.
Putin si è proposto
come obiettivo strategico di riconquistare almeno in parte al suo paese il
ruolo di potenza regionale egemone.
E' un obiettivo legittimo.
Per capire quanto sia legittimo, chiediamoci cosa fa la Germania, del cui operato non
abbiamo nulla da dire.
Non è forse
abbastanza evidente che i paesi slavi dell'Est siano diventati di fatto suoi satelliti
dal punto di vista economico, ma non solo?
Basta vedere come votano nei vari consessi internazionali o
in quelli di governo dell'Unione Europea.
Ci sono quindi in gioco due potenze, che fanno da calamite
nell’ Est Europeo.
Quella di sempre, e cioè la Russia, e poi la Germania, che
in occasione di questa gravissima crisi, ha finalmente messo da parte gli
inutili fariseismi del recente passato ed agisce oggi come paese leader
dell'Europa, come è di fatto da
tempo.
Poi c'è il terzo incomodo, lontano, ma molto potente
ed ingombrante, l'America di Obama.
Obama, sfortunatamente, non si capisce mai se ha una
strategia definita o se è sempre
prigioniero di dubbi amletici.
In questa crisi, anche per sue ragioni interne (la
maggioranza del suo parlamento è
repubblicana e quindi spinge fortemente per adottare la linea dura verso la
Russia), interferisce in modo tutt' altro che leggero.
Fortunatamente la Merkel, come si è detto, ha finalmente accettato di recitare il suo ruolo
naturale di leader dell'Europa e si è
messa di traverso alle richieste americane di armare il corrotto e inaffidabile
governo di Kiev, perché un peggioramento dei rapporti con la Russia e peggio
che peggio, un conflitto, sarebbe esiziale per gli interessi economici
dell'Europa, che ha nella vastissima Russia il suo migliore cliente
commerciale.
Il guaio è che l'America è tutt'ora estremamente potente ed
influente e in America è divenuta prevalente un'opinione di scuola ,molto
ideologizzata e poco attaccata alla realtà, che vuole fare fuori politicamente
Putin.
L'America è abbastanza
influente e potente da avere pazientemente raccolto dietro la sua strampalata
strategia il consenso di Polonia, paesi nordici e baltici, che chiedono
armamenti, il coinvolgimento della Nato e ulteriori pesanti sanzioni contro la
Russia, per spingere gli oligarchi russi a far fuori colui,che è fino ad ora è stato il loro protettore.
Si può anche
capire che polacchi e baltici ,a ragione della loro storia recente, abbiano una
reale paura di finire come successivo boccone delle mire espansionistiche della
Russia di Putin, anche se nella “real- politique”
di oggi, quelle paure non sembrano avere
un senso concreto.
Non si capisce invece
l’atteggiamento sciocco, che appartiene a questo schieramento, volto a
voler prendersi una impossibile rivincita sulla storia ed approfittare
dell’occasione per umiliare Putin.
Possibile che l’America non abbia ancora capito che la strategia
dell’ ”abbattiamo prima il tiranno e poi
si vedrà” non funziona mai ed anzi ha dato nel recente passato dei risultati
controproducenti?
Come si vede la situazione è realmente arrivata all'allarme rosso.
Quando si arriva a questi punti, la preoccupazione di tutti
deve essere quella di trovare dei canali per fare parlare fra di loro prima di
tutto i contendenti e poi i loro potenti protettori.
Cessate il fuoco, zona demilitarizzata come primissime
opere.
Già questo però è
un rospo estremamente indigesto per una parte, perchéè è ovvio, che dietro le ragioni di buon senso ed
umanitarie si cela un interesse a favore di una parte e non dell'altra.
Cessate il fuoco e zona demilitarizzata, significa infatti
riconoscere di fatto una nuova situazione con frontiere che si sono spostate
avanti e di parecchio.
La diplomazia dovrà indorare la pillola rivestendo le nuove
frontiere di fatto, con delle forme appena appena accettabili, come qualche
forma di statuto speciale per quei territori, tipo Alto Adige o di quel genere.
Una volta tanto è sperabile che gli interessi economici,
volgari fin che si vuole, impongano la loro prevalente influenza e
riportino tutti quanti al buon senso ed alla ragione.
Nessun commento:
Posta un commento