sabato 10 giugno 2023

Nikola Tesla La mia vita Prefazione di Gabriella Greison L’autobiografia di un genio. Editore Garzanti – recensione



Appena uscito in libreria in questa versione, l’autobiografia di Tesla si presenta come un volumetto di quasi cento pagine, agile e leggibilissimo.

E questa è da sola una notizia, perché stiamo parlando di uno dei massimi geni dell’umanità, che come gran parte dei suoi pari, ha provato a esternare agli umani normali il senso delle sue scoperte.

Peccato però che i libri che altri suoi pari hanno scritto sono risultati di difficile comprensione per chi non possiede una formazione scientifica specialistica.

Sto pensando, tanto per fare un esempio ,alla relatività di Einstein ,o alla cosmologia di Giordano Bruno ,o al dialogo sui massimi sistemi di Galileo.

Questa autobiografia di Tesla risulta invece accessibile e ben digeribile per tutti.

Con un’ulteriore, a mio parere, fondamentale elemento, che Tesla ci parla anche e spesso, della sua vita privata.

Cosa ,questa, tutt’altro che comune in opere di questo genere, dato che molti scienziati sono stati parecchio restii nel rendere pubbliche le loro vite quotidiane.

Questo elemento è veramente di grandissimo interesse e quasi direi spassoso nel caso di Tesla. Perché non credo sfuggisse a tale genio il fatto ,che descrivere nei particolari le qualità e le esperienze, veramente al limite dell’umano, potevano essere prese dai comuni mortali come stramberie di un matto, come infatti non pochi suoi contemporanei giudicarono Tesla.

Immagino che chi ,come lui, finisce per constatare di avere qualità visive a fondo scala ,per non dire, di un udito oltre a una decina di volte più sensibile di quello normale, provi un inevitabile sensazione di potenza, ma, immagino anche, un altrettanto inevitabile, sentimento di imbarazzo.

Perchè ,probabilmente, una persona in queste condizioni ,come minimo si chiede : ma se dico queste cose, gli altri ci crederanno?

Non parliamo poi del suo rapporto col mondo della psiche e della sua, tanto per cambiare ,eccezionale facoltà di passare fra realtà effettiva e universo onirico, stante il fatto che la sua capacità di rappresentarsi mentalmente in 3D i suoi progetti, anticipavano di un secolo la tecnologia dei visori per la realtà virtuale che compaiono solo oggi, e che lui non aveva nemmeno bisogno di portare, per crearsi gli stessi effetti visuali.

Ma non è finita.

Se non ho male interpretato ,dalla sua autobiografia ,sembra di poter dedurre che non dormiva più di mezzora.

Eccezionale? Non eccezionale, ma eccezionalissimo, se si può dire, perché lui stesso ci racconta come, proprio lui, in quanto supremo indagatore delle qualità e dei comportamenti dell’elettricità in tutte le sue forme, compreso ovviamente il tipo di trasmissione, comunicazione, intracerebrale, aveva intuito niente di meno che un processo atto a scaricare a terra e riavviare il computer della sua mente, che per quello che sappiamo ,è appunto lo scopo per il quale gli umani usano quotidianamente il sonno, appunto per scaricare lo stress della giornata e forse anche elaborare i ricordi.

Riuscire a inserirsi in questo meccanismo è veramente nel campo dell’ultra-umano, ma lui ne parla con naturalezza ,come di una sua normale esperienza.

Questo elemento ,tra l’altro spiega la sua capacità di lavoro, che avrebbe fatto impallidire il mitico Stakonov, di sovietica memoria.

Vorrei condividere poi col lettore un’altro mio personale particolare interesse : quando mi avvicino alla biografia dei grandi scienziati, sono sempre molto curioso di vedere se si riesce a dedurre quale era il rapporto di tali personaggi con la religione e le credenze su un al di là.

Come è noto per esempio Darwin ce ne ha parlato abbastanza a fondo.

Einstein non direttamente ma qualcosa ha fatto trapelare.

Ebbene Tesla, ci dice chiaramente che una sua esperienza di intuizione onirica, legata alla morte di una persona vicina, era stata da lui classificata come un inganno della mente, e che quindi non si trattava di nulla di reale.

Cercare di entrare nel mondo di Tesla ,tramite la lettura di questa autobiografia ,mi ha dato le medesime impressioni ,che ricordo di avere provato quando avevo letto , a suo tempo, Giulio Verne.

D’accordo, il paragone non sarà corretto, perché l’uno era uno scrittore visionario ,mentre l’altro è stato in grado ,non solo di inventare e rappresentarsi ,ma anche di realizzare grandi cose.

Ma non si può arrivare allo step della realizzazione senza passare da quello dell’invenzione ed è assolutamente affascinante immaginarsi il Tesla, quando usa la sua mente eccezionale ,non solo per immaginare, ma anche per rappresentarsi nei dettagli quello che oggi i computer sanno fare coi software di Cad avanzato in 3D, rappresentarsi cioè quello che oggi si definisce il “rendering” di un progetto.

Tesla era fin troppo avanti nel suo precedere il futuro.

Sto pensando per esempio alla sua saldissima convinzione che, dato che la terra è un conduttore, sarebbe possibile teletrasportare elettricità.

Altro che antropocene, Tesla vedeva oltre, se dava per scontata la possibilità di innescare la pioggia generando fulmini e controllando così le precipitazioni.

L’Homo Deus intravisto da Yuval Harari era già nella mente di Tesla, con in secolo abbondante di anticipo.

Non entro nelle scoperte realizzate dal genio.

Le lascio tutte al piacere della lettura.

E’ ovvio che ritengo la lettura di questo libro un must assoluto.

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