mercoledì 6 luglio 2011

I matrimoni regali e la chiesa

Passi per i neo Duchi di Cambridge William e Kate, troppo giovani e belli e nati dalla parte giusta per non essere ammessi a recitare la favola bella in modo verosimile.
Per di più nella loro chiesa, quella Anglicana, la regina, nonna dello sposo, ha ancora formalmente una posizione preminente, se pure assolutamente anacronistica e quindi transeat il loro Royal Wedding, celebrato in gran pompa con riti religiosi.
Però riconosciamolo : le monarchie al giorno d’oggi sono una realtà imbarazzante per l’uomo moderno.
Il loro anacronismo è un fatto insuperabile, che le mette fuori dalla storia e dalla logica.
Ci sono forse quelle che hanno più gloria e prestigio sulle spalle e se portate da persone che sanno vivere il loro ruolo con la dovuta dignità mostrano meno la decrepitezza intrinseca all’istituzione, ma sono comunque fuori dal mondo.
Se poi si scende a quelle che non hanno né gloria né prestigio e le persone che sono capitate a dovere recitare la parte non hanno le caratteristiche giuste, la cosa diventa grottesca.
E grottesco è stato il tentativo dei media di nascondere la realtà nel caso del recente matrimonio
Monegasco.
Stiamo parlando di uno staterello nato in modo diciamo avventuroso in territorio francese e ivi riconosciuto nella sua indipendenza provvisoria per ovvie ragioni di convenienza.
E’ noto che Mitterand è stato tentato di fare finire la farsa.
La sua economia è basata su due attività che nella morale cattolica sono da sempre considerate di malaffare : il gioco d’azzardo e la custodia di patrimoni con i privilegi dei paradisi fiscali.
Nel 1727 Benedetto XIII emanò addirittura una scomunica a carico dei giocatori d’azzardo.
I manuali dei confessori includono la domanda : hai praticato il gioco d’azzardo? Nei peccati contro il settimo comandamento.
La morale cattolica condanna il gioco d’azzardo perché irrispettoso della volontà divina, i protestanti lo condannano perché giudicato irrazionale (Adolfo Barbatelli : il gioco d’azzardo http://www.antrocom.net/upload/sub/antrocom/030107/07-Antrocom.pdf).
Tra l’altro il gioco d’azzardo (mukamara) è vietatissimo dal Corano (seconda Sura,versetto 219).
Non meno chiara la posizione della chiesa nei riguardi degli evasori fiscali e di chi beneficia dei paradisi fiscali .
Paolo VI non ha risparmiato da esplicita condanna nemmeno chi porta i capitali all’estero.
Si veda il punto 380 del Compendio della Dottrina sociale della Chiesa – Libreria Editrice Vaticana.
Inutile aggiungere altro sulla reputazione morale dello staterello.
A Monaco, lo sappiamo tutti, c’è ben poco da benedire.
Sulla caratura morale in quanto pretesi cattolici degli sposi sarebbe troppo facile fare dell’ironia.
Il principe non sa neanche lui con sicurezza quanti figli ha in giro per il mondo dato lo “stile di vita” che ha praticato finora in modo palese.
La neo-consorte ci dicono i tabloid che si è convertita al cattolicesimo per l’occasione.
Chi scrive non è neanche lontanamente un puritano rigorista né è un fautore dello stato etico, i due principi monegaschi possono fare assolutamente, come tutti, quello che vogliono nei limiti delle leggi civili.
Ma qui è il punto. Leggi civili.
Che c’entra Gesù Cristo e la chiesa cattolica con queste due persone che sono chiaramente del tutto estranee alla spiritualità cattolica?
Perché il rappresentante della chiesa di turno deve prestarsi per un rito in gran pompa e sotto i riflettori dei media che finisce per essere una farsa?
D’accordo che il matrimonio cattolico continua ad essere celebrato in modo anche troppo lassista nel senso che il celebrante per lo più non si cura troppo di verificare se gli sposi hanno le caratteristiche richieste.
Risparmio al lettore l’elenco di quanto sarebbe indispensabile ai sensi del canone 1057 e seguenti del Codice di Diritto Canonico.
Per venire un po’ incontro alle prescrizioni canoniche ed al buon senso da decenni la chiesa cattolica chiede a chi vuole sposarsi in chiesa di seguire un corso di preparazione che verifichi l’esistenza dei presupposti minimi proprio al fine di evitare la farsa cioè la riduzione del rito a una pura cerimonia sociale esteriore senza alcun contenuto religioso.
Ricordo un vecchio parroco che in queste occasioni scendendo nei particolari pratici diceva : vi verrà chiesto dall’autorità civile di scegliere fra comunione o separazione di beni, ora a mio giudizio
se non avete problemi particolari come attività economiche in proprio che in caso di fallimento potrebbero mettere a repentaglio anche i beni del coniuge, se volete cominciare col piede giusto optate per la comunione. Ricordo questo pensando al fatto che oggi sono sempre più frequenti i contratti che prevedono clausole dettagliate sulla divisione dei beni o addirittura di clausole penali in caso di successiva rottura e presumo che queste non saranno certo state estranee al matrimonio monegasco.
Niente da dire sulla pratica utilità di queste previsioni, ma se si vuole il rito religioso si va su piano diverso, completamente diverso come logica.
Prendere o lasciare e non si è obbligati a prendere.
Nel caso monegasco è difficile negare che l’aspetto religioso è stato una formale cerimonia sociale pubblica in ragione della posizione del principe.
E questo è proprio quello che contesto : la foglia di fico della “ragion di stato”.
I lettori mi saranno grati se risparmierò loro una digressione dell’idea di ragion di stato da Botero a De Maistre.
Facciamola breve è una teoria nata nel periodo dell’assolutismo e poi della restaurazione secondo la quale la chiesa di fronte a un governante non deve guardare alla vita privata del monarca, che può essere anche orripilante, ma solo ai vantaggi che nell’azione di governo il monarca può dare alla chiesa.
Si tratta chiaramente di una teoria che non ha un minimo senso nei tempi moderni, e che non ha evidentemente alcuna base scritturale, ma che ricompare di tanto in tanto quando le ragioni di potere vengono anteposte a tutte le altre considerazioni.
Allora si tratterebbe di una sottile questione teorica che riguarda solo le cancellerie? Niente affatto, questa è una questione che riguarda ognuno di noi, perché tradotta in italiano significa questo : agli occhi della chiesa ci sarebbero cristiani di serie a (i governanti) per i quali vale una morale e cristiani di serie b (tutti gli altri, cioè noi) per i quali ne vale un’altra.
E questo se uno l’accetta ,scusate il termine non dotto, è un minchione senza se e senza ma.
Come fa il signor Rossi divorziato a non incavolarsi nero se si vede rifiutata la comunione ma poi vede sul teleschermo o sui media che il Sig. Berlusconi che pubblicamente rivendica la sua volontà di continuare a praticare lo “stile di vita” a tutti noto ,al matrimonio della Carfagna si comunica?
Ma rimaniamo a Montecarlo.
Non invidio il clero cattolico di quel posto, ma non sono stato io a convincerli a farsi preti.
Tutti sappiamo che a Montecarlo si adora un altro dio rispetto a quello cattolico ed a lui si celebrano quotidianamente riti coscienziosamente.
Quei preti dovrebbero quotidianamente tuonare contestando quell’altro dio e proponendo il proprio, se vogliono fare i preti.
Se vanno avanti invece a fare i capellani, d’intesa col Nemico ,forse hanno sbagliato mestiere.
C’era una volta un certo Giovanni Battista che a furia di contestare ai potenti il loro “stile di vita” ci ha rimesso la testa .
Però questo e non altro è il Vangelo ed è tutt’ora il testo sacro del cattolicesimo.
Prendere o lasciare, non si è obbligati a prendere, ma si è obbligati a non prendere per i fondelli chi a quel testo fa riferimento.

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