La mattina del Venerdì Santo cristiano mi è capitato di ascoltare in sequenza su Radio rai 1 il sermone di un rabbino che celabrava Pesach e poi di una pastora valdese che commentava il racconto evangelico dei due ladroni, ai musulmani nessuna voce.
Molto interressante.
Prima considerazione : era ora che la televisione di stato prendesse atto del fatto che i cattolici sono diventati una minoranza fra minoranze, ancora la più grossa, ma nulla di più.
Nel nostro paese c’è ormai la conoscenza del fenomeno di una secolarizzazione diffusa che riconosce il fatto che la religione è divenuta ininflente nella vita normale della gente, anche perché i grandi giornali ogni tanto pubblicano i risultati degli studi di sociologia religiosa che sono chiarissimi nel delineare una situazione e una linea di tendenza (si veda per fare un esempio il numero appena uscito del Corriere Sette).
Non avendo però il nostro paese usufruito della condivisone delle idee della Riforma, come i nostri vicini al di là delle Alpi, non c’è mai stata l’abitudine al confronto fra posizioni diverse nemmeno nell’ambito delle medesime confessioni cristiane.
Nei rapporti con gli ebrei la situazione non è più rosea nonostante il peso della vergogna per le leggi razziali fasciste.
La chiesa cattolica dal Vaticano II ha fatto parecchio anzitutto chiedendo perdono per avere per secoli coltivato l’antisemitismo e quidi per ristabilire la verità storica dando finalmente una lettura obiettiva dei vangeli che non sono libri di storia e che quindi non proclamano affatto nessuna presunta verità storica sulla responsabilità del popolo ebraico nella condanna di Gesù.
Il popolo ebraico deicida è un clamoroso falso storico che qualsiasi antichista da qualsiasi cattedra univarsitaria considera come un giudizio acquisito, dal momento che la ricerca storica ha da tempo appurato che nel territorio dell’impero romano nessuno era in grado di comminare una condanna a morte se non la diretta autorità romana.
Di conseguenza né il popolo ebraico né le sue gerarchie religiose potevano avere alcuna voce in capitolo in un processo celebrato sotto il potere romano e quindi non ne ebbero.
L’unico responsabile della condanna a morte del palestinese Gesù di Nazaret o meglio di Yeoshua Ben Joseph e’ stato storicamente il potere romano e solo il potere romano, questo dice la storia anche sulla base del “titulum crucis” : “Hic est Jesus Nazarenum Rex Iudeorum” che conferma quanto gli storici sono concordi nel riconoscere da tempo e cioè che la condanna a morte di Gesù avvenne per la imputazione di un reato politico e non religioso.
Gli ebrei non c’entrano nulla quindi, anzitutto perché non avrebbero comunque avuta alcuna possibilità di orientare il potere giudiziario romano e poi perché il racconto evangelico non ha valore storico, ma solo teologico e per di più la moderna critica storica ritiene probabile che i testi della passione siano stati manipolati dagli scriba prima e dai copisti poi per adattarli alle necessità teologiche della fazione cristiana risultata vincente nel quarto secolo quando fu stabilito il canone dei quattro vangeli, scegliendo appunto i quattro e tralasciando gli altri 28.
Perché mi sono addentrato nel discorso della critica storica ormai acquisita anche dalla chiesa cattolica?
Perché la chiesa cattolica anche per scrollarsi di dosso la spaventosa responsabilità di avere alimentato per secoli l’antisemitismo che ha portato dove sappiamo tutti ha fatto sostanzialmente quello che doveva e che non poteva più decentemente evitare a livello di magistero, ma non si è mai preoccupata troppo di informarne o di fare la dovuta pedagogia nei confronti della base che è rimasta così convinta del fatto che il popolo di israele sarebbe stato deicida.
Sentendo l’allocuzione del rabbino che celebrava la Pesach sono rimasto abbastanza scosso, dovendo constatare il fatto che le caste sacerdotali in tutte le religioni hanno il vizietto di continuare a diffondere i propri pregiudizi tradizionali senza preoccuparsi delle acquisizioni della critica storica che li contraddicono.
Infatti il rabbino ha ripetuto in modo sconcertante più volte l’affermazione che l’esodo dall’Egitto del popolo di Israele sarebbe stato un fatto storico.
Possibile che il rabbino non abbia letto per fare un esempio il libro del suo correligionario Prof. Israel Finkelstein dell’Univrsità di TelAviv “sulle tracce di Mosè” che dichiara in modo netto che l’esodo dall’Egitto non c’è mai stato, perché non esite la minima evidenza né archeologica né storia di quell’evento e che quindi quell’episodio, come tutta la narrazione della bibbia ha valore teologico ma non storico.
Perché allora continuare a raccontare delle fandonie? Possibile che le caste sacerdotali non si rendano conto che il loro pubblico armai è sempre più scolarizzato e che quindi è sempre meno disposto a perdonare queste cadute, che dimostrano di considerare i fedeli un gregge di ignoranti ai quali si può propinare quel che si vuole?
Chiese vuote, ma anche sinagoghe e moschee vuote, non dimentichiamocelo.
Nei due sermoni ascoltati, come dicevo all’inizio, l’unica che si è salvata e alla grande è stata la pastora valdese, che ha più volte ribadito che il racconto evangelico ha valore teologico, ma non storico.
Evviva, peccato che i telegiornali ci sommergano da quotidiane dichiarazioni del papa, per lo più banalucce proprio perché quotidiane, ma di cosa dicano i così detti protestanti in Italia non siamo mai informati di nulla.Di cosa dicano gli ebrei idem.
Quanto ai musulmani peggio che peggio, pare che faccia testo l’equazione indecente musulmano = terrorista senza nemmeno sapere di cosa si stia parlando.
E’ ora di svegliarsi.
Il teologo cattolico oggi più conosciuto, anche se non il linea con papa Ratzinger, che però è quello che vende più libri lui di tutti gli altri allineati a papa Ratzinger messi insieme e che si chiama Vito Mancuso ha scritto a consclusione del suo ultimo libro di teologia fondamentale che proclama di essere cristiano cattolico, ma non solo cristiano, ritenendo che in tutte le religioni debba essere cercata quella verità che nessuna religione possiede in esclusiva, ben inteso senza trascurare la scienza e la filosofia.
Sarebbe ora di pensare seriamene a questa prospettiva.
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