mercoledì 21 ottobre 2015

Il Medio Oriente sta per esplodere ma secondo i nostri politici ed annessi media è meglio che il popolo non lo sappia



La settimana scorsa il Corriere ha opportunamente pubblicato un’intervista a Richard Haass responsabile del Council on Foreign Relations, che è forse il maggiore esperto mondiale in materia  di  geopolitica.
E’ un peccato che personaggi di questo calibro non siano noti al grande pubblico e non compaiano quasi mai sui  nostri media, perché il loro punto di vista oltre ad essere di estremo interesse, appunto per la loro preparazione  è anche spesso, come nel caso di questa intervista, una spiacevole  doccia fredda per il lettore, che viene a sentirsi  quasi preso  in giro dai propri politici  e conduttori dei media, che evidentemente gli propinano poche notizie rassicuranti e non lo  informano affatto su cosa sta bollendo in pentola in una zona che è parecchio vicino a noi, come il Medio Oriente.
L’intervistatore nel caso dell’intervista della quale stiamo parlando è infatti costretto a commentare il punto di vista del suo interlocutore come terribilmente pessimista, proprio perché c’è un contrasto forte fra ciò che dicono e scrivono gli  esperti di questo settore, fra i quali più noti a noi sono ad esempio Lucio Caracciolo di Limes, rivista di geopolitica nostrana di ottimo livello, o l’ancora più noto Guido Olimpo del Corriere, rispetto  agli articoletti redazionali che non segnalano mai il grado reale di pericolosità  della situazione esistente in quell’area.
Cosa dice Haass di così  esplosivo? In sintesi : 
- che a Gerusalemme stanno venendo al pettine i nodi trascurati colpevolmente per decenni e da Obama in particolare negli ultimi anni; 
-che l’Isis nessuno la sta combattendo seriamente e che quindi per fortuna che ora Putin se ne occupa se pure con un interventismo sfrenato;  
-che l’Isis è molto probabile che si stia preparando a fare il colpo grosso per prendersi l’Arabia Saudita e che se questo capitasse le conseguenze sarebbero impressionanti;
-che di conseguenza realisticamente oggi la prima cosa da fare è quella di cercare di tamponare quelle crisi una per una.
Notevoli i quest’intervista sono due aspetti :
1-      la descrizione della situazione, che è molto più grave di quando comunemente si descrive;
2-      la assoluta sfiducia verso i  responsabili politici dell’Occidente, che dimostrano di non avere alcuna intenzione di far quello che andrebbe fatto per affrontare seriamente il problema: una guerra vera contro l’Isis inviando truppe sul campo per impegnarle in operazioni che richiederebbero tempi lunghi.                                                                                                          
E' indubbio che realmente si è sottovalutata e si continua a sottovalutare la pericolosità dell'Isis, probabilmente perchè non ci si sente minacciati in modo diretto.
E infatti i fondamentalisti islamici sembrano non programmino azioni terroristiche dirette nelle nostre città, probabilmente perchè sono abbastanza da furbi da capire che sarebbe sciocco da parte loro costringerci a prenderli sul serio e quindi a fare loro la guerra.
Si rendono responsabili delle peggiori turpitudini nei territori che controllano,quello che fanno lo veniamo a sapere anche perchè provvedono loro a mandarci servizi completi tramite i mezzi che offre la moderna tecnologia, ma la  cosa non ci turba più di tanto probabilmente a causa della lontananza geografica ma anche culturale dei luoghi dei quali sapevamo poco anche prima del loro avvento.
Poi non ci danno da pensare abbastanza perchè non li vediamo come un vero esercito, fatto, come abbiamo sempre visto un esercito : divise, reparti che si muovono ordinati, eccetera eccetera.
Ci fanno vedere questa gente che sembrano sempre essere costituiti da piccole bande senza divisa e questo fatto ce li fa sottovalutare.
La realtà però è che questi dell'Isis  dispongono di fondi pressochè illimitati che arrivano loro dai Sauditi e dai Paesi del Golfo, oltre che dalla gestione del petrolio nei territori occupati sopratutto in Iraq, dalla vendita di reperti archeologici, dal lavoro forzato, dalla vendita della droga, eccetera.
Con quei fondi si possono comprare i mezzi di trasporto e gli armamenti più moderni, in aggiunta a quelli di produzione americana che hanno preso nei territori conquistati in Iraq.
Non hanno al momento aviazione, ma non mancano di missili.
Se riuscissero a prendersi l'Arabia Saudita, allora arriverebbero a disporre di risorse economiche e tecnologiche veramente senza fine.
Noi purtroppo continuiamo a crogiolarci  con le sciocchezze del politicamente corretto dei buonisti di casa nostra, secondo i quali l'Islam come religione non è la causa dell'Isis, che ci sono anche gli islamici buoni eccetera.
Ma dovremmo cominciare a capire che a quelle latitudini, quando arrivano loro, per una parte almeno della popolazione, a volte minoritaria, ma a volte maggioritaria, quelli che per noi sono tagliagole, da loro vengono percepiti come eroi, non come nemici.
Il nostro errore di valutazione è favorito dal fatto di non percepire che l'Islam a differenza delle altre religioni del mondo ,nel loro attuale sviluppo storico, è una cosa sola con la politica, non solo perchè impone agli stati islamici di essere teocratici nel senso di adottare come leggi dello stato la shaharia derivata alla lettera dalle loro scritture, ma perchè non accetta nè il concetto di pari dignità con chi pratica un'altra religione, nè la possibilità che un musulmano possa a un certo momento cambiare religione.
La comunità della "Umma" musulmana non solo è fondamentalista per definizione, ma ritiene di essere ancora per definizione chiamata a convertire all'Islam tutto il mondo con qualsiasi mezzo.
Fino a quando non avremo chiare le basi ideologico-religiose  dell'Isis, continueremo a non capire nulla di cosa sta succedendo.
Se questi riescono a prendersi l'Arabia Saudita, per loro il gioco sarebbe fatto non tanto e non solo per le immense ricchezze che porterebbero via alla pletorica e anacronistica monarchia saudita, ma perchè diverrebbero automaticamente i protettori dei luoghi santi dell'Islam, di immenso peso simbolico per oltre un miliardo e seicentomila  persone.
A questo punto saremmo forse costretti a mettere mano alla nona crociata, essendo state otto quelle sviluppatesi fra il secolo XI e il XIII.
Fortunatamente per noi i musulmani, come è noto, sono ferocemente divisi fra Sunniti (Arabia Saudita, Stati del Golfo, Indonesia, Africa e la stessa Isis) e Sciiti (Iran ,minoranza Iraq ecc.), ma il possesso dei luoghi santi ha grandissimo peso.
L'Occidente, noi compresi, finora non ha fatto altro che errori, che adesso ci giocano contro tutti insieme.
A cominciare dalle insensate guerre di Bush-Blair che hanno sostituito Saddam con il caos, e il regime Talebano ancora con il caos, mentre i reali terroristi delle Torri Gemelle erano sauditi.
Abbiamo fatto finta per decenni di non sapere che la peggiore versione ultra-fondamentalista dell'Islam è quella Wahabita, ufficiale dell'Arabia Saudita, che non abbiamo toccato nemmeno con delle sanzioni, perchè ci faceva comodo il loro petrolio, anche quando costava caro.
Ma oggi per i quasi 30 milioni di cittadini sauditi , indottrinati per decenni di Wahabismo estremista, passare all'Isis sarebbe addirittura consequenziale, non dovrebbero fare alcuna fatica.
Non parliamo poi di Gerusalemme che tra l'altro è pure sede di un altro fondamentale luogo sacro dell'Islam : la Cupola della Roccia con la Mosche di Al Aqsa.
Obama è incredibilmente arrivato alla fine del suo secondo mandato disinteressandosi completamente del Medio Oriente e del problema Palestina- Israele in particolare.
Quasi cinquant'anni di occupazione della Palestina da parte di Israele hanno creato e cementato un muro di odio,che è ovvio che esploda in mancanza di iniziative serie per riconoscere due stati con confini sensati e sicuri.
Non bastasse tutto il resto, il Medio Oriente non può non essere in fiamme anche a causa del problema Palestina -Israele del tutto irrisolto.

Ed infine, come possiamo fare finta di non capire che se continuiamo ad accogliere in Europa centinaia di migliaia di Islamici all'anno, in aggiunta ai milioni già presenti ,diventeremo a un certo punto anche noi un Medio Oriente in fiamme, perchè quella religione, oggi è quello che è, non quello che vorremmo che fosse.

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