lunedì 24 ottobre 2016

Adolf Hitler rimarrà senza casa, perchè il governo vuole abbattere la sua casa natale di Braunau am Inn in Austria




Il Fuerer era nato in un paese nella parte Nord dell’Austria non lontano da Salisburgo al confine con la Germania, che conta oggi 16.000 abitanti.
Non essendo posto di particolari opportunità si era però formato a Vienna.
Data la posizione del personaggio non meraviglia certo che quella casa ,che si trova al numero 15 della Salsburger Vorstadt, fosse ben presto diventata una specie di museo e luogo di culto, durante il nazismo.
Meraviglia invece che il fantasma dell’ex fuerer sia ancora tanto temuto da far prendere alle autorità austriache, che godono dal dopoguerra di una invidiabile posizione di stabilità politica la decisione di ricorrere alla classica “damnatio memoriae”.
Questo meraviglia e spaventa anche un po’, perchè significa molte cose ,tutte sgradevoli e potenzialmente pericolose.

Non è mai un buon segno dover constatare che la classe politica al potere fa qualcosa per paura
Il fatto stesso che quella casa faccia paura, se facciamo bando alle ipocrisie politicamente corrette, significa nè più nè meno, che perfino in un paese solido e stabile come l’Austria si teme che ,come si ripete oggi di continuo, qualche mente non eccelsa “si radicalizzi” e usi di quella casa per alimentare la mitologia neo-nazista, fanatizzando i suoi seguaci.
Localismo, ricerca di identità, nazionalismo, “noi padroni in casa nostra”, populismi vari, oscurantismo religioso, conosciamo bene tutte queste sotto-ideologie politiche, che oggi serpeggiano quà e là e che aumentano in consenso, man in mano che le classi politiche dominanti non riescono più a mascherare la loro pochezza.
Purtroppo per loro, però, lo strumento di difesa che si sono scelti , rappresenta di per sè proprio la confessione della loro inadeguatezza, e questa è la ragione della paura.

Non sarà che la verità vera sia il fatto che è della loro inadeguatezza che hanno paura?
Se i politici al governo rappresentassero una classe politica preparata , con buone e salde idee nella zucca, farebbero proprio il contrario,e quindi per dimostrare la loro fiducia nella superiorità delle democrazia, sfrutterebbro quella casa natale, del peggiore dei loro figli, per farci un bel museo , che illustri (e non mi sembra difficile farlo) i disastri immani, che ha combinato quel povero uomo che era Adolf Hitler.
La miglior difesa è l’attacco e non la fuga nella damnatio memoriae.
Ma poi, tutte le volte che la politica vuole dettare la sua lettura della storia, sbaglia per definizione.

Chi “scrive” la storia
Un detto comunissimo è quello che recita :”la storia la scrivono i vincitori”.
Niente da obiettare, perchè ripropone una semplice ovvietà, ci mancherebbe che la storia la scrivessero quelli che le guerre le perdono, sarebbe un mondo all’incontrario.
Ma quel detto induce a un inganno logico, perchè la sua formulazione corretta dovrebbe essere : i vincitori dettano le condizioni, che finiranno riportate dai libri di storia.
Ma non scrivono per niente la storia.
La storia la scrivono gli storici dopo avere a lungo consultato, studiato e interpretato i fatti.
La storia non è “la lista della spesa”, cioè l’elenco di battaglie e trattati.
La storia è la “lettura” degli avvenimenti, che si fa studiandone le conseguenze e quindi giudicando i protagonisti.
E infatti non è detto per niente che gli storici premino nel giudizio (della storia) i vincitori.
Prova ne sia che, ad esempio, il giudizio storico sui vincitori della Grande Guerra è stato pesantissimo, perchè quei personaggi, accecati da odi e risentimenti feroci, hanno scritto delle improvvide clausole del trattato di Versailles, umilianti e vessatorie per la Germania.
E’ quindi finita nel senso che, di fatto ,siano stati loro che, senza volerlo, hanno scritto il “Mein Kampf” di Adolf Hitler, cioè la filosofia di odio che ha ispirato il nazismo.
E’ ridicolo che dei politici adottino leggi per imporre una loro interpretazione della storia.
Si capiscono le buone intenzioni ,che hanno animato ad esempio i parlamentari francesi, che hanno voluto che fosse sancito il “reato” di misconoscere l’olocausto degli Ebrei o il genocidio degli Armeni.
Ma sono operazioni senza senso.
Sono gli storici che devono dimostrare, come hanno dimostrato, che quei fatti sono sostenuti da una documentazione inoppugnabile.
Ma questa affermazione è appunto una acquisizione della storia e della cultura, non è cosa che si possa imporre.

La politica è un altro campo nel quale si aggirano ideologie e propaganda, che mai devono inquinare l'indipendenza scientifica degli storici e degli operatori culturali.
Non ci vorrà una legge, si spera, per stabilire che Annibale aveva vinto a Canne, sarebbe ridicolo se qualcuno lo facesse, ed allora che senso hanno le pronunce della politica su altri fatti storici?
Perchè qualche altro stato o forza politica strumentalizza quegli avvenimenti ,per farne un argomento ideologico od emotivo a suo favore?
Si ribattano allora le argomentazioni false e capziose altrui, con argomenti , con argomentazioni e con della buona documentazione, ma non con atti legislativi o di governo.
Non si può fare diventare per legge intelligente un cretino, è un'operazione tutta in perdita, che alla fine scredita chi la fa, anche se è animato dalle migliori intenzioni.

Si può solo, più umilmente, informare di più l’ignorante, perché diventi meno cretino, fino ad acquistare una formazione culturale accettabile.

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