Era scontato che Santoro avrebbe approfittato per fare leggere in trasmissione le intercettazioni sulle notti di Arcore, per altro già conosciute dai telespettatori, ma comunque il florilegio era sufficiente per trasmettere un senso di precarietà e di sconcerto in chi vedeva la descrizione di un mondo di una tristezza agghiacciante.
Il vecchio capo che per avere una compagnia deve convocare oltre che (pochi) esponenti fidati sua della corte anche uno stuolo di figuranti a pagamento (tante, assurdamente tante) interessate solo a scucire il massimo possibile e del tutto indifferenti a quello che un tempo si intendeva per dignità personale.
Se la Conferenza Episcopale che per uno suo cinico calcolo sulla possibilità di lucrare il massimo dei privilegi possibile ha appoggiato senza troppe cautele il Berlusconismo per quasi vent’anni ora si lascia andare a qualificare la situazione presente come un “disastro anrtropologico” è proprio perché il disgusto ha cominciato a dilagare anche nelle ovattate curie di tutto Italia.
Non spetta alla magistratura accertare se è vero che il premier in carica sia arrivato a uno stato di cronica incapacità a controllare le proprie pulsioni sessuali, perché non si tratta di un reato, ma tutt’al più di una “malattia” come aveva commentato la signora Lario.
Lo spettacolo comunque sta assumendo tinte talmente cariche ormai sul piano del ridicolo e del grottesco che non si capisce come faccia la corte e soprattutto i quadri del Pdl a non trovare il buon senso per prendere le distanze dal capo ormai dovute al rispetto dei propri moltissimi rispettabili elettori.
Il Berlusconismo può sopravvivere alla sostituzione di un capo ormai impresentabile, anzi è interesse del paese nella attuale mancanza di una alternativa credibile che sopravviva, purchè però si abbia la dignità di prendere le distanze dall’indifendibile.
Perché la puntata di Anno Zero del 27 gennaio scorso era di grande interesse?
Non tanto perché ha riproposto come si diceva un florilegio delle notti di Arcore già note e arcinote ai telespettatori che non vivono sulla luna, ma perché era in palcoscenico anche l’altra parte politica per chiudere il cerchio della attuale classe dirigente in politica.
L’esponente che la rappresentava era la Bindi che quando veniva ripresa impietosamente di lato in tutta la vastità della sua figura, costringeva a fare questa osservazione : se il premier non riesce a governare nemmeno le proprie pulsione sessuali, l’On Bindi non riesce proprio a governare le proprie pulsioni alimentari.
Si tratta indubbiamente di un “peccato veniale” ma fino a un certo punto, tanto che come è noto in America l’obesità suscita gravi problemi psicologici in relazione al suo evidente contrasto con la morale calvinista dei padri fondatori.
Nel mondo cattolico non ancora forse per non mettere in imbarazzo la gran parte della casta clericale,che soffre di quel problema, ma è comunque un fenomeno che rivela un rilassamento nel controllo di sé che nuoce non poco a una figura pubblica.
Perdoniamo comunque i peccati veniali come da diritto canonico ed andiamo alle cose più serie.
La Bindi ha dimostrato in modo plateale come e perché questo paese di trova completamente incartato.
Sollecitata da tre vecchie volpi del giornalismo del calibro di Paolo Mieli, Enrico Mentana e Maurizio Belpietro cercava da uscire dall’angolo dove la avevano cacciata con le domande :
1 – se la situazione è così disastrosa per la tenuta delle istituzioni ed il prestigio del paese, come mai voi opposizione non chiedete a gran voce di andare alle urne al più presto dimissionando così a forza questo premier,come succederebbe in qualsiasi altro paese democratico?
2- se il premier se la caverà per l’ennesima volta e non comparirà mai davanti a nessun giudice come se fossimo ancora ai tempi dell’”Ancien Regime” e andrà avanti a governare in forza di una legittima maggioranza non è solo e soltanto perché voi non siete in grado di presentarvi come una alternativa credibile al punto che non siete nemmeno in grado di designare in modo univoco il vostro candidato premier da contrapporre a Berlusconi?
Siete voi che costringete la gente a votare e rivoltare Berlusconi.
Due domande semplici e senza alcuna oscurità di politichese.
Lo spettacolo è stato pesantissimo perché ha messo in luce un persona seria , dedicata alla sua causa e fortemente motivata come la Bindi che con assoluta convinzione e buona fede si attaccava ad argomenti speculari per la loro totale inconsistenza al “credevo che fosse la nipote di Mubarak” opposto da Berlusconi.
Di fronte alle pur semplici contestazioni avanzate da contradditori tosti ma estremamente corretti
proprio non riusciva a convenire che
-una forza politica che non è in grado di designare un candidato premier in un sistema bipolare è meglio che lasci perdere, perché è già finita e si affannava a dire che per lei il candidato era Bersani ben sapendo che le sue personali preferenze non risolvevano alcun problema;
-la geniale pensata di Bersani di raccogliere 10 milioni di firme anti Berlusconi è una palese sciocchezza e lei non riusciva a discutere sulla palese insensatezza e inconcludenza della iniziativa ma si affannava a dire che era sicura che il Pd ce l’avrebbe fatta a raccogliere le firme;
-per dimostrare che il Pd non è all’angolo ma ha solo un problema di comunicazione si affannava con grande foga a dire vedrete che alla prossima assemblea presentiamo il nostro programma e vedrete che roba!
Proprio non riusciva a capire che del programma del Pd a questo punto cioè fuori tempo massimo n on gliene importa niente a nessuno e che il problema loro non è la bontà o meno del programma ma la credibilità della sua classe politica che se non riesce ad esprimere un leader, candidato premier, in tempi ragionevoli, che sono già scaduti, è finita e basta.
Quello che colpiva era la foga, la cocciutaggine, l’intima convinzione di essere nel giusto.
Veramente poverina era ammirevole nella sua ormai tragica determinazione nel dimostrare senza volerlo di avere perso in modo irrecuperabile ogni contatto con la realtà.
Spettacolo tragicamente comico e quindi grottesco come si è detto : da una parte la ormai stanca rappresentazione delle notti di colui che un delle migliori penne della destra Maurizio Belpietro chiama “il vecchio porco”, dall’altra la parte forse migliore e più onesta del Pd che in diretta Tv esterna la propria incapacità ad essere di qualsiasi utilità per il paese.
In mezzo il cittadino elettore che a questo punto, a qualsiasi schieramento appartenga, non può che pensare : adesso basta, a casa tutti ed alle urne!
Lo stesso Belpietro pure invocando le elezioni ha scritto che tanto anche se gli italiani alle prossime elezioni sbagliassero nelle scelte una classe politica peggiore di quella che abbiamo di già non potremo trovarla.
A questo punto non è possibile non vedere da parte di chi sia in buona fede, come lo sono la stragrande maggioranza degli italiani che non siano sviati dalla difesa di interessi personali non confessabili:
- che il Berlusconismo ha una sola possibilità di sopravvivere ed e quella di sostituire Berlusconi e quindi è venuta l’ora che gli elettori e i quadri del Pdl si levino le fette di salame che si sono messe davanti agli occhi e trovino la dignità di finirla di difendere l’indifendibile, scarichino un capo che non sa più comandare nemmeno a sé stesso e salvino il progetto politico della “rivoluzione liberale” della prima Forza Italia che in quasi vent’anni Berlusconi non è stato capace di attuare nemmeno in parte;
- il centro sinistra ha una sola possibilità di offrire una alternativa agli italiani ed e quella di dichiarare quello che ormai è chiaro e cioè che il suo progetto politico è fallito e quindi è giunto il momento di fare finire uno spettacolo desolante e di trovare la dignità per sciogliere un partito che politicamente già non esiste più e che anzi con la sua ingombrante inconsistenza fa da puntello ad un Berlusconismo in estremo travaglio.
Di fronte al “disastro antropologico” denunciato dalla Cei sarebbe bene che la gente si rendesse conto che la disastrosa classe politica che ci ritroviamo non ci è stata imposta dallo Spirito Santo ma è stata incautamente eletta da ognuno di noi e che cioè la responsabilità di questa situazione non è di un Berlusconi-diavolo o dei contrapposti presunti “comunisti” ultradiavoli, ma è della pigrizia mentale di ognuno di noi che al momento delle scelte elettorali invece che documentarsi razionalmente ci siamo lasciati incantare dalla sirena del populista che suonava la canzone “io sono uno di voi io sono diverso, io non solo un politico, votate me” e poi ha fatto quasi esclusivamente gli affari suoi o dalla opposta sirena, bisogna riconoscerlo, ancora meno attraente e credibile che suonava l’altra canzone : “noi siamo la modernità noi gli unici onesti, noi i migliori per definizione, noi i colti e gli intelligenti, votate noi”.
Ora a casa tutti.
Però per le prossime elezioni prepariamoci per tempo, impegniamoci a superare i pregiudizi che ci hanno già fatto sbagliare una volta, vediamo di essere meno creduloni e documentiamoci un po’ di più.
Questo significa almeno una cosa fondamentale : per farci un giudizio sensato non serve il giornals di partito o il talk show del cuore ambedue costruiti apposta per corroborare i nostri pregiudizi.
Serve essere critici anche con noi stessi e le nostre opinioni consolidate, perchè i fatti stanno a dimostrarci che se l'Italia è oggi un "disastro antropologico" questo significa che in passato abbiamo sbagliato qualcosa o più di qualcosa e che quindi dobbiamo cambiare se non vogliamo lasciare il disastro antropologicio in eredità ai nostri figli e nipoti.
Per capire cosa abbiamo sbagliato non basta consultare il giornale o la Tv del cuore, occorre aprirci al resto del mondo e prendere visone degli altri punti di vista e delle altre proposte per trovare il materiale utile per ricalibrare le nostre opinioni-peregiudizi.
Se invece pensiamo che tutto quello che pensiamo sia giustio e che tutto il disastro dipenda dagli altri allora siamo irrimediabilmente degli sciocchi rassegnati a non avere un futuro.
Allora non vogiamo realmente realizzare un mondo di ideali quali che siano ma un regime dal pensiero unico : il nostro.
Non sarebbe una bella prospettiva.
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