giovedì 30 luglio 2015

Renzi sta affondando lentamente







Il rottamatore decisionista che non ha la capacità  di mandare a casa Marino e Crocetta è una contraddizioni di termini troppo evidente che non è sottolineata abbastanza dai media, che continuano ad avere la tendenza a non trattare troppo male chi è al potere.  
Eppure per spiacevole che sia, occorre prenderne atto.
Se Marino, per onesto che sia, non ha mai saputo governare decentemente Roma, probabilmente perché non la conosce abbastanza e Crocetta, quand’anche fosse vittima ,come pare, di una bufala giornalistica, della quale gli autori risponderanno di  fronte alla giustizia, sta governando la Sicilia in modo sgangherato e disastroso, e Renzi non ha il coraggio di cacciarli via subito tutti e due,  allora di fronte al giudizio della sua gente, si presenta  come un Letta qualunque, avviato ad essere avvinghiato dalla palude.
Attenzione, perché abbiamo ancora sotto gli occhi l’esperienza di venti anni di berlusconismo, che sono stati venti anni di galleggiamento di una classe politica incapace, appunto nella palude del non saper far nulla.
Se un politico si rassegna a tirarla in lungo, perché scopre di non sapere affrontare i problemi  di punta, per lui è finita.
Molti dicono, va bene Renzi è in chiara difficoltà, ma non ha alternative, chi preferirebbe Salvini Il cui partito ha puntellato Berlusconi per vent’anni, o Grillo che ormai è presente da anni con un potere elettorale enorme ma non ha saputo portare a casa pressoché nulla?
Devo dire onestamente che anch’io mi sono parzialmente riconosciuto in questa posizione in questi ultimi mesi, perché mi sembrava assurdo che il progetto di rinnovamento di Renzi potesse naufragare e che il paese perdesse anche questa occasione per risorgere.
Sono però del parere che in politica l’errore peggiore che si possa fare è quello di non voler vedere, quello che non ci piace.
A questo punto il Renzi che non sa cacciare Marino e Crocetta è uno che sta già annaspando nella palude.
Bene hanno fatto valenti commentatori come ad esempio Sabino Cassese con tutto il suo prestigio  accademico a sottolineare sul Corriere che se è vero che Renzi ha spregiudicatamente inseguito Berlusconi, prendendo a prestito alcune sue linee guida per portargli via così fette significative di elettori, ha però avuto il merito ,alcune cose, di realizzarle, mentre Berlusconi non è stato capace di realizzare nulla.
E’ vero che se Renzi vuole prima di tutto fare prioritariamente alcune riforme di struttura, come addirittura quella costituzionale del  Senato, lavoro, pubblica amministrazione,  fisco eccetera, queste sono riforme complesse che richiedono tempi di realizzazione non brevi e che non mostreranno effetti immediati ad esempio sulla crescita del Pil e dell’occupazione.
E questa è la ragione perché chi  cerca di non ragionare “di pancia”, ma in modo più freddo e razionale lo ha sostenuto fino a qui.
Ora però Renzi, che pure si è scelto alcuni collaboratori di grande qualità tecnica, comincia a dare l’impressione di uno che arranca in affanno e sta perdendo visibilmente lucidità.
Non può pensare di ripetere il giochino elettorale perfetto del “bonus” di 80 €, promettendo l’abolizione della Tasi sulla prima casa e poi altri tagli fino a 50 miliardi.
Sarebbe bello se potesse riuscire, ma perché la gente dovrebbe credergli, quando ha già sperimentato 
lo stesso gioco delle tre carte lo ha già fatto da Berlusconi : io vi tolgo l’Imu dalla prima casa, però poi con addizionali comunali e regionali prima e con l’introduzione della Tasi dopo, vi riprendo la stessa somma con gli interessi.
Perché dovremmo crederci?
Perché Renzi a differenza di Berlusconi è un rinnovatore decisionista.
Questa è la risposta che ci viene suggerita, ma non funziona, perché se Renzi non sa cacciare gli incapaci come Marino e Crocetta, il re diventa nudo e il giochino si rompe.
Ieri poi è venuta la mazzata di mezzo PD (evidentemente quello renziano di stretta osservanza che vota al Senato per respingere la richiesta di arresto di un personaggio incredibile come Azzolini.
Questa è veramente la goccia che fa traboccare il vaso.
Renzi sta girando a vuoto e sottovaluta la capacità degli avversari di strappargli parti consistenti del suo elettorato.
Attenzione a prendere sottogamba un Salvini come se fosse un mero ripetitore delle idee arretrate di quel trombone del  fondatore del suo partito.
I tempi sono molto cambiati da allora.
La Lega si è radicata e si sta aggiornando.
Certo che non ha affatto buttato via i cavalli di battaglia classici della sua storia, primo fra tutti : gli immigrati a casa loro e noi padroni in casa nostra.
I nostri intellettuali da salottino della vecchia sinistra al caviale conoscono benissimo cosa dicono i sondaggi di opinione in proposito di immigrazione e sanno che è anche grazie alla reazione provocata da  anni ed anni di  vuoto buonismo predicato da loro che siamo il popolo più razzista d’Europa, e quindi questo argomento va ben soppesato e valutato bene da chi vuol fare politica in Italia.
A questo tradizionale argomento leghista si collega strettamente la percezione di un aumento di insicurezza, dovuto al forte incremento dei reati di furto nelle abitazioni, che toccano tutti.
Altro argomento che per chi fa politica è folle sottovalutare.
La destra di Salvini non è più solo la destra becera che per decenni è rimasta sempre uguale a sé stessa del via gli immigrati e riapriamo i casini.
E’ anche una forza politica che fa delle proposte di peso, anche perché dimostra di avere capito che per aggiornarsi si deve cercare consiglieri e tecnici di buon profilo.
Ed ecco allora che si cominciano a vedere delle proposte politiche nuove e ben articolate.
Innanzi tutto la “flat tax”  al 15% non è affatto una boutade, se gli economisti hanno calcolato che avrebbe il medesimo impatto di 50 miliardi in meno delle promesse di taglio di Renzi con la differenza che l’impatto su consumi ed economia della flat tax sarebbe immediato e vistosissimo a differenza dei tempi lunghi e incerti legati agli annunci di Renzi.
La recente proposta , poi, del ristabilimento del servizio militare o civile obbligatorio ,fatta da Salvini, commentato con sussiego dai media filo-governativi è anche questa tutt’altro che una boutade e copre un campo sul quale Renzi non solo non ha fatto nulla, ma nemmeno ha avanzato proposte di un qualche significato.
Cosa facciamo per riassorbire la fetta di disoccupazione giovanile strutturale impressionante, che si porta dietro l’Italia?
E’ ridicola  la risposta di Renzi secondo la quale il jobs Act potrà fare miracoli in futuro.
Su questi argomenti Salvini e i 5 Stelle sono per Renzi pericolosamente sempre più vicini, mentre Renzi è sempre più lontano dalla realtà.
Ieri al Senato leghisti e 5Stelle hanno votato compatti a favore dell’arresto di Azzolini ed hanno sostenuto le stesse cose, e non è la prima volta che si verificano situazioni del genere.
In politica come nella vita i pregiudizi e le ideologie sono i peggiori consiglieri e spingono per uscire dalla strada maestra, dell’analisi razionale.
Ma la forza dei fatti spesso è quella destinata a prevalere.
Se Salvini e Grillo in un futuro ormai prossimo si accorgessero di pensarla allo stesso modo su parecchi dossier, cercherebbero fino all’ultimo di fregarsi a vicenda, perché la politica non è cosa da educande, ma alla fine troverebbero il modo per far convergere le forze senza bisogno di ridicoli incontri in streaming.
A questo punto Renzi tornerebbe a Firenze.
Il problema ora è che per evitare di tornarci non si appresti a moltiplicare le iniziative indecenti, come ha fatto col salvataggio del partitino di Alfano, facendo votare a favore di Azzolini.
Non vorrei che una volta aver constatato che al Senato la maggioranza non ce l’ha proprio nemmeno arruolando il neonato gruppo di Verdini, si accingesse a fare uscire dal frigorifero il povero Berlusconi, che pur di scampare San Vittore è ormai  oramai disposto a  digerire qualsiasi rospo.
Berlusconi ridotto a fare qualsiasi cosa, unito a un Renzi, disposto pure a fare qualsiasi cosa pur di rimanere a Palazzo Chigi, sarebbe una prospettiva da film dell’orrore.
Non mi piacerebbe per niente essere nei panni del Presidente Mattarella, ma ormai è bene che il Quirinale elabori un piano B per il dopo Renzi.

Inutile dire che in questo caso gli consiglierei di non ripetere affatto la linea del suo predecessore, ma di portare invece il paese alle urne appena possibile.

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