mercoledì 12 gennaio 2022

Telmo Pievani : Serendipità . L’inatteso nella scienza Editore Raffaello Cortina – recensione


 

Il titolo di questo libro non mi sembra certo troppo azzeccato per il marketing, tanto che se appena di seguito non fosse spiegato come “L’inatteso nella scienza” nessuno fra i lettori comuni ,come mè ci avrebbe capito niente.

Chiaramente l’autore ci tiene a usare questo termine sottolineando accuratamente la sua genesi storia risalente addirittura ad antichi racconti persiani ed in particolare ai :”Tre principi di Serendippo”.

Questi tre principi ci viene raccontato hanno una straordinaria abilità di osservare e trarre anche da piccoli indizi la soluzione di fatti che gli altri non riescono a spiegare.

Temo che l’autore si adonterebbe se mi vedesse banalizzare la sua accuratissima analisi, ma ecco in prima approssimazione per farmi capire mi sembra indispensabile dire francamente al lettore che al di fuori dai riferimenti classici o esotici ci troviamo di fronte a nient’altro che alla tecnica usata dagli innumerevoli investigatori protagonisti degli oggi diffusissimi triller.

A cominciare naturalmente dai padri nobili del genere e cioè da Edgar Allan Poe e dall’ormai iconico Artur Conald Doyle con il suo Sherlock Holmes e perché no dal Guglielmo di Baskerville narrato da Umberto Eco ne “il nome della rosa”.

Un procedimento analogo è quello che ha condotto a gran parte delle più eclatanti scoperte scientifiche.

L’autore lo sappiamo è un efficace divulgatore ma è anche un affermato accademico che tiene a evitare sempre l’approssimazione dei non professionisti.

Il lettore vedrà quindi che il libro tra l’altro tiene a precisare che i casi di scoperta scientifica per “illuminazione” tipo la lampadina che si accende nella testa di Archimede Pitagorico vanno vene per Topolino, ma sono con tutta probabilità delle leggende e non dei fatti storicamente avvenuti.

A cominciare appunto dall’Eureka! che avrebbe esclamato il vero Archimede uscendo sgocciolante e di furia dalla vasca da bagno dopo avere intuito le relazioni fra peso, volume e peso specifico, che in realtà furono scoperti in tempi successivi.

Idem come sopra con il famoso racconto della mela di Newton presunta illuminazione sulla legge di gravità.

E via di seguito.

Non è per pedanteria che l’autore si preoccupa di ristabilire la verità storica nei casi sopra citati, ma perché tiene a far capire bene al lettore una serie di qualità intrinseche al concetto di serendipità.

Prima di tutto Pievani infatti tiene a chiarire che non è esatto pensare al caso come alla componente principale della serendipità.

Nel senso che sopravviene spesso l’evento casuale, ma che questo cadrebbe nel vuoto se a individuarlo e a lavorarci sopra non ci fosse un professionista in grado di usare tutte le sue conoscenze per individuare la fecondità di quell’intuizione.

Che in ogni caso va poi messa alla prova nella maggior parte dei casi in esperimenti e studi destinati a procedere per anni fino a raggiungere le dovute verifiche.

Non a caso Pievani osserva che la premura di trovare applicazioni subito applicabili perché ci si trova magari in situazioni di emergenza o in tempo di guerra non è mai amica della ricerca scientifica, ma nemmeno del progresso tecnologico.

E’ vero però che l’indizio inatteso si presenta come fortuito nel senso che innumerevoli volte l’evento che condurrà a una nuova scoperta scientifica si presenta mentre lo scienziato stava lavorando a tutt’altro.

Gli esempi sono numerosissimi e mi guardo bene dal farne un elenco perché toglierei al lettore il piacere di scoprirli o quand’anche ne fosse già a conoscenza di apprendere come si è veramente arrivati a quella specifica scoperta.

Questo libro è una autentica miniera di dati , di storie e di personaggi della scienza solo in parte conosciuti dai non specialisti.

Ribadisco che Pievani è preciso e accurato, ma non è affatto noioso nella sua esposizione e che quindi il libro è leggibilissimo.




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