giovedì 16 luglio 2015

L’accordo con la Grecia ha lo stesso senso dei “maiali che volano”







Questa  espressione colorita , che corrisponde esattamente al modo di dire italiano  " gli asini che volano” è comparsa  sul blog di  Varufakis a commento  di quel documento.
Ora, è vero che  fra tutti gli attori  comparsi nelle infinite riunioni tecniche e politiche dei vertici comunitari di  questi giorni per lo più inconcludenti , quello che è riuscito a fare più danno per il suo paese è stato proprio il  “ torbido Varufakis”, come lo  descrivono le  rivistine di gossip, ma la sua battuta è ugualmente buona.
Per fortuna che il caso ha  voluto che l’accordo  con la Grecia fosse annullato sui media mondiali dal ben più corposo  accordo sul nucleare iraniano, questo si destinato a passare alla storia come una delle grandi tappe che hanno mutato gli equilibri geopolitici del nostro tempo.
Almeno così  quel carosello di personaggi europei  che brillavano più per la loro  modesta statura, che per le loro idee o capacità politiche, sono stati costretti a fare  i conti con la realtà vera.
Per la quale la questione greca aveva le dimensioni  di  una fornica  e niente più.
Era un affare che gente di  ben altra capacità e visione avrebbe sbrigato da anni con molte meno spese ed oneri per tutti.
Era un affare che non poteva assolutamente portar via tutta l’assurda quantità di tempo cheha assorbito.
Difficile che la passino liscia di fronte alle loro opinioni pubbliche, perché la gente ha sicuramente capito che la tiravano indecentemente in lunga   semplicemente perché non sapevano che pesci pigliare.
E alla fine  non hanno vinto  né loro né la Grecia  né nessun altro, ma ha prevalso il potere geopolitico vero, quello degli Usa, che oltre tutto, impartendo le  indicazioni- ordini, non  hanno affatto  nascosto di essere stati  molto scocciati dal tempo perso in Europa per un  simile affare.
Ora l’accordo c’è, ma non è nulla di risolutivo, né tantomeno è un capolavoro diplomatico.
E’  solo un modo per guadagnare tempo, ma piuttosto che andare a cadere nel burrone del Grexit  per pura insipienza, meglio quell’accordo che niente.
Se vogliamo prendere sul serio Varufakis, non certo come politico, ma come intellettuale e accademico, campi nei quali  presenta credenziali adeguate, la sua battuta “tranchant” sull’accordo è azzeccata.
Perché da un punto di vista tecnico quell’accordo   non sta in piedi, nel  senso che solo con quelle misure la Grecia non ha la minima possibilità di risollevarsi a meno che non  scoprano il petrolio o qualcosa del genere.
Forse a causa della stanchezza e della noia, si è voluto personalizzare la commedia creando personaggi a tinte forti, con risultati che hanno ancora di più falsificato la realtà dei fatti.
Inutile dire che personaggio protagonista principe era la cattivissima Merkel, che perfino un  diffusissimo organo di stampa del  suo paese,la Bild, ha messo in prima pagina in fotomontaggio con l’elmetto ovviamente chiodato di Bismarke e sotto la scritta “cancelliera di ferro”.
Peccato che la Merkel ha fatto visibilmente una pessima figura, perché se all’inizio i commentatori dicevano che lei e Wofang Scheuble , suo ministro delle finanze, ma soprattutto segretario di fatto della ancora potente Democrazia Cristiana tedesca, giocavano a recitare la parte del poliziotto buono la prima e del poliziotto cattivo, il secondo, poi è apparso chiaro a tutti che a comandare non era la cancelliera ma il ministro-segretario ombra.
Stendiamo un velo pietoso  sulla  posizione  del Presidente francese, che nonostante tutti  gli sforzi di  imitare Mitterand nell’inventarsi dei continui bilaterali con la Merkel, per cercare di trasmettere l’immagine di una supposta posizione paritaria con la cancelliera, non riusciva a nascondere il fatto di essere espressione di una socialdemocrazia finita in frantumi e in assoluta  crisi di idee.
Stendiamo un altro pietoso velo su quello che avrebbe dovuto interpretare la parte dell’altro grande fra i paesi mediterranei la Spagna.
Rahoy nessuno l’ha visto o se l’hanno visto e  fotografato, nessuno si è mai accorto della sua presenza, né tantomeno è mai apparsa una sua posizione.
Che dire del nostro Renzi?
Volenteroso, ma ha finito per formalizzare il  ruolo marginale di un paese che oggi non conta assolutamente per quello che è per storia, popolazione e dati economici.
Forse Renzi veniva da giorni bui nei quali si evidenziava la crisi strutturale del suo partito e questo non gli consentiva di meglio che accodarsi alla Germania, come ha fatto.
Certo è che non ha brillato un gran che.
Molto meglio è uscito l’inglese Cameron che per di più non partiva affatto in pol position, impersonando la parte del  più euroscettico dei grandi.
Ma ha avuto la furbizia di riproporsi nella parte più tradizionale giocata dal suo paese in politica estera, quando tira fuori la solita “special relationship” con gli  Usa e di fatto ha fatto il portavoce autorizzato degli interessi americani.
Non tirerò fuori una sola Sterlina, ma voi guardatevi bene dal buttare fuori la Grecia, perché Obama non vuole per ragioni strategiche evidenti e voi che siete membri della Nato, lo sapete bene.
Non è stata affatto una posizione originale ma almeno aveva un capo e una coda.
Con quell’accordo, che verrà verosimilmente ratificato dai parlamenti che devono farlo, tutto si sposta in vanti e sopratutti i soldi ricominciano a viaggiare verso la Grecia.
Ma i problemi sono ancora tutti lì.
Capiranno i Greci, cosa c’era dietro alla cattivissima battuta di Madame Lagarde (FMI) :” adesso che ci mandino qui a negoziare degli adulti”.
Anche questa è stata un’ottima battuta, perché riassume tutta una filosofia.
Il popolo greco non sembra ancora abbastanza informato da prendere adeguata coscienza del fatto che ora tocca a loro riformare alla radice il loro stato per portarlo nella modernità.
Arroccarsi nelle sciocche invocazioni di inesistenti complotti o rifugiarsi nel vittimismo invocando presunti nemici che ce l’avrebbero con loro, non risolverà nessuno dei loro problemi.
E l’Europa?
Va bene che i politici ovunque tendono a fare casta, a non salire sugli autobus, a non andare ad ascoltare la gente vera nei mercati eccetera, ma mi sembra impossibile che non si siano resi conto del fatto  che hanno fatto una pessima figura e che questo pesa molto quando si va a votare.
Ora ci vuole più  Europa politica, lo capiscono  tutti , ma è difficile articolare il discorso.
Occorre più visione, occorre non avere paura di pensare in grande.
Non avranno trasalito questi politici europei quando hanno visto un Obama, che finora non aveva certo brillato più di loro, che letteralmente prendeva il volo all’improvviso mettendo a segno due cambiamenti epocali col ravvicinamento a Cuba e poi addirittura all’Iran?
I media di tutto il mondo ci hanno riferito che risulta dai sondaggi che la gente sia negli Usa, sia nel resto del mondo non è affatto d’accordo sugli accordi per il nucleare iraniano.
Ma Obama, anche contando sul fatto di non dovere più  rispondere a nessuna successiva elezione, ha guardato lontano e ha pensato di rivolgersi alla storia e non alla gente, troppo poco informata per pensare in grande e a lungo periodo.
Rischiare di essere impopolari, ma servire un progetto di lungo respiro.


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