giovedì 24 dicembre 2015

Il clamoroso flop del Giubileo





Papa Francesco è talmente popolare ed ancora maggiore è l'umana simpatia che suscita il suo sforzo di fare pulizia, che i media hanno fornito i numeri del flop in corso per doveri di cronaca, ma nessuno li ha enfatizzati.
Eppure i numeri dicono che questo giubileo è stato finora seguito da un numero di fedeli 5 volte di meno numerosi, rispetto alla media di quelli precedenti.
E' vero che il Vaticano aveva giustamente cercato di mitigare l'azzardo che il papa si era accollato andando ad aprire la “porta santa” in Centro Africa, una delle repubbliche più fuori controllo di tutto quel continente, stabilendo per la prima volta che la medesima “porta santa” sarebbe stata aperta in ogni diocesi, con ciò rendendo pressoché inutile l'andata a Roma, al fine dell' acquisizione dell' indulgenza plenaria, per chi ancora credesse a queste cose.
Ho provato a verificare l'affluenza alla periferia della chiesa ,recandomi all'apertura della porta nella mia diocesi, ma vi ho trovato più preti, suore e forze dell'ordine che fedeli.
Ovvia anche l'influenza della paura di attentati, che però non ha obiettivamente alcun senso presso la gran parte delle 226 diocesi italiane, molte delle quali sono piccole e situate nella provincia più periferica.
Sembra quindi verosimile che questo fatto sia il segno di una disaffezione della gente verso questi riti probabilmente troppo cuciti intorno al mondo medioevale, dove sono nati.
Il primo giubileo documentato da una bolla pontificia di indizione è come è noto quello del 1300, anche se come pure è arcinoto si ispirava alla tradizione ebraica- biblica dell'anno del perdono ogni cinquant'anni.
Come pure è noto se non altro ricorrendo ai ricordi di scuola, che il concetto e l'uso delle indulgenze è stato contestato frontalmente da Lutero, sconvolto dall'atmosfera di corruzione e di degrado spirituale e materiale che constatò in un suo viaggio a Roma e scrisse il famoso “sermone sull'indulgenza e la grazia” ne 1518, sermone che propone argomentazioni a tutt'oggi difficilmente confutabili.
Ma la chiesa, la chiesa di Papa Francesco insiste, cercando evidentemente di giocare la carta degli eventi di massa, il cui successo è sempre stato assicurato sopratutto nel mondo in via di sviluppo.
E' vero che la chiave di lettura di questo specifico Giubileo della misericordia è stato delineato dal papa nell'atto di indizione con delle linee non per caso esplicitamente mutuate da quel raffinato intellettuale che era stato papa Montini e che sono largamente condivisibili, ma chi nella chiesa di oggi è in grado di essere a conoscenza o di captare queste sfumature?
La gente interessata, parte pensando ad acquisire le indulgenze e l'indulgenza plenaria in particolare.
Nel mondo moderno? Nel mondo di oggi le indulgenze?
Ed è arrivato il flop, oserei dire : per fortuna, è un buon segno, anche se finirà a ritorcersi contro questo papa, che personalmente mi è altamente simpatico.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, per il quale il tempo non passa mai, definisce al canone 1471 :”l'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa...che il fedele acquista per intervento della Chiesa...la quale dispensa il tesoro delle soddisfazioni di Cristo. L'indulgenza è parziale o plenaria a seconda che libera del tutto o in parte dalla pena temporale. Ogni fedele può acquisire le indulgenze anche per i defunti”.
I concetti teologici dati per scontati, che stanno alla base di questa definizione, non stanno veramente né in cielo né in terra, nel senso che non hanno mai avuto nessun fondamento nè logico né scritturale.
Le indulgenze sono state inventate e formalmente introdotte nel Medioevo da un papa senza scrupoli per fare cassa. Punto.
Questo ormai lo dicono anche i libri di storia.
Papa Francesco ha fatto un conto sbagliato indicendo questo Giubileo, è non è il primo errore di valutazione che fa, come si è detto nei precedenti articoli dedicati a questo argomento.
Peccato perché di problemi da affrontare ne ha già a sufficienza e le potenti armate a lui avversarie non aspettano altro, che i suoi scivoloni per cercare di disfarsene.
Papa Francesco, sembra ormai aver da tempo deciso di seguire la strategia di un colpo al cerchio e uno alla botte.
Cioè di evitare l'attacco frontale alla Curia.
Forse questa è una conseguenza della sua formazione gesuitica, però questa sua strategia appare in contrasto con la sua storia personale, se pensiamo che come responsabile del suo ordine in Argentina, aveva avuto il grande coraggio personale di prendere di petto e sfidare il potere totalitario della giunta Militare fascista che governava quel paese.
Forse ha accettato di diventare papa ignorando la situazione che poi ha trovato?
Mah, dicono i vaticanisti che anche nel mondo attuale dove le notizie circolano in tempo reale, i contatti anche solo fra cardinali lascino molto a desiderare.
Per cui può essere che al momento dell'elezione non abbia pensato male abbastanza sulla situazione che si sarebbe trovato a gestire.
Obiettivamente però, non può non essersi chiesto come mai una personalità del calibro e della storia di Papa Ratzinger avesse in più occasioni descritto la chiesa come una barca che rischiava il naufragio e come mai rompendo una tradizione millenaria contraria, pressochè costante, abbia ceduto alle dimissioni.
Papa Francesco ha fatto alcune nomine di netta rottura, ha costanti comportamenti personali che solo loro appaiono come un atto accusatorio verso i comportamenti esattamente opposti della quasi totalità degli uomini di curia, ma ha conservato in dicasteri chiave gli stessi uomini della cricca di Bertone e compagni.
La gente non può capire questa sua politica variopinta e confusa come la politica italiana.
Da che parte sta questo papa lo hanno capito tutti, ma il problema non è lui, il problema è la chiesa che la gente identifica con una gerarchia decotta e screditata.
Oramai non cambierebbe nulla nemmeno, se papa Francesco nominasse suoi uomini in tutti i dicasteri di curia, oggi il problema è tutto l'apparato che va radicalmente riformato e drasticamente ridotto.
La Chiesa sono i fedeli rimasti, non l'apparato burocratico clericale che vorrebbe gestirli pensando per lo più alla propria sopravvivenza.
E allora che questi fedeli “popolo di Dio” imparino a gestirsi se vogliono fare sopravvivere il messaggio del Gesù storico e ne sentano la responsabilità.
Il papa però sarebbe bene che facesse la sua parte.
E' l'ultimo monarca rinascimentale rimasto, non basta che predichi e razzoli bene lui.
La corte-curia è ancora tanto vistosa e potente da oscurare il papa stesso e contraddire qualsiasi cosa lui dica o faccia.
Non può durare, se papa Francesco vuole sopravvivere deve segarli subito, prima che loro, che sono la grande maggioranza, seghino lui.
E che si stiano organizzando a quello scopo lo abbiamo capito tutti, anche perché non si curano nemmeno più di velarsi dietro ai formalismi di facciata, ritenuti obbligatori fin a ieri, oggi non temono di parlare fuori dai denti, rivelando le loro cordate e le loro intenzioni.
Ci vuole quell'atto papale di riforma della curia, che il Concilio di Trento non è riuscito a emanare con la scusa delle guerre che ne interrompevano di continuo i lavori cinquecento anni fa e che il Concilio Vaticano II ha pure lasciato nella penna, senza riuscire a scriverlo, anche se gli orientamenti erano chiari già allora, cioè cinquant'anni fa.
Nel frattempo l'adesione alla chiesa è andato costantemente declinando.
Il papa deve trovare il coraggio, enorme, lo ammetto, di dire esplicitamente : io sono la vera chiesa in quanto vicario di Cristo, loro non lo sono, perché i loro atti sono in contraddizione col messaggio di Cristo.
Anche per questa ragione da oggi sono tutti cardinali emeriti, perché con la riforma da me firmata la carica di cardinale viene abolita.

Diversamente, come predica il prode Socci su Libero, senza perifrasi, succederà a breve che loro diranno al popolo cristiano : ci duole comunicarvi che il papa regnante a nostro avviso si è messo in contraddizione con punti fondamentali della dottrina cattolica e quindi si è auto delegittimato.

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