giovedì 15 dicembre 2016

Un Renzi più arrogante che mai sfida gli italiani e il buon senso mandando avanti un governo impresentabile





Parlar male del governo Gentiloni, che poi non è altro che un Renzi bis, è fin troppo facile.
Il personaggio più discusso del “giglio magico” nel precedente governo, Maria Elena Boschi che invece di lasciare la politica, come aveva dichiarato in TV nel caso che al referendum avessero prevalso i no, chiede e ottiene addirittura la promozione a sottosegretario alla Presidenza, che è la poltrona più importante dopo quella del Premier.

per formare questo penoso governo hanno pensato a conservare il loro potere, non ai problemi degli italiani

Il Ministero degli esteri dato ad un Alfano, che notoriamente non parla inglese e che quindi non si capisce come possa cavarsela.
Una ex sindacalista dei chimici CGIL che, dicono i giornali millanterebbe nel suo curriculum una laurea mai presa, che viene messa addirittura alla Pubblica Istruzione, Università e Ricerca.
Galletti e De Vincenzo, che Travaglio chiama amabilmente mister trivelle, che rimangono e con Galletti ancora all’ambiente.
La relatrice della riforma costituzionale, disastrosamente bocciata dagli elettori, la Finocchiaro, fatta ministro nel ruolo chiave dei Rapporti col Parlamento.
E via di questo passo.

Gentiloni sarà perennemente sotto ricatto, ma chi glielo ha fatto fare di accettare?

Ma la cosa più umiliante è quel povero Gentiloni, quel mite rampollo di una augusta famiglia di marchesi marchigiani, ex Movimento Studentesco, ex direttore della principale rivista ambientalista italiana, ex assessore romano al Giubileo nella giunta Rutelli, ex perdente alle primarie per la carica di sindaco di Roma dietro a Marino, che accetta l’imposizione renziana di essere guardato a vista dalla Boschi e di dover accettare a scatola chiusa il peggio del governo precedente con Poletti (Job Act), Lorenzini (campagna per la natalità) e Madia (riforma della burocrazia, rispedita al mittente dagli organi di controllo perché illegittima) inclusi, oltre ai ministri citati sopra , senza riuscire nemmeno a fare entrare nella compagine governativa il suo vecchio amico e compagno di ambientalismo Ermete Realacci.
Ma chi glielo ha fatto fare di accettare di essere presidente del Consiglio di un governo impresentabile e per di più condannato a navigare a vista per lo strappo dei Verdiniani che lo terranno continuamente sotto ricatto ,pare su istigazione dello stesso macchiavellico Renzi.
Non bastasse una fonte di ricatto, se ne è aggiunta strada un’altra, col deflagrare dell’affare Vivendi, che ha terrorizzato un Berlusconi ,che vede da vicino il rischio concreto e imminente di essere sbattuto fuori completamente dalle sue aziende (se pure dietro compenso di un mare di soldi) , e Berlusconi era ed è notoriamente l’interlocutore privilegiato dei renziani per fare passare le leggi elettorali.
Cosa dovrà dare il povero Gentiloni a Verdini e i suoi e poi direttamente a Berlusconi?
Invece di tirare fuori soldi pubblici per salvare alcune banche, sarà costretto a fare cose impensabili per salvare l’italianità della Fininvest ?
C’è veramente da ridere.

Renzi ostenta distanza da questo governo, ora pensa solo a conservare una Segreteria dalla quale avrebbe dovuto dimettersi immediatamente dopo la rovinosa sconfitta elettorale

Ciliegina sul una torta, già abbastanza avvelenata , si è palesata una palesata una scarsa attenzione al governo da parte del patron di tutta l’operazione, quel Renzi, che non cessa di sottolineare , che si tratta di un governo a tempo, il tempo strettamente necessario a lui ,sempre più prigioniero di sogni di gloria che lo fanno vaneggiare, per cercare con tutti i mezzi di riprendersi in mano un partito che si è liquefatto da tempo.
Purtroppo il povero Gentiloni, dimostra da subito di essere uno con veramente poca spina dorsale, se accetta di mangiare ben diciannove rospi (diciotto ministri più la Boschi), senza ottenere in cambio alcuna contropartita.
Figuriamoci la Boschi e Luca Lotti, cioè i due “gigli magici” più fedeli, senza altra qualifica meritocratica, se c’era qualcuno che era sotto i riflettori erano loro, tutti sapevano che solo la loro uscita dal nuovo governo avrebbe dato quel segno di discontinuità che la gente voleva vedere per rendere quel nuovo governo appena appena almeno presentabile, e invece conservati e la Boschi addirittura promossa.
Insomma, in poche parole, Renzi con questo governo sfida la stragrande maggioranza di italiani che gli ha votato contro al referendum.
Nessuno ha sentito da lui nemmeno un flebile cenno di autocritica , un cenno di analisi dei risultati per individuare dove aveva sbagliato.
Al contrario ha ribadito che gli italiani non hanno voluto capire in quale guaio si sono cacciati votandogli contro.
E’ penoso doversi ricordare che nella prima repubblica ,che pure vegetava nel pantano con la durata media dei governi inferiore all’anno, i segretari nazionali del partitone di maggioranza, la DC, si dimettevano immediatamente dalla segreteria se alle elezioni perdevano anche solo lo zero e qualcosa per cento.
Renzi ha perso 60 a 40, ma non si è presentato dimissionario davanti alla direzione nazionale del suo partito.

Ecco qui c’è il marcio.

Mi spiace dover constatare che se può succedere una cosa del genere e cioè che il leader di un partito di maggioranza relativa, di fronte a un rovescio elettorale di dimensioni epocali, non si dimette e addirittura le sue minoranze interne non ne chiedono le dimissioni, allora è quell’istituzione partito che è diventata qualcosa di marcio, qualcosa che è degenerata e dalla quale va tolta la fiducia.
Ed ancora allora addio a un’epoca.
Altro che aver timore per i così detti partiti populisti.
Qui occorre prendere cognizione di una realtà amara e spiacevole ,per chi ha creduto all’indispensabilità dei partiti classici per salvaguardare la democrazia.
Qui gli eredi dell’ultimo partito tradizionale rimasto, il PD, con queste vicende hanno dimostrato di avere il più assoluto disprezzo per le più elementari regole democratiche e di anteporre i loro giochi di conservazione del potere a qualsiasi altro interesse, compreso quello pubblico.
Allora questa gente va riconosciuta come altamente pericolosa.

E allora per fortuna che c’è il Movimento 5 Stelle.

E per favore dopo avere visto il penoso livello del governo Gentiloni, ex Renzi, non si venga a dire che i 5Stelle sono dei  dilettanti inesperti.
Spettacolo poco edificante quello della grande stampa che ha accolto con non-chalance la serie di atti in dispregio della democrazia sopra elencati.
Si fa fatica a non rilevare che così dimostrano di essere sempre pronti a piegarsi nell’inchino al potere di turno quale che sia, nascondendosi dietro alla finzione che occorreva un governo “nel pieno dei poteri” per difendere il paese a Bruxelles ed ospitare i capi di governo stranieri al prossimo G7 a Taormina in maggio.
Si, con Alfano che non è in grado di avere un colloquio riservato con nessuno, perché non parla inglese.
Siamo alla solita deprecabile solfa della “stabilità” prima di tutto di “napoletanesca” memoria, che coniuga in tutte le salse immaginabili la parola stabilità, per evitare di declinare la parola elezioni.
Naturalmente hanno brindato le borse il dio mercato al quale degli italiani non potrebbe importare di meno se non dover per non essere costretti a fare calcoli complessi se un governo c’è e dura per i “traders” piccoli, grandi e grandissimi.

Le elezioni non si faranno.

Perchè prima bisogna spettare la sentenza della Consulta il 24 gennaio.
Poi bisognerà interpretare quello che la Consulta avrà detto.
A questo punto bisognerà studiarsi una strategia su quale tipo di legge elettorale adottare ,tenendo ben conto che il Presidente Mattarella ha già esternato, del resto più che correttamente, che si dovrà armonizzare la legge elettorale per la Camera con quella per il Senato, e solo lui ha il potere di sciogliere le camere.
Questi avvenimenti costringeranno Movimento 5Stelle, Lega,Fratelli d’Italia e transfughi vari a convergere per adottare una strategia comune, per trovare i voti necessari, e il PD già mezzo liquefatto, rimarrà a guardare facendo manovre su manovre, girando a vuoto e liquefacendosi del tutto.
Sperando solo che la gente non prenda la cattiva abitudine di andare a scaricare la propria rabbia in piazza.








Nessun commento: