Questa espressione
colorita , che corrisponde esattamente al modo di dire italiano " gli asini che volano” è comparsa sul blog di
Varufakis a commento di quel
documento.
Ora, è vero che fra
tutti gli attori comparsi nelle infinite
riunioni tecniche e politiche dei vertici comunitari di questi giorni per lo più inconcludenti ,
quello che è riuscito a fare più danno per il suo paese è stato proprio il “ torbido Varufakis”, come lo descrivono le
rivistine di gossip, ma la sua battuta è ugualmente buona.
Per fortuna che il caso ha
voluto che l’accordo con la
Grecia fosse annullato sui media mondiali dal ben più corposo accordo sul nucleare iraniano, questo si
destinato a passare alla storia come una delle grandi tappe che hanno mutato
gli equilibri geopolitici del nostro tempo.
Almeno così quel
carosello di personaggi europei che
brillavano più per la loro modesta
statura, che per le loro idee o capacità politiche, sono stati costretti a
fare i conti con la realtà vera.
Per la quale la questione greca aveva le dimensioni di una
fornica e niente più.
Era un affare che gente di
ben altra capacità e visione avrebbe sbrigato da anni con molte meno
spese ed oneri per tutti.
Era un affare che non poteva assolutamente portar via tutta
l’assurda quantità di tempo cheha assorbito.
Difficile che la passino liscia di fronte alle loro opinioni
pubbliche, perché la gente ha sicuramente capito che la tiravano indecentemente
in lunga semplicemente perché non
sapevano che pesci pigliare.
E alla fine non hanno
vinto né loro né la Grecia né nessun altro, ma ha prevalso il potere
geopolitico vero, quello degli Usa, che oltre tutto, impartendo le indicazioni- ordini, non hanno affatto
nascosto di essere stati molto
scocciati dal tempo perso in Europa per un
simile affare.
Ora l’accordo c’è, ma non è nulla di risolutivo, né
tantomeno è un capolavoro diplomatico.
E’ solo un modo per
guadagnare tempo, ma piuttosto che andare a cadere nel burrone del Grexit per pura insipienza, meglio quell’accordo che
niente.
Se vogliamo prendere sul serio Varufakis, non certo come
politico, ma come intellettuale e accademico, campi nei quali presenta credenziali adeguate, la sua battuta
“tranchant” sull’accordo è azzeccata.
Perché da un punto di vista tecnico quell’accordo non sta in piedi, nel senso che solo con quelle misure la Grecia
non ha la minima possibilità di risollevarsi a meno che non scoprano il petrolio o qualcosa del genere.
Forse a causa della stanchezza e della noia, si è voluto
personalizzare la commedia creando personaggi a tinte forti, con risultati che
hanno ancora di più falsificato la realtà dei fatti.
Inutile dire che personaggio protagonista principe era la
cattivissima Merkel, che perfino un diffusissimo organo di stampa del suo paese,la Bild, ha messo in prima pagina
in fotomontaggio con l’elmetto ovviamente chiodato di Bismarke e sotto la
scritta “cancelliera di ferro”.
Peccato che la Merkel ha fatto visibilmente una pessima figura,
perché se all’inizio i commentatori dicevano che lei e Wofang Scheuble , suo
ministro delle finanze, ma soprattutto segretario di fatto della ancora potente
Democrazia Cristiana tedesca, giocavano a recitare la parte del poliziotto
buono la prima e del poliziotto cattivo, il secondo, poi è apparso chiaro a
tutti che a comandare non era la cancelliera ma il ministro-segretario ombra.
Stendiamo un velo pietoso
sulla posizione del Presidente francese, che nonostante
tutti gli sforzi di imitare Mitterand nell’inventarsi dei
continui bilaterali con la Merkel, per cercare di trasmettere l’immagine di una
supposta posizione paritaria con la cancelliera, non riusciva a nascondere il
fatto di essere espressione di una socialdemocrazia finita in frantumi e in
assoluta crisi di idee.
Stendiamo un altro pietoso velo su quello che avrebbe dovuto
interpretare la parte dell’altro grande fra i paesi mediterranei la Spagna.
Rahoy nessuno l’ha visto o se l’hanno visto e fotografato, nessuno si è mai accorto della
sua presenza, né tantomeno è mai apparsa una sua posizione.
Che dire del nostro Renzi?
Volenteroso, ma ha finito per formalizzare il ruolo marginale di un paese che oggi non
conta assolutamente per quello che è per storia, popolazione e dati economici.
Forse Renzi veniva da giorni bui nei quali si evidenziava la
crisi strutturale del suo partito e questo non gli consentiva di meglio che
accodarsi alla Germania, come ha fatto.
Certo è che non ha brillato un gran che.
Molto meglio è uscito l’inglese Cameron che per di più non
partiva affatto in pol position, impersonando la parte del più euroscettico dei grandi.
Ma ha avuto la furbizia di riproporsi nella parte più
tradizionale giocata dal suo paese in politica estera, quando tira fuori la
solita “special relationship” con gli
Usa e di fatto ha fatto il portavoce autorizzato degli interessi
americani.
Non tirerò fuori una sola Sterlina, ma voi guardatevi bene
dal buttare fuori la Grecia, perché Obama non vuole per ragioni strategiche
evidenti e voi che siete membri della Nato, lo sapete bene.
Non è stata affatto una posizione originale ma almeno aveva
un capo e una coda.
Con quell’accordo, che verrà verosimilmente ratificato dai
parlamenti che devono farlo, tutto si sposta in vanti e sopratutti i soldi ricominciano
a viaggiare verso la Grecia.
Ma i problemi sono ancora tutti lì.
Capiranno i Greci, cosa c’era dietro alla cattivissima
battuta di Madame Lagarde (FMI) :” adesso che ci mandino qui a negoziare degli
adulti”.
Anche questa è stata un’ottima battuta, perché riassume
tutta una filosofia.
Il popolo greco non sembra ancora abbastanza informato da
prendere adeguata coscienza del fatto che ora tocca a loro riformare alla
radice il loro stato per portarlo nella modernità.
Arroccarsi nelle sciocche invocazioni di inesistenti
complotti o rifugiarsi nel vittimismo invocando presunti nemici che ce
l’avrebbero con loro, non risolverà nessuno dei loro problemi.
E l’Europa?
Va bene che i politici ovunque tendono a fare casta, a non
salire sugli autobus, a non andare ad ascoltare la gente vera nei mercati
eccetera, ma mi sembra impossibile che non si siano resi conto del fatto che hanno fatto una pessima figura e che
questo pesa molto quando si va a votare.
Ora ci vuole più
Europa politica, lo capiscono
tutti , ma è difficile articolare il discorso.
Occorre più visione, occorre non avere paura di pensare in
grande.
Non avranno trasalito questi politici europei quando hanno
visto un Obama, che finora non aveva certo brillato più di loro, che
letteralmente prendeva il volo all’improvviso mettendo a segno due cambiamenti
epocali col ravvicinamento a Cuba e poi addirittura all’Iran?
I media di tutto il mondo ci hanno riferito che risulta dai
sondaggi che la gente sia negli Usa, sia nel resto del mondo non è affatto d’accordo
sugli accordi per il nucleare iraniano.
Ma Obama, anche contando sul fatto di non dovere più rispondere a nessuna successiva elezione, ha
guardato lontano e ha pensato di rivolgersi alla storia e non alla gente,
troppo poco informata per pensare in grande e a lungo periodo.
Rischiare di essere impopolari, ma servire un progetto di
lungo respiro.
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