mercoledì 28 gennaio 2015

Alexis Tsipras sarà forse un venditore di fumo, ma almeno i Greci hanno avuto il coraggio di cacciare i vecchi politici responsabili del disastro attuale



Sarebbe bellissimo se la favola si avverasse e Tsipras riuscisse a ridare dignità a un popolo che è stato ingannato per decenni da una classe politica indegna e corrotta, che lui stesso aveva eletto e rieletto cocciutamente.
La Grecia era il paese del Bengodi. Ce n'era per tutti.
I ricchi e sopratutto i ricchissimi armatori non dovevano disturbarsi a pagare le tasse.
La classe media poteva vivere tranquilla nel pubblico impiego, che non rifiutava un posto a nessuno.
Chi rimaneva ai margini era coperto da sussidi.
I governi, ai quali si alternavano sempre le stesse dinastie familiari, provvedevano a falsificare i bilanci in modo che perfino le elefantiache tecnocrazie di Bruxelles, nemmeno se ne accorgessero.
Avevano dei buchi di bilancio da far paura e ne dichiaravano meno della metà.
Il favoloso clima mediterraneo e il possesso di beni culturali fra i più prestigiosi del mondo attiravano turisti da ogni dove.
Ma a un certo momento il banco è saltato quando i creditori hanno fatto due conti ed hanno visto che c'era sotto una falsificazione gigantesca.
I governi riconobbero  allora senza arrossire che in effetti i bilanci erano tutti falsi.
A questo punto, a Bruxelles avrebbero  tutti avuto voglia di prenderli a legnate, ma prima di tutto pensarono realisticamente a portare a casa almeno una parte dei soldi prestatati incautamente e quindi costrinsero la Grecia a sorbirsi le visite continue  della Troika (Commissione UE, Fondo Monetario Internazionale e BCE), che imposero le loro condizioni, dirette appunto a riportarsi a casa capitale e interesse sopratutto per mettere in sicurezza le banche europee.
Dell'avvenire dei Greci, chiaramente, non importava niente a nessuno, diversamente non avrebbero imposto alcune delle misure più odiose, umilianti ed economicamente assurde, come il taglio degli stipendi nel settore privato, che ovviamente nulla c'entravano  col debito pubblico accumulato dal paese.
Tutto è stato fatto con la scure in mano : taglio della sanità pubblica, fino a distruggerla ed a mettere la maggioranza della popolazione in condizione di non avere più alcuna copertura.
Taglio con la scure nella pubblica amministrazione  anche se qui c'era la necessità di arrivare a un equilibrio, non a fare della macelleria sociale.
Scure pesante sul settore pensionistico.
Poi naturalmente,  privatizzazione selvaggia di quasi tutto.
E' singolare però, che i grossi capitali, cioè quelli degli armatori al fresco dei forzieri svizzeri, non abbiano minimamente partecipato ai sacrifici universali per il "salvataggio" del paese.
Cane non morde cane.
Il vecchio e scontato proverbio deve essere vero, se la tecnocrazia di Bruxelles non ha trovato alcun mezzo per andare a cercare i soldi là dove c'erano e sapeva benissimo che c'erano, cioè nelle banche svizzere e non solo.
Arrivati al disastro prima finanziario, poi economico e sociale, il popolo greco ha subito l'intollerabile ed alla fine si è ribellato e ha votato Tsipras, ma anche in parte i neonazisti di alba Dorata, dimostrando a che punti può condurre l'esasperazione.
Che il popolo greco abbia preso coscienza del fatto che il disastro c'era, che i politici al governo (Nuova Democrazia) erano i successori della classe politica che il disastro l'aveva confezionato nei decenni precedenti e che quindi per ridare dignità al paese prima di tutto era necessario cacciare i vecchi incapaci e corrotti è buona cosa, anzi è la premessa indispensabile, per venirne fuori.
Il giovane e pimpante ingegnere Alexis Tsipras ora ha un compito terribilmente difficile, perchè non si governa con le buone intenzioni, e purtroppo, l' aritmetica sarà astratta e poco attraente, ma rimane l'unica dea di riferimento, che non inganna per definizione.
E l'aritmetica è assolutamente contro Tsipras.
Hanno calcolato, che per realizzare le cose che ha promesso di dare al popolo in campagna elettorale ci vogliono 11 miliardi di Euro, mentre nelle casse dello stato ce ne sono solo 4, in gran parte già impegnati.
Morale della favola, per dare qualcosa adesso Tsipras è costretto ad andare a chiedere soldi a prestito.
Tutti sappiamo che se andiamo in banca a chiedere soldi ci chiedono garanzie e i predecessori di Tsipras hanno già messo ipoteche su quasi tutto.
Per di più Tsipras è stato eletto sulla promessa al suo popolo di rifiutarsi di pagare tutto
il debito pregresso.
Quindi in pratica Tsipras non è nelle condizioni nemmeno di andare a chiedere ulteriori prestiti, ma tutt’al più di andare a chiedere soldi in regalo per ragioni umanitarie.
Gli facciamo tutti gli auguri e gli esprimiamo tutta la possibile simpatia, ma realisticamente non si può non pensare che la sua missione rischi molto di essere quella di fare l'esecutore fallimentare del suo paese.
Al di là  delle belle parole, è chiaro che chi comanda oggi in Europa e cioè il governo tedesco, non si sente di andare contro a quello che pensa la stragrande maggioranza del suo popolo, e cioè che non vedono la ragione di accollarsi i debiti di chi ha agito per anni in modo così scriteriato, come i  Greci,mentre loro in pochi anni hanno pagato di tasca propria per portare la  ex Germania dell’Est, in condizioni da Grecia, al medesimo livello della Germania Ovest, paese più sviluppato d’Europa.
Non riesco quindi a non pensare che la Germania abbia già deciso di lasciare affondare la Grecia lasciandola al suo destino fuori dall'Euro, dal momento che cinicamente, ma dal loro punto di vista, saggiamente le banche tedesche si erano già da tempo liberate dai titoli greci.
Il cerino acceso del debito greco rimarrebbe così in mano alla BCE, che però ha tanti soldi in forziere da poter tranquillamente spegnerlo mettendolo fra le altre perdite nelle pieghe del suo gigantesco bilancio.
Ovviamente la contropartita per i Greci, sarebbe immediatamente quella di non vedere più fun Euro di prestito per i prossimi dieci anni.
Tsipras sarà costretto in questo caso a guardare agli Sceicchi, alla Russia, addirittura al nemico storico turco ,ma sopratutto alla Cina, il più grande investitore del pianeta.
Magari anche negli Usa, i forzieri strapieni degli evangelici sono pronti ad accogliere eventuali convertiti, provenienti dall’Ortodossia.
Il caso più vicino nel tempo di default di uno stato è quello dell’Argentina.
Non è stato uno scherzo, ma in quel paese, enormemente più grosso  della Grecia, c’erano beni da esportare per  rimettere in moto l’economia, in qualche anno.
In Grecia non c’è quasi  nulla da esportare.
Non la vedo bene.



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