martedì 18 giugno 2024

Carlos Castaneda The Teaching of Don Juan A Yagui Way of Knowledge – recensione

 




Come tutti, immagino, avevo sentito parlare di Carlos Castaneda come di un autore di successo, ma non ne sapevo niente di più.

Poi leggendo e recensendo il libro di Francesco Tormen ,sui “sogni lucidi” ,a metà fra neuroscienze, filosofia, spiritualità e antropologia (https://gmaldif-pantarei.blogspot.com/2024/04/francesco-tormen-con-gli-occhi-aperti.html ) ho trovato diverse citazioni su Castaneda ,come divulgatore del pensiero sciamanico messicano e la curiosità di approfondire mi ha spinto ad accostarmi alla sua opera principale.

Castaneda, di origine peruviana ,che però ha studiato ed ha vissuto prevalentemente in America,e ha scritto generalmente usando l’inglese (laurea alla UCLA) ,è un personaggio controverso e del quale si sa solo quello ,che ha ritenuto di farci sapere, anche perché ha avuto dei periodi nei quali scompariva dai radar e nessuno sapeva dov’era.

Si sa per certo ,che ha venduto milioni di copie (8 per la precisione) dei suoi libri ,nei quali pretendeva di raccontare la sua esperienza di discepolo, di quello che descrive come uno sciamano messicano, Don Juan, con l’aiuto del quale avrebbe acquisito la sapienza e le tecniche del pensiero, appunto sciamanico precolombiano, nato in quella zona geografica (deserto di Sonora).

Anche se il successo dei suoi libri dimostra che la gran parte dei lettori ha accettato la sua versione, non si può tacere il fatto ,che il mondo letterario e sopratutto accademico, ha contestato la

veridicità della sua narrazione, nel senso che l’ha definita come opera di fantasia e non corretta analisi antropologica.

L’autore in effetti non ha fatto niente per appoggiare la sua narrazione su testimonianze di terzi.

Alcuni accademici gli hanno addirittura contestato di essersi appropriato anche di quanto acquisito da antropologi professionali.

Ma comunque sia ,le sue narrazioni sono ben articolate e, dato il genere, anche verosimili, e quindi ,che siano analisi antropologiche, o pura fantasia, la disputa non inficia il grande interesse sul tipo di spiritualità e di filosofia che ci viene proposto.

Tra l’altro non risulta che le sue descrizioni dello sciamanesimo messicano siano state contestate da cultori della materia, cioè da altri veri o presunti sciamani messicani.

Per farla breve, la narrazione dell’apprendistato ,vero o presunto, dell’autore presso il maestro-sciamano Don Juan ,è estremamente dettagliata e si basa quasi interamente sulle esperienze di accesso a una diversa realtà, tramite l’aiuto, proveniente dall’uso sopratutto di due piante messicane, notoriamente dotate di proprietà psichedeliche allucinogene : il peyote (Lophophora williamsii) ,ricca di mescalina ,e la così detta “erba del diavolo” (Datura Stramonium).

Viene descritto come accostarsi a queste piante, non certo alla maniera dei raccoglitori di funghi, ma seguendo procedure rituali estremamente precise e complesse.

Con il cactus peyote la cosa risulta relativamente semplice perché va raccolto, lasciato seccare e poi masticato.

Castaneda descrive l’accostamento a queste piante sempre come se si fosse in un ambiente antropomorfo, cioè come se le piante avessero, di loro, forme di energia ,che scambierebbero con noi solo in certe condizioni.

Chissà cosa ne pensa di questo approccio il Prof. Mancuso, notissimo botanico, mi propongo di approfondire questo aspetto.

Molto più complicato e macchinoso invece l’approccio all’erba del diavolo.

Ecco ,forse la parte meno convincente del libro, la si ritrova in questi complessi rituali, che a volte nella loro ricercata e forse eccessiva macchinosità richiamano il pentolone fumante di Mago Merlino, che però non aveva l’ambizione di enunciare teorie antropologiche.

Teniamo conto però che l’uso di determinate piante non è descritto da Castaneda come un qualcosa di fine a sì stesso, ma è la ricerca di un aiuto per entrare in una realtà parallela che porta a vivere esperienze in altre realtà.

Va ricordato poi che nel terzo dei suoi libri Castaneda tiene a dire però che tutto il cammino di conoscenza da lui descritto può essere intrapreso con successo anche facendo a meno del ricorso alle erbe psichedeliche.

Forse si era reso conto che, al di là della sua buona fede, il suo entusiasmo per una realtà parallela poteva essere interpretato dai meno provveduti come un incitamento a fare uso di droghe e questo non era sicuramente il suo intento.

Ecco forse il punto debole delle narrazioni di Castaneda sta nel fatto di accennare a elementi di cosmologie e filosofie- spiritualità, di grandissimo fascino e interesse, ma accostandosi solamente, senza nemmeno provare a enunciare una qualche teorizzazione sistematica.

Per la verità un tentativo l’ha fatto come risulta dal suo libro intitolato Tensegrità, che sembra però una banalizzazione delle sue intuizioni ridotte a metodo di “movimenti magici del corpo”.

Al di là di inevitabili punti di caduta, le esperienze del Castaneda – allievo, lo portano a sperimentare esperienze formidabili.

Dalla levitazione, alla divinazione, ben al di là dalle leggi della fisica.

Sciocchezze? Ciarlatanerie?

Ma! Sarei prudente nel giudicare ,perchè questi “stati” non convenzionali, mi hanno immediatamente richiamato quelli dei “sogni lucidi” ,descritti nel libro di Tormen ,che ho citato all’inizio, che non descrivono niente di diverso.

Tormen, che non è un romanziere, ma uno studioso qualificato in particolare in materia di antiche spiritualità asiatiche come il buddismo tibetano, accenna con ben altro spessore a possibili cosmologie e filosofie alternative alle nostre occidentali.

Come la geopolitica, ci sta insegnando ,che il mondo è ben più grande del nostro Occidente ,e che il resto del mondo, che costituisce la stragrande maggioranza, va seriamente studiato se vogliamo capirci qualcosa del mondo in cui viviamo oggidì, parimenti ,non esiste solo la filosofia greca ,sulla quale basiamo le nostre convinzioni e i nostri valori, c’è anche altro che va studiato e che non ha minore dignità culturale.

Ecco, Castaneda ,penso che andrebbe letto traendone il massimo vantaggio seguendo la chiave di lettura che ho sopra accennato.

















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