giovedì 18 febbraio 2016

I partiti personali saranno anche il nuovo della politica, ma stanno vistosamente andando in pezzi





Nel post precedente si era parlato del renzismo che dà ormai l’impressione di avere esaurito gran parte della sua carica originaria.
E se esaurisce quella purtroppo non sembra in grado di offrire altro.
Renzi si è costruita addosso quell’immmagine di attivismo, vitalismo, giovanilismo, nuovismo, trasversalismo,  che paiono essere le sue sole ragion d’essere.
Non ha ideologia, non ha mai coltivato riferimenti storici precisi.
Può far comodo presentarsi come il nuovo  assoluto, che per definizione “rottama” tutto il “vecchio”.
Ma questo atteggiamento, come tutte le medaglie ha due  facce.
Una volta riscossi i voti di chi non ne poteva più ,e a ragione,  della inconcludenza dei vecchi partitoni italiani, se ti identifichi come un figlio di nessuno, quando passi due anni al governo, come ha ormai fatto Renzi, ed in questi due annni esaurisci la carica vitalista-decisionista in poche riformine ed ancor minori risultati pratici per la gente, non ti rimane letteralmente più nessuna carta in mano.
Tutti capiscono che sei un leader personale senza idee e strategia e che sei vissuto e vivi alla giornata tanto per rimanere in sella.
E’ vero che la crisi dei partiti storici aveva ridotto vent’anni fa la  vita politica ad una palude, nella quale le forze politiche  si muovevano con la velocità dei bradipi.
Ma oggi quando i partiti storici : Democrazia Cristiana, Partito Comunista, Partito Socialista sono stati sostituiti da altrettanti “partiti personali” : il PD di Renzi, i 5 Stelle di Grillo-Casaleggio, la Lega di Salvini, Forza Italia di Berlusconi e partitini di contorno ,siamo diventati un “porto delle nebbie”, nel quale la circolazione è ancora più difficoltosa e confusa di quella che era nella precedente palude della prima repubblica.
Il berlusconismo si è appassito progressivamente, dimostrando la totale inconsistenza del suo leader personale.
E’ stato sostituito da un Renzi, che pare avere avuto l’unico disegno politico di portar via a Berlusconi la sua base elettorale, conservando solo qualche pezzo del vecchio PD di centro-sinistra.
Pare che ci sia riuscito abbastanza bene, ma che pro ne è venuto per il popolo italiano?
Un giornale on-line di grande levatura cone “la Voce.it” redatto da economisti in gran parte della Bocconi, ha cominciato a pubblicare una serie di analisi impietose sui più che modesti risultati di due anni di governo Renzi.
All’opposizione di Renzi oggi si trova non più una destra ,da tempo in disfacimento, ma il Movimento 5Stelle che ancora più di Renzi rivendica di essere il portabandiera del nuovismo, del trasversalismo, dell’anti-ideologismo , dell’anti-partitismo, e via di questo passo.
Ma il tempo passa anche per i pentastellati e i risultati stentano penosamente a materializzarsi.
Grillo maturava da tempo la sua marcia indietro verso il ritorno alla sua professione di provenienza e almeno lui ne aveva una di professione, verrebbe da dire.
E quindi sembrava che la transizione del Movimento dal brillante ma discusso capo storico ai “giovani” parlamentari, alcuni dei quali avevano trovato modo di farsi apprezzare come l’istituzionale DiMaio, avrebbe in qualche modo “normalizzato” l’immagine del Movimento rendendolo sempre più appetibile per il  solito  corpaccione dell’elettorato moderato.
Ma i “colpi di ingegno” dell’altro leader storico, il tenebroso Casaleggio che ama tirare le fila rimanendo nell’ombra davanti ai monitor del suo armamentario   informatico, stanno terremotando il Movimento.
Inutile dire che il repentino dietro-fornt dei 5Stelle sulla legge per le unioni civili, si dice ordinato proprio da Casaleggio, potrebbe provocare un vero disastro, perchè la gente capisce benissimo che quella mossa, invece di essere il parto intelligentissimo dell’intelligentone al vertice dei 5Stelle, non è altro che una penosa mossa da vecchia politica per impedire a Renzi di intestarsi il merito di aver fatto approvare una legge sulle unioni civili,che nel resto d’Europa era già entrata da anni in tutti gli ordinamenti dei nostri partner nell’Unione Europea.
Ecco quindi un altro segno di disfacimento delle ragion d’essere dell’altro “partito personale” più importante d’Italia, dopo il PD di Renzi.
Il “partito personale” ,per tanto  che cerchino di imbelletarcelo ,è una grandissima cavolata, perchè non risolve alcuno dei suoi peccati di origine, come dimostra la clamorosa crisi dei due principali partiti italiani il PD di Renzi e il Movimento 5Dtelle, che sono appunto “partiti personali”.
Questa tipologia di partito non risolve per nulla il problema dei problemi  per qualsiasi movimento politico, cioè quello di definirsi se non in una precisa ispirazione ideale, almeno in una ben definita strategia di lungo periodo.
Facciamo finta di credere che sia ammissibile che un partito oggi non sappia con chiarezza definirsi nè di destra nè di sinistra, perchè la socità odierna è molto complessa, c’è la globalizzazione ,è necessario trovare nuove forme di aggregazione politica, eccetera, eccetera.
Ma non si può vendere come sano pragmatismo la totale mancanza di idee, perchè se l’opinione pubblica accettasse una simile assurdità, finirebbe per condannarsi ad essere eternamente presa per i fondelli, da politici improvvisati ,che vivono alla giornata e che quindi si ritengono autorizzati a cambiare parere un giorno si e uno no.
E’ indispensabile pretendere dai partiti l’enunciazione di una ispirazione ideale precisa, da tradurre in una altrettanto precisa strategia e in un programma dettagliato, senza di che non c’è partito.
Il secondo peccato capitale al quale non sfuggono i partiti personali è una democrazia interna definita e garantita da uno statuto ben articolato.
L’opinione pubblica e lo stato devono pretendere almeno questo.
Non ha senso che debba avere uno statuto un qualunque circolo sportivo di paese, e che possa non avere alcuno statuto  il secondo partito politico italiano che sono i 5Stelle, perchè  la cosa metterebbe in difficoltà Casaleggio, che sarebbe costretto ad uscire dalla comoda ombra nella quale si è nascosto finora per definirsi in una casella precisa  e trasparente.
I 5Stelle la devono piantare di nascondersi dietro al giochino non verificabile del voto dei pochissimi iscritti sul Web e darsi delle regole trasparenti e verificabili almeno appunto come quelle del circolo sportivo di Canicattì.
E Renzi la deve piantare di umiliare la tradizione culturale e ideologica del PD erede dei due principali partiti storici italiani sottomettendo quel partito al così detto “giglio magico” dei suoi amici personali, spesso dalle idee strampalate come quelle del suo guru economista Gutgeld, e di modestissima caratura.
Prova ne è la più che modesta qualità politica media del governo Renzi, che emula quella del peggiore berlusconismo.
Rimaniamo a vedere come evolverà la situazione, ma è un fatto che nel  PD, c’è talmente tanto caos e disagio che cominciano a materializzarsi congiure di palazzo per far fuori Renzi e questa è l’ennesima prova che un “partito personale” non riesce a gestirsi secondo le normali linee democratiche.
Specularmente i giornali cominciano ad avere delle prove tangibili dell’esistenza di una prima forma di dissenso interno ai 5Stelle ,che si manifesta nella forma classica delle “soffiate” ai giornali stessi, anche questo fenomeno è il sintomo della mancanza di un reale meccanismo di funzionamento della democrazia all’interno dei 5Stelle, già duramente provato da un numero abnorme di espulsioni di dissidenti.
Oggi però  i nostri partenrs europei e peggio ancora i mercati non hanno alcuna intenzione di stare pazientemente ad aspettare l’evoluzione democratica di PD e dei  5Stelle e sono pronti a legnarci appena se ne presenta l’occasione.




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