L’autore è un accademico professore di Filosofia delle Scienze Biologiche all’Università di Padova, ma è sopratutto un ottimo divulgatore della legge dell’evoluzione al punto da essere riuscito a scrivere alcuni libri sotto forma di album illustrati dedicati esplicitamente ai bambini che hanno avuto un meritato successo.
E’ Presidente della Società Italiana di Biologia Evolutiva e questo titolo probabilmente chiarisce meglio la sostanza del suo lavoro scientifico.
D’accordo è anche epistemologo per usare un termine tradizionale, ma immagino che se dovesse scegliere fra definirsi filosofo o scienziato opterebbe con tutta probabilità per il secondo termine.
Le Università chiaramente non riescono ancora a trovare definizioni accettabili per materie che sono per natura pluri-disciplinari.
Nessuno si è speso come lui in Italia per definire e spiegare la legge dell’evoluzione da Darwin in poi.
Nessuno come lui ha saputo essere tanto efficace come polemista per smontare le argomentazioni dei vari teo-con , atei devoti, personaggi in vesti prelatizie,ed anche uomini di scienza incapaci di
scrollarsi di dosso pregiudizi anti-scientifici indimostrabili.
Pievani però non è affatto della scuola degli Odifreddi o dei Dawkins che maltrattano i loro interlocutori credenti trattandoli con ironia e con sarcasmo.
Anzi tiene a dimostrare rispetto per chi vuole avere un fede religiosa pur essendo magari un uomo di scienza.
Purchè non si facciano giochetti per far passare come scienza quello che è solo, teologia ,filosofia o semplicemente pregiudizio ideologico.
La prima parte del libro è la migliore descrizione delle leggi dell’evoluzione che abbia mai trovato perché ha il grandissimo pregio di essere argomentata quasi leggendo alcuni passi fondamentali dei taccuini di appunti che Charles Darwin ci ha lasciato.
Nelle specie si hanno mutazioni casuali dovute a errori di riproduzione che intervengono su tempi estremamente lunghi subendo nel frattempo l’influenza dell’ambiente che salva solamente i soggetti che meglio riescono ad adattarsi.
Che riesce a farci capire cos’è l’evoluzione è la miriade di imperfezioni che gli organi del nostro corpo si portano dietro.
Noi siamo il risultati di una serie di imperfezioni che hanno avuto successo dice Pievani.
Sui tempi lunghi delle ere geologiche siamo arrivati anche noi Sapiens 200.000 anni fa derivando da ominidi e da primati con i quali infatti (scimpanzè) condividiamo il 99% del DNA.
Siamo figli del caso e della lotta per sopravvivere adattandoci al meglio all’ambiente circostante, cioè siamo figli di una parte che abbiamo ereditato ma abbiamo anche una parte che ci abbiamo messo noi usando di tutte le nostre capacità.
E quindi sappiamo spiegare benissimo chi siamo e da dove veniamo usando le leggi dell’evoluzione naturale.
Punto.
C’è bisogno di tirare in ballo un Dio creatore?
Per fare che cosa, se sappiamo già come è nato e come si è evoluto l’universo noi compresi?
Temo che i più di noi siano convinti che i Papi e i preti abbiano tirato in ballo la teoria dell’Intelligent Design per confutare le leggi dell’evoluzione semplicemente perché consideravano insopportabile l’idea che l’uomo presunta creatura su immagine di Dio discenda dalle scimmie e sia anche lui almeno parzialmente un animale.
Darwin ha impostato le sue scoperte negli anni 30 dell’ 800, ma l’opera principale l’”Origine delle Specie “ è uscita nel 1859, cioè la pubblicazione è stata volutamente dilazionata nel tempo proprio perché l’autore si era reso perfettamente conto di avere elaborato una rivoluzione copernicana nelle conoscenze umane.
Regnava Papa Pio IX quello del Sillabo contro le idee liberali e quindi di fatto contro tutti quelli che poi furono elencati e definiti come diritti umani.
Andare a dire a un Papa di quell’universo culturale che lui stesso non era stato creato da nessun Dio ma che discendeva dai gorilla era veramente un colpo da ko.
Ma anche i prelati della Chiesa Anglicana alla quale apparteneva la famiglia Darwin non erano da meno.
Da allora sì gli argomenti contrari erano esclusivamente teologici contestavano la non creazione, ma erano chiaramente influenzati alla reazione emotiva verso l’idea inaccettabile dell’eredità scimmiesca.
Poi col passare degli anni e col fatto che la teoria dell’evoluzione passava appunto dal rango di teoria a quello di legge biologica universalmente accettata dalla scienza la reazione ha tentato di spostarsi su argomenti meno diretti , più subdoli e formalmente più elaborati.
Dal vecchio argomento antropologico risalente ai tentativi di dimostrazioni dell’esistenza di dio elaborati da San Tommaso si assemblò la teoria dell’Intelligent Design, di scuola sopratutto Nord Americana.
Non è molto originale : se vediamo un orologio ci viene subito da pensare che quello esiste perché prima c’è stato un orologiaio che l’ha ideato e che l’ha costruito, analogamente se ammiriamo la complessità del creato “deve” esistere una mente intelligente che l’ha ideato e che l’ha costruito.
Questa la sostanza dell’argomentazione anche se poi l’originale è stato rielaborato in una lunga serie di varianti.
Mi ha sorpreso il fatto che Telmo Pievani conceda molto più spazio di quello che immaginavo all’elencazione delle dottrine ID che sinceramente non mi sembra meritino tanta attenzione data la modestia dei loro assunti logici.
E’ vero però che incredibilmente queste teorie abbiano tuttora un largo pubblico sopratutto negli Usa.
Inviterei però il lettore a chiedersi perché argomenti che sul piano dell’argomentazione logica non stanno in piedi si trovino ad avere un largo seguito magari tenendo presente quanto esposto nel libro che su questo Blog è stato recensito il 18 ottobre scorso ,quello dell’editorialista del quotididiano cattolico francese La Croix Nicolas Senèze intitolato “lo scisma americano.Come l’America vuole cambiare il Papa” .
Libro nel quale con dovizia di particolari si documenta il fatto che in America dietro al tradizionalismo religioso più fanatico dove si trovano le posizioni dogmatiche più oscurantiste la teologia di fatto è solo la foglia di fico che molto munifici tycoon dell’industria e della finanza usano e strumentalizzano per costringere il pubblico ad associarli a quello che a loro interessa veramente e cioè al dogma liberista del libero mercato per farne un unicum, venduto in modo indivisibile come il pacchetto dei “valori americani”.
Dietro ai movimenti pro life, ai family day ,all’avversione verso la teoria gender eccetera ci sono sicuramente parecchi credenti in perfetta buona fede, che si vedono, ma ci sono anche un sacco di soldi che non si vedono.
Soldi per pagare media e lobby, e il gioco è fatto.
Certo che questo tipo di riflessioni non fa parte del bagaglio che autori come Telmo Pievani usano perché esula dal loro mestiere, ma è opportuno che se ne faccia cenno perché il lettore possa avere più frecce al proprio arco per comprendere meglio.
Pievani conserva un atteggiamento molto corretto e rispettoso nel riguardo dei credenti.
In sostanza la sua posizione è questa : le leggi dell’evoluzione ormai provate e accettate senza condizioni dalla comunità scientifica spiegano perfettamente cosa siamo e da dove veniamo per via naturale, senza alcuna necessità di ricorrere ai miti religiosi della creazione.
Di conseguenza il ricorso ai miti religiosi e quindi all’ID è del tutto superfluo.
Ma se ci sono persone che ritengono di voler credere ai miti delle religioni organizzate perché reputano che così facendo possono trovare conforto al “mestiere di vivere”, nessun problema.
La scienza non è fatta per dimostrare l’esistenza o l’inesistenza di Dio.
A patto però che la religione non pretenda di sottomettere la scienza ai suoi miti ove si manifestassero punti di contrasto.
Pievani non nasconde il fatto che la quasi totalità del mondo scientifico non è costituita da credenti nelle religioni organizzate, ma questo non significa che ci sia una preclusione.
La scienza è strumento di conoscenza, la religione organizzata è strumento di consolazione, di conseguenza può esistere lo scienziato credente, ma la religione non può pretendere di essere strumento di conoscenza.
Così come lo scienziato può coltivare una sua spiritualità al di fuori delle religioni organizzate.
Quando la religione pretende di uscire dai binari ponendosi arbitrariamente come strumento di conoscenza come quando propone una delle varianti neo-creazioniste ,inevitabilmente va a sbattere contro muri logici invalicabili.
Qualche piccolo esempio.
Ma perché mai un eventuale creatore avrebbe dovuto o voluto essere così poco efficiente creando delle forme superflue ed eccessivamente ridondanti?
Peggio ancora se si va a riflettere sulle imperfezioni del presunto “artefatto” del creatore.
Collide in modo insuperabile il concetto di un dio immagine della perfezione con realtà imperfette, errate non funzionali, irrazionalmente complesse.
Un creatore pasticcione e con le idee confuse?
Non parliamo della natura matrigna e orribilmente crudele creata da un dio supposto per definizione come bene supremo, che ci vorrebbe bene?
L’argomento della teodicea è un muro insuperabile.
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