mercoledì 12 novembre 2014

Renzi si allei anche col diavolo, ma deve farcela, per evitare che ci venga imposta la disastrosa cura della Troika



E' singolare che su questo blog si siano dette peste e corna su Berlusconi per anni.
Che quando è spuntato Renzi, lo si sia tacciato di essere un'ulteriore anomalia della politica italiana, in sovrappiù rispetto a Berlusconi.
Che quando i due si sono alleati nel patto del Nazareno, a coronamento dell'ossessione del Quirinale per le "grandi intese", si sia detto che quella era la peggiore delle soluzioni possibili.
E' singolare che, con quelle premesse, ci si senta costretti oggi, se non proprio a fare il tifo per Renzi, ma almeno ad augurargli di tenere duro, per strappare delle riforme significative.
Perché a Bruxelles lo hanno detto ben chiaro, o l'Italia mostra di essere in grado di realizzare le riforme subito o si aprono le procedure in infrazione, cioè in pratica arriva la troika a farcele fare, in forza della cessione di potere a suo favore, che le conferiscono i trattati, distrattamente firmati dai grandi politici, che hanno preceduto Renzi.
Dove la troika è arrivata, si è insediata ed ha operato (Grecia, Portogallo e Irlanda), i risultati sono lì da vedere : conti più in ordine ,ma welfare state al lumicino , disoccupazione fuori controllo, ceto medio distrutto e impoverito.
Si può e si deve evitare questo ulteriore impoverimento del paese.
L'Italia non è un piccolo paese, come quelli sopra elencati, è il terzo più  grande paese dell'Europa.
Oggi indebolito da decenni di stagnazione e di mal-governo , del tutto sfiduciato, e con una società al limite della sopportazione.
E infatti, nelle strade e nelle piazze  sembrano improvvisamente materializzarsi i malefici fantasmi degli estremismi violenti.
L'abile giovane leader della Lega, Matteo Salvini, sta furbamente ponendosi come credibile esponente del Lepenismo all'italiana, capace di catalizzare malcontenti, indignazioni e umiliazioni subite.
E questo lo fa volare nei sondaggi.
Del resto lo spazio della destra in Italia, dopo il disfacimento del Movimento Sociale, era rimasto vuoto e senza una rappresentanza di un qualche rilievo,e  quindi lo spazio c'è per un movimento lepenista.
Renzi, di sinistra, ha veramente pochino, pochino, ma questo alla gente sembra interessare sempre di meno, perché a questo punto, quello che interessa è vedere le cose cambiare veramente.
E se allora, per trovare i numeri necessari in parlamento, per fare le riforme, la strada più facile è quella di tenere politicamente in vita un Berlusconi, che sembra in forma come il Mussolini, fatto prelevare da Hitler dalla prigionia del Gran Sasso, lo si faccia, tanto ne abbiamo già viste di tutti i colori.
Se poi i deliri narcisistici di Renzi e Casaleggio, consentiranno di fare uscire dal frigorifero il secondo partito italiano, cioè i 5Stelle, per farlo partecipare al rinnovamento, questa sarebbe una gran cosa, perché farebbe intravedere un futuro un po' più pulito.
Contano poco le piazze riempite, a comando, da sindacalisti capaci di fare scattare l'orgoglio di vecchie identità ed idealità, nei padri dei giovani operai, ma che non sanno dire nulla ai giovani operi medesimi.
Parlare al passato, in un mondo globalizzato, che ha appena schierato in Cina il 60% dell'economia mondiale. costituita dalla somma delle economie dei paesi del Pacifico, è una operazione patetica.
Oggi il mondo corre e chi si attarda sugli articoli 18, pensando di salvargli l'anima, sta perdendo il treno.
Bisogna fare riforme radicali per liberare un paese vecchio e ingessato, in modo da dare lavoro a una generazione di giovani che è stata tradita.
Ci vogliono dei risultati concreti entro l'anno.
A Renzi manca, e lo abbiamo detto e ripetuto nei post precedenti, l'anima, che i veri grandi leader politici assumono da una visone strategica a lungo periodo, basata su una cultura politica condivisa.
Non mi sembra però trascurabile il periodico ricorso che fanno Renzi e i suoi seguaci, alla "Leopolda", cioè a seminari dove si va non per far propaganda, come alle vecchie feste dell'Unità, copiate e ripetute in fotocopia da tutti gli altri partiti.
Ci si va per ascoltare il contributo, che possono dare intellettuali e manager, proprio per decifrare un futuro complicato e difficile e per fare delle proposte.
E' importante recuperare il ruolo degli intellettuali per la politica.
Oggi questo ruolo è stato perso o svilito.
Fa decisamente pena vedere nei mille talk show televisivi, tutti uguali o quasi, per fare un esempio, un intellettuale di vaglia, come Cacciari, capace di discettare in una sede accademica sul concetto di alterità di dio in Agostino per due ore, fingere disgusto per doversi confrontare con le banalità ripetitive, che solo può produrre una Santanchè, quando sapeva benissimo in partenza, che in quelle sedi televisive, non si può fare altro che riscaldare il solito minestrone, che alla fine non sa più di niente.

Renzi può darsi l'anima, che non ha, se imparerà, fra le altre cose, ad ascoltare chi può pensare anche per lui, che non pensa molto, con la scusa che ha molto da fare.

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