venerdì 15 settembre 2023

George Friedman : The next 100 Years A forcast for the 21st Century If you think you know where the world is headed,think again….Alisonandbusy.com - recensione

 




Beh, arrivato al terzo impegno con le opere di George Friedman, credo di avere trovato proprio in questo terzo libro la migliore esposizione del Friedman pensiero, che ,a quanto pare, costituisce anche il canovaccio dell’analisi geopolitica più condiviso.

Si tratta quindi di un saggio importante e impegnativo.

Come in tutte le opere emergono anche i chiaroscuri tipici di questo Autore, che non potrebbe essere più rappresentativo del modo di essere americano.

In Italia, ma nemmeno in Europa, infatti ,non ce lo vedrei proprio un non accademico ,che come Friedman, diventa fondatore di una start up di successo nel campo dell’intelligence, che fa le pulci, nientemeno che alla CIA, facendo nel contempo anche un business di successo.

Eppure questa commistione creativa fra pubblico e privato, che funziona, e che ben poco ha a che fare con l’ideologia liberista di facciata, è forse proprio la chiave della pressochè incontrastata

egemonia planetaria attuale degli Stati Uniti.

Leggendo il libro lo si capisce benissimo.

Immagino che gli intellettuali nostrani, esperti di materie analoghe ,trovino piuttosto arrogante il modo di scrivere di Friedman.

Confesso che, obiettivamente, questa è un’impressione che ho avuto anch’io, perché bisogna essere ben sicuri della bontà dei propri parametri di analisi, per lanciarsi in previsioni , che vanno tranquillamente fino alle guerre stellari ,delineate per fine secolo.

E’ vero, del resto, che Friedman è tutt’altro che un ingenuo e che più volte ribadisce, che nelle sue previsioni non sono i particolari ,che devono essere presi per oro colato dai lettori, ma piuttosto il metodo di analisi che è sotteso alle sue analisi geopolitiche.

E infatti nei suoi primi saggi aveva, per esempio ,prevista per gli ultimi decenni del secolo scorso una guerra Usa – Giappone che fortunatamente non c’è stata.

In questo libro, poi, la gran parte delle previsioni particolareggiate non mi convincono affatto : dal dissolvimento della Federazione Russa, alla contemporanea implosione della Cina, fino al pronosticare il sorgere di una grande potenza Est Europea incentrata sulla Polonia , al declino inesorabile dell’Europa e delle attuali potenze europee a cominciare dalla Germania, al consolidarsi di qualcosa di simile a un rinato impero ottomano incentrato ovviamente sulla Turchia e al sorgere in Asia del Giappone come potenza egemone regionale.

Meno che meno, mi convince la previsione di un consolidamento dell’egemonia americana, che durerebbe rafforzandosi per tutto il secolo, in modo incontrastato.

La sottovalutazione della Cina, come grande potenza emergente ,che fa Friedman ,mi appare veramente sorprendente per un analista del suo calibro.

Così pure la sicurezza con la quale liquida la Russia ,mi sembra veramente non sufficientemente appoggiata a elementi reali.

Ma il peggio a mio parere è il non voler cogliere alcuni dati che molti suoi colleghi oggi mettono in luce.

Non esiste solo l’Occidente!

L’enorme potenza di fuoco economico ,e non solo, che gli Stati Uniti hanno diretto e stanno dirigendo contro la Russia nella proxy war d’Ucraina, non ha affatto messo la Russia al tappeto e sta a dimostrare che la Russia medesima non è isolata nel mondo, che conta 8 miliardi di abitanti ,dei quali, noi occidentali, siamo una piccola, ma veramente piccola minoranza (un ottavo).

Sempre personalmente, trovo veramente irritante il fatto che Friedman giudichi del tutto ovvio, che la preponderante (secondo lui) egemonia americana comporti il fatto che il resto del mondo ,per il solo fatto di non possedere qualcosa, che contrasti la bruta potenza delle sette flotte americane, debba adattarsi ad appiattirsi sulla attuale cultura americana, che sarebbe destinata a diventare pensiero unico globale.

Trovo talmente irritante la sicumera con la quale vengono presentate queste previsioni, che mi chiedo se l’Autore ha dedicato il tempo che sarebbe dovuto, per studiare la storia e le istituzioni delle altre civiltà a cominciare da quelle asiatiche.

Peccato, perché quando l’autore osa meno e sta più coi piedi per terra, riesce a delineare veramente i principi fondativi di questa nuova e importantissima disciplina che è la geopolitica.

Credo di non esagerare, se dico che leggendo le analisi di Friedman ,sembra di risentire il famoso “segretario fiorentino”, cioè Nicolò Macchiavelli ,quando per la prima volta nella storia ,va a ricercare le “leggi” della politica ,che esistono autonomamente dalle ideologie e dall’etica.

Illuminante il paragone ,che fa Friedman fra la chiave di lettura dell’economia liberale ,enunciata da Adam Smith ,basata sulla famosa “mano invisibile” del mercato ,che stabilizzerebbe le oscillazioni e che non richiederebbe interventi razionali esterni, e “le forze oscure”, che spingono i decisori politici a muoversi secondo linee di fondo, che sono anche loro indipendenti da ideologie, etica o considerazioni esclusivamente razionali.

Cioè, in poche parole, non conta nella sostanza che il presidente sia repubblicano o democratico perché ambedue , guidati dalle medesime agenzie, finiranno per seguire le strategie di fondo ,che sottostanno alla storia e che corrispondono all’interesse di quella potenza.

La geopolitica è questa.

Certo che se la giudichiamo con altri criteri ,non ci apparirà molto bella, perché da un punto di vista etico, ideologico o filosofico,ci riporta probabilmente ai fondamenti del De Cive di Thomas Hobbes.

In conclusione, se il lettore vuole approfondire i fondamenti della geopolitica, questo è il libro per lui.

Acquisirà i fondamenti, e poi a suo giudizio, seguendo quelli e i dati che gli sono noti, avrà ovviamente facoltà di condividere o di rifiutare le previsioni di Friedman.

Ma forse, lo stesso autore intende le previsioni ,così dettagliate, più il risultato di un’esercitazione, che altro.

Che conta e rimarrà è il metodo di analisi non le previsioni.



Nessun commento: