Le religioni spingono alla fraternità o alle guerre ?
Pensiamo a un luogo considerato altamente simbolico per la sua singolarità : la
spianata delle moschee a Gerusalemme.
Qui le tre religioni abramitiche dovrebbero incontrarsi e
invece sono periodica e costante fonte
di odio.
Appena spento il focolaio di Gaza, ecco che basta il gesto
inconsulto del solito mentecatto di turno, in cerca di visibilità, che sia un
rabbino ultraconservatore o un estremista islamico , per rischiare di
riaccendere l’incendio della lotta di religione.
Voltaire sorriderà dalla tomba, con quel suo sorriso
sardonico, come per dire : ve l’avevo detto che
per vivere in pace nella
modernità, occorre superare i pregiudizi delle religioni.
Non vi bastano la scienza , la filosofia e l’arte e la
cultura?
Se andassimo a cercare il giudizio obiettivo della storia
sull’influsso delle religioni sullo sviluppo
o sul degrado della civiltà ,
sarebbe difficile non osservare che la bilancia pende vistosamente a sfavore
delle religioni.
Nessuno può negare le buone intenzioni, insite in tutte le
mitologie – rivelazioni , sulle quali si
fondano le religioni della terra.
Le religioni nascono dalla forte domanda di senso della vita
e prima ancora di superamento- contenimento della paura ancestrale della morte
e dalla posizione debole dell’uomo di fronte alle forze di una natura spesso
matrigna.
Ci sono biblioteche
di analisi antropologica che hanno appurato queste radici.
Oggi i forti progressi che ha avuto la
ricerca nelle neuroscienze, hanno consentito di fare ulteriori passi
avanti nella spiegazione delle ragioni della
tendenza umana a credere nelle religioni .
Usando gli strumenti potentissimi che la tecnologia ha messo
a disposizione degli scienziati per studiare il cervello umano mentre opera e
quindi anche quando viene impiegato per esprimere giudizi morali o negli atti
di ritenuti di dialogo con la divinità.
Ci sono macchine in grado di fare specie di fotografie,
definite neuroimmagini di particolari funzioni cerebrali che conserntono di verificare
a livello orami sperimentale situazioni
e fenomeni assolutamente inaspettati.
Innanzi tutto i concetti di personalità e di libero arbitrio
vengono seriamente ridimensionati.
Nel senso che si è appurato che noi non prendiamo decisioni
dopo avere esaminato in modo analitico situazione e alternative, come eravamo
convinti che fosse pacifico.
Le cose non funzionano così e non sono mai funzionate così.
Il nostro cervello invece regolarmente ci precede imponendoci reazioni ed azioni
sulla base di impulsi ancestrali e “pregiudizi”, archiviati nel data base del
nostro cervello.
E questi pregiudizi si sono archiviati non sulla base di
analisi razionali, ma sulla base dei sentimenti
- emozioni, che abbiamo provato.
Questo non significa che l’uomo sia schiavo di un
meccanicismo assoluto.
Siamo pur sempre dotati di un margine di libertà dovuto alle
acquisizioni culturali ed al nostro interagire con l’ambiente, ma rimane il
fatto che il nostro grado di libertà è
parecchio più limitato di quello che credevamo.
Chi volesse approfondire questo formidabile argomento
può ad esempio consultare il testo di Corbellini e Sirogiovanni : “tutta
colpa del cervello” Mondadori Università.
Essendo però il processo sopra descritto del tutto contro-
intuitivo, noi ci costruiamo continuamente “autoinganni” sotto forma di
narrazioni con le quali falsificando il processo reale, ci rappresentiamo di
essere arrivati ad un determinato
giudizio o alla giustificazione di una
particolare azione a seguito di un procedimento di analisi razionale, che in realtà non c’è mai stato.
La religione è uno dei meccanismi principe usati per
elaborare quelle auto- narrazioni.
Le conseguenze di queste acquisizioni scientifiche sono
estremamente consistenti.
Ne elencherò alcune.
Innanzitutto siamo di fronte alla dimostrazione usando il
metodo scientifico che la tendenza alla religione non può essere assunta come
un merito o un demerito, perché fa parte di un meccanismo inconscio, cioè
automatico, sul quale non abbiamo controllo se non a posteriori.
Per molte religioni, compresa quella cattolica, l’avere
creduto è considerata come il massimo
dei meriti per conquistare la
vita eterna.
Si vede quindi quale
formidabile scossone queste acquisizioni causeranno agli apparati della
teologia.
La fede religiosa si basa secondo la teologia cattolica non su possibili dimostrazioni empiriche come
succede nel campo della scienza.
Ma esisterebbero due ambiti diversi di speculazione una appunto quella empirica
sulla quale si basa la scienza moderna, e poi un altro tipo di ragionamento
basato sull’autorità di una rivelazione divina, non dimostrabile con gli
strumenti del metodo scientifico.
Il discorso delle due vie , non per niente da sempre Basato
anche su una visone del mondo dualistica materia- spirito, casca completamente
sulla base delle acquisizioni delle neuroscienze delle quali si è sopra
parlato, perché queste dimostrano che esiste una base naturalistica del
pensiero, di sentimenti eccetera, che può essere indagata dettagliatamente con
gli strumenti della scienza moderna, cosa che una volta di più sta a dimostrare
che di conoscenza ce né una sola ed è quella acquisibile col metodo scientifico
Al di fuori di quella non c’è nulla che sia sensato prendere
per credibile.
Le religioni sono quindi degli “autoinganni” ai quali
ricorriamo non per nostro merito e demerito ma perché a questo ci induce il
funzionamento del nostro cervello, ma questo non significa affatto che sia una
cosa positiva e utile e che non vada invece contrastata, una volta che avessimo
preso coscienza del fatto che si tratta di un auto-inganno.
Intendiamoci, queste scoperte sono molto recenti e
probabilmente non sono ancora nemmeno conosciute o studiate dalle gerarchie
delle varie chiese.
Ma come era stato a suo tempo per la rivoluzione darwiniana
anche questa dovrà essere metabolizzata.
Del resto se torniamo al punto di partenza e cioè alla spianata
delle moschee a Gerusalemme, qui siamo
ancora di fronte ad auto- inganni di altro tipo.
Chi può dimostrare che quei luoghi abbiano un qualche legame reale con le narrazioni che le
mitologie religiose loro attribuiscono ?
Nessuno, anzi l’avanzamento dell’archeologia regolarmente
sconfessa quanto a luoghi e monumenti le religioni hanno caricato : dal muro
del tempio a tutto il resto.
E dunque perché cessi la
follia delle guerre di religione occorre inevitabilmente che la gente si
secolarizzi e superi i pregiudizi religiosi.
Gli israeliani
contrariamente a quel che si pensa comunemente ci sono già arrivati.
La gioventù delle grandi città israeliane è fra le più
secolarizzate.
Molto più difficile il discorso fra gli islamici.
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