martedì 2 giugno 2015

Renzi umiliato dai dissidenti interni non può più far finta di niente, o li caccia o si accorda



Va bene che la politica attuale sarebbe “nuova”, “trasversale” e soprattutto diversa da come si intendevano“destra” e “sinistra”, ma non si era mai visto che delle fazioni di minoranza presentassero liste contrapposte a quella ufficiale del partito, del quale sono tesserati, facendo regolarmente perdere le elezioni al partito medesimo , come è successo in Liguria, senza che vengano buttati fuori.
L’art 49 della Costituzione recita :" tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale".
E’ chiaro che la parte più rilevate di quest’articolo è quella che recita “con metodo democratico”.
A oltre sessant’ anni dalla promulgazione della Costituzione purtroppo però il Parlamento non ha mai legiferato per specificare cosa si deve intendere in pratica per rispettare il dettato costituzionale.
E’ ridicolo constatare che per esempio le assemblee di condominio o quelle dei soci delle società commerciali dispongano, da quando sono sorte, di una regolamentazione dettagliata per via legislativa ed i partiti, che sono entità ben più importanti, navighino ancora nel vuoto e nella nebbia, e quindi costantemente a rischio schianto.
Essendoci i precedenti della regolamentazione delle assemblee, sopra citate, ben rodati e funzionanti, ci vorrebbe veramente poco, anche solo per copiarne le linee principali.
Stante la peculiarità e l’importanza dei partiti, si lasci loro la possibilità di autogestione, formulando ognuno il proprio statuto, come del resto capita per i condomini coi regolamenti, che si approvano in autonomia.
Naturalmente nell’ambito delle linee generali stabilite dalla legge.
Ma lo si faccia, perché diversamente si sarà costretti a vedere oscenità ancora peggiori di quelle attuali.
Che una minoranza, come la così detta sinistra del PD, pretenda di avere diritto di veto sulle deliberazioni della maggioranza, non è neanche lontanamente democrazia, anzi è il suo contrario.
Che un partito ,talmente radicato, da ricevere più del 20%  come sono i 5Stelle, non abbia e pretenda il diritto di non avere uno statuto dettagliato, è una scempiaggine inimmaginabile ed è il contrario preciso della democrazia, che può essere tollerata solo perché esiste e perdura il vuoto legislativo  del quale stiamo parlando.
Il PD, se pure con un ritardo ingiustificabile, ha cominciato a parlarne ed ha fatto una sua proposta.
Meglio tardi che mai.
I cittadini elettori hanno il sacrosanto diritto di sapere che il partito che votano,più o meno turandosi il naso, non è il salotto nel quale si esibiscono i teatranti di turno a loro piacimento, ma è una struttura seria, almeno quanto un condominio, una società commerciale o la Canottieri Olona.
Nel quale ci siano regole precise per assumere deliberazioni in modo da garantire, legalità, trasparenza e rispetto delle minoranze.
Rispetto delle minoranze, significa pari dignità, e garanzie per tutti gli aderenti di esprimere le proprie valutazioni.
Però poi, raccolte le libere valutazioni di tutti, si vota e si decide.
Nel condominio, se la maggioranza decide per esempio di sostituire la caldaia del riscaldamento a combustione con una più moderna caldaia a condensazione, si sostituisce la caldaia, non ci si ferma perché c’è una minoranza contraria, perché  così dispongono le regole del gioco più ovvie, quando una deliberazione è stata assunta nei modi di legge, deve essere eseguita e la minoranza non alcun potere di veto, anzi nel condominio deve pagare il dovuto comunque, diversamente l’amministratore può provocare a suo carico un decreto esecutivo.
Di conseguenza in un partito una minoranza che non accetta le candidature scelte nei modi di statuto, non può presentare una lista contrapposta, perché questo costituisce una violazione palese delle regole del gioco.
Renzi ha subito la dissidenza aperta di Civati, Cofferati e soci, e in modo occulto di tutto lo schieramento dei vecchi baroni, un tempo rossi, in un modo poco consono alla fama di rottamatore e decisionista che costituisce praticamente tutto il suo patrimonio di immagine.
Non può nascondersi dietro al fatto formale che Civati e Cofferati ed altri sono ufficialmente usciti dal PD, perché tutti sanno che i voti, che hanno fatto perdere la Liguria a Renzi,(pochi e sotto alle  aspettative dei promotori) andati a Luca Pastorino ,candidato sostenuto da Civati, Cofferati e c. in Liguria, sono la misura di quasi tutto lo schieramento  della così detta sinistra , cioè della vecchia guardia del  PD.
Renzi non è ancora ricorso alle espulsioni, perché se lo facesse non gli tornerebbero più i conto in parlamento, e questa sua prudenza la si può anche capire, ma non può pensare di andare avanti, come dice e ripete fino al 2018, con una parte del partito che agisce  regolarmente come se fosse un altro partito, senza  ritenere di avere l'obbligo di  sottomettersi alle deliberazioni  della maggioranza, nè un vincolo di lealtà verso il partito del quale ha la tessera e dal quale ha avuto onori e prebende per una vita intera.
Purtroppo in Italia  per vent’anni  Berlusconi è sempre andato avanti senza degnarsi di  celebrare regolari congressi nel partito che ha fondato, con liste e candidati contrapposti ed è così riuscito a vendere ad un elettorato poco informato la panzana che i partiti sarebbero superati  e che di loro si può fare tranquillamente a meno.
E’ come se in un condominio un amministratore furbo e scaltro riuscisse a convincere i condomini a stare pigramente a casa loro, che le assemblee sono superate e che per amministrare il condominio basta solo lui, così si evitano inutili liti e discussioni.
E’ una scemenza colossale, eppure gli italiani ci sono cascati e ricascati.
Così adesso si sono disabituati a considerare i partiti  come l’unica istituzione possibile per partecipare all’amministrazione della “casa comune”, della “res publica” e come l'unica garanzia per loro di potersi ritrovare a ricadere in esperienze totalitarie.
Anzi si sono convinti che quello che è pubblico fa anche un po’ schifo e che è inefficiente e corrotto per definizione.
Berlusconi non era certo un’aquila in politica e quelle poche idee contradditorie ed elementari che esprimeva le aveva tutte copiate dai peggiori Repubblicani americani.
E infatti il suo amico W.Bush  dopo avere ridotto ai minimi termini le strutture pubbliche, comprese alcune di prima necessità, come la protezione civile, quando New Orleans è stata invasa dalle acque ha scoperto con sorpresa ,che non era in grado di fare nulla, perché le strutture di intervento non c’erano più.
Così per mesi l’amministrazione americana ha dovuto mostrare al mondo la sua impotenza e la pochezza del suo leader.
Finito il berlusconismo per consunzione, in Italia stanno avendo il vento in poppa i così detti “movimenti anti- sistema” di Salvini e di Grillo.
Renzi, lo si è ripetuto in molti articoli precedenti, gioca tutto il suo successo sull’immagine di rinnovatore e di “castiga matti”, cioè dell’uomo capace di decidere quelle cose, che chi lo ha preceduto non era stato capace di fare e di riportare disciplina in un paese rimasto allo sbando per troppo tempo.
Però, se nelle azioni pratiche lo stesso Renzi va in contraddizione rispetto a questa immagine , è finito.
Di conseguenza non può mostrare di essere in balia della sua minoranza.
O la costringe alla scissione, o la butta fuori, o va alle elezioni, o,cosa più intelligente, si accorda con la parte più pensante e responsabile, ma non può andare avanti vivendo alla giornata, perché così invece di essere Renzi, sembra ridursi nelle vesti degli inconcludenti Letta e predecessori e la gente non lo seguirà più, se non darà un segnale forte di capacità di leadership.
Lo si vede con l'ormai penoso declino di Berlusconi   : nei "partiti personali" se va in crisi l'immagine del capo è la fine.
Berlusconi c'è riuscito nell'impresa di scendere dall'oltre 40% del '94 e seguenti all'attuale 10%.
Renzi ci rifletta, così è la politica, o come dice in modo aulico, la chiesa "la gloria mundi" : oggi sugli altari, domani nella polvere.
Solo che vorremmo, nel caso prendesse la decisione sbagliata, evitare di seguirlo, dato che di polvere negli ultimi decenni ne abbiamo già mangiata abbastanza.
Siamo sinceri, anche per nostro demerito, pigrizia, mancanza di informazione, di partecipazione, eccetera.




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