venerdì 7 novembre 2014

Le religioni spingono alla fraternità o alle guerre ?



Pensiamo a un luogo considerato altamente  simbolico per la sua singolarità : la spianata delle moschee a Gerusalemme.
Qui le tre religioni abramitiche dovrebbero incontrarsi e invece sono periodica e  costante fonte di odio.
Appena spento il focolaio di Gaza, ecco che basta il gesto inconsulto del solito mentecatto di turno, in cerca di visibilità, che sia un rabbino ultraconservatore o un estremista islamico , per rischiare di riaccendere l’incendio della lotta di religione.
Voltaire sorriderà dalla tomba, con quel suo sorriso sardonico, come per dire : ve l’avevo detto che  per vivere  in pace nella modernità, occorre superare i pregiudizi delle religioni.
Non vi bastano la scienza , la filosofia e l’arte e la cultura?
Se andassimo a cercare il giudizio obiettivo della storia sull’influsso delle religioni sullo sviluppo  o sul  degrado della civiltà , sarebbe difficile non osservare che la bilancia pende vistosamente a sfavore delle religioni.
Nessuno può negare le buone intenzioni, insite in tutte le mitologie –  rivelazioni , sulle quali si fondano le religioni della terra.
Le religioni nascono dalla forte domanda di senso della vita e prima ancora di superamento- contenimento della paura ancestrale della morte e dalla posizione debole dell’uomo di fronte alle forze di una natura spesso matrigna.
Ci sono  biblioteche di analisi antropologica che hanno appurato queste radici.
Oggi i forti progressi che ha avuto  la  ricerca nelle neuroscienze, hanno consentito di fare ulteriori passi avanti nella spiegazione delle ragioni della  tendenza umana a credere nelle religioni .
Usando gli strumenti potentissimi che la tecnologia ha messo a disposizione degli scienziati per studiare il cervello umano mentre opera e quindi anche quando viene impiegato per esprimere giudizi morali o negli atti di ritenuti di dialogo con la divinità.
Ci sono macchine in grado di fare specie di fotografie, definite neuroimmagini di particolari funzioni cerebrali che conserntono di verificare a livello  orami sperimentale situazioni e fenomeni assolutamente inaspettati.
Innanzi tutto i concetti di personalità e di libero arbitrio vengono seriamente ridimensionati.
Nel senso che si è appurato che noi non prendiamo decisioni dopo avere esaminato in modo analitico situazione e alternative, come eravamo convinti che  fosse pacifico.
Le cose non funzionano così e non sono mai funzionate così.
Il nostro cervello invece regolarmente  ci precede imponendoci reazioni ed azioni sulla base di impulsi ancestrali e “pregiudizi”, archiviati nel data base del nostro cervello.
E questi pregiudizi si sono archiviati non sulla base di analisi razionali, ma sulla base dei sentimenti  - emozioni, che  abbiamo provato.
Questo non significa che l’uomo sia schiavo di un meccanicismo assoluto.
Siamo pur sempre dotati di un margine di libertà dovuto alle acquisizioni culturali ed al nostro interagire con l’ambiente, ma rimane il fatto che il nostro grado di libertà è  parecchio più  limitato di  quello che credevamo.
Chi volesse approfondire questo formidabile argomento può  ad esempio consultare  il testo di Corbellini e Sirogiovanni : “tutta colpa del cervello” Mondadori Università.
Essendo però il processo sopra descritto del tutto contro- intuitivo, noi ci costruiamo continuamente “autoinganni” sotto forma di narrazioni con le quali falsificando il processo reale, ci rappresentiamo di essere  arrivati ad un determinato giudizio o alla giustificazione di  una particolare azione a seguito di un procedimento di analisi razionale,  che in realtà non c’è mai stato.
La religione è uno dei meccanismi principe usati per elaborare quelle auto- narrazioni.
Le conseguenze di queste acquisizioni scientifiche sono estremamente consistenti.
Ne elencherò alcune.
Innanzitutto siamo di fronte alla dimostrazione usando il metodo scientifico che la tendenza alla religione non può essere assunta come un merito o un demerito, perché fa parte di un meccanismo inconscio, cioè automatico, sul quale non abbiamo controllo se non a posteriori.
Per molte religioni, compresa quella cattolica, l’avere creduto è considerata come il massimo  dei meriti  per conquistare la vita eterna.
Si vede quindi  quale formidabile scossone queste acquisizioni causeranno agli apparati della teologia.
La fede religiosa si basa secondo la teologia  cattolica non su  possibili dimostrazioni empiriche come succede nel campo della scienza.
Ma esisterebbero due ambiti diversi di  speculazione una appunto quella empirica sulla quale si basa la scienza moderna, e poi un altro tipo di ragionamento basato sull’autorità di una rivelazione divina, non dimostrabile con gli strumenti del metodo scientifico.
Il discorso delle due vie , non per niente da sempre Basato anche su una visone del mondo dualistica materia- spirito, casca completamente sulla base delle acquisizioni delle neuroscienze delle quali si è sopra parlato, perché queste dimostrano che esiste una base naturalistica del pensiero, di sentimenti eccetera, che può essere indagata dettagliatamente con gli strumenti della scienza moderna, cosa che una volta di più sta a dimostrare che di conoscenza ce né una sola ed è quella acquisibile  col metodo scientifico
Al di fuori di quella non c’è nulla che sia sensato prendere per credibile.
Le religioni sono quindi degli “autoinganni” ai quali ricorriamo non per nostro merito e demerito ma perché a questo ci induce il funzionamento del nostro cervello, ma questo non significa affatto che sia una cosa positiva e utile e che non vada invece contrastata, una volta che avessimo preso coscienza del fatto che si tratta di un auto-inganno.
Intendiamoci, queste scoperte sono molto recenti e probabilmente non sono ancora nemmeno conosciute o studiate dalle gerarchie delle varie chiese.
Ma come era stato a suo tempo per la rivoluzione darwiniana anche questa dovrà essere metabolizzata.
Del resto se torniamo al punto di partenza e cioè alla spianata delle moschee a Gerusalemme,  qui siamo ancora di fronte ad auto- inganni di altro tipo.
Chi può dimostrare che quei luoghi abbiano un  qualche legame reale con le narrazioni che le mitologie religiose  loro attribuiscono ?
Nessuno, anzi l’avanzamento dell’archeologia regolarmente sconfessa quanto a luoghi e monumenti le religioni hanno caricato : dal muro del tempio a tutto il resto.
E dunque perché cessi la  follia delle guerre di religione occorre inevitabilmente che la gente si secolarizzi e superi i pregiudizi religiosi.
Gli israeliani  contrariamente a quel che si pensa comunemente ci sono già arrivati.
La gioventù delle grandi città israeliane è fra le più secolarizzate.

Molto più difficile il discorso fra gli  islamici.

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