giovedì 1 novembre 2012

Signori si cambia : scendere prego!




Erano mesi che gli istituti di analisi demoscopiche registravano i segnali del “big one”, il terremoto politico del secolo, in arrivo.
Le elezioni regionali siciliane ne hanno dato la prima conferma, ridicolizzando i  partiti al governo a Roma, abbracciati in una oscena ammucchiata, perché privi di una qualsiasi visione politica.
Sembra la ripetizione dell’altro scossone epocale, che ha subito la politica italiana vent’anni fa, dopo Tangentopoli.
Allora si veniva da un lungo periodo  di immobilismo che angustiava la gente, come la angustia oggi.
Tutti si accorgevano della incapacità della classe politica di fare alcunché, ma quasi nessuno credeva che fosse possibile  veramente far cambiare o ancor peggio far cadere i due giganti che avevano tenuto in piedi il sistema per oltre quarant’anni: la DC e il PCI.
Poi improvvisamente questo è successo e il sistema è imploso di colpo, ma lo ripeto, nessuno ci avrebbe creduto prima.
Ricordo di avere avuto allora l’opportunità di colloquiare con alcune teste d’uovo di quella che era forse la più famosa impresa di consulenza aziendale del mondo, la Cooper & Lybran, (oggi Pricewaterhouse Cooper) da poco sbarcata in Italia per verificare la possibilità di mettere insieme una loro branca capace di offrire servizi per modernizzare il settore  pubblico italiano.
Per quello scopo si erano serviti anche loro dei più sofisticati strumenti di analisi demoscopiche per cercare di decifrare la nostra intricatissima situazione politica e con il solito pragmatismo americano avevano concluso in tutta tranquillità che c’era in arrivo un big one, che avrebbe spazzato via il sistema politico esistente e che le prime affermazioni della Lega erano da prendersi molto sul serio come sintomo di quel cataclisma in arrivo.
Invidio ancora oggi l’incredibile livello professionale, che aveva consentito loro di dire quelle cose alcuni mesi prima che succedessero e senza che nessuno ci credesse.
Oggi invece si è arrivati  a un tale livello di saturazione quanto a sfiducia e disgusto verso chi ha governato per gli scorsi vent’anni, che a un grande ribaltone imminente tutti non solo ci credono, ma  sono praticamente sicuri del suo prossimo arrivo.
E ne sono sicuri per una ragione molto semplice, perché sanno di avere in mano il coltello per il manico e in cuor loro hanno già deciso che voteranno diversamente da come avevano votato prima o non voteranno affatto, che è anche questo un modo di esprimere il proprio parere contrario al sistema presente.
Oggi il catalizzatore non è più la Lega, ma il Movimento 5 stelle, che ha in più il vantaggio di poter giocare a livello nazionale, mentre la Lega non è mai riuscita ad essere una forza politica nazionale.
Aumenta quindi la  forza dirompente di questo nuovo e inedito movimento.
La Lega vent’anni fa era riuscita a fare il botto con diversi 20% e oltre al Nord, che però a livello nazionale le faceva sfiorare il 10%, ma nulla di più.
Il Movimento 5 stelle è accreditato di un range che va dal 15% al 20% e quindi diventa determinante in qualsiasi gioco.
La gente dell’establishment, di questo deterioratissimo establishment, che ha schierato  personaggi ributtanti da fine dell’impero romano finge meraviglia per un comico, un teatrante come Beppe Grillo, che si appresta a gestire una leadership politica.
Ma chissà chi era Berlusconi se non il più emblematico uomo di spettacolo che sia mai comparso in politica?
Chissà chi era Ronald Reagan presidente degli Usa per ben due mandati negli anni 80 e attore di professione.
E non era stato forse soprattutto un grandissimo teatrante quel papa Woytila, che non a caso la carriera teatrale aveva praticato e con successo negli anni giovanili?
La comunicazione teatrale fa parte del bagaglio politico da sempre.
Quello che la gente rifiuta di questo aspetto è il suo uso cinico, cioè il servirsi della capacità di comunicazione per recitare contemporaneamente una parte e il suo contrario e qui veramente  Berlusconi docet.
Grillo, è inutile negarlo, come teatrante è un maestro. Con lui le piazze sono sempre piene o pienissime proprio per la sua capacità.  
Questo fatto, ancora inutile negarlo, potrebbe anche essere un pericolo se queste capacità venissero sfruttate per ottundere il senso critico della gente, che è credulona per natura (ancora Berlusconi docet).
Ma facciamoci una domanda  : qual è la differenza fra un teatrante e un politico?
Cioè cos’è che può fare di un teatrante di professione un politico anche di buona statura come è stato Ronald Reagan, o un papa carismatico come è stato Karol Woytila?
Ovvio, la visione.
Ma la visione di lungo periodo bisogna averla, se no si rimane teatranti e basta.
E Grillo passa l’esame?
Si direbbe di si, se si sa di cosa si parla, beninteso, cioè se si è seguito Grillo per i vent’anni durante i quali sul suo blog ha costruito una linea politica precisa usando le nuove tecnologie con molta intelligenza per tirarne fuori le loro enormi potenzialità, con l’indispensabile aiuto tecnico del suo così detto guru Casalegno.
Chi conosce quel blog sa per esempio che ogni articolo (e mi trattengo dal chiamarlo post come si chiama realmente) è seguito da un riferimento bibliografico per invitare il lettore a un approfondimento.
E dio sa quanto sia utile alla fine di questo ventennio berlusconiano, che ha spinto la gente a ragionare “di pancia” e non “di testa o di cuore”, come si dovrebbe, riconquistare un minimo di senso critico, di capacità di documentarsi prima di straparlare, ripetendo regolarmente la propria litania di pregiudizi, che non ci faranno fare mai un passo avanti, ma solo dei gran passi indietro.
Ci sono anche i rimandi (e mi trattengo dal chiamarli link come si chiamano per non urtare i non abbastanza informatizzati) ai filmati anche loro necessari per approfondire.
Insomma per vent’anni Grillo ha fatto tutt’altro che il teatrante perché in realtà ha esercitato quella funzione didattica che da anni i grandi partiti nazionali avevano cessato di fare.
Cosa vuol dire fare funzione didattica?
Vuol dire per esempio spiegare alla gente con mille trailer di giornalismo d’inchiesta che la “grande opera” in Val di Susa è totalmente inutile ed è traducibile solo in una ennesima mega-mangeria dei soliti noti.
Far vedere alla gente, documentandolo, che Taranto è una città avvelenata, non ora che lo sanno tutti, ma quando nessuno ne parlava.
Mostrare alla gente che gli inceneritori e le discariche sono delle fabbriche di malattie, che non risolvono il problema dello smaltimento dei rifiuti, ma non ora che quasi tutti fanno la differenziata, quando non solo non la  si faceva, ma nemmeno si sapeva cosa fosse.
Fare una campagna per dimostrare che la  cementificazione dei campi deve finire perché da anni si costruiscono case vuote che rimarranno vuote perché il mercato  è saturo e questo campagna farla vent’anni fa non oggi quando tutti l’hanno capita se pure in ritardo.
Dire che la politica di austerità dei così detti tecnici è una emerita frignaccia, che farà avvitare la crisi su sé stessa e allargherà la disoccupazione e che di conseguenza le direttive europee vanno ridiscusse e che soprattutto occorre dare la priorità assoluta all’occupazione giovanile o con un programma di servizio civile generalizzato per realizzare servizi e infrastrutture o con un salario garantito.
Qual è allora la differenza nel fare politica fra un politico e un teatrante?
La differenza è che il politico (Grillo) invita ad affrontare il problema qualunque possano essere le conseguenze, fino all’uscita dall’Euro, cominciando dal realizzare quello che si ritiene la priorità assoluta (l’occupazione giovanile).
Mentre il teatrante (Berlusconi )  comincia dalla coda invece che dalla testa per tirare nella rete i soliti creduloni con degli slogan finti rivoluzionari : “fuori dall’Euro” e “abbasso la Germania plutocratica che ci invade con l’economia invece che coi panzer” nascondendo l’unico e solo punto del suo ristretto programma politico : abbassare le tasse ai ricchi e distruggere lo stato in modo che le caste, le cosche, le logge, le corporazioni continuino a fare gli affari loro, come  hanno fanno in questi vent’anni.
Ma ora arriva il big one e per molti è finita: Signori si scende!

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