lunedì 10 giugno 2024

Nicolai Lilin La guerra e l’odio. Le radici profonde del conflitto fra Russia e Ucraina. Piemme Editore – recensione

 




L’autore, romanziere, saggista e artista grafico-figurativo , è nato in Moldavia ,anzi è opportuno precisare, in quella regione della Moldavia ,che si chiama Transnistria (Bessarabia) ,che da tempo reclama la sua autonomia dalla Moldavia medesima e non nasconde la sua simpatia per la Russia.

Per chi non lo sapesse, quella piccola regione situata fra Moldavia e Ucraina è stata ritenuta talmente leale e vicina dalla Russia, che fin dalla caduta dell’Urss si è trovata ad ospitare la santabarbara dell’ex Patto di Varsavia, cioè in altre parole, si trova ad essere quella regione del mondo che ospita la più alta concentrazione di esplosivi per chilometro quadrato.

Per avvicinarci meglio al personaggio diciamo anche che il suo nome vero è Nikolaj Verzcickij, e che quel Lilin è lo pseudonimo che si è scelto per firmare le sue opere.

E’ cittadino italiano e vive e lavora qui da noi dal 2004.

La sua famiglia è di origini siberiane,polacche,ebraiche e tedesche.

Gli venne subito una certa notorietà con la pubblicazione del romanzo “Educazione Siberina” una quindicina di anni fa.

Curiosamente, in quel romanzo parzialmente autobiografico, rivendica ai suoi antenati l’appartenenza a una casta criminale, che si ispirerebbe però a una forte etica ,diretta a combattere il potere corrotto.

Tiene a Milano un laboratorio artistico e disegna tatuaggi oltre a dare consulenza di “tiro a lunga distanza”, come apprendiamo dal suo ricco profilo su Wikipedia.

Oltre che dieci romanzi ,ha pubblicato un saggio su Putin (anche con spunti critici) e un libro di racconti per ragazzi.

Ha collaborato allo script per trarre la versione cinematografica del suo primo romanzo diretta da Salvadores.

E’ stato duramente ripreso da alcuni accademici per aver fatto passare per autobiografici fatti da loro considerati di pura fantasia.

Nel suo canale Telegram e su Youtube segue la guerra in Ucraina non nascondendo le sue posizioni filo-russe.

Mi sono dilungato nel delineare la biografia di Lilin ,per sottolineare il fatto che si tratta di un personaggio complesso ,dotato di aspetti contraddittori, che qualche scivolone probabilmente deve averlo preso, ma che non ha difficoltà a riconoscerlo.

La complessa e contraddittoria biografia di Lilin mi sembra oltretutto fatta apposta per rispecchiare proprio la realtà effettiva della guerra in Ucraina.

Chi affronta questo problema in termini di ragione – torto, oppure di chi ha vinto e chi ha perso, può ovviamente pensarla come crede, ma non sarebbe male che accettasse di conoscere anche chi segue un’altra linea di pensiero come Lilin, e che, guarda caso ,si trova più vicino alle posizioni dei russi che a quelle dei seguaci di Vlodomir Zelensky ,per la semplice ragione che parla russo, essendo cresciuto nell’ambito di quella cultura.

Dico cultura, perché se parlassimo di storia, ci metteremmo nei guai ,perché la storia di quelle regioni è terribilmente complicata e certo ben difficile da semplificare.

Se andiamo a cercare il bianco e il nero nella storia dell’Ucraina, ne usciamo letteralmente ubriachi, perché, anche se prendiamo appunti, alla fine non ci ritroviamo affatto con le famose idee chiare e distinte ,di scolastica memoria.

Mi limito a pochissime considerazioni ,che ho ritrovato nel libro di Lilin ,e che ritengo valide, almeno come punti di meditazione e di approfondimento.

Forse quella più basilare, è che il nazionalismo ucraino, sul quale si basa tutta la politica di Zelensky, non ha una base di carattere etnico, che si può agevolmente individuare in altri paesi ex Urss come, che so io, il Tagikistan, l’Uzbekistan, l’Ungheria eccetera.

Ma è’ un fatto identitario di tipo culturale, cioè basato su una certa narrazione.

Altro elemento fondamentale ,quello della lingua ,andrebbe certo approfondito da parte di esperti.

Lilin ne parla in modo approfondito e, dico subito ,che non sono in grado di valutarne il merito, non conoscendo né il,russo, né l’ucraino.

Certo che se tutto si riducesse a dire Karkyv (ucraino) o Karkov (russo) o poco di più, come sembra suggerire Lilin, difficilmente si potrebbero giustificare almeno 100.000 caduti per parte e cinque volte di più di feriti, come computano gli esperti.

Rimane comunque difficilmente contestabile il fatto che in Ucraina circa la metà degli abitanti sono russofoni e che comunque anche l’altra metà capisce il russo.

Fare la guerra fra due parti che sono quantomeno fratelli è un impresa doppiamente dolorosa.

L’analsi di Lilin si concentra sopratutto su quella parte del territorio ucraino che è la Galizia (Ucraina sud occidentale) ,con capitale noi diciamo Leopoli, Lviv in ucraino Lvov in russo.

Perhè, a suo dire, è in questa parte, che per ragione storiche complesse si è consolidato il nazionalismo ucraino.

Capisco che è la storia è complessa e spesso macchinosa, ma non è certo inutile seguirla per vedere quanto è complicata e quanto oserei dire è poco ucraina ,se non in senso passivo ,cioè di comunanza di sottomissione a dominazioni straniere : polacche, austriache, austro-ungariche, zariste eccetera.

Di conseguenza, a mio modesto parere, sarebbe utile per tutti prendere visione del punto di vista di Lilin, che verosimilmente rispecchia quello di una buona parte del popolo ucraino.

Non posso però non fare presente ,che non capisco , perché Lilin ricorra così spesso a un linguaggio urtante, quando ritiene di gratificare Zelensky e i suoi seguaci come nazisti.

Posso capire le assonanze culturali e storiche ,sulle quali cerca di aggrapparsi, ma la cosa riesce assolutamente controproducente e finisce per rendere facile il gioco ai professionisti del pensiero unico dei media, rigorosamente filo-atlantici ,seguaci dei valori non rinunciabili eccetera, che faranno finta di vedere solo quello che risulta loro utile per bollare Lilin come quinta colonna di Putin.

Peccato, perché non si può negare, che Lilin rappresenti una delle rarissime voci, capaci di farsi udire, che propone una narrazione non allineata col Biden-Zelensky pensiero.

E, si può vederla come si vuole, ma è fuori discussione che non può esserci pensiero critico, senza confronto fra tesi contrapposte, il contrario ,cioè, del pensiero unico.

Lilin può dare un contributo, ma ,caspita!, che si guardi di non cadere così spesso nel tranello di usare e ripetere lui stesso alcuni degli slogan propagandistici del Kremlino, perché quando lo fa perde completamente credibilità e autorevolezza.


Nessun commento: