lunedì 25 luglio 2011

Otto d’Asburgo singolare icona della storia

Quando uno si chiama Franz Josef Otto Robert Maria Anton Karl Max Heinrich Sixtus Xaver Felix Renatus Ludwig Gaetan Pius Ignatius von Habsburg-Lothringen ci sono molte probabilità che non riesca a sopportare cotanto peso e che ne rimanga schiacciato.
Non è stato così per Otto d’Asburgo, discendente di quella storica famiglia, scomparso all’inizio di luglio quasi centenario (i formali se pure soltanto ipotetici diritti successori sono passati al figlio Carlo a favore del quale aveva “abdicato” quattro anni fa) e sepolto nella mitica Cripta dei Capuccini.
Figlio dell’ultimo imperatore austro-ungarico Carlo d’Asburgo e candidato alla successione, alla fine della prima guerra mondiale perse il titolo quando le potenze vincitrici imposero la fine dell’impero austro-ungarico e la proclamazione della Repubblica Austriaca e l’esilio degli Asburgo.
Il Parlamento austriaco confermò la volontà degli Alleati e per sovrappiù decretò la confisca delle proprietà degli Asburgo.
Vissuto gli anni della giovinezza in Svizzera non accettò la situazione e continuò a presentarsi come legittimo pretendente al trono imperiale.
Prese subito posizione contro il Nazismo per ragioni nazionaliste e quindi si oppose all’Anschluss, l’annessione dell’Austria alla Germania nazista.
Fu quindi esule antinazista in Belgio, Francia e poi Stati Uniti.
Finita la guerra non poté ugualmente rientrare in patria fino al 1966, dopo avere formalmente rinunciato a ogni pretesa di restaurazione nel 1961.
Fece politica attiva come europeista convinto ed in particolare cercò di promuovere una forma di unione fra i paesi danubiani.
Viveva in Baviera ed era stato parlamentare europeo per la CSU (la DC bavarese) dal 1979 al 1999 e in questa veste ovviamente si adoperò in prima persona per l’allargamento della UE all’Ungheria, alla Slovenia ed alla Croazia.
Personalmente aveva le cittadinanze tedesca, austriaca, ungherese e croata.
Segno di quanto fossero ben fondati i suoi ideali, che andavano oltre le nazioni, le etnie e le culture promosse la società pacifista britannica Three Faiths Forum per un dialogo serrato fra le tra grandi religioni monoteiste del mondo.
Il Comitato ispirato al suo nome per diffondere i suoi ideali politici ha recentemente distribuito una pubblicazione intitolata significativamente: “Ottone d’Asburgo dall’Impero all’Europa”.
Queste le indicazioni biografiche indispensabili.
Come mai ne parlo?
Non solo per ovvio interesse storico, ma perché anni fa un amico parlamentare (di centro-sinistra), al ritorno da un convegno sulle prospettive della Unione Europea, mi disse : ho incontrato un personaggio incredibile che ti sarebbe molto piaciuto. All’inizio sono rimasto sorpreso perché come molti. mi trovavo prigioniero dei pregiudizi e degli stereotipi correnti per i quali se uno si chiama Asburgo deve per forza essere un reazionario.
Poi, mi disse quell’amico, l’enorme cultura di quell’uomo e lo straordinario entusiasmo, che riusciva a comunicare per le sue idee, mi hanno conquistato.
Eravamo credo nei primi anni 70 ed allora i termini “geopolitica” e “globalizzazione” non erano ancora stati coniati, ma se c’è un personaggio storico le cui idee rispecchiavano questi concetti, questo era Otto d’Asburgo, che di essi è stato un ben qualificato precursore.
Oggi che nel mondo ed in Europa in particolare prendono piega le idee pigre e incolte della restaurazione localistica delle piccole patrie, la idee internazionaliste di Otto d’Asburgo giganteggiano.
La sua grandezza è stata non solo e non tanto dall’aver capito che ormai la storia aveva preso una strada giusta o sbagliata, che rendeva improponibile una riedizione dell’Impero, per far questo non ci voleva molto.
Ma invece dall’avere intuito e fatta propria l’dea che la filosofia sulla quale si era retto ai suoi tempi l’Impero Astro Ungarico poteva rinascere rinforzandosi ed ampliandosi negli ideali dell’Europa Unita e Federale.
L’impero vive e vivrà se l’Europa riuscirà ad esprimere una classe politica meno grigia e modesta dell’attuale.
Otto d’Asburgo ha fatto veramente quello che poteva, ma arrivato alla soglia dei cento anni non poteva rivivere un’altra vita per convincere i leader europei che esiste anche una politica alta che non coincide con la nota della spesa.

Nessun commento: