mercoledì 3 luglio 2024

Paolo Franchi : L’irregolare Una vita di Gianni De Michelis – Marsilio Editore – recensione

 





Dopo aver affrontato (non senza qualche fatica) la corposa biografia di Berlusconi ,scritta da Filippo Ceccarelli, mi sono imbattuto nella altrettanto recente biografia di un altro grande outsider della politica italiana Gianni De Michelis.

Mi ha molto interessato perché, come nel caso di Berlusconi mi sembra ingiusto che il destino abbia lasciato alla (poca) memoria dei posteri più i lati singolarmente ,diciamo, folkloristici e contro-corrente della vita privata dei due personaggi, più che la loro eredità politica, che pure è stata corposa , forse ancora più nel caso di De Michelis.

L’autore ,che per essere stato testimone oculare di quello che narra,non può essere un giovinetto, ha avuto la ventura di transitare per le redazioni di alcune delle principali testate vicine al Pci, per poi approdare a una lunga permanenza in Via Solferino, e quindi, diciamolo pure, al top del giornalismo italiano.

La conoscenza personale di De Michelis, ma anche di tanti altri esponenti della vita politica di lui contemporanei, lo porta a mettere in evidenza il carattere veramente singolare del personaggio, per il quale nutre chiaramente parecchia stima.

De Michelis appartiene alla razza di chi è cresciuto a pane e politica fin dalla più tenera età.

E le contraddizioni sempre presenti nell’avventura umana della nostra specie, in De Michelis sono ancora più accentuate.

Per esempio ,il fatto che il politico più, diciamo, spregiudicato nella vita privata ,come è stato De Michelis,fosse figlio di un pastore metodista che non consentiva che si toccasse cibo ,senza premettere il dovuto ringraziamento all’Altissimo.

Sarà bene che lo dica, perché è passato un sacco di tempo da quegli anni 80 ,attraversati dal probabilmente più fidato ministro di osservanza craxiana, e quindi i più giovani non sanno che il personaggio, se pure sanguigno ed estroverso di carattere, passava abitualmente con disinvoltura da Consigli dei ministri al fianco di Andreotti, a intere nottate in discoteca, e che finì per conoscerle così bene da scriverci sopra una specie di libro-guida turistica.

Ma chi non lo conosce, non faccia l’errore di assimilare le serate in discoteca di De Michelis, alle alle “serate eleganti” con annessi e connessi di Silvio Berlusconi, sono due mondi diversissimi.

Per De Michelis erano uno svago come avrebbe potuto essere per altri un paio d’ore in palestra.

Infatti la figura di De Michelis non si può nemmeno delineare, senza dire anche, che di professione era professore universitario di chimica industriale.

Abituato a quel guardare lontano, che contraddistingue chi allo studio sistematico è abituato a dedicare parecchie ore della propria vita.

Le discoteche ci sono, ma non sono certo quelle, che hanno contraddistinto questo personaggio.

Per chi ama approfondire o semplicemente ripassare, quelli che oggi ,si direbbero, gli ultimi anni della prima repubblica, questo è uno dei libri giusti.

Abbiamo accennato prima alle contraddizioni tipiche dell’animo umano.

De Michelis ne ha collezionate e parecchio di peso.

Politicamente era nato socialista, ma ideologicamente di fede lombardiana, cioè dell’ala decisamente di sinistra del partito.

Ma forse, la sua formazione professionale, indirizzata al fare, al mondo industriale ,lo portava a privilegiare la programmazione di “riforme di struttura” ,con la mentalità del “problem solving”, più che a farsi condizionare dall’ideologia.

Sempre gli è rimasto attaccato il chiodo tipico della storia socialista italiana, di smarcarsi prioritariamente da qualsiasi forma di subordinazione rispetto agli ingombranti vicini comunisti.

Fin dagli anni formativi delle lotte per gli organismi rappresentativi universitari, il nemico da battere era ,probabilmente, prima il comunista e poi tutti gli altri, pur essendo De Michelis assolutamente e genuinamente di sinistra.

In Italia è andata così.

Oltre ad essere figlio di un pastore metodista, il cui regalo di maggior peso e significato è stata quella Bibbia, che ha tenuto sempre sul comodino, lui ateo o tutt’al più agnostico, ma non oltre, un altra singolarità non propriamente socialista che ha collezionato è stata sposare la rampolla di una delle grandi e rinomate famiglie veneziane.

Come il suo capo è stato pesantemente inquisito da tangentopoli, ma, a differenza di Craxi, ne è uscito bene, se pure provatissimo come tutti gli altri.

Il libro è interessantissimo, perché interessantissimo è il personaggio, e l’autore ha avuto la capacità di condensare tutto quanto in uno spazio più che ragionevole.