Va in pensione la Cancelliera che ha guidato la Germania per ben 16 anni.
Tanto per dare un’idea l’autore fa l’impietoso paragone con il sistema politico italiano fondato sul proporzionale e quindi fatto apposta per impedire la nascita di governi forti e quello tedesco proporzionale anche quello ma con correttivi importanti, che ha invce garantito una governabilità accettabile.
Nelle sale della Cancelleria di Berlino si trovano i ritratti dei Cancellieri che hanno governato dal dopo-guerra ad oggi : sono solo 7.
Nello stesso periodo l’Italia ha dovuto sopportare una girandola di ben 30 Presidenti del Consiglio che hanno presieduto addirittura 67 governi.
Spaventoso eppure sia l’Italia che la Germania hanno avuto padri costituenti che erano fortemente influenzati dall’obbiettivo primario di costruire un sistema politico volto a prevenire ricadute nella dittatura nazifascista tragicamente appena superata da tutti e due i paesi.
Due giganti della politica democratica Konrad Adenauer ed Alcide De Gasperi si erano ambedue avviati a perseguire l’obiettivo di garantire un sistema proporzionale ma stabile e in grado di governare.
De Gasperi nel 1954 aveva capito dopo pochi anni che col proporzionale puro senza contrappesi era di fatto impossibile garantire la stabilità e giocò tutto per risolvere il problema cercando di far passare una legge elettorale con premio di maggioranza, ma non ci riuscì e da lì cominciò inevitabilmente il carosello delle maggioranze appese a un filo e dei mille governi deboli e non nelle condizioni di programmare riforme di valore di sistema.
Oggi siamo ancora allo stesso punto.
Ho fatto questa premessa per sottolineare fortemente il valore della stabilità in qualsiasi sistema politico.
In Germania ancora più che in Italia anche per ragioni culturali e di carattere nazionale se mi passate il termine carattere affibbiato a un popolo e non a una persona la domanda politica che viene dalla base è stata in modo primario : garantire la stabilità nel progresso ma senza scosse.
Ecco che simo arrivati al punto cioè al senso ultimo del libro del quale stiamo parlando.
Se la Merkel è stata amata e rieletta in continuazione è prima di tutto per il fatto che i suoi elettori le riconoscevano prima di tutto la capacità di soddisfare queste due esigenze primarie.
Stabilità , governabilità, sano riformismo cioè appunto progresso ma senza scosse.
Queste esigenze dell’elettorato ben si coniugavano felicemente con l’indole ,il carattere del personaggio.
Come è noto Merkel è sempre stata soprannominata “Die Mutti” la mamma e questo dice molto.
Tutti le hanno sempre riconosciuto carattere e capacità di leadership, ma il suo forte non era certo mostrare carisma nel senso di capacità di arringare e trascinare le folle.
Ma di questo ovviamente i tedeschi ne avevano già avuto più che abbastanza e non era quello che cercavano nei loro leader politici nel dopo-guerra.
Del resto lei stessa in più occasioni e in tempi diversi diceva di voler dare voce politica alla casalinga sveva, attenta a far quadrare il bilancio familiare garantendo progresso ma nella stabilità.
Nessun interesse ai salotti, alla vita mondana, al gossip.
Il rigore protestante insito nella sua cultura l’ha sempre portata a non tollerare intrusioni nella sua vita privata, tanto che non ha mai ritenuto di spiegare come mai ha voluto mantenere il cognome del primo marito, sposato da molto giovane e col quale ha condiviso un periodo brevissimo.
Non ha mai voluto mettere in pubblico le sue abitudini ed atteggiamenti verso la religione : prega, va alle funzioni ?
Non se ne sa praticamente nulla, anche se è stata la leader che ha guidato il partito che si chiama Unione Cristiano Democratica per il periodo più lungo della sua storia.
Il libro scritto molto bene da uno dei più noti inviati di lungo corso del Corriere della Sera.
Particolare curioso l’Autore è stato inviato speciale in giro per il mondo dove c’erano guerre da raccontare, e poi è stato corrispondente da Parigi, non da Berlino.
Delle vicende italiane si è occupato a lungo nel descrivere il mondo della mafia.
Sorprendente la sua biografia perché leggendo il libro sembra che l’autore sia vissuto decenni a Berlino.
Evidentemente conosce molto bene il suo mestiere e sa bene come documentarsi e poi ricordiamoci che Angela Merkel è stata anche di fatto cancelliera d’Europa nel senso che per decenni le decisioni della Comunità difficilmente uscivano senza ll placet di Berlino.
Ne deriva che un esperto di politica internazionale ed europea come Massimo Nava con l’azione politica della Merkel ha convissuto per lunghi anni.
Il libro segue la time line tipica delle biografie e questo giova stante il fatto che come spesso accade sarebbe difficile comprendere certi tratti caratteriali di Angela Merkel senza conoscere le vicende fondamentali della sua vita e prima di tutto il fatto che abbia avuto la ventura di vivere tutto il periodo della sua formazione scolastica e professionale nella ex DDR, cioè nell’”altra” Germania, quella comunista retta da un regime dittatoriale fra i più duri ed ortodossi dell’universo sovietico.
Nava è molto abile nel far capire che per afferrare veramente i tratti di una persona è utilissimo venire a sapere come questa si è formata nel corso scolastico e poi come è entrata in una professione.
Ebbene non è secondario il fatto che la Cancelliera sia cresciuta in una solida famiglia del ceto medio, madre insegnante di latino e di inglese e padre pastore protestante con una forte sensibilità sociale e quindi ben disposto verso le idee socialiste non in una metropoli ma in una cittadina di provincia nell’estremo Nord della Germania, pur essendo nata ad Amburgo.
La descrizione di questo tipo di ambiente sembra obiettivamente l’ideale per trasmettere l’idea dei valori di stabilità e di equilibrio che la Merkel ha immagazzinato fin da piccola.
Secondo elemento fondamentale è stata la svolta nella vita di Angela Merkel avvenuta dopo la decisione presa dal padre di trasferirsi da Amburgo alla DDR a Templin cittadina di 15.000 abitanti.
Il regime era dittatoriale e chiuso è vero ma garantiva a tutti una casa e un lavoro e un certo livello di welfare.
La futura Cancelliera Nava lo mette in evidenza dovendo vivere in un tale regime aveva deciso di fare buon viso a cattivo gioco cercando di cavare da quelle situazioni di vita tutto quello che si poteva cavare per farsi un’istruzione e possibilmente per esprimere tutta sé stessa arrivando prima dove poteva studiando durissimo ed approfittando di tutte le occasioni che il regime metteva a disposizione di chi era intellettualmente dotato, essendo quel sistema molto attento a valorizzare chi avrebbe potuto mostrare all’esterno le proprie capacità fuori dall’ordinario proprio per propagandare la capacità del regime medesimo di esprimere delle eccellenze.
Per sua fortuna la Merkel comprese per tempo che la lotteria biologica le aveva assegnato doti particolari e ci mise del suo impegnandosi con una applicazione continuativa straordinaria per primeggiare.
Nava ci dice che conseguì il primo premio nelle “olimpiadi di lingua russa” a livello nazionale raggiunto stra-studiando.
Se poi da Cancelliera ha potuto permettersi di essere la leader occidentale che ha visto Putin più volte pur essendo più spesso in disaccordo che d’accordo con lui questo è proprio dovuto alla marcia in più che le dava la perfetta conoscenza della lingua natale del suo interlocutore.
Ma dalla vita trascorsa sotto un regime dittatoriale la Merkel ci documenta Nava ha ricavato un atteggiamento caratteriale che le sarà fondamentale nella sua carriera politica.
Vivere sotto un regime costringe a parlare in un modo coi familiari e gli amici più fidati e un altro a scuola, all’Università nel lavoro o al bar, per la semplice ragione che la famosa Stasi la famigerata polizia segreta della DDR manteneva spie assolutamente dappertutto tanto che qualsiasi cittadino aveva un fascicolo che misurava il suo livello di lealtà verso il regime, con continui aggiornamenti e quindi bisognava stare attenti a parlare.
Dovendo coltivare in sé un tale atteggiamento che all’esterno poteva sembrare di particolare riservatezza la Merkel si è poi dovuto sopportare nella vita politica l’appellativo di “la sfinge”, perché è sempre stata attenta a non manifestare in anticipo le sue inclinazioni.
Le ha giovato e non le ha giovato.
Le ha giovato nel senso che questo suo atteggiamento nelle trattative costringeva l’interlocutore a sforzarsi di chiarire bene e in modo analitico il suo punto di vista, dato che quello della Merkel tardava a lungo a venire fuori.
Non le ha giovato nel senso che è stato spesso frainteso per freddezza di carattere e mancanza di visione a lungo periodo.
E’ noto infatti che i suoi detrattori è proprio su questo tasto che battono, giudicandola come un abile politico attaccato più a servirsi di abilità tattiche per sopravvivere e durare a lungo, ma incapace di esprimere sogni, strategie e visioni di lungo periodo.
Ecco però a questo punto è venito il momento di accennare al tyerzo tratto fondamentale del nostro personaggio e questo deriva dalla sua professione prima di entrare nella vita politica.
Molti si stupiranno di sapere che la Merkel aveva raggiunto livelli di eccellenza nel mondo della ricerca scientifica e dell’accademia.
Laureata naturalmente magna cum laude in chimica-fisica si dedicò alla ricerca all’Accademia delle Scienze di Berlino.
In poche parole Angela Merkel era una scienziata e questa sua preparazione e inclinazione del pensiero la indirizzerà nella vita politica ad essere sempre coi piedi per terra, lontana dalle ideologie e portata invece al problem solving.
Non a caso Nava mette in evidenza che quando la Cancelliera veniva a confrontarsi con personaggi pieni di carisma e di visioni che so io come Obama, il primo Blair, lo stesso Macron o Sarkosy si trovava in imbarazzo.
Ma è indubbio che ha reso al suo paese il servizio che la grande maggioranza dell’elettorato le chiedeva.
Non meno importante è stata la sua leadership di fatto esercitata sull’Unione Europea.
E’ vero che in questi ultimi tempi sono usciti un bel numero di biografie del nostro personaggio, ma obiettivamente ritengo che leggendo questo di Massimo Nava il lettore avrà il piacere di usufruire di una descrizione documentata ed altamente attendibile dei caratteri politici e personali della Cancelliera, gustandosi anche una narrazione spigliata e piacevole, ricca di mille episodi che riguardano anche i grandi del mondo degli ultimi due decenni.
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