martedì 9 febbraio 2016

Renzi traballa, e se cadesse?





Le indubbie qualità di Renzi come comunicatore  e come  venditore dell’immagine che vuole far percepire alla  gente, hanno  creato  sapientemente una  specie di  turbine entro il quale si muoveva il personaggio Renzi,capace di   dare l’impressione di  essere il motore di un grande attivismo, da interpretarsi  come rinnovamento.
In questo modo ci è parso  che i due anni di governo renziano  fossero passati con la velocità di un  fulmine.
La gente, e quindi tutti, noi avevamo bisogno di essere rassicurati  nel senso  di  vedere un governo che  finalmente facesse qualcosa per fare uscire l’Italia da un sonno  mortale, nel quale era caduta, ritrovandosi sempre ultima o quasi  in tutte le classifiche.
Renzi qualcosa ha fatto.
La settimana scorsa il Wall Street Journal, giornalone della finanza  globale, non  abituato a fare sconti  a nessuno, aveva pubblicato un articolo nel quale si diceva addirittura che Renzi aveva fatto di più in due anni dei suoi predecessori nei venti anni precedenti.
Qualcosa  di vero c’è
La riforma costituzionale che con l’abolizione del potere di veto del Senato, renderà il lavoro legislativo molto più spedito, aumenta grandemente il potere di indirizzo del governo  e quindi  a mio avviso va nel senso giusto dando al governo medesimo i mezzi per fare veramente le riforme passando sopra a lobby, corporazioni e privilegi .
Il jobs act tende a incentivare il lavoro stabile e questo non è sufficiente ma va nel senso giusto.
Qualche taglio fiscale (sulla prima casa esempio) va nel senso giusto.
Il quasi totale riassorbimento dei precari nella scuola e il potenziamento dei poteri dei presidi va nel senso  giusto.
L’introduzione per legge delle unioni civili, ammesso che passi senza eccessivi stravolgimenti,
ci farebbe fare qualche passo avanti rispetto a come figuriamo nella  classifica degli stati europei.
Rimangono però tutti i difetti di origine del “renzismo”, cioè la sostanza di un partito personale, per di più, gestito  con piglio da un personaggio che dimostra di non avere mai avuto una vera strategia di lungo periodo, non avendo mai avuto  un riferimento di cultura politica ben definito,  porta Renzi ad agire praticamente giorno per giorno.
La mancanza di un riferimento ad una cultura politica ben chiaro, comporta come inevitabile conseguenza il fatto che Renzi non è mai  riuscito ad instaurare un  dialogo decente con la pur numerosa  minoranza del suo partito, perchè non è in grado di riferirsi  a una  cultura politica  storicamente consolidata e quindi condivisa per definizione  anche dalla minoranza, che non è figlia di nessuno, ma che ha una tradizione politica che non può essere ignorata.
Questo peccato originale del renzismo rischia di farlo deragliare perchè per sopperire ed a volte addirittura per umiliare la sua minoranza, Renzi ricorre ai fuoriusciti di tutto lo schieramento parlamentare, dai Verdiniani, ex di Forza Italia, ai fuoriusciti dal 5 Stelle ,ed  a chi capita.
Una cosa è agire in politica con pragmatismo ed elasticità, un’altra cosa è, per parlare liberamente, imbarcare “cani e porci” fregandosene allegramente di ogni criterio morale.
Ed infatti si è costretti a constatare con amarezza che i gruppi parlamentari del pd ,seguendo questi criteri  di morale politica a fisarmonica, sono arrivati a contare un numero di inquisiti percentualmente maggiore del record che detenevano i berlusconiani, quando erano potenti.
Questo è il contrario di quello che gli elettori del centro-sinistra vorrebbero vedere dal partito che votano.
Non avere una cultura politica chiara di riferimento porta anche Renzi ad affrontare in modo confusionale un tema in Italia ancora delicato come quello dei rapporti col mondo cattolico.
E’ penoso che Renzi si trovi come interlocutori di fatto del mondo cattolico parlamentari con una cultura politica sotto zero come i Giovanardi, I Formigoni, i Lupi, i Quagliariello, i Fioroni.
E i cattolici democratici che si rifanno per esempio ai “cattolici adulti”, dei quali a suo tempo aveva parlato Prodi?
Renzi non è in grado di discernere fra i rappresentati screditati da gran tempo del vecchio oscurantismo clericale alla Ruini, che straparlano su tutti i media come fossero solo loro i cattolici italiani, e i cattolici democratici alla Prodi ,che hanno il demerito di non farsi abbastanza sentire, pur essendo evidente che dovrebbero essere loro i rappresentanti del cattolicesimo nella linea di Papa Francesco.
Quando c’è da dimostrare di possedere un qualche spessore culturale, Renzi non c’è mai e viene sorpassato nel dimostrare coerenza  a una qualche idea, persino dai 5 Stelle, che si pongono come paladini dell’anti-politica nel senso di anti- ideologie.
Senza una strategia precisa legata a una qualche cultura politica Renzi naviga malamente a vista anche  in economia,  settore chiave questo, e banco di prova per qualsiasi politico, a causa della complessità dei problemi economici nel mondo globalizzato.
In questo campo se uno non ha le idee chiare e non fa delle scelte coerenti, va a sbattere.
Prova della confusione di idee di Renzi in materia è il continuo balletto di esperti economici che chiama alla sua corte e che poi allontana se lo contraddicono, prima l’ottimo Cottarelli e poi il bocconiano RobertoPerotti.
Morale della favola una vera spening revue non si fa e quindi mancano i soldi per fare investimenti che sarebbero indispensabili per far lavorare i giovani senza occupazione.
In politica estera le cose non vanno per niente meglio.
In questi giorni tutti hanno avvertito quanto l’Italia risulti isolata in Europa a causa di una politica senza nè capo nè coda.
In questo settore le cose vanno anche peggio perchè appare ormai evidente che lo staff tecnico e probabilmente anche diplomatico sul quale dovrebbe contare il governo italiano in Europa non sia affatto all’altezza delle necessità.
A questa conclusione si arriva quando ci si trova a constatare che i nostri governi hanno firmato documenti dei quali non avevano affatto studiato i relativi dossier e dei quali quindi ignoravano le conseguenze, vedi normativa sui “bail in” (risparmiatori chiamati a sostenere le perdite delle proprie banche).
Non parliamo del prossimo coinvolgimento militare italiano  in Libia, che fa rizzare i capelli in testa a qualsiasi esperto.
A questo punto è chiaro che basta una qualsiasi casuale anche banale buccia di banana per far fare a Renzi uno scivolone disastroso.
Osservano gli analisti politici più avvertiti che prima Renzi si avvaleva della fiducia che suscitavano i suoi propositi di cambiamento e di rottamazione della vecchia e  inconcludente classe politica.
Poi, quando  la  scarsa consistenza politica del renzismo  cominciò a palesarsi, come abbiamo descritto sopra, il suo vero ed unico punto di forza divenne la  sensazione tuttora diffusa che  il renzismo non avrebbe alternative  credibili.
Non rientro personalmente fra coloro che condividono questo genere di  ragionamento, perchè in politica un’ alternariva c’è sempre per definizione.
La destra è in condizioni tali da non poter ragionevolmente pensare di potere essere un'alternativa verosimile.
Lo sono invece i 5 Stelle.
Non sottovalutiamoli, hanno avuto il tempo di esercitarsi e di imparare.
I sondaggi che hanno indotto Casaleggio a lasciare libertà di coscienza nel voto sulle unioni civili, sopratutto per quanto riguarda le adozioni del figlio del compagno, sono il segno che il movimento è molto cresciuto e che il suo potenziale di attrarre elettori che si pensava fossero bloccati da pregiudizi nei suoi confronti, è fortemente aumentato.
Quei sondaggi dicono che i 5Stelle ora attraggono una buona fetta di elettorato moderato e una buona fetta di cattolici praticanti.
Sono quindi sempre più vicini ad essere “adatti a governare”.
Credo di aver sempre scritto che ritenevo tutto sommato auspicabile che Renzi ce la facesse a governare e a fare alcune riforme, ma non a tutti i costi.
Mi sembra adesso che i suoi difetti di origine ,mai da lui compresi e quindi mai corretti, stiano per fargli rischiare il grande scivolone.

E quindi forse è il caso di non preoccuparsi più di tanto, visto che l'alternativa c'è, come sempre.

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