Oramai la
“narrativa” di Renzi non incanta più nessuno, ne ha contate
troppe di balle, senza alcun fondamento, né seguito.
Può darsi anzi è
abbastanza probabile che riesca ad essere nuovamente il candidato
vincente delle primarie del PD, perché è difficile che Franceschini
(descritto come il gran manovratore delle tessere) trovi il coraggio
di scaricarlo e mettersi con Orfini, ma tutto è possibile quando i
notabili vedono traballare la poltrona.
Come è abbastanza
probabile che le accuse infamanti che hanno sporcato il suo “giglio
magico”
non risultino poi
sufficientemente corroborate da prove decisive relative a passaggi di
danaro per incastrare definitivamente parenti e amici.
Ma oramai la
credibilità del politico-statista se ne è andata.
Quell’entourage
che stante le intercettazioni pubblicate aveva quelle frequentazioni
è compromesso indipendentemente dalla “verità” giudiziaria che
verrà fuori con la abituale calma della nostra magistratura.
Non parliamo del
paterno genitore, che rimane la figura che ne esce peggio, pare che
negli affari non ne avesse mai azzeccata una.
Coniugare
pellegrinaggi a Medjugorie affari e frequentazioni non consone né
opportune, tenuto conto del rango del figlio, ne fanno veramente un
personaggio poco attraente.
E il figlio ?
Come sempre in
politica non è la “verità” giudiziaria che è essenziale per
determinare la credibilità di un leader ,ma basta e avanza la
opportunità o la inopportunità di certi eventi, che sono quelli che
sono e sono pubblici, nero su bianco.
Con questi Renzi è
bollito, inutile che insista, l’autobus del potere non passa quasi
mai due volte, quando l’hai perso, devi fartene una ragione.
Molti commentatori
televisivi e della carta stampata ,che si erano largamente spesi per
anni ad esaltarne le presunte virtù e grandi gesta ora non trovano
di meglio che osservare che Renzi a differenza del povero Berlusconi
è giovane e quindi non può andare in pensione e di conseguenza
sentenziano con un ardito salto logico, deve vincere per forza,
perché sarebbe l’unico gallo.
Che ragionamento del
cavolo.
Se bastasse voler
fare per aver successo in politica saremmo tutti presidenti, ma non è
così.
Renzi di peccati di
origine e di difetti ne aveva a iosa e nel tempo li abbiamo elencati
tutti, inutile ripeterli.
Quello che spiace e
che mi colpisce in questo inizio della sua caduta è il fatto che
nella caduta trascinerà con sé il suo partito, l’ultimo del
partiti storici italiani, che aveva l’ambizione di rappresentare
due formidabili storie e culture politiche : quella comunista e
quella del cattolicesimo sociale.
Uno che non è
proprio il primo che passa per la strada e cioè il filosofo Massimo
Cacciari aveva acutamente definito il PD come “il partito mai
nato”, perché negli anni non c’è mai stata in realtà nessuna
elaborazione culturale che definisse le basi ideologiche e culturali
di quel nuovo partito.
Sia gli
intellettuali ex comunisti che quelli cattolico popolari non hanno
ritenuto di spendere tempo per analizzare il presente e proporre
nuove sintesi.
Sono loro i
responsabili della fine del PD, Renzi ha solo dato il colpo di
grazia.
C’è stato solo il
collante del potere, che conta, ma non basta.
A furia di perdere
tradizioni e culture politiche rischiamo di ridurci alla farsa
dell’esprimere le nostre scelte politiche col “mi piace” di
Facebook.
Speriamo di non
arrivare così in basso.
Renzi ha avuto
enormi opportunità, anche maggiori di quelle delle quali aveva
goduto Berlusconi in un periodo temporale molto più lungo.
Ma non ne ha fatto
nulla.
M’importa tanto il
fatto che ha stabilizzato metà precari della scuola o che ha dato i
famosi 80 € o che è riuscito a far passare le unioni civili.
Meglio che niente,
ma assolutamente troppo poco, perché non ha toccato per opportunismo
politico nessuno dei nodi essenziali che condannano il nostro paese
ad essere il fanalino di coda della UE, prima della Grecia.
Nulla ha fatto per
dare un lavoro alla marea di giovani senza occupazione.
Nulla ha fatto per
mettere in cantiere vasti programmi di investimenti e opere
pubbliche.
Nulla ha fatto per
mettere mano alla riduzione del debito, che il problema numero uno
per essere presi sul serio in Europa.
Nulla ha fatto per
contenere il fenomeno di una immigrazione massiccia e chiaramente
fuori controllo.
In politica estera
non ne ha azzeccata una.
Ha osannato un Obama
che ha gestito due mandati senza realizzare pressochè nulla, se non
lasciare libero campo ad alta finanza , multinazionali e potentati
della difesa.
Non è stato capace
di prendere posizione contro le sanzioni alla Russia che hanno
gravemente danneggiato le nostre imprese.
In Libia dovendo
scegliere fra un Serrai che non conta nulla e un Aftar, che comanda
un esercito vero ha scelto Serrai, pazzesco.
E così via.
Peccato per noi che
l’inizio della caduta di Renzi renderà il futuro della nostra
politica ancora più penoso del presente.
Senza bisogno di
inventarsi pensate di fanta -politica, basta poco per delineare
quelli che saranno gli scenari futuri più verosimili.
Da una parte un
Renzi indebolito e ridimensionato ,alleato di ferro con un Berlusconi
ringalluzzito, ma ottantenne, per fare un governicchio da tirare a
campare.
Dall’altra parte
un Movimento 5Stelle, incapace di risolvere i suoi problemi di
governance, che a causa della palla al piede della Raggi non può
realisticamente correre per conseguire il 40%, obiettivo fuori
portata.
E quindi dovrà
rinnegare uno dei suoi sballati dogmi fondativi : noi non facciamo
alleanze con nessuno e cercare l’unica alleanza che per loro è
nelle cose : quella con Salvini e stampella di Meloni.
Sulla carta
vincerebbero.
E poi due galli in
un pollaio e una classe politica giovane o giovanissima pulita, ma
senza esperienza che dovrà cimentarsi nella stanza dei bottoni,
insieme a leghisti anche troppo scafati.
Certo che fare
meglio e presentarsi meglio dei ministri di Renzi e Gentiloni, ci
vuole veramente poco, ma governare non è uno scherzo.
Staremo a vedere.
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