Un
recente rapporto dell'Oxfam denominato “working for the few” ha
rilevato che 85 “paperoni” nel mondo posseggono beni equivalenti
a quelli della metà della popolazione mondiale (sette miliardi e 400
milioni diviso due uguale a 3 miliardi e settecento milioni).
Oppure,
detto in altri termini, l'1% delle famiglie di
fortunati nel mondo possiede
la medesima ricchezza del restante 46% , stiamo parlando di 110.000
miliardi di dollari.
(http://www.oxfamitalia.org/oxfam-news/la-grande-disuguaglianza)
(http://www.infodata.ilsole24ore.com/2014/10/15/chi-controlla-la-ricchezza-nel-mondo-l1-della-popolazione-possiede-il-44-delle-risorse/
).
Se
la ricchezza fosse distribuita in modo uniforme ogni abitante della
terra avrebbe un patrimonio di 56.000 dollari ed ovviamente nessuno
morirebbe di fame, eccetera eccetera.
Questo
significa che oggi la ricchezza è distribuita in modo da creare
disuguaglianze tanto forti da bloccare i meccanismi di funzionamento
del capitalismo in modo talmente grave da costringere l'economia
mondiale a una recessione permanente.
Questa
conclusione non è il portato di ideologie marxiste, ma è ormai
accettata tranquillamente da un numero sempre maggiore di economisti,
perché è l'ovvio risultato al quale porta l'aritmetica.
La
ragione di questo blocco dei meccanismi intrinseci del
capitalismo è assolutamente elementare.
Ed
è anche incredibilmente paradossale perchè consiste in questo:
poche persone ricchissime per tanto che si impegnino non
riescono a consumare abbastanza per fare girare l’economia tanto
quanto girerebbe se la loro medesima ricchezza fosse posseduta da una
numerosa classe media.
A
questa conclusione si arriva col puro buonsenso e sulla base
dell’esperienza individuale, ma sopratutto ci si arriva applicando
una delle leggi principali della teoria economica, la
“legge dell’utilità marginale decrescente”, che è la prima
riportata da qualsiasi manuale di economia.
Quello
che dice questa legge è semplicissimo : se mangiamo una fetta di
torta questa avrà per noi un’utilità mariginale poniamo di 100,
se poi decidiamo di mangiarne un’altra fetta, questa avrà per noi
un’utililità marginale decisamente inferiore, se poi decidessimo
di mangiarne una terza questa avrebbe un’utilità marginale
tendente allo 0 e questo meccanismo ci impedirebbe di fatto di
continuare a consumare quella torta.
Lo
stesso meccanismo si applica a qualsiasi tipo di consumo.
Torniamo
un momento alle cifre che abbiamo riportato all’inizio : 85 super
ricchi possiedono tutte le ricchezze della metà della popolazione
mondiale cioè 130.000 miliardi di dollari.
Andiamo
alle classifiche dei paperoni, che aggiorna annualmente la rivista
Forbes :
i
primi 100 paperoni hanno un patrimonio che va dai circa 80 miliardi
del fondatore di Microsoft Bill Gates ,che è l'uomo più ricco del
mondo, ai 12 miliardi di patrimonio di Richard Kinder n.100 della
classifica.
Abbiamo
quindi un patrimonio medio di 8 miliardi.
Ragioniamo
allora sul super ricco medio, che possiede 8 miliardi di patrimonio.
Se
costui ha bisogno di frigoriferi per le sue abitazioni, può
decidere di comprarne, che so io, uno per ogni cucina e uno per ogni
camera da letto,e quindi può arrivare a due in qualche camera,
ma difficilmente andrebbe oltre perchè la legge dell’utilità
marginale glielo impedirebbe.
In
totale quindi comprerebbe dai 10 ai 100 frigoriferi, se possiede più
abitazioni.
Ora,
l’americano medio ha un reddito annuo fra i 40 e i 50.000 dollari
e un patrimonio di 80.000.
Di
conseguenza se facciamo 8 miliardi (patrimonio medio dei 100 supe
ricchi secondo Forbes) diviso 80.000 (patrimonio dell'americano
medio) ricaviamo 100.000 e quindi deduciamo che un riccone solo fra i
primi 100 di Forbes possiede il patrimonio che avrebbero 100.000
persone della classe media.
Bene,
torniamo all’esempio dei frigoriferi.
Se
un riccone può “consumare” , cioè comprare al massimo e per
eccesso 100 frigoriferi, 100.000 persone della classe media ,con la
sua medesima ricchezza complessiva, ne potrebbero comprare mille
volte di più e lo sviluppo dell’economia sarebbe enormemente
aumentato.
Un
economista si sentirebbe in dovere di dire che però i ricconi
contribuiscono allo sviluppo economico pagando molte più tasse
dell’americano medio.
Vero
,ovviamente, in termini assoluti, ma non in termini relativi.
Ed
anche in termini assoluti ci sarebbe molto da discutere perchè i
super ricchi usufruiscono molto più dei meno ricchi dei paradisi
fiscali e quindi il meccanismo di equiparazione fiscale funziona
miseramente.
Quello
che è peggio però è dato dalle conseguenze di queste
diseguaglianze crescenti hanno su funzionamento della politica.
Cioè,
il fatto che le analisi, come quelle sopra citate, dimostrano, è
che è in atto un meccanismo perverso per il quale la tendenza a fare
i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri è in
costante progressione e di conseguenza la classe media non solo si
vede progressivamente impoverire, ma capisce che nel futuro è
destinata a stare ancora peggio di oggi.
Questo
fatto, se non governato, non solo porterà l’economia mondiale a
una recessione permanente, cioè blocco e regressione nelle
condizioni di vita, ma causerà anche il blocco e in
prospettiva il ripudio del sistema democratico, perchè le
classi medie di tutto il mondo si stanno ribellando ,
sentendosi le vittime sacrificali della situazione.
E
quindi reagiscono rifiutandosi di votare per i partiti tradizionali e
i loro establishment e premiano invece i movimenti nuovi e i
partiti personali.
E
questo non è un bene di per sé ,perché se è giusto cambiare le
classi dirigenti ,che nono hanno dato buona prova di sé, è anche
vero che le classi dirigenti non si improvvisano, il cambiamento
richiede del tempo,il tempo necessario per preparare e selezionare
dei nuovi dirigenti.
Il
problema delle diseguaglianze crescenti, va quindi preso molto sul
serio.
Nessun commento:
Posta un commento