Comincia a comparire qualche proposta
sensata per gestire l'ondata migratoria epocale da Africa e Medio
Oriente
L'Italia, come se non avesse abbastanza
problemi suoi, che si trascina dietro da anni ,senza essere capace di
risolverli, si è trovata, a causa della sua posizione geografica,
nel mezzo del ciclone emigrazione dall'Africa e dal Medio Oriente di
proporzioni bibliche.
Un alto funzionario del Ministero
dell'Interno in un'audizione parlamentare di pochi mesi fa aveva
suscitato un vespaio dicendo semplicemente la verità e cioè che è
verosimile prevedere arrivi a decine di migliaia, a causa delle
condizioni di vita insostenibili di molti paesi africani e medio
orientali.
I governi del centro- destra nel
passato ventennio avevano adottato la linea dei respingimenti
introducendo il reato di immigrazione clandestina, con risultati
pratici del tutto inefficaci.
Si trattenevano gli immigrati diventati
per legge clandestini in centri prigione per mesi senza riuscire a
identificarli con sicurezza per la non cooperazione dei paesi di
origine e per la precarietà delle loro strutture civili (censimenti,
anagrafe ecc.).
Questi governi si sono dati la zappa
sui piedi perchè introducendo il reato di clandestinità mettevano
le forze dell'ordine e l'apparato della giustizia nella condizione di
non potere in pratica riportare nei paesi di origine dei fantasmi non
identificati, dei quali non si riusciva ad appurare nemmeno il paese
di provenienza.
Hanno regalato costose motovedette a
Gheddafi, perchè fingesse di presidiare una tale estensione di
coste, che avrebbe messo in difficoltà anche il corpo dei Marins
americani.
Qualche accordo bilaterale sono
riusciti a metterlo in piedi con la Tunisia, ma ora che il nord
Africa è finito nel caos anche quelli non hanno più alcun effetto.
Quindi sbagliato, non per ragioni
ideologiche, ma perchè del tutto inefficace quell'approccio, non è
stato di maggior valenza pratica il generico buonismo di maniera,
volto all'accoglienza, senza se e senza ma, vuoi dei cattolici di
professione , vuoi della sinistra tradizionale.
Ora almeno, un papa vistosamente più
evangelico dei suoi predecessori ,ha senza perifrasi detto ai suoi
vescovi e preti che se si lanciano in omelie e dichiarazioni di
apertura all'accoglienza comunque, come del resto sarebbe loro
preciso dovere, è pure loro preciso dovere essere consequenziali e
aprire le migliaia di palazzi e conventi inutilizzati per accogliere
coloro che la religione cristiana chiama ineluttabilmente fratelli.
La chiesa però può e anche, deve,
fare assistenza, ma non certo politica ,che spetta all'autorità
civile.
Meglio evitare le confusioni.
Saranno anche azzeccate i filmati
pubblicitari, che spingono i contribuenti a firmare per l'8 per mille
sul 730 a favore della chiesa cattolica, dove si racconta di suore e
preti tutti impegnati in opere sociali (fosse vero, ma non è così,
perché per opere sociali la chiesa non stanzia più del 20% di
quanto incassa con l'8 per mille, il che è veramente pochino).
Ma quand'anche l'opera di assistenza
della chiesa fosse ancora più estesa, questo non giustificherebbe
minimamente lo stato dal non fare quello che gli è richiesto.
Nè la chiesa né nessuna pure
benemerita ONG può essere intesa come un alibi perchè la politica
non si occupi prioritariamente di garantire il bene comune e quindi
prioritariamente la tutela dei più deboli.
Nelle nostre radici siamo stati per
decenni un paese di poveracci, che doveva prendere il bastimento per
le Americhe o il treno per le miniere del Belgio e più tardi per le
fabbriche tedesche per sbarcare più o meno malamente il lunario, che
in Italia non era per niente garantito.
Questo non ce lo possiamo dimenticare
quando in metropolitana siamo colti a volte da fastidio e da disagio
per vederci intorno più immigrati che connazionali.
Però attenzione.
E' doveroso che con la nostra storia e
la nostra cultura cristiana esercitiamo apertura al rispetto dei
diritti umani di chi chiede rifugio politico, scappando dalle guerre,
o semplicemente chiede la michetta per sopravvivere, come han fatto
molti nostri antenati.
Ma senza suicidarci come popolo , come
nazione e come civiltà occidentale.
Innanzitutto che si abbia la dovuta
considerazione per l'aritmetica.
Il paese può accogliere fino a un
certo numero di immigrati, ed anzi ha una forte convenienza economica
a farlo, perchè questi fanno le professioni, che i nostri figli non
farebbero e lavorando versano i contributi Inps, che pagano in parte
importante le nostre pensioni.
Il boom economico americano campa da
anni su un immigrazione selvaggia dal Messico, lo sappiamo tutti.
Ma attenzione a valutare il livello
oltre il quale la nostra società, gia mal combinata di suo potrebbe
destabilizzarsi.
Non facciamo finta di non sapere che
già ora una maggioranza netta di italiani vede in cattiva luce gli
immigrati.
Non facciamo finta di non sapere che
oggi nella cugina Francia la maggioranza di quel popolo che ci è
vicinissimo per cultura, storia e costumi ha votato per un partito
dichiaratamente anti- immigrati.
L'attenzione al numero deve essere ben
vigile.
E innanzi tutto questa politica, per
inetta che sia, deve almeno prendersi la responsabilità di
quantificare quel numero.
Non facciamo finta di non sapere che
dietro e appena dopo al problema umanitario c'è lo spettro non solo
e non tanto di religioni, culture e usanze diverse o molto diverse
dalle nostre.
Sappiamo che questo problema è
risolubile mandando a scuola le seconde generazioni.
Ma oggi nel mondo si aggira lo spettro
del fondamentalismo religioso, che è pericolosissimo e nei paesi dai
quali provengono gli immigrati africani e medio orientali, oggi le
correnti estremiste e fondamentaliste sono presenti eccome.
Siamo attrezzati per distinguere i
semplici poveracci affamati, da guerriglieri o altri fanatici
infiltrati?
Poi, è antipatico dirlo, perchè è
politicamente scorretto, ma c'è nell'area africana un serio allarme
di diffusione dell'epidemia del virus, tutt'ora mortale, Ebola,
lanciato in questi giorni da un'organizzazione umanitaria del
prestigio dei Medici Senza Frontiere.
Siamo attrezzati per fare test e
screening del caso?
Che dicono i politici?
Le solite sciocchezze rimpallando tutto
a Bruxelles, che regolarmente controbatte : vi abbiamo dato dei
milioni, ma quali strutture avete costruito con quei milioni?
L'unico discorso serio l'ho visto fare
dal senatore Luigi Manconi, uomo ex Verdi, che è ora nel PD, ma che
da sempre è un battitore libero, impegnato ad affrontare e risolvere
problemi umanitari e non beghe di partito ed è, non a caso
presidente della commissione parlamentare per i diritti umani.
Manconi sta lavorando a un serio
progetto per internazionalizzare il problema immigrazione nel
Mediterraneo.
In poche parole propone di creare nei
paesi che si affacciano sul Mediterraneo, nell'altra sponda, e cioè
nei paesi di partenza degli immigrati, dei presidi che chiama di
“ammissione umanitaria”.
Una specie di campi profughi (anche se
lui non usa questa parola) attrezzati da organizzazioni
internazionali e finanziati prevalentemente dalla Unione Europea, nel
quale gli aspiranti migranti si possano raccogliere in un ambiente
decente, per essere identificati, ascoltati e possano dire dove
vogliono andare, perché e a fare che cosa.
Finirebbero di essere fantasmi e
diverrebbero uomini.
Si porrebbe così fine al traffico
indegno di esseri umani e si provvederebbe subito a uno smistamento
per i vari paesi europei.
Mi sembra un ottimo progetto, come
visione, cioè come obiettivo, almeno è un vero progetto con dei
punti di forza e di debolezza, ma è un progetto definito, concreto,
non è più generica chiacchiera a vuoto.
Gli accordi bilaterali sono stati
meglio che niente, ma oggi le dimensioni del fenomeno esigono un
approccio, che sia fin dall'inizio internazionale – europeo.
Ed occorre da subito capire e far
capire che la partita si gioca e si deve giocare sull'altra sponda
del Mediterraneo.
Non con le motovedette regalate a
Gheddafi e oggi finite in mano a chissà chi , ma costruendo luoghi
di accoglienza di dimensioni adeguate e un progetto logistico
fattibile e finanziabile.
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