mercoledì 19 agosto 2015

Le feste dell’Assunta



Anche chi non è o non è più un  gran frequentatore di  liturgie non può non imbattersi  in quelle  feste, che vengono celebrate nei giorni  di  Ferragosto in tutti i borghi d’Italia e che si richiamano alle celebrazioni religiose dell’Assunta.
Feste originate dalla tradizione cattolica, che ha permeato per secoli il nostro paese e che tutt’oggi in epoca di modernità e  di secolarizzazione avanzata, nessuno  si sognerebbe di cancellare, perché ormai dall’ambito religioso sono transitate nel costume civile  di moltissime comunità.
Inutile chiedersi, per esempio, che relazione ci sia oggi  fra il Palio  di Siena. come lo vivono  contradaioli  e turisti, e la celebrazione religiosa dell’Assunta.
Probabilmente non c’è nulla  di più che la  condivisione della data, ma questo non ha nessuna importanza, tutte le cose di questo mondo sono in perenne movimento, quello che c’è oggi è per definizione diverso da quello che c’era ieri, ma, non per questo, si  abbandonano le proprie radici.
La dimostrazione di questa affermazione la  si può ritrovare nella incredibile commistione  che si crea in ogni borgo fra le celebrazioni sacre dell’Assunta, che precedono le celebrazioni civili  e quelle marcatamente laiche o  civiche o di puro spettacolo  ed evasione.
I telegiornali locali ci mostrano perfino la rinascita e il proliferare  in queste occasioni di qualcosa di simile alle vecchie balere animate da complessini, spesso locali o, in mancanza, da un quasi virtuoso della fisarmonica o della più moderna tastiera.
E questo sviluppo civico-festaiolo è quello che interessa alla stragrande maggioranza della gente, che ormai, sempre più raramente, si sorbisce la precedente parte religiosa, con esibizioni, per la verità, sempre meno  esaltanti dei parroci di turno sul tema della “spiegazione” del dogma dell’Assunta.
Anche perchè sul tema c’è poco da spiegare.
Pochi dogmi come questo sono infatti pure “invenzioni” della gerarchia clericale.
Non cercate la narrazione dell’assunzione di Maria nei Vangeli, perché non la potete trovare, semplicemente perché non c’è il minimo accenno.
Per di più questa “invenzione” è estremamente recente.
Gli storici si sono chiesti perché mai Pio XII il  1 novembre del 1950 si sia lanciato in questa arrischiatissima definizione dogmatica firmando la costituzione apostolica “Munificentissimus Deus” : “Noi……pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo.
Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica”.
E, questi storici, hanno a loro volta “arrischiato” delle risposte :
Quella che riscuote più consensi è questa.
Pio XII era uscito molto malconcio dalla seconda guerra mondiale, durante i cinque anni della quale, si era notoriamente distinto più per gli eclatanti silenzi, che per qualsivoglia presa di posizione.
Si erano consumate alcune delle peggiori nefandezze della storia e lui parlava d’altro e per di più con toni poetici, irritanti e poco  sensati in quelle circostanze.
Per venirne fuori in qualche modo, ha scelto la via della “miglior difesa è l’attacco”, che in termini clericali si declina affidandosi al  “trionfalismo”, delle celebrazioni di massa, sfruttando l’enorme desiderio che aveva allora la  gente, di celebrare il fatto prima di tutto di essere sopravvissuti a quell’inferno e la conseguente voglia di andare oltre e ricostruirsi una vita vivibile.
Pacelli ,allora non ancora papa ma Nunzio in Germania, inviato dal suo predecessore Pio XI, ha vissuto abbastanza in quel paese per vedere quanto quella chiesa pre-nazismo era animata o ammalata di trionfalismo.
Le processioni e  le manifestazioni di massa si sprecavano.
In pochi anni  passare dalle processioni, alle parate ed alle adunate di massa, è stato un processo  avvenuto nella più assoluta continuità.
E questa è tra l’altro la ragione per la quale al Concilio Vaticano II la maggioranza dei Padri ha esplicitamente posto il superamento di ogni atteggiamento “trionfalistico” della chiesa, come una priorità di quel Concilio.
Hitler, come tutti i dittatori, aveva capito benissimo e per tempo quello che c’era da copiare nei rituali della chiesa cattolica e in pratica ha dovuto solo cambiare insegne, per un popolo che era già stato sufficientemente “diseducato” da un uso non appropriato della religione.
Quando è toccato   governare a Pio XII, alla fine della  guerra , questi ha ritenuto di poter giocare la stessa partita e passare all’incontrario da parate e adunate,  ancora a solenni processioni, benedizioni, anni santi eccetera.
Per far questo, oggi diremmo, con la massima copertura mediatica possibile, ha pensato di rispolverare la devozione mariana, portandola a livelli parossistici, scommettendo sul fatto che la cosa avrebbe raccolto un gran favore popolare e si  è “inventato” il dogma dell’Assunzione.
Se vogliamo vedere la cosa dal punto di vista della risposta popolare, non c’è dubbio che abbia avuto una bella pensata, anche perché, lungo per i secoli, dal periodo apostolico in poi, la devozione popolare aveva quasi anticipato la credenza nell’assunzione di Maria, ad esempio col mito della “dormizione di Maria”, ritrovabile delineata in moltissime icone, precedenti di secoli la definizione dogmatica di Pio XII.
Ma questo non toglie che il presunto dogma, non abbia la minima base scritturale.
Eppure, perfino il Concilio di Trento, che cinque secoli prima, aveva pronunciato definizioni dogmatiche su ogni aspetto del “credo” cattolico, si era imposto come regola ferrea di non definire nulla che non avesse una sicura e precisa base scritturale.
Certo che a sentire le omelie, che vengono pronunciate all’Assunta, si resta abbastanza sconcertati.
Ho sentito quella del papa, per il quale nutro la massima stima e ritengo  che abbia il merito di avere almeno momentaneamente stoppato una decadenza della chiesa, prima irreversibile, ma veramente non mi aspettavo di sentire riproposti argomenti così poveri.
Anche perché non erano argomenti, erano solo la riproposizione dei racconti mariani, che sono appunto storie, narrazioni, miti.
La gerarchia cattolica del resto tende sempre a debordare, anche oltre ogni buonsenso, quando propone le “devozioni” mariane.
Ricordo  quando da ragazzo ho visitato il santuario di Loreto e sono trasalito quando ho trovato scritto sulla presunta “santa casa” l’inverosimile scritta “verbum caro hic factum est” e pur essendo allora dirigente di associazioni cattoliche mi sono detto “ma questi sono usciti di testa a far credere alla gente una cosa del genere, quell’ “hic” è una follia.
E infatti, con la solita ambiguità, la chiesa non ha mai, nemmeno una sola volta, riconosciuto queste, che teologicamente sono definite “rivelazioni private”, cioè i presunti fatti miracolosi di Luordes,Fatima, Loreto eccetera, per intenderci, come portatrici di un qualche ampliamento della rivelazione, come risulta dalle scritture, ma le ha approvate, quando le approvate, solo come pie credenze e pratiche non in contrasto con la rivelazione, punto.
Però di fatto ha giocato sull’equivoco del termine “rivelazione”, che significa anche presenza di un personaggio divino o celeste, lasciando credere  di fatto,  che se si trattava di apparizioni di personaggi celesti, come la Vergine, quelle fossero vere “ rivelazioni”.
Il popolo dei fedeli  non è mai stato nè sensibile, né aduso a misurarsi con le sottigliezze teologiche, e intanto prendeva lucciole per lanterne, con solenni benedizioni della gerarchia, che le riserve teologiche se le teneva per sé, pensando di mettersi così la coscienza a posto.
Tenendo conto anche di tutte le esagerazioni nelle pratiche mariane, è verosimile che il fedele di oggi possa ancora ritenere di individuare una qualche relazione fra quelle storie mariane e le propria vita?
Ne dubito, anche se ognuno fa le scelte che crede.
Questo papa è popolare, non vi è il minimo dubbio.
La sua strategia è ormai chiara : usare della sua grande popolarità come corazza per poter togliere l’enorme potere, che la curia si è costruita da secoli, e riportare la chiesa alla sua ispirazione evangelica, lontano dal potere e dalle ricchezze.
Per riuscirci, sostiene la sua popolarità promuovendo alcuni aspetti   del cattolicesimo tradizional- popolare, compresi alcuni piuttosto  discutibili.
La proclamazione del Giubileo è un colpo da maestro, se il papa fosse un politico, lo si dovrebbe però ascrivere   alla categoria dei “populisti”, per avere messo in atti quel meccanismo, che gli porterà  davanti folle immense,  per mesi e  mesi di seguito, altro che l’Espo!
Intrattiene rapporti cordiali e pubblici con personaggi più che discutibili, come quel Kiko Arguello e Carmen Hernandez, fondatori e leader dei Neocatecumenali, che governano quell’ enormi movimento- setta  di massa, assolutamente “ad libitum”,  per trarne una luce riflessa, ma con tutti i rischi annessi e connessi alla frequentazione di personaggi imprevedibili e assolutamente non trasparenti.
Gli si attribuisce la volontà di trasportare le spoglie di Padre Pio in San Pietro durante le celebrazioni del Giubileo.
E qui ci risiamo, con personaggi estremamente popolari, ma contemporaneamente estremamente controversi.
Ho avuto la ventura di conoscere quel Vescovo, Mons. Maccari ,che ha avuto il resto della sua vita rovinata, dal fatto di avere consegnato a Papa Giovanni un rapporto nettamente negativo sulla figura di Padre Pio, rapporto commissionatogli dal papa stesso, e posso confermare che era persona assolutamente affidabile ed equilibrata, tanto che papa Giovanni aveva fatto proprie le  conclusioni ivi indicate.
Sugli argomenti che vengono definiti di bioetica , Papa Francesco ripete né più né meno le posizioni tradizionali, senza nulla aggiungere, né innovare, e questo sorprende non poco.
Si capisce che Papa Francesco ha difficoltà e resistenze enormi da superare per far tornare almeno un poco la chiesa alla sua originale ispirazione evangelica, questo è ben chiaro a tutti.
Certo che si sta muovendo con una strategia spesso veramente spregiudicata, come dimostrano i  fatti sopra citati.
Se questo cedere  a quello che in politica viene definito populismo,   è il prezzo da pagare per tentare di vincere le resistenze di curia e conservatori, si può anche dargli credito, se pure a malincuore.
Fatto sta però, che questo “populismo”, se pure calcolato  e diretto a un fine nobile, temo che non faccia bene affatto alla maturazione di un popolo cristiano, ridotto nei numeri e pochissimo educato.
Spingerlo a prestare fede agli aspetti più miracolistici e mitici del “credo” cattolico, significa in pratica favorire la sua propensione  a coltivare gli aspetti già troppo infantili e acritici della fede, mentre  questo popolo, avrebbe invece bisogno di diventare a un certo  momento adulto, cercando di verificare la propria fede usando logica e senso critico e quindi sbarazzandosi dell’inverosimile.
E quindi scartando piuttosto che favorire il miracolismo  , aprendosi al confronto con le altre credenze religiose, la filosofia e soprattutto la scienza.
Da quest’orecchio purtroppo, lo si è visto anche dall’analisi dell’enciclica sull’ecologia, questo papa sembra non sentirci molto, o ritenere non prioritari questi argomenti.
Peccato perché farebbe molto bene alla verifica razionale della fede cattolica ad esempio il confronto, oggi possibile per tutti, con le religioni orientali, molto più “relativiste” e tolleranti, con tutti i vantaggi che derivano da queste posizioni.
Il recente attentato a un tempio nel centro di Bancok in Tailandia era diretto significativamente a un tempio induista (dedicato a Brama), che però era notoriamente visitato da folle di buddisti.

E’ un fatto su cui  vale la pena di meditare.

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