mercoledì 23 settembre 2015

Il vilipendio è un residuo dei reati di opinione di marca fascista e quindi va abolito



Come si vede dall’illustrazione qui sopra il passaggio dell’art. 290 del Codice Penale che definisce l’applicazione del reato di vilipendio dal testo originale del codice penale elaborato dal fascismo, a quello attualmente in vigore, ha lasciato intatto l’impianto illiberale d’origine, imbellettando solamente il testo con la sostituzione della terminologia relativa alle istituzioni fasciste e monarchiche con quelle repubblicane.
Ma rimane l’insensatezza di mettere alcune persone al di sopra della legge comune valida per tutti gli altri cittadini, come se fossimo ancora al tempo dell’assolutismo e la Rivoluzione Francese del 1789 non avesse mai portato al mondo la filosofia illuminista, i diritti umani eccetera.
Eppure abbiamo letto di una più  che sorprendente sentenza che condanna  il fondatore della Lega, Umberto Bossi alla pena assurda di 18 mesi, anche se fortunatamente siamo solo al primo grado di giudizio, per avere dato del terun all’allora Presidente Napolitano e un altro titolo all’allora premier Monti.
A confronto del linguaggio da suburra che è oramai divenuto indecentemente comune nei dibattiti di Camera e Senato, quei termini usati da Bossi e sanciti con tanta solerte pesantezza, sono fra i più corretti in circolazione e quindi la  pena inferta a Bossi ,lascia di stucco qualsiasi persona di buonsenso.
Esistono sempre i reati di diffamazione e di ingiuria, di stolking eccetera, ma sono  rilevabili solo a querela di parte.
Il vilipendio, che in questo caso ha visto avviare il procedimento penale per iniziativa di alcuni ben-pensanti, è invece nato come rilevabile d’ufficio, ovviamente per quasi divinizzare all’origine i monarchi e i gestori della dittatura fascista.
Che questo residuo del vecchio regime non sia stato spazzato  via dopo settant’anni di repubblica ci dice quale sia la sensibilità ideale e il livello culturale delle nostra classe politica.
Sembra che siano persone che non hanno seguito regolari corsi di studio e che quindi non conoscano bene la storia della Rivoluzione Francese e il senso dello stato liberale e rappresentativo contemporaneo.
Ci sono svolazzi illiberali che aleggiano in questi giorni, non c’è solo la anacronistica sanzione al presunto vilipendio.
Lo scrittore Erri De Luca sta subendo un processo con accuse pesantissime perché avrebbe incitato alla violenza i manifestanti no-Tav, e anche qui siamo vicinissimi al reato di opinione.
E il PD di Renzi, eternamente sottomesso a qualsiasi artificio tattico e di breve periodo pur di rimanere in sella, ha appena licenziato un disegno di legge sulla limitazione dell’uso delle intercettazioni telefoniche, più illiberale di quello che avrebbe voluto approvare il peggiore berlusconismo.
Ma si sa, Renzi sta per giocarsi il tutto per tutto al Senato nel voto sulla riforma istituzionale del Senato ed oltre ai voti già rimediati dal prode Verdini, veterano in quel ramo, pensa evidentemente che sia più prudente dare una contropartita di peso direttamente a Berlusconi ed al suo partito, per avere in cambio più  voti possibili.
E’ umiliante però vedere un quarantenne come Renzi, che è giunto al potere sull’onda della “rottamazione” del vecchio sistema e della casta politica precedente, che non dimostra la minima sensibilità per il tema dei diritti civili.
Chi gli ha dato quel famoso 40% alle europee, che ora si è sensibilmente ridotto, pensava di avergli dato il mandato di voltare pagina, per esempio cassando tutte le leggi ad personam di Berlusconi : conflitto di interessi, falso in bilancio, termini di prescrizione a fisarmonica eccetera.
Renzi finora non ha mantenuto per nulla  quelle promesse ed anzi quando si è mosso, come sul falso in bilancio a detta degli esperti, come per esempio il Prof. Flick, ha perfino peggiorato la situazione.
Stia attento perché chi gli ha dato quel mandato non è disposto a digerire di tutto ed almeno in parte si troverebbe costretto all’occorrenza a votare per esempio 5Stelle, come dimostrano i più recenti sondaggi di opinione.
In ogni caso, tanto per cominciare, una proposta di legge per l’abolizione del reato di vilipendio troverebbe in parlamento la quasi unanimità dei consensi.


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