venerdì 23 febbraio 2024

Gianni Oliva 45 milioni di antifascisti . Il voltafaccia di di una nazione che non ha fatto i conti con il ventennio – Le scie Mondadori – recensione


 

Il titolo del libro è tratto da una delle celebri battute di Winston Churchill ,sarcastica e piuttosto feroce nei nostri confronti : “In Italia sino al 25 luglio c’erano 45 milioni di fascisti; dal giorno

dopo, 45 milioni di antifascisti. Ma non mi risulta che l’Italia abbia 90 milioni di abitanti”.

L’autore, che ,non per nulla, è docente di storia delle istituzioni militari, con questo libro si è assunto l’ ingrato compito di far intendere agli italiani ,che, se vogliono capire il presente, non possono permettersi di ignorare la storia, quella vera degli storici, non le narrazioni alterne della politica.

Questo significa che ,diversamente da quello che, dalla fine della guerra ,l’anno prossimo saranno 80 anni, recita la narrazione corrente, la guerra medesima l’abbiamo persa, con delle conseguenze che hanno pesato su quegli 80 anni passati in modo massiccio.

Certo, possiamo fare finta di non sapere che in Italia, un paese straniero ,anche se alleato ,cioè gli Stati Uniti, egemone fra i vincitori della guerra, occupa sul nostro territorio nazionale qualcosa come 111/120 basi militari conosciute ,essendo quelle segrete sconosciute per definizione, con circa 13.000 soldati americani e relativi mezzi e armamenti.

E questo basterebbe per indurci a una certa riflessione.

Ma forse è ancora più strano che non si rifletta sul fatto, assolutamente basilare, che non si è mai visto nella storia un paese dalla parte dei vincitori, al quale alla fine viene strappata una parte consistente del suo territorio nazionale (Istria e isole dell’Adriatico etc.) costringendo centinaia di migliaia di italiani a lasciare le proprie case perdendo tutto, per rifugiarsi come esuli in altre parti del paese come è successo finita la guerra.

Perfino i testi scolastici sono reticenti su questo argomento, per non parlare dei connessi fattacci delle foibe.

Memoria oscurata perché così faceva comodo.

Basterebbero i fatti sopra citati a far capire a chiunque, che la guerra non l’avevamo affatto vinta e che quindi occorreva realisticamente elaborare quella sconfitta e non inventarsi narrazioni di comodo, per cercare di convincerci di un inverosimile contrario.

In perfetta buona fede, ed anzi dimostrando alta capacità politica, Alcide De Gasperi alla Conferenza di Parigi , fece un celebre discorso :”Sento che tutto tranne la vostra personale cortesia è contro di mè: è sopratutto la mia qualifica di ex- nemico che mi fa ritenere un imputato…...sento la responsabilità e il diritto di parlare come italiano democratico antifascista…”

Tra l’altro De Gasperi ebbe il coraggio in quello stesso discorso di criticare aspramente la cessione dell’80% della Venezia Giulia alla Jugolavia.

Ma purtroppo quel nobilissimo discorso venne preso a prestito per costruire una narrazione di comodo per tutte le forze politiche della nuova Italia.

Quello che era un brillante artificio dialettico usato dal più grande statista che l’Italia post fascista abbia avuto per cercare di ricostruire l’onorabilità del nostro paese ,cioè proprio la rivendicazione di essere lui un Presidente che era stato incontrovertibilmente antifascista e democratico per aggiungere che il popolo italiano non fu mai ex-nemico degli Alleati vincitori.

Inattaccabile la proclamazione dell’essere democratico e antifascista, tirata invece oltre al limite del verosimile, anche se di indubbia utilità politica in quella sede ,la successiva affermazione con la quale De Gasperi usò la propria onorabilità per coprire l’ intero popolo italiano, che secondo la storiografia ,non si era comportato proprio in modo così onorevole durante il venennio.

Nacque così la vulgata che dura tutt’ora : il popolo italiano non ha alcuna responsabilità per il ventennio, che sarebbe invece tutta ascrivibile a quel pazzo di Mussolini ed a quel mollaccione del Re.

Il popolo italiano è stato vittima di una dittatura violenta ,che gli impediva di ribellarsi.

Ma si riscattò comunque partecipando alla lotta di Resistenza.

Non furono i partigiani a “liberare “ le grandi città il 25 aprile?

Questa narrazione ha fatto comodo nel dopoguerra sia alle forze politiche di maggioranza, sia a quelle di opposizione e infatti è durata e sostanzialmente dura tutt’ora, peccato però che sul piano storico si rivela del tutto insostenibile per una serie di ragioni che il libro analizza con precisione e freddezza.

Inutile che dica che per ragionare su queste cose occorre preliminarmente acquisire un punto di partenza che dovrebbe essere ovvio : la storia non è né di destra né di sinistra, ma è quello che gli storici riescono a mettere insieme dall’analisi di documenti consultabili da tutti. Punto.

Su questa base ecco alcuni punti fermi :

Mentre in altri paesi (Francia e Paesi nordici il nazifascismo è stato imposto con l’occupazione militare, l’Italia il fascismo lo ha inventato ed ha cercato di esportarlo a volte con successo.

L’analisi storica ha appurato che almeno per il primo ventennio il fascismo non è stato imposto a tutti con la forza, ma ha goduto di un consenso di popolo vastissimo, anche se usava la forza degli squadristi e degli arditi, che si ispiravano a una filosofia aberrante, ma questa è una ulteriore aggravante della responsabilità del popolo di allora.

Non è quindi sostenibile la tesi comune del popolo “vittima” della violenza fascista e quindi senza alcuna responsabilità.

E’ vero che la Resistenza limitata geograficamente al Nord, ha salvato la nostra dignità da un punto di vista morale, ma da un punto di vista militare ,non ha rappresentato niente di più di un classico moto di guerriglia, diretto a creare difficoltà alla logistica dell’esercito tedesco.

I limiti numerici del resto sono impietosi.

Il popolo era da un’altra parte.

Questo non significa affatto che quasi tutti fossero fascisti, no questa non è per niente la lettura accreditata dalla storia, beninteso però riferendoci agli anni della guerra e sopratutto dal 43 al 45.

Il popolo era in gran parte identificabile con l’enorme plotone della zona grigia, tutta dedita al proprio privato, che aveva una priorità assoluta : il desiderio della fine della guerra il più presto possibile, evitando di spingersi in scelte di qua o di là.

Finita la guerra, la narrazione vittimistica che esentava dall’assunzione di responsabilità è stata aiutata da più fattori:

Faceva comodo sostanzialmente a tutte le forze politiche;

Era favorita dagli alleati ,che davano la priorità al raggiungimento della massima stabilità possibile e quindi tendenzialmente favorivano il riferimento alla classe amministrativa e dirigente esistente;

Il clima sopra descritto ha portato alla scelta scellerata o saggia è tutto da vedere, di evitare di fatto di fare epurazioni e di dichiarare invece la famosa amnistia di Togliatti, ministro della giustizia, diversamente da quello che avvenne allora nella vicina Francia e nei paesi nordici ,che realizzarono una epurazione abbastanza drastica.

Uno dei capitoli più interessanti del libro metto in evidenza una lista di incredibili, obiettive assurdità derivanti dalla mancata epurazione che favori un indecente trasformismo: dal presidente della Tribunale della Razza, che diventa presidente della Corte Costituzionale : al direttore del carcere ,dove erano rinchiusi alcuni dei principali leader antifascisti ,che diventa questore di Milano, al tempo del presunto suicidio di Pinelli, eccetera.

Forse Togliatti aveva un poco esagerato.

Perchè aprire gli occhi sulla realtà storica e superare la poco verosimile vulgata basata sul vittimismo ?

Non certo per volontà di sottoporsi a inutili fustigazioni masochistiche, alle quali siamo del resto avvezzi in altri settori.

Ma perché come oggi fortunatamente spingono le opere di autori che trovano sempre più diffusione e favore ,da Antonio Scurati, a Lucio Caracciolo ad Alessandro Barbero, prendere atto della realtà storica, facendo così “ i conti col passato fascismo” ,ci consentirebbe di analizzare i fatti per cercare di capire perché i nostri nonni e non i marziani, hanno inventato il fascismo e poi l’hanno praticato volenterosamente in massa per lungo tempo.

Questo serve per individuare vizi atavici pericolosi, per poterli curare come una malattia.


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