mercoledì 26 gennaio 2011

Il Card.Bagnasco ha bisogno del lettino dello psicanalista

Invito il lettore ad esercitare la virtù della pazienza e leggersi tutte le 14 cartelle del discorso del Card Bagnasco all’assemblea della Conferenza Episcopale dell’altro ieri, facilmente reperibili su Avvenire
(http://www.avvenire.it/Chiesa/bagnasco+prolusione+virtu+saggezza_201101241601377930000.htm), perché ne vale la pena.
Si tratta di un discorso alto e ben costruito.
La cosa sorprendente è che se lo depurassimo dei riferimenti prettamente clericali potrebbe essere facilmente sovrapposto a quelli che normalmente pronuncia ad esempio Obama nei suoi momenti migliori.
E’ un discorso da leader politico di lungo respiro, che sappia volare alto.
Quindi un punto a favore di Bagnasco, ma non trascuriamo il particolare non secondario che Bagnasco non è un leader politico ma è il numero uno della Chiesa Cattolica in Italia e quindi c’è probabilmente qualcosa che non quadra.
Inutile osservare quello che è ovvio e cioè che la gente si rivolge alla Chiesa per avere risposte sul senso della vita e delle cose e non ricette politiche, se pure valide ed elevate.
La disgraziata situazione del nostro paese che soffre da decenni il fatto di essere governata da una classe politica la cui inadeguatezza è sotto gli occhi di tutti fa sì che i “poteri forti” presenti nella società si sentano in dovere di supplire all’estrema debolezza della politica.
La Chiesa in Italia anche lei da decenni cade nella trappola di supplire al vuoto di una classe politica bloccata.
Con una aggravante, che la gerarchia cattolica ha ritenuto da tempo di sfruttare la situazione a proprio favore scambiando cinicamente in un’ottica da ragion di stato il proprio appoggio ad una fazione politica in cambio di favori molto consistenti in materia di privilegi cioè finanziamenti, esenzioni fiscali ecc,nonché la pretesa di strappare delle leggi che impongano a tutti gli italiani il punto di vista sulla bioetica messo a punto dalla medesima gerarchia.
Per non farla lunga con questa strategia politica le casse delle curie italiane si sono riempite, ma le chiese si sono svuotate di fedeli.
Non è difficile notare che quei pochi rimasti sono attratti non tanto da salde convinzioni ma per lo più dai servizi offerti dal “welfare cattolico”, che con quei soldi sopra citati sostituisce quello che lo stato non è più in grado di offrire.
Il fondatore degli oratori, Filippo Neri li vedeva come “palestre dello spirito”-
Più modestamente questi sono oggi fondamentalmente una grande “baby sitter” di grandissima utilità per le famiglie ma un po’ tanto sottotono sul piano della formazione.
Non diverso il discorso degli “oratori per anziani” o delle altre mille strutture assistenziali, pure assolutamente benemerite, dal momento che in moltissime situazioni rappresentano le uniche strutture di aggregazione o di assistenza sociali esistenti.
Siamo sempre però chiaramente nel campo della supplenza della Chiesa nei confronti di quello che la pubblica amministrazione, governata dalla politica, dovrebbe fornire alla società.
Ed è abbastanza ovvio che in tutti questi casi non si possa invocare il “principio di sussidiarietà”, che molti furbacchioni anche cattolici interpretano in senso affaristico- liberista e non di dottrina sociale.
Piuttosto è una legge inesorabile della scienza politica quella per cui comunque qualsiasi vuoto di potere venga immediatamente riempito da altre forze o da altri poteri.
Se la chiesa fosse fortissima sul piano prettamente religioso, cioè della capacità di dare risposte “di senso” di grande forza logica e in grado di suscitare forti convinzioni, le sue attività diciamo collaterali in campo di offerta di servizi e di supplenza politica andrebbero anche bene perché sarebbero visti come un sovrappiù.
Ma sappiamo bene che la realtà è proprio l’opposto e cioè che la chiesa sta attraversando una crisi nera sul piano suo proprio, quello della religione, cioè della capacità di fare il discorso su dio in modo sensato, comprensibile e convincente per l’uomo di oggi.
Prendiamo la cartina di tornasole per verificare la validità di una religione in quanto tale.
Qual è il momento nel quale l’uomo sente in modo più straziante l’impulso a cercare risposte dalla religione? Lo sappiamo tutti.
Allora proviamo a esaminare la consistenza delle omelie funebri.
Tra parentesi dedicherò a questo argomento un apposito post perché si tratta si situazioni molto significative e sintomo di una crisi più profonda di quello che comunemente si crede.
Ebbene nel momento del maggior bisogno per il più o meno “fedele” e della maggiore fragilità emotiva le risposte della religione sul terreno che è quello più suo sono fonte di una delusione sconfortante.
Questa è proprio la dimostrazione che la chiesa non occupandosi più di religione in modo prevalente, essendo occupata su altri fronti, che dovrebbero essere secondari e che comunque non sono essenziali, quando deve parlare di religione pura non sa più fare un discorso minimamente convincente per l’uomo di oggi.
Tornando al discorso di Bagnasco ripetiamo : ottimo discorso, ma che c’entra con la chiesa cattolica?
Qualsiasi testo teologico su “laicità politica e chiesa”, se lo consultate anche solo nell’indice, vi dirà che spetta alla chiesa fornire i principi generali relativi ai valori di riferimento, ma che la valutazione delle singole scelte politiche spetta all’autonomia dei laici, che anzi non devono nelle medesime scelte invocare e compromettere l’autorità della chiesa, per la semplice ragione che il giudizio sulle singole scelte politiche è legato a una valutazione di singole situazioni di fatto, che per natura è opinabile e quindi facilmente fallibile.
Questo é proprio l’abc di qualsiasi discorso sulla politica che si possa fare in casa cattolica e quindi tanto più sorprende il fatto che la gerarchia al suo massimo livello faccia finta di non conoscerlo e comunque lo contraddica.
Nel discorso di Bagnasco ci sono alcune valutazione prettamente politiche, cioè ci sono giudizi e valutazioni su singoli atti politici (ad esempio il giudizio sul finanziamento della riforma universitaria; la valutazione sul presunto eccesso di strumenti di indagine da parte della procura di Milano sul caso Ruby; l’accenno a “esperimenti rilevanti nelle condizioni lavorative” sembra dipingere la ricetta Marchionne; l’analisi sociologica sulla contestazione studentesca con relativi giudizi ; il giudizio sul fatto che il debito pubblico dovrà rientrare; c’è perfino una proposta indiretta ma chiarissima di introduzione di una tassa patrimoniale;
parla di urgente riforma del fisco).
Che senso ha che il presidente della Conferenza Episcopale scenda alla indicazione ed al giudizio su provvedimenti politici concreti, altamente opinabili a seconda delle proprie legittime diverse opinioni politiche e della conoscenza tecnica delle materie alle quali appartengono?
E’ estremamente pericoloso che la chiesa si avvii allegramente sulla strada della politica tra l’altro senza che un commentatore o un politologo abbia da eccepire essendo tutti pronti a lodare il cardinale per le indicazioni politiche che da favorevoli alla sua parte o al suo pensiero e trascurando completamente le altre.
Forse la chiesa pensa che per essere considerata moderna ed “a la page” è opportuno che entri nella dialettica politica per far vedere che è informata?
Ci mancherebbe solo questa, ma oramai ci siamo almeno in parte.
Ma andiamo oltre, perché ho detto nel titolo che il Cardinale Bagnasco farebbe bene ad accomodarsi sul lettino dello psicanalista?
Non solo perché sembra non avere più idea di cosa sia il suo “mestiere”, ma perché le indicazioni che da sono altamente sorprendenti.
Provate a riflettere un momento su questo breve florilegio di affermazioni letterali contenuti nell’allocuzione della quale stiamo parlando :

-in ogni campo bisogna dare ascolto alle preoccupazioni reali e ai dubbi sinceri
-Il consumismo ha fiaccato tutti
- la cosiddetta “modernità liquida” dominata da quella che alcuni hanno definito “ideologia del mercato”.
-la cultura della seduzione
-ha così potuto affermarsi un’idea balzana della vita, secondo cui tutto è a portata di mano, basta pretenderlo. Una sorta di ubriacatura
-sembrava che il trend della crescita dovesse tutto sommato aumentare sempre, in un movimento espansivo che avrebbe via via incluso sempre nuove fette di popolazione
-si stava vivendo al di sopra delle proprie possibilità. Bisogna allora imprimere una moderazione complessiva dell’andamento di vita,
-bisogna infrangere l’involucro individualista e tornare a pensare con la categoria comunitaria del “noi”, perché tutto va ricalibrato secondo un diverso soggetto.
-occorrerà convertire una parte di ciò che eravamo abituati a considerare nella nostra esclusiva disponibilità, e metterlo nella disponibilità di tutti. E naturalmente chi nel frattempo aveva accumulato di più, qualcosa di più ora deve mettere a disposizione necessaria conversione degli stili di vita
- rappresentazione fasulla dell’esistenza, volta a perseguire un successo basato sull’artificiosità, la scalata furba, il guadagno facile, l’ostentazione e il mercimonio di sé, ecco che il disastro antropologico in qualche modo si compie a danno soprattutto di chi è in formazione. Non esiste una vita senza sacrificio.
-adesso più che mai è il momento di pagare tutti nella giusta misura le tasse che la comunità impone Chi fa il furbo non va ammirato né emulato. Il settimo comandamento, «Non rubare», resiste con tutta la sua intrinseca perentorietà anche in una prospettiva sociale.
-la convulsa fase che vede miscelarsi in modo sempre più minaccioso la debolezza etica con la fibrillazione politica e istituzionale, per la quale i poteri non solo si guardano con diffidenza ma si tendono tranelli
la convulsa fase che vede miscelarsi in modo sempre più minaccioso la debolezza etica con la fibrillazione politica e istituzionale, per la quale i poteri non solo si guardano con diffidenza ma si tendono tranelli
-la vita di una democrazia – sappiamo – si compone di delicati e necessari equilibri, poggia sulla capacità da parte di ciascuno di auto-limitarsi
-comporta la disponibilità ad uscire dalla ricerca del proprio interesse esclusivo per perseguire insieme il bene del Paese
-chiunque accetta di assumere un mandato politico deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell’onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda (cfr art. 54
-comportamenti radicalmente faziosi. Forse che questo non sarebbe un attentato grave alla coesione sociale
-se si ingannano i giovani, se si trasmettono ideali bacati cioè guasti dal di dentro, se li si induce a rincorrere miraggi scintillanti quanto illusori, si finisce per trasmettere un senso distorcente della realtà, si oscura la dignità delle persone, si manipolano le mentalità, si depotenziano le energie del rinnovamento generazionale.

La mia prima ma profonda impressione è che nessuno negli ultimi anni in Italia ha detto tante “cose di sinistra” tutte insieme e con una trama così coerente e convincente.
Però come è noto ,” last but not least”,la Conferenza episcopale italiana ha sostenuto il Berlusconismo con convinzione da quasi vent’anni.
Ed allora ecco la necessità del lettino dello psichiatra.
Si può pensarla come si vuole a destra o a sinistra o al centro, più che legittimamente ma non si può dire una cosa e poi fare esattamente l’opposto con la massima naturalezza e con preghierina e benedizione finale.
Perché questa allora diventa una colossale presa in giro.

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