Papa
Francesco al tradizionale appuntamento con i giornalisti a
bordo dell’aereo che lo riportava in Italia dall’America Latina è
caduto nella trappola di immischiarsi nel dibattito politico relativo
alle elezioni presidenziali americane.
Chi
innalza i muri invece di buttare ponti non è cristiano, ha tuonato
contro Trump, candidato repubblicano attualmente vincente, che non è
favorevole a facilitare ulteriori ingressi di massa di immigrati
messicani negli Stati Uniti.
Questo
intervento del Papa è sbagliato e inopportuno per una serie di
ragioni.
Soprattutto
nel merito.
Come
si fa ad accusare di chiusura verso gli immigrati quegli stessi
Stati Uniti, che ne hanno già preso e inseriti talmente tanti ,che,
come tutti sanno, ma il Papa non ci ha riflettuto, fra 2020 e 2025 la
maggioranza della popolazione statunitense si prevede che sarà
di origine sud-americana?
Prendere
a bersaglio come insensibili alle ragioni degli immigrati
sud-americani, gli americani, è veramente un sintomo di scarsa
prudenza e di ancora più scarsa padronanza del dossier immigrazione
negli Usa.
Entrare
a gamba tesa nell’arena del dibattito politico elettorale
americano, poi, è una ingerenza ,che rivela ancora cedimenti alla
leggerezza ed all' approssimazione, purtroppo tipici di questo Papa.
Gli
americani hanno una loro storia, durante la quale si sono dati
istituzioni e una cultura politica laica, che fa riferimento a una
divisione netta fra religioni e istituzioni, pur rimanendo un popolo,
che mantiene una sua religiosità ancora più radicale e diffusa di
quella europea.
Che
il Papa non conosca bene queste tradizioni o peggio, che abbia
deciso, a ragion veduta, di non rispettarle, presumo che abbia dato
una sensazione sgradevole agli americani ed ancor più agli americani
cattolici.
E
poi un conto è parlare del problema immigrazione in linea generale,
un conto è parlarne in risposta ad una domanda sulla posizione
specifica di un candidato alle elezioni presidenziali americane,
Donald Trump.
Donald
Trump, immobiliarista di successo e neofita della politica ,si
presenta con idee parecchio discutibili, ma partecipa
all’arena delle primarie con molta foga, non ostante l’età non
proprio verde.
In
quell’arena, chi vuole andare, ci va ,spendendo cifre esorbitanti e
fa il suo gioco, nel rispetto di regole, abbastanza strette per
assicurare il tradizionale “fair play” ed il rispetto degli
avversari.
Ed
è su questo punto che Donald Trump si è giustamente risentito ed ha
replicato al Papa.
Un
leader religioso ritiene di intervenire nel dibattito spicciolo delle
primarie americane e mi attacca direttamente.
Ma
questo Papa, cosa ne sa delle mie argomentazioni a favore delle tesi
che sostengo?
E
come mai mi attacca scorrettamente senza contrapporre argomenti ad
argomenti, ma arrogantemente spara sentenze?
A
mio avviso ,l’errrore di merito e di forma di Papa Francesco
è stato più grande di quello che riteniamo in Europa, perchè ha
contraddetto la sensibilità, la cultura e la prassi politica degli
Stati Uniti.
Ha
reso un pessimo servizio ai cattolici americani.
Trovo
assolutamente corretto invece il tipo di argomentazione che
Trump ha usato per replicare al Papa.
Non
è corretto che un leader religioso si avvalga del suo prestigio
nella sfera religiosa per inserirsi nel dibattito elettorale
americano, ma se proprio avesse voluto farlo, avrebbe dovuto entrare
nella logica dei dibattiti politici ed appoggiarsi ad argomentazioni
articolati, non limitarsi a sparare slogan, come l’oracolo di
Delfi, oggidì non sono più quei tempi.
Se
vuoi sostenere una tesi, ti devi sforzare di documentarla con
argomentazioni appropriate.
Ed
è qui che anche questo Papa casca più pesantemente.
Non
si è credibili se si ci si presenta come innovatori alla
mattina e si ritorna a pontificare al pomeriggio.
Questo
Papa dà a vedere di avere scelto la tattica di procedere nel suo
pontificato continuamente dando un colpo al cerchio e uno alla botte.
Non
è nè serio nè producente.
Così
non andrà da nessuna parte, perché sono talmente gravi i ritardi
accumulati dalla Chiesa che o sceglie di mettere in pratica mutamenti
epocali o perde il suo tempo.
E’
strano che ai vertici della Chiesa istituzionale non ci si renda
conto, o addirittura che non ci se ne curi, del fatto che la
benedetta “dottrina dogmatica” sbandierata continuamente è
fondata su contraddizioni e antinomie logiche insostenibili nel mondo
moderno, dove il livello culturale e di scolarizzazione è in
costante aumento.
Come
fa il Papa a dire, quando gli fa comodo, : “chi sono io per
giudicare” e poi sparare un giudizio su un singolo candidato delle
elezioni americane, bollandolo addirittura con un “non può essere
cristiano”, senza alcun rispetto, nè considerazione per le sue
argomentazioni?
Trump
ha avuto buon gioco a replicare al Papa innanzi tutto se si rende
conto dell’influenza dei numeri in gioco.
Come
mai il Papa ha ritenuto di poter trascurare completamente l'argomento
cardine di Trump e cioè quello dei problemi legati alla abnorme
diffusione della criminalità più ferina fra i messicani, sopratutto
in quelle zone di confine?
A
che serve il solito bagno di folla, proprio in quell’inferno
inimmaginabile di Ciudad Juarez, che più che essere il confine fra
Messico e Usa, appare ancor più verosimilmente il confine con le
bolge dantesche?
Non
credo che ci sia posto peggiore al mondo, dove viene praticato il
disprezzo più sistematico di ogni principio morale.
Ci
sono inchieste, documentari, libri, film, ci vuole poco per
documentarsi.
Ma
il Papa ritiene che basti una bella messa per esorcizzare l’inferno
di posti come quelli, dove dopo cinque minuti continueranno
assassini, torture, stupri e tuttto quanto in adorazione degli dei
droga e denaro?
Non
sarebbe più sensato tenersi ben lontani da quei posti, che sono
purtroppo la prova provata del fallimento storico del
cristianesimo e magari farsi un esame di coscienza per individuare le
cause si quel fallimento?
Oppure
questo Papa è umile solo a parole e quando ostenta alcuni gesti
controcorrente?
Forse
è opportuno cominciare a chiederselo.
In
questo caso degli immigrati dal Messico, è evidente a tutti che non
si tratta di richiedenti asilo in fuga da zone di guerra, ma di
“normali” flussi migratori, basati su disuguaglianze economiche.
Non
sarebbe il caso per il Papa di fare qualche celebrazione in
meno con folle strabocchevoli di poveracci, e qualche atto concreto
per riformare in modo drastico quella strampalata morale sessuale
della Chiesa, ancora vigente in tutta la sua assurdità, in modo da
limitare all’origine le folle di poveracci, riducendone il tasso di
natalità?
Il
messaggio evangelico ha conservato per duemila anni il suo fascino
non solo e non tanto perchè “è commovente”, ma sopratutto
perchè è razionale, è conforme alla ragione ed alla logica.
Non sarebbe male che questo Papa cominciasse a limitare le contraddizioni insanabili della dottrina dogmatica cattolica, evitando almeno di cadere in contraddizione con sè stesso, quando si preoccupa troppo di “piacere” alla gente.
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