La gente non si accontenta più di un energico
decisionista, oggi cerca ormai il castigamatti e Salvini sembra il tipo giusto a un numero sempre maggiore di persone
Dopo decenni di malgoverno o di semplice s-governo, oggi
l’Italia ha accumulato una tale mole di
problemi che ha poco senso pensare che possano essere risolti con i metodi
usuali.
Qualsiasi problema, in qualsiasi settore, oggi, non è
risolvibile con una semplice
aggiustatura, perché dovunque ci si rigiri ci si imbatte in problemi sistemici.
Sarà politicamente scorretto parlarne apertamente, ma, come
si è già accennato in articoli precedenti, oggi chiunque sia chiamato a
governare, se vorrà combinare qualcosa, dovrà introdurre elementi supplementari di autorità se non proprio di
“autoritarismo”.
Non saprei come esprimermi diversamente per dire che occorre
adottare una filosofia generale ispirata
al principio di ristabilire l’autorità dello stato su quella di corporazioni, lobby, mafie,
caste, regioni finite fuori controllo ex municipalizzate eccetera, organi
giurisdizionali le cui funzioni sono attualmente debordanti come Cassazione e
Tar, eccetera.
Non è un caso che all’orizzonte della politica siano apparsi ed abbiano conquistato il primo e secondo
posto nella fiducia degli Italiani, due giovani rampanti, che si
contraddistinguono principalmente dal volere buttare nel cestino della storia
vecchie classi dirigenti, vecchie
sceneggiate, vecchi costumi.
Ambedue sono individui molto energici, ambedue hanno
premura, ambedue sono poco propensi alle trattative.
Ma che succede arriva un “duce”?
Bando ai riferimenti ad un passato che , anche se qualcuno
volesse ,non potrebbe ritornare mai, ma non
facciamo finta di non capire, la gente oramai vuole qualcuno capace di
rimettere ordine veramente.
Pericoloso?
Beh, in parte si,ma
la situazione è quella che è.
Oggi, al di là della buona volontà ed alla caratura delle singole
persone, nel caso in cui Renzi fallisse, nessuno troverebbe sensato ricorrere a
personalità come Monti o Letta, o peggio ancora ad esponenti anziani del
vecchio sistema, come si è fatto in un passato ancor molto recente.
Le cose e la sensibilità dell’opinione pubblica hanno fatto
un altro salto in avanti.
Più passa il tempo senza che si faccia nulla e più
l’impressione è che la gente invochi senza mezzi termini, non più solo un
decisionista, capace di fare le riforme, perché questo probabilmente non
basta più, oggi la gente, ho
la sensazione, che cominci a
invocare il “castiga-matti”.
L’ascesa nella fiducia degli elettori di Salvini, sta
diventando impressionante ed è inversamente proporzionale al fatto che Renzi stia segnando il passo.
Renzi certo sembra in
grado di dare più garanzie, per quel poco di collegamento con le
tradizioni politiche del suo partito che
non lui , ma i suoi elettori ancora evocano, nel loro immaginario collettivo;
per le eterne paure dei moderati di
sempre, che già hanno fatto un uovo fuori dal cesto votando per lui, ma che
sarebbero molto imbarazzati a votare Salvini, per la stessa ragione per la
quale non erano riusciti a votare Grillo un anno fa.
Però , anche i moderati quando si vedono davanti agli occhi
lo stato che si arrende sistematicamente di fronte alle occupazioni della case popolari di Milano e casi analoghi.
Quando, giusto o sbagliato che sia, avverte con sempre
maggiore fastidio la presenza crescente
dei “diversi” che una immigrazione non governata da nessuno ci mette intorno.
Quando il ceto medio più recente che da una generazione era
riuscito a fare il salto dalla condizione operaia a quella borghese si trova ora ricacciato indietro.
Quando il popolo delle partite Iva al quale i conti fanno
sempre più difficoltà a tornare, si sente abbandonato.
Quando la colonna portante della borghesia costituita dal
ceto impiegatizio statale o no, si vede apertamente sbeffeggiata come improduttiva e parassitaria.
Quando moltissimi avvertono di non contare più niente.
Quando succedono tutte queste cose insieme, i manuali di
storia dicono che sale la domanda politica diretta ad invocare l’avvento del “castiga-matti”.
Renzi in teoria potrebbe soddisfare a questa domanda, tanto
che di fatto ci ha costruito sopra la
sua fortuna politica fino ad oggi.
Si è presentato nel modo più opportuno per interpretare
quella parte.
Oggi però, in mancanza di realizzazioni sostanziali sta
cominciando a recedere.
Fino a quando i suoi avversari si riducevano a
un Berlusconi allo sbando ed a un Grillo,
capace solo di abbaiare alla luna, avrebbe potuto permettersi di tirare le cose
per le lunghe.
Non più oggi , quando lui scende e Salvini sale e si
avvicina.
Salvini non è più quel ragazzone sbracato, che girava per le
periferie di Milano a sbeffeggiare immigrati e napoletani, cercando di
rivitalizzare un partito debilitato dalle ridicole megalomanie del cerchio
magico di Bossi, usando ancora il vecchio e logoro repertorio di quel partito.
Salvini si è lasciato intelligentemente folgorare sulla via
di Parigi, dove Marine Lepen, aveva
lavorato per anni a buttare nella spazzature il vecchio armamentario
neo-fascista di suo padre, per sostituirlo con un’ offerta politica, di destra
sì, ma adeguata ai tempi.
Ed allora siamo arrivati al “contr’ordine compagni” non si
parla più di padania ,federalismo , indipendenza del nord eccetera, ma oggi si
parla di un nuovo partito nazionale.
Magari restando
ancora in Europa, ma in un Europa delle
patrie, come del resto è sempre stata interpretata dall’Inghilterra e
dalla Germania della Merkel, che ha addirittura messo questi limiti ben chiari
in Costituzione, dando alla sua Corte Costituzionale potere di veto su
qualsiasi iniziativa comunitaria, considerata troppo invasiva.
Purtroppo alla LePen ed a Salvini potrebbe riuscire quello
che Renzi non ha il coraggio o la forza di fare, e cioè denunciare il famoso
tetto del 3%, che impedirà per sempre all’Italia di crescere.
Con chi si può alleare Renzi per fare un’operazione del
genere?
Ad un Hollande al 15%, che non sa neanche più come si
chiama,ma che ha timore reverenziale
della Germania?
A Rahoy, allievo prediletto dei falchi tedeschi, che ha
fatto diligentemente i compiti a casa da loro
imposti,ma che è rimasto con una disoccupazione doppia della nostra, che
è tutto dire?
Salvini ha imparato in fretta che per far politica nel mondo
di oggi, occorre uscire dal pollaio di casa
e cercarsi alleati determinati e potenti all’estero.
Ed ecco l’altro riferimento cardine di Salvini e la LePen,
quel Putin, che a
suo volta ha assoluto bisogno di alleati di peso per togliersi la camicia di
forza che gli stava cucendo intorno la Germania della Merkel con i suoi
satelliti nordici fanaticamente anti-russi, Polonia e Baltici in testa.
Prossimo passo i Repubblicani americani?
Se riusciranno a convincerli che hanno ripudiato le idee
neofasciste, probabilmente si, e questi come alleati sarebbero veramente dei
pezzi da novanta.
Questa volta Renzi si trova per la prima volta ad avere
un avversario al suo livello, ma con
in mano carte anche migliori delle sue.
Salvini ha imparato molto in fretta anche il fatto che per
ora per far politica bisogna essere il più possibile sul teleschermo e infatti
vi sta dilagando e per disgrazia di Renzi,
ne esce bene e sa presentarsi con quel tanto di moderato,di educato e di
assennato che basta, senza dovere
abbandonare la grinta, che è il suo punto di forza irrinunciabile.
E’ chiaro però che se moltissima gente ha votato
alle europee per Renzi solo ed esclusivamente perché, a torto o ragione,
lo aveva ritenuto l’ultima spiaggia, quelle persone medesime per votare, in un
domani Salvini, dovrebbero sentirsi veramente alla disperazione.
Perché questo ragazzo è abile a indossare i panni richiesti
per l’occasione e sta molto attento a stare a tavola rispettando l’etichetta,
ma il suo universo culturale, probabilmente non è molto diverso da quello del suo
compagno di partito, senatore Borghezio, che fino a ieri frequentava
apertamente i neofascisti di tutta Europa, senza vergognarsene ed anzi dando a
vedere di essere perfettamente a suo agio.
Però la crisi c’è ed è destinata a durare ed allo stesso
modo lo sfascio di questo stato c’è e non si muove.
E dunque se Renzi ce la farà, sarà meglio per tutti, ma se
fallisse, Salvini è lì che lo incalza e da vicino.
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