giovedì 3 luglio 2014

Comincia a comparire qualche proposta sensata per gestire l'ondata migratoria epocale da Africa e Medio Oriente



L'Italia, come se non avesse abbastanza problemi suoi, che si trascina dietro da anni ,senza essere capace di risolverli, si è trovata, a causa della sua posizione geografica, nel mezzo del ciclone emigrazione dall'Africa e dal Medio Oriente di proporzioni bibliche.
Un alto funzionario del Ministero dell'Interno in un'audizione parlamentare di pochi mesi fa aveva suscitato un vespaio dicendo semplicemente la verità e cioè che è verosimile prevedere arrivi a decine di migliaia, a causa delle condizioni di vita insostenibili di molti paesi africani e medio orientali.
I governi del centro- destra nel passato ventennio avevano adottato la linea dei respingimenti introducendo il reato di immigrazione clandestina, con risultati pratici del tutto inefficaci.
Si trattenevano gli immigrati diventati per legge clandestini in centri prigione per mesi senza riuscire a identificarli con sicurezza per la non cooperazione dei paesi di origine e per la precarietà delle loro strutture civili (censimenti, anagrafe ecc.).
Questi governi si sono dati la zappa sui piedi perchè introducendo il reato di clandestinità mettevano le forze dell'ordine e l'apparato della giustizia nella condizione di non potere in pratica riportare nei paesi di origine dei fantasmi non identificati, dei quali non si riusciva ad appurare nemmeno il paese di provenienza.
Hanno regalato costose motovedette a Gheddafi, perchè fingesse di presidiare una tale estensione di coste, che avrebbe messo in difficoltà anche il corpo dei Marins americani.
Qualche accordo bilaterale sono riusciti a metterlo in piedi con la Tunisia, ma ora che il nord Africa è finito nel caos anche quelli non hanno più alcun effetto.
Quindi sbagliato, non per ragioni ideologiche, ma perchè del tutto inefficace quell'approccio, non è stato di maggior valenza pratica il generico buonismo di maniera, volto all'accoglienza, senza se e senza ma, vuoi dei cattolici di professione , vuoi della sinistra tradizionale.
Ora almeno, un papa vistosamente più evangelico dei suoi predecessori ,ha senza perifrasi detto ai suoi vescovi e preti che se si lanciano in omelie e dichiarazioni di apertura all'accoglienza comunque, come del resto sarebbe loro preciso dovere, è pure loro preciso dovere essere consequenziali e aprire le migliaia di palazzi e conventi inutilizzati per accogliere coloro che la religione cristiana chiama ineluttabilmente fratelli.
La chiesa però può e anche, deve, fare assistenza, ma non certo politica ,che spetta all'autorità civile.
Meglio evitare le confusioni.
Saranno anche azzeccate i filmati pubblicitari, che spingono i contribuenti a firmare per l'8 per mille sul 730 a favore della chiesa cattolica, dove si racconta di suore e preti tutti impegnati in opere sociali (fosse vero, ma non è così, perché per opere sociali la chiesa non stanzia più del 20% di quanto incassa con l'8 per mille, il che è veramente pochino).
Ma quand'anche l'opera di assistenza della chiesa fosse ancora più estesa, questo non giustificherebbe minimamente lo stato dal non fare quello che gli è richiesto.
Nè la chiesa né nessuna pure benemerita ONG può essere intesa come un alibi perchè la politica non si occupi prioritariamente di garantire il bene comune e quindi prioritariamente la tutela dei più deboli.
Nelle nostre radici siamo stati per decenni un paese di poveracci, che doveva prendere il bastimento per le Americhe o il treno per le miniere del Belgio e più tardi per le fabbriche tedesche per sbarcare più o meno malamente il lunario, che in Italia non era per niente garantito.
Questo non ce lo possiamo dimenticare quando in metropolitana siamo colti a volte da fastidio e da disagio per vederci intorno più immigrati che connazionali.
Però attenzione.
E' doveroso che con la nostra storia e la nostra cultura cristiana esercitiamo apertura al rispetto dei diritti umani di chi chiede rifugio politico, scappando dalle guerre, o semplicemente chiede la michetta per sopravvivere, come han fatto molti nostri antenati.
Ma senza suicidarci come popolo , come nazione e come civiltà occidentale.
Innanzitutto che si abbia la dovuta considerazione per l'aritmetica.
Il paese può accogliere fino a un certo numero di immigrati, ed anzi ha una forte convenienza economica a farlo, perchè questi fanno le professioni, che i nostri figli non farebbero e lavorando versano i contributi Inps, che pagano in parte importante le nostre pensioni.
Il boom economico americano campa da anni su un immigrazione selvaggia dal Messico, lo sappiamo tutti.
Ma attenzione a valutare il livello oltre il quale la nostra società, gia mal combinata di suo potrebbe destabilizzarsi.
Non facciamo finta di non sapere che già ora una maggioranza netta di italiani vede in cattiva luce gli immigrati.
Non facciamo finta di non sapere che oggi nella cugina Francia la maggioranza di quel popolo che ci è vicinissimo per cultura, storia e costumi ha votato per un partito dichiaratamente anti- immigrati.
L'attenzione al numero deve essere ben vigile.
E innanzi tutto questa politica, per inetta che sia, deve almeno prendersi la responsabilità di quantificare quel numero.
Non facciamo finta di non sapere che dietro e appena dopo al problema umanitario c'è lo spettro non solo e non tanto di religioni, culture e usanze diverse o molto diverse dalle nostre.
Sappiamo che questo problema è risolubile mandando a scuola le seconde generazioni.
Ma oggi nel mondo si aggira lo spettro del fondamentalismo religioso, che è pericolosissimo e nei paesi dai quali provengono gli immigrati africani e medio orientali, oggi le correnti estremiste e fondamentaliste sono presenti eccome.
Siamo attrezzati per distinguere i semplici poveracci affamati, da guerriglieri o altri fanatici infiltrati?
Poi, è antipatico dirlo, perchè è politicamente scorretto, ma c'è nell'area africana un serio allarme di diffusione dell'epidemia del virus, tutt'ora mortale, Ebola, lanciato in questi giorni da un'organizzazione umanitaria del prestigio dei Medici Senza Frontiere.
Siamo attrezzati per fare test e screening del caso?
Che dicono i politici?
Le solite sciocchezze rimpallando tutto a Bruxelles, che regolarmente controbatte : vi abbiamo dato dei milioni, ma quali strutture avete costruito con quei milioni?
L'unico discorso serio l'ho visto fare dal senatore Luigi Manconi, uomo ex Verdi, che è ora nel PD, ma che da sempre è un battitore libero, impegnato ad affrontare e risolvere problemi umanitari e non beghe di partito ed è, non a caso presidente della commissione parlamentare per i diritti umani.
Manconi sta lavorando a un serio progetto per internazionalizzare il problema immigrazione nel Mediterraneo.
In poche parole propone di creare nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, nell'altra sponda, e cioè nei paesi di partenza degli immigrati, dei presidi che chiama di “ammissione umanitaria”.
Una specie di campi profughi (anche se lui non usa questa parola) attrezzati da organizzazioni internazionali e finanziati prevalentemente dalla Unione Europea, nel quale gli aspiranti migranti si possano raccogliere in un ambiente decente, per essere identificati, ascoltati e possano dire dove vogliono andare, perché e a fare che cosa.
Finirebbero di essere fantasmi e diverrebbero uomini.
Si porrebbe così fine al traffico indegno di esseri umani e si provvederebbe subito a uno smistamento per i vari paesi europei.
Mi sembra un ottimo progetto, come visione, cioè come obiettivo, almeno è un vero progetto con dei punti di forza e di debolezza, ma è un progetto definito, concreto, non è più generica chiacchiera a vuoto.
Gli accordi bilaterali sono stati meglio che niente, ma oggi le dimensioni del fenomeno esigono un approccio, che sia fin dall'inizio internazionale – europeo.
Ed occorre da subito capire e far capire che la partita si gioca e si deve giocare sull'altra sponda del Mediterraneo.
Non con le motovedette regalate a Gheddafi e oggi finite in mano a chissà chi , ma costruendo luoghi di accoglienza di dimensioni adeguate e un progetto logistico fattibile e finanziabile.

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