I segnali di debolezza dello stato sono
troppi, occorre reagire
I fischi che hanno
accolto l’inno nazionale all’inizio della famosa partita di coppa Italia Fiorentina-Napoli saranno stati meno gravi
della sparatoria, che ha accompagnato
quell’evento nella cronaca, ma il suo significato simbolico è devastante.
Chi fischia l’inno
nazionale fischia sé stesso, le sue
radici, il suo passato.
Non ci si può
dimettere da italiano, come non ci si può dimettere dall’essere uomo.
Eppure è successo e ci sono state pure le deliranti
giustificazioni leghiste.
Arrivati a questo punto occorrerà pure prendere coscienza
che se si continua a tollerare l’intollerabile,
si inizia a scivolare sempre più
giù e sempre più lontani dai cugini europei, che ci guardano
ormai sgomenti.
Si chiedono come sia possibile che gli eredi
della maggiore concentrazione
di geni
dell’umanità nel campo delle arti
ecc. si siano ridotti a lasciarsi
cadere così in basso.
Un osservatore esterno di qualità come Alan Friedman, del
quale abbiamo parlato più diffusamente nel post del 17 aprile scorso, ha scritto che la pessima qualità
della classe politica , che abbiamo continuato imperterriti a votare e
rivotare, ci ha fatto perdere
almeno vent’anni, durate i quali gli altri si adeguavano al mondo moderno e noi
dormivamo, cadendo nella palude della
stagnazione.
L’ultimo biennio poi è stato
disastroso, da quando l’anziano inquilino del
Quirinale si è intestardito cocciutamente a confondere stabilità con immobilismo, ha imposto
alleanze politiche innaturali, improponibili in
Italia e impedito al paese di andare
alle urne tutte le volte che sarebbe stato necessario per trovare
una maggioranza politica vera.
Questo impuntamento da solo è stata una impressionante causa del deterioramento della
vita civile, che stiamo osservando.
La recentissima farsa
di un pregiudicato, condannato in via
definitiva per una frode fiscale
ingente, affidato ai servii
sociali, formalmente per favorire
una sua improbabile rieducazione, senza
che si fossero manifestatati gli
indispensabili fattori né del pentimento, né del riconoscimento delle proprie
malefatte, da parte dell’interessato, fattori richiesti a tutti gli altri mortali, per scansare gli arresti e fruire
dell’affidamento ai servizi
sociali.
Questo vulnus delle prescrizioni e del più elementare buon
senso, ha statuito la mostruosità che la
legge non è uguale per tutti, avrà
conseguenze imprevedibili a causa della notorietà e dell’esposizione
mediatica del soggetto.
E’ questo il prezzo che i vertici delle istituzioni hanno ritenuto di pagare
per garantire la continuità
dell’immobilismo, e per giovare a chi?
E’ inquietante dovere porsi queste domande.
Siamo davvero al governo di una rinata e più forte P2, dei
poteri forti, delle banche, delle multinazionali finanziarie ecc. come dice Grillo?
Gli indizi ci sono.
Ma il caso dell’ex cavaliere ed ex senatore, non è unico,
gli organi dirigenti delle istituzioni sono
ben forniti di pregiudicati e rinviati a giudizio, ed i partiti
imperterriti continuano a candidare gente che non sarebbe in grado di esibire
un certificato di carichi pendenti pulito.
Questi fatti sono una fonte terribile e ben giustificata
di sfiducia nello stato.
La casta politica, che ha dato per anni una pessima prova di
sé, continua ad essere mantenuta a
nostre spese con stipendi , pensioni e benefit vari, talmente eccessivi da essere un insulto per il cittadino.
Ecco un altro
elemento di deterioramento dell’immagine
dello stato.
La casta della magistratura, che pure lei, gode di stipendi sproporzionati, ha dimostrato
nel suo insieme, di non riuscire a
produrre, nel suo lavoro, un livello di
efficienza nemmeno minimale, se si guarda alla durata intollerabile dei
processi.
Il suo organo di
autogoverno non ha fatto nulla di efficace per organizzare e riorganizzare
la macchina della giustizia in modo da renderla
funzionale alla sua missione.
Non riesce a gestire le assunzioni e le progressioni di carriera nonchè le
assegnazioni alle sedi in modo appena
adeguato e non riesce a punire gli incapaci o chi prende cantonate clamorose.
Questo è un altro elemento che produce il
deterioramento dello stato, dato che fin
dalla notte dei tempi, la gente guarda
alla magistratura, come titolare di una missione quasi sacrale e quindi si aspetterebbe parecchio di
più.
Le cronache ci hanno
raccontato, in questi giorni, di una assemblea sindacale di poliziotti
dove si sono applauditi per diversi
minuti alcuni colleghi condannati per
omicidio colposo di un cittadino
privato della libertà.
Questo è altro fatto
di inusitata gravità perché
porterà ad alienare la fiducia nelle
forze dell’ordine, che sono uno degli ultimi baluardi della credibilità dello
stato.
Se i cittadini continuano a verificare tutti i giorni che
per acquisire quello che è un loro pacifico diritto, non basta che lo chiedano
nei modi di legge, ma sono messi nelle
condizioni di dover rivolgersi
al signor barone locale o
nazionale di turno, come nel medio evo,
questo mina la credibilità e la forza dello stato.
Se i giovani sono costretti a rilevare che gli articoli della costituzione che
proclamano il lavoro come un
diritto così come l’essere valutati in
base alle proprie attitudini, competenze
e meriti , sono messi nella prassi sotto
i piedi per favorire le clientele delle caste, questo mina la credibilità dello
stato.
E che dire dei milioni di lavoratori in cassa integrazione,
costretti a perdere la propria dignità passando le giornate a guardare il
soffitto, perché questa classe dirigente non ha la fantasia minima necessaria
per impiegarli più utilmente e più dignitosamente per loro a realizzare quei
lavori pubblici di manutenzione del patrimonio pubblico che sarebbe
indispensabile ; dalle scuole al verde, eccetera?
C’è un’occasione per offrire ai cittadini l’opportunità di
farsi servitori dello stato, cioè della loro comunità e questa non viene
nemmeno messa allo studio.
E poi c’è un altrettanto
numeroso esercito di giovani in cerca di prima occupazione che sarebbero ben lieti di
essere impiegato a servii civili, anche con rimborsi
simbolici, ma tali da rendere loro la dignità di membri attivi della
comunità nazionale.
Ma non se ne fa nulla, forse perché caste, poteri forti e
banche, non ci vedono la possibilità di
prendersi una fetta di profitto.
E poi stiamo fronteggiando con assoluta inconsapevolezza il
problema epocale di una migrazione gigantesca dall’Africa all’Europa, senza fare
assolutamente alcunché, se non vaneggiare sulla possibilità di fermare la
storia.
Questi politici senza idee, né forti né deboli, non riescono
a pensare a mettere in piedi una vera
cooperazione internazionale a parità di
costi, che convinca coi fatti chi è disposto a rischiare la vita per emigrare a
fermarsi nel suo paese.
Ma allora bisogna
impiegare parte dei nostri
disoccupati e giovani in attesa di occupazione ad attuare i microprogetti, che
le missioni cattoliche e le Ong sono
impegnate a fare nei mille villaggi di quel continente, ma che non possono
produrre più di una pur ammirevole testimonianza a causa del numero sproporzionatamente
sottodimensionato di operatori.
Si potrebbero citare chissà quante altre iniziative
fattibili, se ci fosse la fantasia e la volontà politica per ricostruire la
fiducia e la forza dello stato, che una volta veniva chiamato patria, con tutta
la forza evocativa e simbolica, che avrebbe questo termine, e che si chiamerà
ancora patria, quando lo stato medesimo riuscisse a riacquistare la forza che
gli viene sottratta dalle consorterie al potere.
Due settimane e si va a votare, purtroppo, solo per le
europee e per elezioni locali.
Si spera che la molta
gente esasperata capisca almeno la nozione basica, che la logica insegnerebbe di applicare in questi
casi.
Se andrà a votare ,con le motivazioni più assurde,
ancora gli stessi che hanno depredato lo
stato, si tirerà la zappa sui piedi.
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