giovedì 2 giugno 2011

Spettacolo sconfortante, non riuscendo a dire :ho sbagliato , Silvio si suicida

Non sembra vero che una persona che ha collezionato nella sua vita dei successi straordinari si lasci trascinare da un eccesso di ego a non saper cambiare linea perchè non riesce, proprio non riesce a dire : ho sbagliato e me ne prendo la responsabilità e quindi cambio.
Niente, hanno sbagliato solo gli altri che non sarebbero alla sua altezza.
E si va a ricominciare con la solita commedia : i comunisti (chi li ha visti?); i media cattivi e tutti contro (sono quasi tutti di sua proprietà o a lui sottomessi e gli hanno dato o meglio si è preso su di loro uno spazio elettorale indecente); adesso vedrete che le riforme che aspettano da vent’anni le facciamo e via di questo passo.
Fatte le debite proporzioni di scala e di livello democratico, sembra di rivedere in Berlusconi i sintomi della sindrome degli autocrati del Nord Africa recentemente spodestati : vaneggiavano, dimostravano palesemente di non essere più da tempo in contatto con la realtà e di avere perso il potere esattamente per questo.
Berlusconi sembra che da tempo non veda altro che sé stesso nello specchio, il resto non esiste per lui.
Eppure persino l’autocrate degli autocrati il Re Sole Luigi XIV sapeva ascoltare e seguire i consigli dei tecnici di ottimo livello che si era preso intorno dal suo "Ministro dell’ Economia" Colbert ( quello che Tremonti vorrebbe essere se ne fosse all’altezza) all’architetto Jules Hardouin-Mansart al quale aveva commissionato quello scherzetto di "grande opera" che è la Reggia di Versailles, tutt’ora senza pari e nelle decisioni importati era il parere di questi che prevaleva, questo dicono i libri di storia.
Ripeto fatte le debite proporzioni, anche relativamente alla statura non paragonabile dei consiglieri del principe nostrano, la pur non disprezzabile mente di Giuliano Ferrara gli ha detto e ricantato in musica e in tutte le lingue da mesi che doveva cambiare stile di vita. di gestione politica, di strategia ecc.
La prima penna del Berlusconismo, anche questa, mente non disprezzabile, che è Vittorio Feltri non gli ha risparmiato prima schiaffetti e poi schiaffoni a fini di bene per vedere di distoglierlo dalla vacua e infruttuosa contemplazione di sé per riportarlo alla realtà.
Il direttore del giornale di famiglia fino all’altro ieri Maurizio Belpietro e oggi di Libero, seconda o terza penna del Berlusconismo, con lo stesso intento di Feltri ha addirittura titolato la prima pagina di Libero “Chiagni e non fotti” per commentare la débacle elettorale.
Perfino il direttore in carica Sallusti su Vanity Faire lo ha esortato a cambiare radicalmente, dopo anni di devoto servizio passati sempre in ginocchio davanti al capo anche quando faceva e diceva cretinate.
Marcello Veneziani,nella sua veste praticamente di unico intellettuale di rilievo della destra sul Giornale ha usato di recente toni sempre più espliciti per cercare di schiodare il Cavaliere dai suoi vacui monologhi.
Che devono fare di più i suoi ?
Si qualcosa per la verità avrebbero dovuto fare e non hanno fatto finora i politici del Pdl sempre inchinati in una obbiedenza cieca verso il capo che è il peggior servizio che gli avrebbero potuto rendere perchè così facendo lo hanno reso sempre più lontano dalla realtà.
Fatto sta però che anche dopo la sberla della sconfitta elettorale il capo non si schioda e non si prende le sue responsabilità, anche se i suoi commentatori politici hanno concluso che la causa della sconfitta è lui che ha sbagliato linea e peggio ancora ha sbagliato completamente nella materia nella quale aveva sempre distaccato tutti : la comunicazione.
I suoi giornalisti si sono dimostrati in questi ultimi tempi più indipendenti e quindi migliori e più efficaci dei suoi politici.
Ne avevo già parlato nel post precedente alle elezioni nel quale avevo previsto (e la previsione non era certo difficile) che il Berlusconismo avrebbe perso le elezioni.
Impostare la campagna elettorale sul presunto filocomunismo estremista di Pisapia era una pura idiozia per chi conosce anche solo un poco Milano.
Era tanto una idiozia che chi scrive, conoscendo un po' l’ambiente politico e sociale di Milano, quando le primarie avevano designato Pisapia come candidato, lo aveva giudicato una candidatura perdente, perché lo aveva giudicato troppo alto borghese e moderato per prendere i voti del centro sinistra, e per di più incapace di strappare voti alla Moratti che rappresentava gli stessi ambienti.
Ci ha pensato Berlusconi a voltare la frittata a suo sfavore facendo lui e facendo fare anche alla Moratti , che è di tutt’altra pasta, una campagna elettorale violentemente estremista.
I moderati milanesi si sono sentiti insultati da una campagna elettorale con argomenti da estrema destra.
La Moratti poveretta, lei più nobildonna che altoborghese,probabilmente consapevole di essere più o meno degnamente la rappresentante di quella aritocrazia meneghina illuminata che ha i suoi punti di riferimento in figure straorinarie del passato come Cristina Trivulzio Belgiojoso, ridotta a indissare una maschera populista inverosimile e umiliante.
Letizia Moratti aveva vinto le elzioni precedenti presentandosi per realizzare cose nella linea di una continuità riformista se pure moderata.
Milano non è mai stata nè può essere costretta in una politica nè di mera conservazione nè tanto meno di estrema destra insensibile al sociale, perchè in questi casi non sarebbe più Milano.
La Moratti ha perso perchè si è lasciata convincere a recitare una parte che non era sua.
Pisapia ha vinto perchè ha messo in scena sè stesso come è, un esponente di rilevo della avvocatura, cioè della società civile, moderato e mite, per di più inflessibilemente garantista (tradotto in italiano : contrario alle manette facili ed al protagonismo dei Pm).
La linea politica estremista imposta a Milano da Berlusconi è stato un capolavoro di stoltezza politica.
Perchè ha sbagliato tutto? Perchè a furia di guardare solo sè stesso nello specchio e avendo dietro non un partito ma uno stuolo di sottoposti obbedienti non conosce più la sua Milano.
Detto per inciso, Pisapia è stato descritto come il referente politico dei centri sociali, dipinti come l’anticamera dell’inferno da chi è prigioniero dei propri pregiudizi e si guarda bene di informarsi sulla realtà.
Mi piacerebbe tanto che i responsabili dei centri sociali milanesi fossero tanto accorti da organizzare delle visite guidate ai loro centri per la terza età in modo che le “pantere grigie” potessero rendersi conto che i giovani saranno pochi rispetto agli anziani, ma devono pur vivere e andare da qualche parte per ritrovarsi.
I giovani presunti bravi , i buoni ciellini ,che frequentano gli oratori presunti sani che ci vanno a fare?
I pochi liceali e universitari che vanno ancora all’oratorio vanno a cantare e a fare un po di calcio, sorbendosi qualche rara conferenza.
E quanto ai centri sociali, se la gente crede che siano delle fumerie è colpa oltre che dei facili pregiudizi di molti anche dello speculare narcisismo dei "radical scic" di sinistra che tengono a conservare la ridicola fama solfurea che si sono fatti, anche se chi ha messo piede in un centro sociale sa che si tratta di pura leggenda metropolitana.
Nei centri sociali si va soprattutto per fare e ascoltare musica,partecipare a eventi culturali, chiacchierare.
Si incontra anche qualcuno con la pupilla dilatata?
Probabilmente sì, esattamente come se ne incontra per la strada e per gli uffici di Milano, come tutti sanno, è una cosa deplorevolissima, ma oggidì tutti sappiamo che le cose stanno così.
Ognuno solo si augura che non si sia appena fatto una canna o una sniffata di coca il proprio capo ufficio o il conducente del tram sul quali si è appena saliti.
Chiusa la parentesi dei centri sociali.
Pisapia, che non ha figli, ma appartiene a una famiglia allargata più che numerosa ha abbastanza nipoti e cugini giovani per rendersi conto che esistono anche i giovani e che con loro è sensato almeno dialogare.
La tattica del diffondere fra la gente una serie di paure giustificate per lo più da ignoranza, pregiudizi, pigrizia mentale, ma non certo dalle cifre sulla criminalità, ha pagato per vent’anni, ma ora suona stonata, la gente ci crede sempre meno.
I cattivi e feroci immigrati sono fra i nostri più preziosi collaboratori e quasi tutte le famiglie lo sanno per esperienza diretta, guai se non ci fossero!
Questa è la causa per la quale anche la Lega ha preso la legnata che non poteva e non potrà evitare se continua a suonare una canzone che la gente avverte ormai come falsa e sgradevole.
Ma torniamo a Berlusconi.
Nessuno riuscirà mai a fargli capire che i moderati hanno bisogno di un partito o di una personalità che li rappresenti in modo credibile, ma che lui dopo vent’anni di non fare, se non il 20% di quello che sarebbe stato necessario, non è più credibile.
Molti anzi troppi fra i suoi hanno cominciato a collegare il suo indecente narcisismo, cioè il riportare qualsiasi problema dell’universo a sé stesso, con lo slogan che prima era solo dei suoi avversari e cioè che le sole cose delle quali si occupa sono i suoi interessi personali o aziendali.
Il mondo è capacissimo di andare avanti facendo a meno di Berlusconi.
Prima ancora degli elettori saranno probabilmente i suoi a metterlo alla porta e se lo merita, perché come abbiamo detto chi gli è amico le ha già provate tutte per fargli capire che il gioco è finito per lui.
La maggioranza dei suoi sottoposti politici scelti fra i più ossequenti e quindi fra i più incapaci non ha ancora il coraggio di contestarlo ....ma mettiamoci tranquilli sulla riva del fiume, ne vedremo delle belle.

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