venerdì 19 febbraio 2016

Ma che bravo questo Papa salvo quando parla in modo avventato e approssimativo





Papa Francesco al tradizionale appuntamento con i giornalisti  a bordo dell’aereo che lo riportava in Italia dall’America Latina è caduto nella trappola di immischiarsi nel dibattito politico relativo alle elezioni presidenziali americane.
Chi innalza i muri invece di buttare ponti non è cristiano, ha tuonato contro Trump, candidato repubblicano attualmente vincente, che non è favorevole a facilitare ulteriori ingressi di massa di immigrati messicani negli  Stati Uniti.
Questo intervento del Papa è sbagliato e inopportuno per una serie di ragioni.
Soprattutto nel merito.
Come si fa ad accusare di chiusura verso gli immigrati quegli stessi Stati Uniti, che ne hanno già preso e inseriti talmente tanti ,che, come tutti sanno, ma il Papa non ci ha riflettuto, fra 2020 e 2025 la maggioranza della popolazione  statunitense si prevede che sarà di origine sud-americana?
Prendere a bersaglio come insensibili alle ragioni degli immigrati sud-americani, gli americani, è veramente un sintomo di scarsa prudenza e di ancora più scarsa padronanza del dossier immigrazione negli Usa.
Entrare a gamba tesa nell’arena del dibattito politico elettorale americano, poi, è una ingerenza ,che rivela ancora cedimenti alla leggerezza ed all' approssimazione, purtroppo tipici di questo Papa.
Gli americani hanno una loro storia, durante la quale si sono dati istituzioni e una cultura politica laica, che fa riferimento a una divisione netta fra religioni e istituzioni, pur rimanendo un popolo, che mantiene una sua religiosità ancora più radicale e diffusa di quella europea.
Che il Papa non conosca bene queste tradizioni o peggio, che abbia deciso, a ragion veduta, di non rispettarle, presumo che abbia dato una sensazione sgradevole agli americani ed ancor più agli americani cattolici.
E poi un conto è parlare del problema immigrazione in linea generale, un conto è parlarne in risposta ad una domanda sulla posizione specifica di un candidato alle elezioni presidenziali americane, Donald Trump.
Donald Trump, immobiliarista di successo e neofita della politica ,si presenta con idee parecchio discutibili, ma  partecipa all’arena delle primarie con molta foga, non ostante l’età non proprio  verde.
In quell’arena, chi vuole andare, ci va ,spendendo cifre esorbitanti e fa il suo gioco, nel rispetto di regole, abbastanza strette per assicurare il tradizionale “fair play” ed il rispetto degli avversari.
Ed è su questo punto che Donald Trump si è giustamente risentito ed ha replicato al Papa.
Un leader religioso ritiene di intervenire nel dibattito spicciolo delle primarie americane e mi attacca direttamente.
Ma questo Papa, cosa ne sa delle mie argomentazioni a favore delle tesi che sostengo?
E come mai mi attacca scorrettamente senza contrapporre argomenti ad argomenti, ma arrogantemente spara sentenze?
A mio avviso ,l’errrore di merito e di  forma di Papa Francesco è stato più grande di quello che riteniamo in Europa, perchè ha contraddetto la sensibilità, la cultura e la prassi politica degli Stati Uniti.
Ha reso un pessimo servizio ai cattolici americani.
Trovo  assolutamente corretto invece il tipo di argomentazione che Trump ha usato per replicare al Papa.
Non è corretto che un leader religioso si avvalga del suo prestigio nella sfera religiosa per inserirsi nel dibattito elettorale americano, ma se proprio avesse voluto farlo, avrebbe dovuto entrare nella logica dei dibattiti politici ed appoggiarsi ad argomentazioni articolati, non limitarsi a sparare slogan, come l’oracolo di Delfi, oggidì non sono più  quei tempi.
Se vuoi sostenere una tesi, ti devi sforzare di documentarla con argomentazioni appropriate.
Ed è qui che anche questo Papa casca più  pesantemente.
Non si è credibili se si ci si presenta  come innovatori alla mattina e si ritorna a pontificare al pomeriggio.
Questo Papa dà a vedere di avere scelto la tattica di procedere nel suo pontificato continuamente dando un colpo al cerchio e uno alla botte.
Non è nè serio nè producente.
Così non andrà da nessuna parte, perché sono talmente gravi i ritardi accumulati dalla Chiesa che o sceglie di mettere in pratica mutamenti epocali o perde il suo tempo.
E’ strano che ai vertici della Chiesa istituzionale non ci si renda conto, o addirittura che non ci se ne curi, del fatto che la benedetta “dottrina dogmatica” sbandierata continuamente è fondata su contraddizioni e antinomie logiche insostenibili nel mondo moderno, dove il livello culturale e di scolarizzazione è in costante aumento.
Come fa il Papa a dire, quando gli fa comodo, : “chi sono io per giudicare” e poi sparare un giudizio su un singolo candidato delle elezioni americane, bollandolo addirittura con un “non può essere cristiano”, senza alcun rispetto, nè considerazione per le sue argomentazioni?
Trump ha avuto buon gioco a replicare al Papa innanzi tutto se si rende conto dell’influenza dei numeri in gioco.
Come mai il Papa ha ritenuto di poter trascurare completamente l'argomento cardine di Trump e cioè quello dei problemi legati alla abnorme diffusione della criminalità più ferina fra i messicani, sopratutto in quelle  zone di confine?
A che serve il solito bagno di folla, proprio in quell’inferno inimmaginabile di Ciudad Juarez, che più che essere il confine fra Messico e Usa, appare ancor più verosimilmente il confine con le bolge dantesche?
Non credo che ci sia posto peggiore al mondo, dove viene praticato il disprezzo più sistematico di ogni principio morale.
Ci sono inchieste, documentari, libri, film, ci vuole poco per documentarsi.
Ma il Papa ritiene che basti una bella messa per esorcizzare l’inferno di posti come quelli, dove dopo cinque minuti continueranno assassini, torture, stupri e tuttto quanto in adorazione degli dei droga e denaro?
Non sarebbe più sensato tenersi ben lontani da quei posti, che sono  purtroppo la prova provata del fallimento storico del cristianesimo e magari farsi un esame di coscienza per individuare le cause si quel fallimento?
Oppure questo Papa è umile solo a parole e quando ostenta alcuni gesti controcorrente?
Forse è opportuno cominciare a chiederselo.
In questo caso degli immigrati dal Messico, è evidente a tutti che non si tratta di richiedenti asilo in fuga da zone di guerra, ma di “normali” flussi migratori, basati su disuguaglianze economiche.
Non sarebbe il caso per il Papa  di fare qualche celebrazione in meno con folle strabocchevoli di poveracci, e qualche atto concreto per riformare in modo drastico quella strampalata morale sessuale della Chiesa, ancora vigente in tutta la sua assurdità, in modo da limitare all’origine le folle di poveracci, riducendone il tasso di natalità?
Il messaggio evangelico ha conservato per duemila anni il suo fascino non solo e non tanto perchè “è commovente”, ma sopratutto perchè è razionale, è conforme alla ragione ed alla logica.

Non sarebbe male che questo Papa cominciasse a limitare le contraddizioni insanabili della dottrina dogmatica cattolica, evitando almeno di cadere in contraddizione con sè stesso, quando si preoccupa troppo di “piacere” alla gente.

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