sabato 17 giugno 2023

Jacopo Iacoboni Gian Luca Paolucci : Oligarchi Come gli amici di Putin stanno comprando l’Italia Editrice Laterza – recensione

 



Il titolo ed il sottotitolo di questo saggio sono abbastanza diretti, da non lasciare spazio per equivoci.

Quello che sorprende ,poi ,leggendolo è l’incredibile mole di documentazione, che gli autori presentano per dare un fondamento alle loro scioccanti affermazioni.

Ho trovato estremamente utile il fatto di avere letto prima di questo libro, il saggio di Pietrobon sulla guerra ibrida (Emanuele Pietrobon : L’arte della guerra ibrida. Teoria e prassi della destabilizzazione, che avevo recensito sul mio blog : http://gmaldif-pantarei.blogspot.com/2023/02/emanuel-pietrobon-larte-della-guerra.html).

Perchè tutto si tiene, nel senso che oggidì, quella che Papa Francesco definisce la “guerra mondiale a pezzi”, viene combattuta per lo più in modo subdolo o mascherato e non con le armi convenzionali.

Oggi si preferisce far ricorso alla “proxy War”, cioè per procura ,da potenze egemoni ,che vogliono evitare di impegnare i propri soldati e che quindi pagano e forniscono armamenti a stati più,o meno gregari ,perché agiscano per loro conto.

Oppure, ricorrendo a sistemi di manipolazione dell’opinione pubblica e delle singole menti.

Usando, per esempio, ben orchestrate campagne sistematiche di disinformazione e di propaganda mascherata, usando i media, ma soprattutto il web.

Oppure, ancora, si comprano i favori di politici dei paesi che si vuole rendere “amici”, o ricorrendo alla corruzione diretta, o con le classiche operazioni di lobbismo.

Un’altro strumento indiretto, oggi molto usato, è quello di operare massicci investimenti per comprarsi influenza.

Non ultima arma, è quella dell’invadere il paese che si vuole in qualche modo assoggettare ,usando strumenti apparentemente nobili o neutri, come l’industria culturale e quella dell’intrattenimento, che è di per sé un potentissimo diffusore dei propri modi di vita e di visione del mondo.

Un’altro sistema di lobbismo, molto usato, e questo pure apparentemente nobile e neutro, è quello delle fondazioni, che vanno dal culturale ,all’economico.

Si organizzano eventi, e nel corso di questi, non si lesinano convincenti finanziamenti a sigle locali, che si dimostrino amichevoli per gli interessi che si vogliono promuovere.

Ecco è utilissimo avere le idee chiare su tutti i mezzi di influenza, diversi dalla brutale invasione militare, ma che possono portare risultati non meno efficaci che vanno dalla “fidelizzazione” ,all’inserimento nella propria sfera di influenza, usando organizzazioni di cooperazione economica ,fino ad arrivare, quando possibile, a quelle di alleanza militare vera e propria.

Fatta questa indispensabile premessa di carattere ,diciamo “tecnico”, si può passare alla incredibile rassegna contenuta in questo singolare saggio.

Intendiamoci, i fatti narrati hanno due o più facce e non è sempre scontato che nascondano ben altro.

Per una strana convenzione i riccastri russi vengono qualificati come “oligarchi”, mentre per quelli americani si usa il termine “tycoon”, i magnati dei media digitali ,poi ,sono considerati una tipologia a sé stante.

E’ chiaro che il termine oligarca viene usato caricandolo di una valenza negativa.

Per carità, rispetto l’enorme lavoro di analisi e di ricerca ,che hanno fatto gli autori di questo libro, ma prima di stupirmi o di rabbrividire, per le evidenze riferite, circa la volontà di una potenza straniera e in questi caso della Russia, di interferire negli affari interni del nostro paese, mi chiedo se non si visualizzerebbero situazioni per lo più sovrapponibili a quelle descritte nel volume se la medesima analisi venisse fatta da altri giornalisti di inchiesta ,sulle interferenze sempre negli affari italiani da parte delle agenzie statunitensi.

E perché no cinesi?

Voglio dire, di quello che è documentato, va presa doverosa contezza ,anche e sopratutto per gli aspetti sgradevoli e potenzialmente dannosi per i nostri interessi nazionali.

Ma, evitiamo di metterci puerili filtri ideologici, che ci spingano a passare dall’analisi fredda ,al giudizio di valore, colorando di buono e profumati tutto quello che è a stelle e strisce e disgustoso e barbaro quello che è russo o cinese.

Cioè ,i fatti sono fatti ,e sarebbe folle sottovalutarne la possibile pericolosità, ma prima di passarli ad un vaglio ed a una qualificazione etica, mettiamogli vicino le analoghe interferenze ,mascherate da altro ,che ci sono e saranno propinate dalle altre potenze egemoni o aspiranti egemoni.

Ecco il libro, del quale parliamo, riporta delle analisi puntuali e molto documentate, ma purtroppo, e questo è almeno il mio parere, gli autori non hanno sentito la necessità di fare anche loro questa premessa metodologica, sulla constatazione che le medesime cose le fanno tutte le potenze esistenti in geopolitica.

Questo non inficia la validità del lavoro, ma rischia di sminuirne il livello, se non viene mai smentito un pregiudizio ideologico di fondo.

Detto questo, i fatti riferiti sono veramente di grande peso sia sul piano quantitativo che sul piano qualitativo.

Gli autori sono giornalisti e Iacoboni con particolare esperienza nella conduzione di inchieste.

Non sono però analisti geopolitici, se lo fossero il saggio ci avrebbe guadagnato dando più senso complessivo al loro lavoro.

Dico questo, perché hanno fatto un enorme lavoro di analisi e di documentazione su un numero veramente elevato di oligarchi, mettendo in evidenza il loro legame con Putin.

Ecco, se avessero avuto una formazione da analisti geopolitici, il loro lavoro sarebbe diventato veramente fondamentale per decifrare la struttura della odierna “governance” russa.

Comunque i dati per arrivarci li forniscono.

Purtroppo, però ,il lavoro sembra lasciar credere alla favola dell ‘”uomo solo al comando” ,come se fosse onnipotente, mentre proprio la vastità della loro analisi, dimostra ,che qualsiasi potere per “autocratico” che sia, è sempre condiviso con una cerchia spesso anche ampia di sottopoteri.

Il capo, come spesso capita, ha pescato fra amici e colleghi.

Amici del suo circolo di judo di San Pietroburgo e colleghi dell’ex KGB a cominciare dalla sede di Dresda dove Putin si era formato.

Alcuni di questi sono diventati ricchissimi e potentissimi.

E hanno investito veramente molto in Italia ,Toscana e Sardegna in particolare.

Questa è un’ingerenza negli affari italiani ?

Può esserlo o diventarlo in parte, ma è anche una dimostrazione di interesse, di amicizia, che dà lavoro a non poche persone nel nostro paese, valorizzando intere zone turistiche.

La medaglia ha sempre due facce, vederne una sola non è un vantaggio.

La maggioranza delle figure citate e analizzate nel libro sono delle potenze nel campo energetico.

Va bene lo sono, ma ,padroni e gestori delle Sette Sorelle e loro discendenti ,erano e sono mammolette ?

Sembra proprio di no.

Le monarchie del Golfo, anche loro mammolette?

Proprio no, ma un accenno a questo fatto non avrebbe guastato.

Molto spazio è lasciato nel libro al lavoro nella disinformazione e nella propaganda, dove i russi non risparmiano impegno e soldi.

Certo che c’è ed è opportuno esserne a conoscenza.

Ma perché non fare nemmeno un accenno alla potenza di fuoco, pari e contraria ,delle agenzie americane, che hanno comunque, diciamo per essere gentili, una influenza comunque preponderante sulla capacità di indirizzare i nostri media?

In conclusione ,un libro di notevole interesse, non ostante qualche pecca, che si può agevolmente superare se si ha qualche nozione di geopolitica.






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