Uno può pensarla politicamente come crede, cioè può essere di destra o di sinistra, ma comunque la pensi non può fare a meno di accorgersi della domanda che compare da mesi su tutti i più titolati media del mondo : “ma come mai gli italiani con il patrimonio culturale del quale dispongono e dall'alto del loro peso economico si sono affidati al berlusconismo?”. Cercherò per l'ennesima volta di dare una risposta cercando di uscire dallo squallido teatrino della politica quotidiana (squallido, occorre precisarlo subito a destra come a sinistra).
La risposta più seria probabilmente viene da quegli autori dei cultura anglosassone che riescono a osservare le nostre vicende con freddezza ,anche perché sono interessati alla materia come studiosi, ma non come cittadini italiani, che di questa vicenda sono vittime ed attori contemporaneamente.
Questi studiosi hanno spesso detto che i mali storici dell'Italia vengono da una storia particolare che ha ostacolato in questo paese il sorgere di una cultura politica prevalentemente liberale come è capitato invece nel resto d'Europa e del Nord America.
Il regime da basso impero che stiamo ora vivendo in parte si giustifica a causa di questi mali storici.
Purtroppo le ideologie politiche che sono state prevalenti nel 900 non sono certo la stessa cosa, ma hanno disgraziatamente una caratteristica comune, tutte si consideravano nemiche degli ideali liberali e tutte non favorivano il senso critico, ma l'adesione fideistica a una ideologia e ad un capo.
Molti intellettuali ogni tanto ripetono a ragione che l'Italia non ha mai avuto la Riforma, ma subisce periodicamente delle controriforme.
Non avere mai avuto la Riforma è un bel guaio. Chi ha avuto modo di conoscere la cultura politica dei democristiani tedeschi capirà facilmente perché la Dc italiana si è lasciata seppellire dalla storia e quella tedesca invece prospera. La CDU tedesca ha infatti solo un'ala cattolica romana tradizionalista ed è quella bavarese, che non gode oggi di particolare salute.
Il grosso del partito invece da sempre ha vissuto nel dialogo fra due cristianesimi, quello riformato e quello cattolico,quello che fa riferimento al papa, alla Madonna e tutti i santi e miracoli, e quello invece che fa riferimento principalmente alla coscienza individuale e che cerca risposte con la propria ragione ai problemi della vita ed all'interpretazione della bibbia e non accetta le formulazioni e le interpretazioni dogmatiche della tradizione.
Ecco, il fatto stesso che per scrivere di questo argomento abbia ritenuto indispensabile di dover esporre per il lettore un riassuntino di che cosa pensano i cristiani riformati già spiega tutto. Cioè è tanto vero che in Italia la riforma non è mai pervenuta e tanto meno è attecchita, che la gran parte dei nostri connazionali non sa cosa pensino i cristiani riformati di diverso rispetto ai cattolici. Del resto l'anacronistico regime concordatario, e il costume dei media nostrani fanno di tutto per ignorare l'esistenza delle opinioni religiose diverse dal cattolicesimo in Italia e questo impedisce la crescita culturale ,che negli altri paesi europei ed occidentali è stata invece la regola ed è alimentata dalla conoscenza reciproca. Meglio ancora è alimentata dalla consapevolezza che ci sono più risposte religiose agli stessi problemi e tutte hanno una loro dignità storica e logica.
Voglio dire, l'abitudine degli italiani che si dicono cattolici è quella di fare riferimento a quello che dice la gerarchia cattolica ed il papa in particolare come all'ultima e indiscutibile parola come riferimento morale (anche se ovviamente poi nella pratica ognuno fa quello che vuole).
Non è così nel resto d'Europa e dell'Occidente, dove non solo la secolarizzazione , ma la convivenza per decenni con le conseguenze culturali profonde della riforma hanno indotto tutti a fare i conti con un maggior peso della coscienza individuale rispetto al “verbo” proclamato dalle gerarchie e in particolare dal papa.
Per farla breve si è più abituati da secoli da ragionare con la propria testa, anche se questo non ha impedito ai nostri vicini d'oltralpe di aderire di buon grado alle ideologie totalitarie del novecento,anche se in contraddizione con la loro cultura.
L'Italia non ha avuto nemmeno la rivoluzione francese, se non nella forma non sempre gradevole di quella imposta al passaggio nel nostro paese delle truppe napoleoniche.
Anche questa non è cosa da poco e ci ha lasciato vuoti culturali evidenti.
La lotta all' illuminismo, alla modernità, al liberalismo, alla democrazia, ingaggiata dai papi ottocenteschi ed oltre ha pesato non poco sulla cultura politica italiana prevalente anche oggi. E questa è un a ragione per la quale le ideologie totalitarie del novecento hanno trovato in Italia terreno più fertile che in qualsiasi altro paese.
Tutti sanno che il fascismo è stato un fenomeno “made in Italy” 1922.
Hitler è pervenuto al potere nel 1933 ed è stato l'allievo.
Tutti sanno altresì che il Partito Comunista Italiano è stato il più grande partito comunista europeo.
Così pure tutti sanno che il passaggio di “fans” entusiasti fra il fascismo e il comunismo è stato massiccio dopo la fine della guerra, facilitato dalla mentalità totalitaria e populista delle due ideologie, pure così diverse.
A questo punto non è necessario spendere troppe parole per evidenziare il fatto che ambedue le ideologie prevalenti del '900 erano all'antitesi del liberalismo ed erano incentrate sulla delega della politica alla persona del capo branco, non sul meccanismo liberale classico : 1-ricerca dell'informazione verificabile ; 2- elaborazione razionale personale; 3- scelta politica.
Oggi, come di è detto all'inizio ognuno può pensarla politicamente come vuole a destra o a sinistra, ma nessuno si può e si deve esimere dal verificare alcuni elementi di fatto che segnalano analogie col passato e che di conseguenza è bene che suscitino alcune riflessioni obiettive per evitare di ricadere in scelte già fatte in passato con leggerezza ,che la storia ha condannato senza appello.
Ancora il berlusconismo può riuscire antipatico o simpatico e su questo argomento sono già stati scritti quintali di libri e di articoli.
Però è opinione comune anche dei fedeli berluschini che le ragioni sulle quali si fonda il consenso del berlusconismo non è un fatto razionale , ma prevalentemente un “fatto di pancia”, cioè un fenomeno di adesione per trasporto emozionale, sentimentale.
Ancora è opinione comune che il berlusconismo sia un fenomeno che nelle teorie politiche si inquadra nella tipologia del populismo, tipologia nella quale al capo branco si riconosce un livello di adesione emozionale tale in via prioritaria, tale da passare sopra : - agli atti che se fatti da altri politici “tradizionali” sarebbero censurati come al limite della forma costituzionale , - ai comportamenti “stravaganti”, che se messi in essere da altri politici “tradizionali” sarebbero censurati come al limite della legalità - ai discorsi oggi in un senso, domani in senso contrario ,che se messi in essere da altri politici “tradizionali” sarebbero censurati come abitudine a mentire.
Per farla breve è già capitato una volta che gli italiani si sono trovati stressati e incavolati neri dall'incapacità dei politici “tradizionali” di fare diventare “l'italietta “di allora qualcosa di meglio e hanno quindi deciso di farla finita col teatrino dei politici per delegare a un “uomo” di mettere le cose in ordine.
Hanno scelto una scorciatoia, che hanno pagato e fatto pagare a tutti.
Anche allora l'”uomo” era stato regolarmente eletto dal popolo, ma non basta questo a fare la democrazia. Uno non diventa intelligente perché è stato eletto dal popolo.
Così pure un individuo che, per ipotesi ,si fosse macchiato di reati gravi non sanerebbe l'illegalità con fatto di essere stato eletto.
Gli italiani degli anni venti non erano né stupidi, né in mala fede. Ma il rancore che nutrivano per una classe politica che giudicarono incapace e la tensione emotiva che li ha portati a porre fiducia nell'”uomo” creduto capace di guidarli per una scorciatoia ha fatto loro dimenticare il metodo aureo che abbiamo già accennato : -1 cercare informazioni verificabili; -2 elaborare razionalmente e non emotivamente una politica; -3 fare la scelta politica.
D'accordo è più facile seguire emotivamente il capo branco, che spendere tempo per cercare informazioni verificabili nel sistema dei media italiani.
E' più facile ascoltare gli slogan propagandistici del capo branco, che elaborare politiche.
E' più facile affidarsi all'adesione acritica delle scelte proposte dal capo branco, che agire in proprio frequentando associazioni sezioni di partito e primarie.
Ma per andare dove?
In fondo il berlusconismo dura da 15 anni e i risultati non sono certo esaltanti.
mercoledì 28 ottobre 2009
domenica 27 settembre 2009
Tanto ci provò che ci riuscì.
Sottotitolo : “Padre fornicare è ancora peccato? Dipende da cosa ci danno in cambio figliolo!”
Ebbene è accaduto come da copione.Il Cavaliere cercava disperatamente che un cardinale importante o meglio il papa stesso lo ricevesse per scrollarsi di dosso l'immagine di assatanato dal sesso, che compare da mesi su tutti i media del mondo.
Sono mesi che ci provava per opera del Sottosegretario, Gran Ciambellano di corte, Gianni Letta, che, guarda caso è anche Gentiluomo di Sua Santità.
Ma per un po' aveva frenato le frenesie delle gerarchie quello che viene definito con termine tipicamente curiale “lo sconcerto” della base cattolica per la condanna dei comportamenti privati del premier, che non è mai venuta da parte della gerarchia cattolica, che invece è sempre allerta e attentissima ai comportamenti in camera da letto dei suoi fedeli se sono semplici Fantozzi.
Il caso Boffo ha poi impedito al Segretario di Stato Bertone di cenare col premier all'Aquila, anche se la diocesi vanta (si fa per dire) un vescovo di incrollabile fede berlusconiana.
Alla fine però ha prevalso su tutto la smania di non perdere un istante per arraffare quanto più possibile da un premier che arranca ogni giorno di più.
Il Vaticano sa benissimo che a un Berlusca in difficoltà è in grado di chiedere quello che vuole e che invece chiunque sarà il suo successore non avrà praticamente nessuna delle sue debolezze da farsi perdonare e quindi sarà meno cedevole.
E' l'ultima carta disperata e per questa ragione è ancora più squallido e penoso vedere papa e cardinali trotterellare intorno a Berlusconi.
Questo papa Benedetto ,che quel poco che fa lo sbaglia a volte e spesso in modo clamoroso, fa perfino tenerezza.
Non basta riallacciare senza serie ragioni e facendo ulteriormente infuriare il popolo cristiano i rapporti con un premier di tal fatta, ma l'occasione dell'incontro è un viaggio papale nella Repubblica Ceca.
Ma se il papa non legge i giornali e non si informa su internet, nessuno gli avrà detto che se c'è un posto in Europa nel quale nessuno va più in chiesa, questa è la Repubblica Ceca ?
La ragione di stato, il potere, i privilegi per la chiesa : ma che caspita pensate che gliene freghi al fedele cattolico medio, al Rag.Fantozzi, di tutte queste cose?
Cosa c'entrano con Gesù Cristo?
Dicono che il Segretario di Stato si sia stra-incazzato quando il mite teologo Vito Mancuso alla vigilia del suo incontro col premier all'Aquila (che poi è saltato, ma come abbiamo visto, solo per essere rinviato di lì a poco) gli ha ricordato la vicenda di quel tale Giovanni Battista, che ci ha rimesso la testa per avere condannato le private fornicazioni del re di allora.
Nel vangelo il privato del re conta, ora non conta più?
Dipende da quello che il re vi darà in cambio del vostro silenzio?
Ma vergognatevi!
martedì 22 settembre 2009
In Italia non c'è più libertà di stampa! Non è vero, ma stiamo male lo stesso e molto.
Negli ultimi tempi si sono registrati alcuni fatti che hanno indotto la Federazione Nazionale della Stampa ad indire una manifestazione in difesa della libertà di stampa, ritenuta a rischio.
A partire della pubblicazione delle foto non commendevoli fatte da un fotografo agli ospiti della villa in Sardegna del Capo del Governo ,nelle quali oltre a codazzi di belle figliole appariva tra l'altro un ex premier straniero a prender il sole privo di mutande etc, etc.
La pubblicazione delle foto in Italia è stata maldestramente bloccata da un istanza del solito super avvocato del premier Ghedini,come sempre abilissimo come avvocato, ma non altrettanto come politico e consigliere del politico numero uno.
A che serve infatti bloccare alcunché oggidì se non dirottare su you tube milioni di persone a vedersi tutto quello che vogliono?
Grazie a dio le moderne tecnologie globali per natura se ne fanno un baffo delle grida italiane.
Poi sono comparse sulla stampa le vicende delle escort del prode Tarantini a palazzo Grazioli, residenza ufficiale romana del premier, con registrazioni audio, filmati da telefonino, interviste, tutto materiale molto esplicito che è finito sui giornali di tutto il mondo per mesi, ma non per esempio sul TG1, il più diffuso telegiornale italiano.
Poi sono arrivate le citazioni in sede civile per Repubblica e l'Unità con richiesta per danni di cifre assurde, e ,nel caso dell'Unità mettendo il premier (essendo l'onere della prova a carico dell'attore) nella per lo meno imbarazzante posizione di dover dimostrare in tribunale di possedere ancora una adeguata potenza sessuale, quando è nell'archivio dei giornali un articolo dell'attuale direttore del suo Giornale che affermava il contrario con argomenti analitici per scagionare il suo padrone dalle accuse di libertinaggio.
Poi è arrivato il famoso caso Boffo, ex direttore del giornale dei vescovi, costretto alle dimissioni da un attacco del Giornale berlusconiano, che tirando fuori una vicenda giudiziaria di qualche anno fa accusava il Boffo di essere omosessuale e di avere molestato una giovane signora per contenderle il fidanzato.
Su tutte queste vicende il premier ha deciso di non ammettere nulla, di non scusarsi di nulla e di passare al contrattacco castigando pesantemente i quatto gatti che hanno osato criticarlo.
Vedi infatti il caso Boffo, che poveretto lui,per anni aveva incensato su Avvenire il governo Berlusconi, ma che, sommerso negli ultimi tempi da una valanga di lettere di contestazione da parte di parroci e fedeli, aveva balbettato qualche lieve e indiretta critica allo stile di vita del premier, e vedi citazioni per danni in sede civile di Repubblica e de l'Unità.
E poi il premier ha operato un abituale rivoltamento della frittata dichiarando che la stampa sarebbe in mano per il 90% ai catto-comunisti, suoi avversari pregiudiziali.
Comunque la si pensi pro Berlusconi o anti Berlusconi, però ,la questione del conflitto di interessi è un grosso problema reale,anche se nessuno ne parla.
Vediamo perchè.
1)- Berlusconi è contemporaneamente capo del governo e titolare di aziende concessionarie delle frequenze televisive pubbliche e quindi in quanto premier si fissa l'importo del canone per l'utilizzo delle stesse (e ovviamente tiene la mano molto leggera 1% dei ricavi),sarebe come se Benetton (Autostrade) fosse capo del governo e si potesse così fissare il canone da pagare allo stato per gestire le autostrade pubbliche;
2)- Berlusconi è contemporaneamente capo del governo ed è titolare delle aziende concorrenti della Rai e quindi come premier è in grado di nominare la maggioranza del consiglio di amministrazione del suo principale concorrente,appunto la Rai,sarebbe come se Marchionne (Fiat) potesse nominare il consiglio di amministrazione della Renault;
3)- Berlusconi è contemporaneamente capo del governo e proprietario di una fetta significativa di editoria (il Giornale e Panorama, gruppo Mondadori), nonché beneficiario per intrecci azionari diretti o di indiretti dello schieramento a suo favore di un numero elevatissimo di giornali : Libero (proprietà gruppo Angelucci "re" della sanità privata laziale e non solo, nonchè senatore del PDL); i giornali del gruppo Riffeser : Il Giorno, il Carlino,la Nazione;i giornali del gruppo Caltagirone (Caltagirone, come è noto è il suocero di Casini, ma è uso a mettere gli affari davanti agli interessi familiari e i suoi giornali sono tutti schierati per il centro destra): il Messaggero, il Mattino, il Gazzettino; infine sono schierati per il centro destra i giornali locali del gruppo Ciarrapico che sono una legione).
Nel mezzo,cioè in posizione terzista e quindi non schierati ci sono : il sole 24 ore ( della Confindustria, dove Berlusconi conta),il Corriere della Sera (dove fra la proprietà figura Mediobanca dove Berlusconi conta e parecchio) e la Stampa (famiglia Agnelli, qui Berlusconi non conta, ma non risulta che gli Agnelli siano mai stati di sinistra).
Schierati decisamente contro e con grande tiratura vi è il solo Repubblica affiancato dal settimanale l'Espresso, seguita dalla pattuglia dei giornali della sinistra l'Unità, il Manifesto etc, che però ,messi insieme, tirano meno di un qualunque giornale di provincia.
Come si vede il problema del controllo del premier sulla quasi totalità dei media italiani è quasi totale ed una realtà facilmente documentabile e che chiunque può verificare, è quindi sorprendente che lo stesso premier affermi invece che il 90% della stampa in Italia sia in mano catto-comunista, naturalmente senza mai elencarli i presunti giornali catto-comunisti, dato che dovrebbe fermarsi a un solo giornale di grande tiratura.
4)-Ma non basta il controllo della quasi totalità dei media da parte di Berlusconi, è molto rilevante anche l'uso che viene fatto del suo “vantaggio competitivo” rispetto alla magra opposizione.
Risulta infatti dalle rilevazioni fatte da organismi indipendenti che Mediaset non garantisce neanche lontanamente il pluralismo dell'informazione.
Ad esempio le presenze nei telegiornali di marzo risultano essere le seguenti :
- TG 4 Berlusconi e governo hanno occupato il 90% del tempo;
- TG 5 il 73% ;
5)-Ma non basta neanche questo, la situazione è ancora peggiore perché in Italia le televisioni e sopratutto Mediaset si portano via la quasi totalità della pubblicità a scapito e a danno della carta stampata, che potrebbe chiudere i battenti senza gli aiuti di stato per l'acquisto della carta o peggio senza i soldi dei gruppi finanziari che li controllano.
6)-In Italia i giornali, per lo più, non sono in mano ad editori puri, cioè ad industriali che investono in giornali per fare soldi,ma a gruppi che li gestitscono molte volte in perdita o in grande perdita solo per controllare una parte dell'opinione pubblica, cioè per distorcere l'informazione a loro favore, per ragioni di potere.
Come mai i grandi costruttori detti anche palazzinari sono proprietari in toto o pro quota di grandi giornali? E gli imprenditori della sanità che se ne fanno dei giornali?
7)-Infine, la ciliegina sulla torta:il premier è anche padrone della Medusa Cinematografica, il principale produttore e distributore di film in Italia, e il cinema una certa influenza sulla formazione dell'opinione pubblica ce l'ha e come.
Quasi tutti i media nelle mani di una sola persona sono già un problema di per sè, figuriamoci poi se quella persona è anche il capo del governo.
Ne viene fuori una repubblica anomala, fortemente anomala,anche perchè questa anomalia non ha compensazione nell'uso di altri mezzi di comunicazione alternativi per informare l'opinione pubblica.
In Italia purtroppo soffriamo non solo del famoso “digital divide”, cioè della percentuale di uso delle nuove tecnologie più basso rispetto ai nostri partners, ma di altri preoccupanti “divide” cioè distacchi rispetto agli altri.
Primo fra tutti soffriamo del numero più esiguo di lettori di giornali.
Vediamo qualche cifra significativa:
- Il New York Times (giornale letto solo dalla élite colta americana tira 1.500.000 copie , il più diffuso USA Today passa i 2 milioni e mezzo di copie, il Wall Street Journal 2 milioni di copie;
- il Times di Londra, pure giornale della élite conservatrice tira quasi un milione di copie;
- il Guardian, giornale della élite progressista tira quasi 900.000 copie;
-il Sun, quotidiano della così detta working class, cioè popolare tira la stratosferica cifra di 3.000.000 e non è solo essendo affiancato ad esempio dal Daily Mirror che tira 1.500.000 copie e dal Telegraph che tira quasi 900.000 copie,oltre al Daily Mail tira oltre 2 milioni di copie;
-sempre in Inghilterra i giornali gratuiti venduti nelle stazioni del Metro, mercati etc. tirano addirittura 6.000.000 al giorno;
-in Germania il Bild tira tre milioni di copie
- in Austria il Kronen Zeitung tira 900.000
- in Francia Ouest France tira quasi 900.000
In altre aree del mondo il divario è ancora peggiore a nostro sfavore.
In Giappone i quotidiani più diffusi tirano 14 milioni di copie lo Yomiri Shimbun e 12 milioni di copie l'Asahi Shimbun
-L'egiziano Al Aram tira 900.000.
Il più diffuso quotidiano italiano il Corriere della Sera staziona sulle 650.000 e risulta essere al 96° posto nella classifica mondiale per diffusione (http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_newspapers_in_the_world_by_circulation).
Ne consegue che l'informazione della quale fruisce la stragrande maggioranza degli italiani è solo quella televisiva, dei telegiornali.
E questo ,occorre dirlo, non perché non ci sia libertà di stampa, ma perché questa è di fatto limitata da una delle tante anomalie italiane (il conflitto di interesi), alle quali anche i governi di centro sinistra, che si sono succeduti, non hanno colpevolmente nemmeno posto mano, ma il problema rimane ugualmente ed è pesantissimo, perché vuol dire che la maggioranza degli italiani fruisce di una informazione solo di parte, manipolata e in ogni caso di pessima qualità.
E' scontato quindi che un elettore privo delle informazioni necessarie elegga una classe politica di bassa qualità, che sia di destra o che sia di sinistra, perché non dispone degli strumenti elementari per giudicarla.
Come reagiscono le forze politiche a questa pesante situazione?
I DS purtroppo si portano al piede la pesante palla del non aver fatto nulla sul conflitto di interessi quando erano al governo loro.
Di Pietro è al momento l'unica opposizione ma da solo non può fare molto, si vedrà se dopo il congresso dei DS si aggregherà una opposizione decente.
Il centro-destra quando si parla di conflitto di interessi tira fuori regolarmente il debolissimo argomento che gli Italiani sapevano benissimo dell'esistenza del conflitto di interessi ed hanno eletto Berlusconi lo stesso e con ciò l'hanno legittimato. Attenzione però anche Hitler e Mussolini sono arrivati al potere a seguito di regolari elezioni, legittimati anche loro? L'argomento non tiene, nessun voto sana illegittimità o nel caso specifico anomalie di questa gravità.
Non bastasse la estrema debolezza dell'opposizione nel sostenere la necessità di tenere vivo l'argomento del conflitto di interessi come pericolo per la democrazia in Italia, ci pensano i terzisti a dar indirettamente man forte al centro destra per lasciare dormire l'opinione pubblica.
Panebianco e Pierluigi Battista sul Corriere pontificano in continuazione che tutto è regolare ,che è ridicolo parlare di pericolo fascista ,sia pure in forme nuove e molto soft, la democrazia sarebbe solida.
Salvo risvegliarci una mattina nell'incubo, quando la strada per tornare indietro potrebbe non esserci più, come è capitato infinite volte nella storia.
venerdì 4 settembre 2009
Il “non all'altezza del duce” sta diventando pericoloso

In altri tempi e in un clima come questo ma nel quale però nel bene e nel male qualcuno i così detti ancora li aveva si sarebbe detto che si cominciava a sentire un tintinnare di sciabole.
Quando si prospettava del marasma arrivavano loro , gli uomini in divisa ad incutere abbastanza timore da dare coraggio al meno pavido dei politici perchè si sporcasse le mani a tirar fuori il paese da una situazione difficile.
Oggi si ha la sensazione che dormano anche loro.
Abbiamo un governo che non fa quasi nulla e che quel poco che fa è in totale contrasto con gli interessi dei ceti che lo hanno votato.
Chi ha causato il disastro finanziario col quale abbiamo rischiato di rimanere tutti in braghe di tela?
Le banche.
Cosa ha fatto il governo per fare pagare alle banche il conto dei disastri compiuti?
Nulla. Geronzi e Passera vanno a fare passerella in ogni evento pubblico applauditi come se nulla fosse e sono gli stessi uomini che gestiscono il sistema, che a tutt'oggi nega i quattrini alle partite IVA ,che hanno fatto la fortuna elettorale di Berlusconi.
Saranno il motore del paese ,ma sono un po' duretti di comprendonio, se non hanno ancora capito di essere stati presi per i fondelli.
Quando se ne accorgeranno però saranno cavoli amari per il cavaliere.
O almeno così dovrebbe essere.
L'equazione però ha più di un'incognita.
Una delle incognite è sicuramente l'opposizione, che non c'è.
Il governo Berlusconi fa schifo,non produce quasi nulla, quando un italiano va all'estero lo sputtanamento causato dal Berlusca è tale che gli conviene dire di essere di San Marino per non essere preso per i fondelli. Tutto vero.
Ma! Cerchiamo di capire. Mettiamoci dalla parte dei berluschini.
Ma!, si chiedono l'artigiano e il professionista che hanno votato Berlusca e ora sono pentiti e quasi incazzati, perchè gli sghèi veri non arrivano e non arriveranno.
Ma!, se questo catenaccio arrugginito lo mettiamo da parte, chi darà le case agli Aquilani? Franceschini?Di Pietro? Casini?
Chi farà qualcosa, magari non tanto buonista, ma efficace per limitare al sopportabile l'afflusso di immigrati?Franceschini?
Non passa giorno che i magistrati non prendano cantonate eclatanti , chi farà una riforma della giustizia che metta un po' più di funzionalità? Franceschini, auto nominatosi rappresentante dell'Associazione Nazionale Magistrati, qualsiasi posizione prenda?
Chi farà sgombrare almeno i campi nomadi più osceni come il Triboniano a Milano? Franceschini?
Chi riporterà un minimo di serietà e di severità nelle scuole? Franceschini?
Chi si opporrà strenuamente a nuove amnistie e farà in modo che ci sia la certezza della pena? Franceschini?
Chi non vive sulla luna sa che per riportare il paese alla decenza occorre che una parte anche piccola, ma significativa di coloro che hanno gratificato Berlusconi del loro voto cambino idea.
Nel meccanismo del sistema democratico perchè costoro cambino idea occorre che l'opposizione divenga più credibile della maggioranza in carica.
Ora in Italia stanno succedendo fatti gravissimi.
Il premier usa comportarsi nella sua vita privata in modo tale che la piccola parte dei media italiani non di sua proprietà o influenza diretta e la stampa straniera più influente da mesi giudica incompatibile con la carica che ricopre ,ma lui se ne frega contrattacca, cita per danni stratosferici i giornali che non lo incensano e nel caso Boffo sfida addirittura la chiesa uscendone vincitore.
E l'opinione pubblica non fa una piega.
Sindacati, opposizione proclamano scioperi generali ?
Riempono le strade con manifestazioni?
Coprono i muri con manifesti di opposizione ?
Nulla di nulla.
Che se ne fa l'opposizione dell'enorme finanziamento pubblico?
Ma non si rendono conto che siamo sull'orlo dell'abisso e loro ne sono corresponsabili?
Per riflesso condizionato viene da dire che siamo sull'orlo del fascismo, ma ci rendiamo benissimo conto che un fascismo senza Mussolini o chi ne abbia almeno un pezzo di statura,senza dover usare scarpe coi plantari; senza i fascisti; senza uno straccio di ideologia; senza un'opinione pubblica incazzata per qualcosa e incanalata dai fascisti non ci può essere alcun fascismo.
Tutto questo è logicamente conseguente.
Però la libertà di stampa sta per essere ridotta al lumicino. D'accordo non c'è solo il Giornale novello Secolo d'Italia, c'è un ventaglio di testate di carta e televisive, che però suonano tutte la stessa campana e sopratutto tacciono del tutto su quello che può dare problemi al capo.
C'è internet per fortuna che è ancora libero, ma quanti vi sanno accedere? Forse stiamo peggio che in Iran.
Se continua così per altri mesi o anni forse non vedremo le camice nere per le strade, ma non so se sarà meglio perchè quelli almeno avevano gli attributi per farsi vedere e dire chiaramente cosa volevano, questi sono un universo di gomma americana molliccia, che può prendere qualsiasi forma.
In più di un post precedente (27 febbraio 2009 per esempio) avevo escluso, che il berlusconismo potesse portare al fascismo, perchè non ne è all'altezza è un problema di scala, e ribadisco sostanzialmente quella convinzione.
E' troppo facile fare dell'ironia su quale impero Berlusconi potrebbe fare acquisire all'Italia.
Come mi fanno pena gli ex colonnelli di Fini, che hanno rinnegato il duce e Almirante per chi?
Però, però ogni giorno che passa il “non all'altezza del duce” ne fa una nuova e gli spazi di libertà si riducono e la gente mugugna ma non fa nulla.
Perfino l'istituzione di riferimento nei tempi grami per gran parte degli italiani ,la Chiesa sta dando un penoso spettacolo di sé per ultimo col caso Boffo.
Cosa ci rimane?
Le dimissioni di Boffo. Ma allora è vero, la Chiesa è allo sbando.

Possono vendercela come vogliono, ma da quando mondo è mondo arrendersi dopo l' attacco di un prevaricatore significa dargliela vinta.
Il prevaricatore ha vinto, un autorevolissimo esponente della chiesa, se pure senza tonaca è stato umiliato, cioè la chiesa ha perso.
Grazie papa Ratzinger.
Questo povero uomo non ne azzecca più una,da troppo tempo.
Quanto meno l'impressione che ne trae l'uomo della strada è duplice :
1)- la chiesa è sgovernata, cioè non comanda veramente più nessuno, ci sono fazioni in lotta di potere e nessuno è più in grado di esprimere una leadership;
2)- la chiesa non conta più niente o quasi se basta un Feltri qualunque (neo direttore del Giornale di Berlusconi) ma con dietro le spalle l'ombra del grande prevaricatore, perchè il direttore di tutti i media della chiesa italiana venga sputtanato per una settimana, e poi ,al di là delle inutili belle parole, costretto alle dimissioni.
Ce ne facciamo tanto delle belle parole di facciata di Bagnasco, di Bertone e chi più ne ha più ne metta, se poi il finto candido Messori (Opus Dei) sul Corriere di ieri scrive un articolo al vetriolo in perfetto stile curiale con quale ,con la scusa di riassumere i fatti per i lettori porta lo sputtanamento a un punto di perfidia del quale il povero Feltri non è assolutamente all'altezza, non avendo mai frequentato gli ambienti curiali, nei quali Messori è di casa e i veleni sono un'arte perfezionata nei secoli. (riassumo la parte più micidiale: ma come mai viene fuori il tribunale di Terni,quando il Boffo è del Nord Est? Semplice. Perchè è nella zona di Terni che c'è Don Gelmini e la sua comunità accusata di pederastia ,male molto diffuso e temuto nell'ambiente, il tutto riferito a voci fuori campo come nella tragedia greca, ma intanto presentato ai lettori)
Messori per la verità incentra il suo articolo affermando, che le gerarchie avevano fatto malissimo a sottovalutare la sentenza di Terni, della quale erano a conoscenza per tempo, prudenza avrebbe voluto che Boffo fosse spostato già da anni in una posizione meno esposta, e in questo non si può non concordare con Messori.
Evviva. Ecco come si dimostra la carità cristiana fra colleghi giornalisti cattolici!
Quasi immediatamente dopo l'articolo di Messori arrivano le dimissioni irrevocabili di Boffo.
La Segreteria di Stato (Bertone) è in contrasto con la CEI (Bagnasco) e queste non sono novità, la non riconferma di Ruini alla Cei e la sua sostituzione con Bagnasco significavano già che Papa Ratzinger voleva riportare i rapporti con la politica italiana sotto la direzione della Santa Sede, come i rapporti con tutti gli altri stati e che la pesante intromissione della Cei in politica effettuata negli anni di Ruini era se non sconfessata, almeno sotto esame.
Questi sono i fatti. Ma poi occorre ricordare anche il seguito. La Segreteria di Stato è diretta da un Bertone che ,è stato scritto e spiegato più volte, si trova isolato, ha pessimi rapporti con il resto della curia, in poche parole è uno che non conta ed al quale i colleghi non perdono occasioni di fare fare passi falsi.
Ma tutti sanno anche che il difetto più grosso sta nel manico.
L'attuale Papa dal momento dell'elezione ha dimezzato lo share dato dalle presenze alle udienze, in Piazza San Pietro e ancor peggio nei viaggi internazionali.
L'elenco delle figuracce che ha inanellato è lungo e lo abbiamo già elencato nel post del 20 marzo 2009.
Per di più il Leader Maximo non è molto amato dal popolo,e ormai la curia e tutti i potentati stanno studiando vie di uscita da una situazione che appare sempre più disastrosa per la salute della chiesa.
Veniamo alla CEI.
Ma che figura ha fatto il povero Bagnasco!, uomo mite ed equilibrato rispetto al predecessore Ruini, ma incapace di imporre una leadership.
Ogni vescovo ormai suona la sua campana pontificando su tutto. Fra un po saranno riconoscibili anche per i non esperti le correnti e le sottocorrenti come e peggio dei partiti politici.
Bagnasco si spende sbilanciandosi mediaticamente a favore di Boffo, ma poi lo lascia dimettere, dando così a vedere a tutti che ha dovuto subire un ordine pervenuto da oltre Tevere.
I Vaticanisti dicono che si trattava di una telefonata del Capo.
Se è vero,come sembra, Benedetto ne ha sbagliata un'altra.
Il Capo della Chiesa universale che cede al grande prevaricatore. Che vergogna!
E' ben altro quello che si aspettavano i fedeli.
Lo ripeto per l'ennesima volta,ormai la gente non perdonerà più alla gerarchia le sue continue incoerenze.
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