giovedì 3 maggio 2012

Don Giussani voleva fare l’americano, ma rimase fermo alla teologia totalitaria di Agostino

Al di la dello stillicidio quasi quotidiano delle notizie di stampa sulle cattive azioni attribuite a uomini di CL, sono apparse sui media anche alcune interviste e dichiarazioni realmente chiarificatori. Per esempio la dichiarazione- intervista del successore di Giussani , Don Carron su Repubblica del 1° maggio. E’ illuminante per far luce sul mondo tutto particolare di quel movimento che si è scelto l’appellativo evangelico di “fraternità di Comunione e Liberazione”, ma che di evangelico mostra ben poco. Il primo tratto che risalta da quella intervista è il riferimento ripetuto in modo francamente fanatico al conclamato carisma di Giussani al punto da affiancare fino a sovrapporre la sua figura a quella di Cristo stesso. C’è finalmente il riconoscimento , bontà sua (di Carron), del fatto che molti che provengono da CL sono stati quanto meno incoerenti rispetto agli insegnamenti del fondatore creando “umiliazione” per tutta la comunità. Il modo involuto con cui fa anche questa ormai inevitabile presa di responsabilità richiama alla mente lo stile dei gesuiti del ‘600 che dicevano e contraddicevano con dotta disinvoltura. C’è infatti un esplicito “chiediamo perdono” ma seguito immediatamente da un (farisaico?) “se abbiamo recato danno alla memoria di Don Giussani”. Dichiara, ma in realtà sembra non concedere né riconoscere nulla. Segue poi un discorso difficilmentte decifrabile che dice : “noi soffriamo con coloro che sono venuti alla ribalta dei media,..per non essere stati abbastanza testimoni nei loro confronti”. Che vuol dire ? Che dovevano denunciare le malefatte loro attribuite, oppure che non sarebbero stati difesi abbastanza? L’uso di questo linguaggio doppio è veramente raggelante. Ma quello che impressiona di più chi abbia dimestichezza con il mondo cattolico e curiale è l’inusitato richiamo, che si diceva sopra, a volte al carisma del fondatore e più volte l’invito esplicito agli aderenti di mettersi alla “sequela” dello stesso Don Giussani. Ricordo a chi non fosse tanto avvezzo a questo linguaggio, che nella cultura cattolica, dove le parole hanno un loro peso e un significato preciso, il termine “sequela” è da sempre riferito e riservato solo e unicamente al Cristo. Poco più sotto Carron ci ricasca quando dice : “l’incontro con il carisma di Don Giussani ci ha plasmati per sempre” per parlare due righe dopo di “incontro con Cristo”. Attenzione, non è casuale e neppure si tratta di un lapsus,di un errore non voluto : la sovrapposizione di Giussani con e su Cristo è veramente il nocciolo della teologia di Comunione e Liberazione. Ce lo ha spiegato con estrema chiarezza qualche giorno fa (sul Fatto del 24 aprile) una persona qualificata a farlo essendo stata aderente dei “Memores Domini”, il livello più alto dei dirigenti Ciellini,( i corrispondenti dei “numerari” nell’Opus Dei), Bruno Vergani, che era stato per qualche anno uno di loro. Vergani ci ha spiegato che nella teologia autofabbricata da Cl, Don Giussani aveva teorizzato “il processo analogico”, che cercherò di spiegare in questo modo. Il cuore del Ciellismo è questo : la chiesa soffre perché le associazioni tradizionalmente preposte all’ apostolato dei laici (Azione Cattolica nelle sue varie articolazioni) si sono rinchiuse in un cattolicesimo intimistico, individualistico. Occorre invece che la fede sia mostrata in pubblico, che costruisca cose visibili da tutti. La fede non è un’ideologia, è un evento storico al quale occorre partecipare. L’evento è stato all’inizio la venuta sulla terra del Cristo. Ma l’evento rilevante per ognuno deve essere l’incontro nella storia della propria vita con Cristo. Come? Nelle forme proposte da Don Giussani in questa sequenza stretta : aderendo alla Chiesa Cattolica, beninteso nella forma concreta della comunità di CL, cellula della corporazione ecclesiastica. L’alveare chiesa vive con l’apporto di tutte le api operaie che hanno un compito ben stabilito, ben organizzato, ben gerarchizzato. L’uomo singolo come la singola ape operaia è un nulla che assume significato solo aderendo al gruppo, che funziona nella sua organizzazione dalla quale dipende. In senso opposto dio presceglie un gruppo gli uomini e non altri, con suoi imperscrutabili criteri. Nella vicenda storica concreta questo gruppo prescelto qui e ora è stato Cl, che per l’aderente rappresenta dio in terra. Chi ne è scelto e obbedisce è tutto, chi è fuori è nulla. Chi è prescelto e aderisce, cioè obbedisce fa riferimento al capo del nucleo di Cl, che ne sarà anche guida religiosa, obbedire a lui è come obbedire a dio. Questo è il “processo analogico” teorizzato da Don Giussani. Chi è dentro, essendo prescelto è in missione e quindi può permettersi tutto, perché è la concretizzazione della presenza di Cristo nella storia. Inutile ora sottolineare i punti di pura patologia contenuti in questa teologia frettolosa, che manifesta tutta la sua inquietante vicinanza con tutti i fondamenti ideoligici totalitari. Purtroppo però la medesima teologia è disgraziatamente anche del tutto in linea con la ortodossia cattolica di derivazione agostiniana, che giustificava per esempio la eliminazione fisica dei seguaci del presunto eretico di allora Mani, naturalmente “ad maiorem dei gloriam”. La cattiva teologia faondamentalista di Agostino, come è noto, ha fortemente influenzato la parte peggiore del pensiero del monaco agostiniano Martin Lutero, soprattutto nella parte relativa alla teoria della predestinazione e della giustificazione per grazia (per definizione irrazionale). Don Giussani come è noto sentiva e parecchio il fascino dell’evangelismo americano, dal quale ha attinto più di uno dei suoi cavalli di battaglia a cominciare dall’idea di fondare tutto sull’evento dell’incontro personale ,storico e concreto con il Cristo, che ognuno è tenuto a inventarsi. Tutti ricorderanno l’ex Presidente Bush che si proclamava “reborn in Christ”, rinato in Cristo, insieme ad altri figuri e faccendieri non meno inquietanti del suo governo. Chi ha una qualche conoscenza della cultura dell’americano medio sa che l’idea di manifestare la propria fede in pubblico (cosa che invece farebbe rabbrividire un riservato inglese di Inghilterra) fa parte del modo di vivere in quel paese. La religione in America è molto più “religione civile”, cioè fondamento della unità del paese, fondamento della propria identità, che non adesione a una filosofia o a un insieme di credenze precise. La proclamazione della propria fede come religione civile, come modo di sentirsi parte della società, come identità propria annegata e sostituita da quella del gruppo è uno degli elementi costituttivi di Cl. In questo senso Don Giussani voleva fare l’americano, nel senso che da quel modo di sentire e proclamare la religione è stato molto influenzato. Purtroppo da quella visione della religione e della vita civile ha ereditato anche la patologia, cioè lo spirito settario, che diventa pericoloso se innestato nel corpo della ortodossia cattolica tradizionale, perché si traduce in una organizzazione totalitaria, fanatizzante e fondamentalista nel pensiero. Mentre l’evangelismo protestante, non essendo gerarchizzato, usufruisce dell’immenso bene del pluralismo teologico e di pensiero. Un’altra caratteristica perculiare di Cl, derivata vistosamente dall’universo di pensiero americano è la simpatia e l’alta valutazione dell’attività economica e imprenditoriale. E’ una caratteristica vistosa perché è notoriamente un unicum nel mondo cattolico, dove la simpatia per il profitto non c’è mai stata. Un’altra cosa ancora di derivazione evangelica americana, è il posto di primo piano dato al canto. I Ciellini pregano ma soprattutto cantano. Infine di importazione americana, questa volta però non tanto dall’evangelismo ma dal mondo battista-carismatico è il riferire alla comunità se non proprio dei propri peccati, almeno la propria “storia” per edificazione di tutti. E’ stato originale il pensiero di Don Giussani? Sarebbe molto difficile sostenerlo. Abbiamo appena parlato dei numerosi elementi, che ha attinto a piene dall’evangelismo americano. Pensiamo poi alla assolutamente evidente vicinanza fra l’idea cardine di Cl dell’impegno nella vita civile, politica e imprenditoriale,badando di rendersi ben visibili come crisitani, con l’idea ispiratrice del fondatore dell’Opus Dei, Escrivà Balaguer ,dell’apostolato e della santificazione personale nei posti di lavoro. Oggi di fronte al manifesto fallimento della idea principale di Cl è perfino troppo facile fare dell’ironia, ma certo lascia perplessi il fatto che abbia potuto essere preso così sul serio la pretesa di questo movimento di proclamarsi cattolici in politica e nell’imprenditoria negli anni 70 in voluta contrapposizione ad una Azione Cattolica , che, d’accordo, era forse divenuta un po’ rachitica, ma però aveva avuto il buon senso di fare la così detta scelta “religiosa”, tirandosi fuori dall’impegno civile aperto, proprio perché l’esperienza dei cattolici in politica di allora, cioè nella Dc, non stava evidentemente dando testimonianze esaltanti di coerenza e di grande moralità. Don Giussani, forse con una certa arroganza, non ha voluto allora valutare le motivazini che avevano condotto l’Azione Cattolica a tirare per un po i remi in barca e ha voluto provarci lui. L’ultimo Paolo VI, non più in condizioni di equilibrio mentale e non più in condizione di coerenza con la sua storia, ma soprattutto, dopo di lui, l’allora pimpante Woityla, tutto imbevuto della sua cultura di cattolicesimo polacco tradizionalista e da combattimento, non aveva creduto alle proprie orecchie, quando don Giussani è andato ad offrirgli le proprie truppe cammellate di giovani Ciellini ubbiedentissimi, inquadrati e coperti e dai ristretti orizzonti culturali e ne ha fatto subito la pupilla dei suoi occhi. Se l’albero si giudica dai suoi frutti (come recita anche il Vangelo) oggi e cioè alcuni decenni dopo la sua fondazione, constatiamo che Cl ha prodotto una vistosa galassia di aziendine difficilmente riunibili in un solo giudizio, essendo un insieme estremamente composito. Alcune hanno favorito attività economiche, altre non sono certo esempi di offerta di lavoro decente. Altre sono coinvolte negli affari di troppi faccendieri. Ma questo sarebbe ingiusto e ingeneroso attribuirlo a responsabilità di Don Giussani che aveva vissuto una vita personale se non austera certo sicuramente sobria come si dice oggi. Se il suo movimento ha preso l’accentuazione affaristica e di potere, che oggi lo contraddistingue è dovuto al puro caso, che ha voluto che facesse carriera e dettasse la linea un gruppo di affaristi con pochi scrupoli, invece che altri. Però trovo veramente sorprendente che alcuni decenni di vita di un movimento tanto numeroso e tanto sotto i riflettori non abbiano prodotto un solo intellettuale di un qualche rilievo. I così detti Movimenti sono serviti alla chiesa per dare l’illusione di essere ancora capace di riempire le piazze con truppe non molto acculturate, ma da loro ben poco è venuto per ammodernare una antica religione, rendendola comprensibile e attuale per la gente di oggi. Sarà un caso sfortunato, ma la totale mancanza di intellettuali forse è prorpio il sintomo della patologia di Cl, troppo gerarchizzata e praticante di una ortodossia, che non ammette il confronto con chi la pensa diversamente, che è visto solo come un poveretto errante da convertire. Il non avere prodotto un solo intellettuale di rilevo è indubbiamene un segno di povertà e di scarsa efficacia, ma se andiamo a vedere il livello culturale degli aderenti, che saranno anche laureati, troviamo delle sorprese ancora più sorprendenti in senso negativo perché rivelatrici di una totale mancanza di spirito critico e di poca consapevolezza dei fondamenti del cristianesimo. La loro vetrina, i famosi Meeting di Rimini, hanno visto in questi ultimi decenni la platea spellarsi le mani per tutto il peggio della peggiore politica italiana, da Craxi a Andreotti a Berlusconi,ultimamente hanno dimostrato perfino una certa simpatia per il povero Bersani e anni addietro per il “grande parolaio” Bertinotti. I giornali ci riferiscono che quei Meeting sono resi possibili grazie al lavoro di migliaia di giovani volontari “entusiasti”. Benissimo si direbbe, ma se poi si va a vedere, che questi giovani portavano magliette con il logo dello sponsor e che magari quello sponsor era una oggi molto chiacchierata fabbrica di armi, cioè di morte, viene spontaneo rimpiangere i sobri,un po’ rachitici e riservati giovani intellettuali della vecchia Azione Cattolica, che quei loghi sulle magliette non li avrebbero mai portati per nessuna ragione,prima di tutto perché avrebbero considerata la pubblicità per una fabbrica d’armi incompatibile col loro essere cristiani, poi perchè del profumo dei soldi avevano ancora un certo istintivo schifo, che allora era considerato doverosamente cattolico. Ma non posso concludere, senza riferire un cenno sulla terza intervista di protagonisti di Cl apparsa sui giornali con un certo clamore nei giorni scorsi, Mi riferisco alla lettera al Corriere della moglie dell’ex assessore regionale Simone, ora nei guai con la giustizia, appartentente alla ristretta cerchia dei capi Ciellini, perché questa mi consente di citare un ultimo element,o che ritengo appartenere alla patologia di Cl : la distorta concezione della morale, che il movimetno sembra condividere nel suo insieme. La lettera e poi l’intervista televisiva apparsa nella trasmissione di Santoro, presentavano la giusta rabbia, ben condivisibile da un punto di vista umano, di una persona, che da sempre aveva avuto la ventura di frequentare da pari a pari quel cerchio ristretto di politici e affaristi di primo piano di Cl e che nel momento del bisogno si accorge che il più alto in grado degli amici medesimi,sembra non riconoscerla più. Quello che mi ha colpito però è il fatto che quella signora sembra non essersi lei stessa resa conto nemmeno quando il marito si è ritrovato a San Vittore per la seconda volta che, diciamo, quello “stile di vita” del gruppo di amici in questione, non fosse per niente coerente con la ostentata pratica periodica di ritiri spirituali e convegni religiosi altisonanti. Mi ha scioccato sentirle dire in quelle circostanze e con tutta convinzione e naturalezza che il suo gruppo di amici (quelli ben noti del più ristretto circolo di dirigenti politici e affaristici) era unito dalla pluri decennale ricerca di vivere le loro vite “orientate in modo cristiano”. No qui proprio non ci siamo. Qui siamo ancora proprio nel pieno della patologia di Cl , in quanto Movimento cattolico, che aveva fatto dichiarare ai suoi esponenti più in vista ancora pochi mesi fa che lo “stile di vita” dell’allora premier Berlusconi non doveva essere legittimamaente condannato moralmente perché la vita privata di un uomo pubblico sarebbe del tutto irrilevante per valutarne il suo operato. Ancora più grave era stato allora il seguito della medesima argomentazione là dove si diceva che se un politico nella sua veste di responabile di istituzioni mette in porto iniziative che avvantaggiano la chiesa cattolica, i suoi fedeli sono tenuti a sostenerlo politicamente e devono ben guardarsi dal farsi fuorviare dal giudizio sui suoi eventuali vizi privati. Ora se un Movimento, non solo riconsciuto ufficialemente come cattolico, ma da decenni tenuto dalla chiesa nella massima considerazione, come il suo prediletto, arriva a queste aberrazioni concettuali, significa che ci troviamo nella stessa identica logica che aveava portato la chiesa di allora a firmare i concordati con Hitler, con Mussolin,i con Franco e con Pinichet perché ci si aspettava in cambio di blindare favori e privilegi. Don Giussani era un entusiata sognatore in buona fede ed a lui non si possono ascrivere le colpe dei suoi seguaci infedeli, questo gli va riconosciuto. Ma purtroppo oggi bisogna apertamente e finalmente riconoscere anche che se alcune cose sono andate storte è anche perché era storta la pianta della impostazione dottrinale- ideologica di Cl fin dal suo inizio. I seguaci accecati da potere, affari e dalla così detta bella vita hanno peggiorato le cose, ma era la pianta ad essere storta, per cui allontanare le mele marce non sarà affatto sufficiente. Del resto nel mondo dei Movimenti cattolici il caso di Cl non è per niente isolato. Quello che ha subito recentemente la decapitazione e un tentivo deciso di raddrizzamento più deciso è quello del Legionari di Cristo il cui vertice ne aveva fatte di tutti i colori, ma che il Vaticano aveva tollerato al di la della decenza in riconoscimento dei lauti versamenti fatti alla curia e soprattutto alla cosa, che sul quel colle, sbagliando di grosso, si valuta più di tutto : la cieca obbedienza sempre ribadita. Ma anche con i Legionari di Cristo siamo allo stesso punto. Se questi movimenti manifestano comportamenti del tutto patologici la colpa non è solo delle mele marce ma della pianta storta. Sono fondati su una teologia sbagliata e insostenibile al giorno d’oggi, che privilegia la ceca obbedienza a un corpus dottrinale che non sta più in piedi. E in genere chi si sottomette alla ceca obbiedienza, invece che farsi guidare dal senso critico non è nelle condizioni di produrre nulla che consenta alla sua chiesa di presentersi al mondo di oggi con delle proposte accettabili. Infatti sarebbe perfino comico o grottesco cercare intellettuali nelle file dei Legionari di Cristo, che abbiano portato qualche idea nuova. E allora a che serve riempire le piazze di ubbidienti robot moto interessati a commuoversi, ma poco inclini a pensare ? A questo punto forse perfino papa Ratzinger sarà roso da questi pensieri.

1 commento:

bruno vergani ha detto...

Sottoscrivo. Lucida l'analisi sul pensiero e le parole Carron.

Bruno Vergani