Se ne vedono
veramente di tutti i colori.
Quello che è
successo con l'intervista al Corriere di un monsignore di curia che si è
proclamato omosessuale felicemente unito in un rapporto di coppia duraturo col
suo compagno è qualcosa di normale e assimilato da anni nel mondo moderno,
almeno quello occidentale, ma che è causa di reazioni rabbiose in Vaticano,
dove evidentemente il Papa può dire quello che vuole ma tutto rimane come
prima.
Innanzitutto
diciamo due parole sul protagonista dell'evento.
Non si
tratta di un pretino di campagna, ma di un giovane e brillante monsignore di curia in carriera al
quale spetta quindi l' appellativo di
prelato.
Il giovane
monsignore è polacco, cioè proveniente da quella particolare declinazione
tradizionalista stretta del cattolicesimo che era di Woytila ed il cui
fallimento viene dimostrato uno per tutti dal
fatto rilevabile nelle statistiche ufficiali secondo le quali la Polonia
è il paese europeo nel quale si praticano il maggior numero di aborti.
Lo stesso
giovane monsignore si è detto lavora in curia, ma non però in un posto qualunque ma è niente di
meno che segretario aggiunto all'ex Sant'Uffizio, cioè il cuore del cuore della
curia vaticana.
Sempre il
nostro monsignore non è un semplice dirigente di una burocrazia, ma è anche
insegnante di teologia alla Gregoriana,
che nell'universo pretesco corrisponde ad Harvard.
Descritto il
soggetto della vicenda ci corre l'obbligo di dire due parole sul timing degli
avvenimenti.
Papa
Francesco se pure con cautela gesuitica era intervenuto più volte sul tema
dell'omosessualità in generale facendo aperture, mai viste prima.
Nella
sostanza aveva fatto affermazioni così riassumibili : noi cattolici dobbiamo
chiedere scusa ai nostri fratelli omosessuali per l'insensibilità che abbiamo
avuto nei loro confronti a causa dell'ignoranza
che c'era in casa nostra sui termini del problema e cioè che l'
omosessualità non può in alcun modo essere considerata un vizio e tantomeno un
peccato, per il fatto che è semplicemente una tendenza sessuale che una parte
dei nostri fratelli nell'umanità acquisiscono nel loro bagaglio naturale.
Erano
affermazioni generiche, ma comunque mai sentite prima e in totale
controtendenza rispetto ai pontificati precedenti.
Tutti
ricorderanno il prode filosofo Ciellino ex democristiano Buttiglione di stretta
osservanza Woytila- Ruini, che avendo schierato il suo raggruppamento politico
in alleanza a Berlusconi, aveva avuto da questo la sua designazione a
componente italiano della Commissione Europea.
E quando lo
stesso Buttiglione ha dovuto presentarsi allo scrutinio del Parlamento Europeo
ha ritenuto di sciorinare incautamente le sue convinzioni ideologiche
pronunciando queste precise parole : "humosexuality is a sin"
L'omosessualità è un peccato.
Tre sole
parole che però sono bastate per fargli ridere in faccia i parlamentari
presenti e per fargli votare il non gradimento dello stesso parlamento europeo
che l'ha costretto a rimanere fuori
dalla Commissione.
Buttiglione
non aveva capito che la linea del cattolicesimo ultra-tradizionalista, alla
quale lui credeva opportuno dare visibilità era qualcosa ormai uscita da un
pezzo dal mondo moderno e dalla sensibilità dei suoi contemporanei nei paesi
dell'Unione.
Però la
comprensione del fenomeno omosessuale però, nonostante le aperture generiche di
papa Francesco non è ancora avvenuta evidentemente nemmeno oggi in Vaticano, se
ci riferiamo alla reazione immediata e rabbiosa dell'apparato vaticano
all'intervista del giovane e brillante monsignore.
Il moderato
e cauto padre Lombardi, portavoce della Santa Sede, è stato costretto a
presentarsi subito alle telecamere per informare in modo sbrigativo che il
povero monsignorino era stato allontanato da tutti gli incarichi che ricopriva
in curia, come se le aperture di papa Francesco fossero stati delle semplici
battute.
Gli
americani che sono culturalmente dei pragmatici che tendono ad andare al sodo dei
problemi ed aborrono i giri di parole e gli arzigogoli tipici della vita curiale, dopo la visita del papa negli
Usa e dopo avere constato il suo spregiudicato tendere a dare un colpo al cerchio
(ricevimento con abbracci di una coppia omosessuale) ed uno alla botte
(ricevimento con incoraggiamenti all'impiegata dell'anagrafe di un piccolo
centro, divenuta famosa per avere rifiutato di trascrivere negli atti
l'avvenuta celebrazione di un matrimonio gay) hanno concluso che questo papa
parla anche bene, ma che nella sostanza è una "lame duck", un'anatra
zoppa, come gli americani definiscono il loro presidente nell'ultima parte del
suo mandato, quando per costituzione non può andare oltre agli atti di
ordinaria amministrazione.
Girata
questa espressione su questo papa volevano evidentemente dire che questi ha libertà di parola, ma che poi la
Chiesa va dove la dirige la curia e non dove
vorrebbe lui, cioè che lui non riesce a incidere nè a comandare
veramente.
Purtroppo i
fatti sono fatti e sembrano proprio essere sintomi di questa situazione.
Ratzinger si
è dimesso a suo tempo perchè si dice che si fosse accorto di non contare più
nulla, oggi, dopo due anni ed a un papa di tutt'altra pasta, siamo ancora allo
stesso punto ?
Vedremo.
Purtroppo la
situazione della chiesa non è affatto rosea, sopratutto perchè le cose che
dovrebbe cambiare per essere credibile sono veramente troppe e troppo grosse.
I teologi
ufficiali ,ma anche quelli un po meno schierati, nonchè i vaticanisti abituati
ad essere più realisti del re, hanno commentato generalmente questa vicenda del
monsignorino attaccandolo e non
condividendo, dimostrando ancora una volta che l'arretratezza culturale non è
una malattia del solo Vaticano in Italia.
Quasi tutti
hanno fatto della dietrologia affermando che il monsignore si sarebbe lasciato
manipolare dalla furbissima lobby dei conservatori per "sputtanare"
il papa alla vigilia del Sinodo sulla famiglia, amplificando le sue prese di
posizioni liberali fino a renderle così inaccettabili per l'assemblea.
Altri, più
sottili, hanno detto : il monsignore sbaglia perchè facendo coming out ha contravvenuto alla sua
promessa di castità, che ha fatto, divenendo prete.
Non
condivido assolutamente nè la prima nè la seconda tesi.
La prima
tesi è fondata sulla notoria presenza in curia di cordate lobby e correnti di
potere potenti forse anche più del papa.
Ma
presupporrebbe che il giovane monsignore rampante fosse un totale sprovveduto, incapace
di rendersi conto di essere manipolato da altri, cosa che viene smentita da
tutto il suo curriculum.
Forse il
medesimo ha fatto solo l'errore di prendere troppo sul serio le affermazioni e
la determinazione del papa.
Non
raccontiamoci delle favolette, quanti saranno gli altri omosessuali fra i monsignori
di curia?
Presumibilmente
una bella schiera , ed allora non sarebbe stato finalmente ora di accogliere il
gesto del monsignore polacco come un bel gesto di coraggio in un ambiente di ipocriti
?
Condivido
ancora meno la seconda argomentazione espressa contro il gesto del monsignore,
perchè presuppone che i cattolici debbano continuare a sottomettere le loro
intelligenze all'insulto dell'accettazione del precetto della castità.
La castità
imposta a clero secolare (preti) e regolare (frati e suore), nonchè alle coppie
eterosessuali non sposate sarebbe ora che venisse riconosciuta come una palese pura
e semplice sciocchezza.
Ricordo che
ben oltre due decenni fa quando è esplosa la diffusione dell'Aids, avevo
ascoltato con molto interesse la conferenza di un luminare della medicina che
parlando con la neutralità ideologica dello scienziato aveva fatto un elenco
dell' "uso improprio" della
propria sessualità, citando oltre ovviamente ai rapporti sessuali non protetti,
causa prima della diffusione dell'Aids, anche gli altri usi impropri,
innaturali, che nulla c' entrano, ovviamente, con la diffusione dell'Aids, ma
che sono proprio anche il precetto della castità, imposto da parecchie
religioni a categorie particolari di persone.
Mi aveva
impressionato l'accostamento non voluto, ma ineccepibile dal punto di vista
scientifico.
Gli studiosi
della materia si sono chiesti da sempre,come mai, diverse religioni impongono
un precetto palesemente assurdo da un punto di vista razionale, come quello
della castità per alcune categorie.
L'antropologo
delle religioni Boyer ha risposto (con argomentazioni precise e documentate)
che è una costante costitutiva di tutte religioni imporre la
credenza di alcuni elementi completamente irrazionali, perchè questo è il modo
standard per creare l'elemento fondante delle religioni : la delega a una
classe sacerdotale a manipolare le coscienze dei fedeli e ad avere il pieno
controllo sociale delle società, stati ed etnie che seguirono poi quelle
religioni.
Traducendo
in linguaggio semplicistico, da bar sport, è come se i vari apparati preteschi
avessero fatto tutti secoli fa,nei momenti fondativi delle loro religioni, questo tipo di ragionamento : se riusciamo a
far credere a questa cosa, che non sta nè in cielo nè in terra, da un punto di
vista razionale,li abbiamo in mano e ci seguiranno.
Se qualche
lettore è interessato ad approfondire l'argomento l'opera principale di Pascal
Boyer è reperibile nel libro con il titolo ad effetto :"e l'uomo creò gli
dei, come spiegare le religioni".
Ma tornando
al fatto del nostro monsignore, è vero che dare quell'intervista due o tre
giorni prima dell'apertura del sinodo è stato un fatto scioccante, però è anche
vero che la reazione violentemente negativa e autoritaria delle gerarchie
vaticane ci fa perdere ogni speranza che dal sinodo non esca qualcosa di
diverso della solita minestrina ribollita di vecchia e anacronistica teologia,
tutt'al più imbellettata da inutili esortazioni a usare misericordia e
compassione, senza condurre a nessun ritorno alla ragione in materia di morale
sessuale.
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