mercoledì 4 febbraio 2015

Renzi con l'elezione di Sergio Mattarella al Quirinale ha realizzato un colpo da maestro : rendendo irrilevati Berlusconi e gli ex-comunisti e ricompattando il PD in un colpo solo



Mi è capitato di sentire commentare da par suo la strategia di Renzi, da parte di Massimo Cacciari, che non è riuscito a non esaminare l'operato di Renzi in questa occasione ,senza usare i parametri indicati da Macchiavelli per individuare le  qualità  indispensabili al principe.
Astuzia, forza alternata alla ragione, virtù per controllare la fortuna.
Cacciari  concluse ovviamente che Renzi aveva saputo usarle  tutte, quelle qualità.
Non posso che concordare.
A vantaggio di Renzi aggiungerei anche, che il medesimo ha saputo fare uso di un'altra virtù particolarmente apprezzata nel mondo anglosassone : l'elasticità anche mentale.
Perchè, come ora sappiamo, Mattarella non era stato la prima scelta di Renzi, ma il suo nome è venuto fuori quando Renzi ha verificato che Amato (il candidato probabilmente concordato con Berlusconi al Nazareno) raccolgieva troppo pochi consensi e che Prodi andava stoppato con un altro candidato di alto livello come appunto Mattarella nel caso  molto temuto, nel quale 5Stelle e sinistre l'avessero lanciato, sfasciando il PD.
Mattarella era equivalente a Prodi nei confronti delle sinistre esterne e interne, col vantaggio di essere un ex della sinistra Dc e quindi tale da mettere ai margini gli ex-comunisti, costringendoli contemporaneamente a non potere in alcun modo contrastare un candidato con la storia politica di Mattarella.
E infatti così è andata ed è stato un vero capolavoro.
E i capolavori in politica riescono perfettamente anche e sopratutto quando gli altri attori fanno delle corbellerie.
E infatti, mentre Renzi tesseva la sua tela a favore di Mattarella, Berlusconi, sopravvalutando più del solito le sue capacità manovriere, faceva l'errore capitale di andare a vendere la candidatura Amato da un D'Alema, ben felice di essere considerato ancora qualc'uno come se si fosse stati ancora al tempo dell'elezione presidenziale precedente e come quindi se D'Alema fosse davvero in grado di mettere insieme i famosi 101, che allora avevano fatto naufragare la candidatura di Prodi, ridicolizzando Renzi.
Ma D'Alema oggi è poco più  di un ricco gentiluomo di campagna e in ogni caso non avrebbe mai e poi mai potuto votare contro a quel Mattarella che era stato addirittura suo Vice Presidente del Consiglio.
La tela di Renzi era stata tessuta in modo estremamente intelligente, senza smagliature possibili.
Così Berlusconi veniva messo all'angolo perchè da solo era andato a sbattere.
Reso irrilevante ai fini dell'elezione al Quirinale, ma non umiliato fino a mettere in forse il patto del Nazareno.
Berlusconi adesso se andasse da solo e senza Renzi ,sarebbe il capo di un partitino al 10%, per di più molto difficile da tenere insieme.
Con Renzi sarà invece tenuto buono per fare le riforme da qui a fine legislatura.
Senza Renzi non sarebbe nessuno, perchè lo scenario politico è cambiato un'altra volta e lo stesso Berlusconi non potrà mai più aspirare a ritornare ad essere il capo della destra.
Quel posto ormai è occupato da un'altro più giovane, più credibile,meno mollaccione e più radicale sui temi cari alla destra.
Matteo Salvini naviga  ora già sul 15% come partito e oltre il 20 come personaggio.
Berlusconi ha due anni per poter galleggiare, se ci riesce e se non viene travolto dai suoi guai giudiziari che sono tutt'altro che finiti e se nel suo partito i suoi parlamentari non cominceranno a trasferirsi alla chetichella da Salvini.
Calderoli dice che c'è già la fila, e la cosa è abbastanza verosimile.
Renzi esce quindi molto rafforzato, ma i famosi compiti a  casa sono ancora tutti
da fare, come gli ricorda scherzisamente, ma non tanto la Merkel, con la quale tra l'altro dicono i giornali tedeschi che abbia una buona intesa.
Alcuni commentatori politici di rango hanno commentato che passato lo scoglio del Quirinale, Matteo Renzi potrebbe poter governare per vent'anni.
Non è improbabile. Come si è detto più volte su questo blog, gli italiani non hanno affatto dismesso con la caduta del fascismo la loro tendenza a cedere al "cesarismo".
La democrazia o le rivoluzioni che si materializzino dal basso all'alto, come si sono realizzate nei paesi anglosassoni e in Francia, da noi purtroppo sono ancora tutte da venire.
Però insomma è a quello che bisogna tendere.
Oggi le condizioni del paese sono talmente mal messe che tutto sommato credo ci sia interesse ad augurarsi che Renzi rimanga in sella per fare queste benedette riforme assolutamente necessarie per modernizzarci e per cogliere le opportunità di una ripresa economica, che forse non è azzardato intravvedere dietro l'angolo.
A Renzi però manca quell'anima, quell'ispirazione ideale del cattolicesimo democratico e sociale che si è sentita nettamente presente nel bagaglio politico di Sergio Mattarella.
Il suo pur sobrio discorso di insediamento non lasciava dubbi sulla sua identità politica.
Non basta governare, non basta quella stabilità a tutti i costi che ha ricercato caparbiamente Napoltano, sbagliando di grosso.
Quello che serve è governare sapendo bene dove si vuole andare.
Avendo chiaro in testa quali interessi e di quali ceti sociali favorire e quali non favorire, perchè già benedetti dalla sorte.
In altre parole dicono i sociologi e possono domostrarlo, esiste oggi in Italia una percentuale di ceti garantiti (lavoratori occupati privati e pubblici, professionisti ecc.) , e una percentuale quasi uguale  di non garantiti (disoccupati, giovani ,precari, donne che non lavorano).
I primi sono difesi e rappresentati da partiti e sindacati, i secondi che sono una  maggioranza silenziosa, se si mette dentro anche la massa dei ceti medi impoveriti, non sono rappresentati, non sono difesi e sono incapaci di riconoscersi, di aggregarsi e di farsi valere politicamente.
Abbiamo oggi un Papa che istintivamente guarda con grande simpatia a questa gente, ma il papa ha un altro ruolo, anche se è bene che il suo appoggio morale ci sia e sia chiaro.
Oggi c'è anche un Presidente della Repubblica che ha una storia politica che lo spinge a vedere e dare priorità agli interessi della maggioranza silenziosa, sopra citata.
Il presidente del consiglio è un giovane brillante e determinato che a quel che si vede è abile a prendere a conservare ed a rafforzare il potere, ma per andare dove?
Questo è il grande deficirt di Renzi, sembra che non lo sappia nemmeno lui dove vuole andare perchè non ha mai espresso una strategia politica precisa.
Ciò non toglie che potrebbe maturare o che possa trovare compagni di strada che lo inducano a muoversi con maggiore visione e chiarezza.
L'alleanza con Berlusconi è di natura tattica, non strategica, ha tempi ben delimitati che si annullerebbero alle prime elezioni, a maggior ragione se anticipate.
Poi Renzi dovrà trovarsi altri alleati, possibilmente più consoni con la storia del suo partito.
C'è il serbatoio purtroppo inutilizzato e divenuto quasi irrilevante dei 5Stelle che è il movimento politico che più di qualsiasi altro prende i voti di quella che abbiamo definito sopra la maggioranza silenziosa.
Dovrà pure maturare qualcosa anche da quella parte.
Mica possono continuare con gli show inconcludenti e ripetitivi di Grillo o le scempiaggini degli scontrini eccetera.

Staremo a vedere, sperando che il buon senso prevalga.

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