domenica 2 settembre 2018

Dopo il memoriale dell’Arcivescovo Viganò ,Papa Francesco : che disastro. Ora che Papa Benedetto ha aperto la strada, Francesco ne segua l’esempio facendo esercizio di umiltà







Il memoriale dell’Arcivescovo Viganò, non è un libello di poche righe, scritto da un anziano alto prelato, che decide di buttare in pasto al pubblico tutta la rabbia che avrebbe maturato dentro di sé per una mancata berretta cardinalizia, come blaterano i vaticanisti e i media allineati col Vaticano.

E’ invece un elenco circostanziato di parecchi eventi concatenati fra loro che vedono protagonisti le più alte gerarchie vaticane, capo in testa compreso, in gran parte già note agli addetti ai lavori e facilmente verificabili dai non pochi che sono sufficientemente addentro alle un tempo “segrete cose”, che con le moderne tecnologie sono diventate segreti di Pulcinella.
Per troncare queste pietose illazioni- giustificazioni , basti dire che lo stesso Viganò afferma che la berretta gli era stata anticipata da Papa Benedetto in due colloqui, se avesse assunto la carica che ha rifiutato al Governatorato.
Questa precisa affermazione del Viganò non è stata smentita, e tutti sappiamo che il famoso “padre” Georg Gaenswein, anche lui Arcivescovo di Santa Romana Chiesa, e tuttora segretario in carica del papa regnante (per pura formalità perché i segretari effettivi sono altri) ma anche del papa emerito Benedetto, lo avrebbe fatto immediatamente se del caso.

Mons. Viganò non è il primo pretino che passa per la strada, non tanto e non solo per le cariche e le dignità che si porta dietro, ma per il suo passato, questo sì condotto fra le più segrete delle segrete cose della curia vaticana : soldi , potere e corruzione.
Tanto che di lui avevamo già parlato su questo blog nel post del 28 giugno 2012 dove si diceva del monsignore in questi termini :” l’arcivescovo che dopo una lunga carriera in diplomazia, era stato nominato segretario del Governatorato del Vaticano, con l’espresso compito di cercare di fare pulizia in un ambiente, che si sapeva corrotto da sempre e che dopo che questi (lo stesso Viganò) aveva addirittura riportato in attivo il bilancio, stroncando il malaffare, si è visto cacciare in malo modo e spedito alla Nunziatura di Washington” .

Questa vicenda del Viganò, non è quindi la vendetta di un oscuro burocrate che aveva messo in luce le deviazioni peccaminose nel campo della pecunia della curia romana, su espressa delega del papa (Benedetto) ,ma potrebbe essere addirittura un tassello importante nella storia della chiesa se ha influito come sembra abbia fatto in modo robusto nella fine anticipata di un papato.
Le impreviste e spiazzanti dimissioni di Papa Benedetto sono state infatti interpretate da molti analisti come il riconoscimento di una persona di grande dirittura morale che pensa di avere fatto il possibile per sanare il marcio nella Chiesa, ma che ha dovuto anche riconoscere davanti alla propria coscienza di vere avuto il potere formale, ma non quello di fatto per rendere effettive le sue volontà di far pulizia.

Per farla breve, Segretario di Stato era allora il cardinale che abitava nell’attico più famoso di Roma, Tarcisio Bertone, capo di tutta una potentissima cordata di Curia.
Visto come sono andate le cose , è più che probabile che allora di fatto comandasse lui e non Papa Benedetto.
Nel memoriale del quale parliamo, Mons. Viganò gli restituisce il favore (della spedizione in America per toglierselo dai piedi) parlando di lui in questi termini non proprio amichevoli e laudatori : “l’allora primo collaboratore del Papa,Cardinale Tarcisio Bertone, notoriamente favorevole a promuovere omosessuali in posti di responsabilità, e solito gestire le informazioni che riteneva opportuno far pervenire al Papa...”.
E sì perché il memoriale è tutto incentrato su un filo conduttore che vuole portare allo scoperto le malefatte della “lobby gay” presente in forze e potentissima in Vaticano.
Di questa lobby il personaggio che ha fatto saltare il tappo con i suoi eccessi sarebbe il Cardinale McCarry, porporato che ha ricoperto la carica pesantissima di arcivescovo di Washington, la capitale americana né di più né di meno.
Vedendo ieri i funerali del Senatore McCain, eroe di guerra e personaggio di primissimo piano della politica americana funerali celebrati nella cattedrale di Washington mi chiedevo dove sarebbe finito il prestigio residuo della chiesa se a celebrarle fosse rimasto McCarrik (costretto alle dimissioni lo scorso luglio a seguito del venire alla liuce dei suoi eccessi sessuali).
Purtroppo non si può rendere l’idea dei comportamenti licenziosi attribuiti al cardinale senza accennarvi un momento.
Il Viganò cita la denuncia presentata a suo tempo da padre Ramsey contro il McCarrik, risalente addirittura al 2000 con la quale questo domenicano così scriveva :”era voce ricorrente che il McCarrik nel seminario della sua sede arcivescovile di Newark divideva il suo letto con seminaristi, invitandone cinque alla volta a passare il fine settimana con lui nella sua casa al mare, (seminaristi) alcuni dei quali erano poi diventati sacerdoti ed avevano condiviso il letto con l’arcivescovo.

Ma non basta l’eccesso di libidine, il Viganò scrive di libidine finita in aperti atti sacrileghi quando parla di :”crimini di adescamento sollecitazione ad atti turpi, di seminaristi e sacerdoti ripetuti e simultaneamente con più persone ,dileggio di un giovane seminarista che cercava di resistere alle seduzioni dell’arcivescovo in presenza di altri due sacerdoti , assoluzione del complice in atti turpi celebrazione sacrilega dell’eucaristia con i medesimi sacerdoti dopo aver commesso tali fatti”
Queste vicende Viganò dice di averle denunciati a Bertone nel 2006 appoggiandosi ad un documento del Rev. Littelton, sacerdote ridotto allo stato laicale per abusi sui minori, che però si dice a sua volta vittima degli abusi del McCarrick.
Secondo il memoriale del Viganò il Mc Carrick avrebbe ricevuto quello che si meritava , cioè una destituzione di fatto con obbligo di ritirarsi in preghiera ed espiazione con istruzioni personali di papa Benedetto, che però non avrebbero portato a nulla fra il tira molla delle sue potenti amicizie, sia per le dimissioni dello stesso papa Benedetto.
Come sopra citato solo nello scorso luglio il McCrrick è stato costretto alle dimissioni da arcivescovo di Washington, dopo però che aveva avuto tutto il tempo di fare nominare a detta del Viganò, prelati amici nei posti più importanti delle diocesi americane.
Quello che Viganò dice su NcCarrick era già ormai diventato pubblico negli Stati Uniti e quindi difficilmente può essere contestato.
Il problema di dimensioni enormi quindi è : chi ha coperto per decenni il McCarrick e fra questi non ci sarà mica anche il capo in testa?
Viganò non lo dice esplicitamente ma lo dice ugualmente quando afferma di avere per due volte di seguito in udienze con Papa Francesco parlato del caso McCarrick e che il papa avrebbe fatto finta di nulla.
Che farà il papa?
A quanto pare nulla, ma questo non sarà ovviamente senza un prezzo disastrosamente alto per la sua credibilità e per quella della chiesa.
E’ curioso, ma anche terribilmente penoso per chi aveva creduto che papa Francesco fosse arrivato con il piglio dell’innovatore per portare la chiesa ad attuare lo spirito del Vaticano II l’equazione che l’ultra-navigato Viganò fa delle varie fazioni della chiesa in perenne lotta di potere quando equipara la corrente di sinistra con la lobby gay.
Ma a questo punto mi sembra addirittura verosimile, dopo vere preso atto del fatto che come dice in un recente libro il vaticanista Marco Marzano (del quale si era parlato nel precedente post del 1 aprile 18) il Bergoglio non è mai stato progressista in vita sua ma non rappresenta altro che un tentativo di portare avanti lo strapotere della curia con qualche concessione al terzomondismo, al buonismo misericordioso, ai diritti dei gay eccetera e niente di sostanziale.
Sesso, soldi e potere.
Già visto nella storia, ma chi crede nel messaggio che veniva dalla Palestina duemila anni fa sa che si trattava di tutt’altra cosa.




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