mercoledì 3 febbraio 2016

Pochi “paperoni” posseggono tanto quanto metà degli abitanti della terra questo blocca il capitalismo e spinge l'economia mondiale alla recessione permanente





Un recente rapporto dell'Oxfam denominato “working for the few” ha rilevato che 85 “paperoni” nel mondo posseggono beni equivalenti a quelli della metà della popolazione mondiale (sette miliardi e 400 milioni diviso due uguale a 3 miliardi e settecento milioni).
Oppure, detto in altri termini, l'1% delle famiglie di fortunati nel mondo possiede la medesima ricchezza del restante 46% , stiamo parlando di 110.000 miliardi di dollari. (http://www.oxfamitalia.org/oxfam-news/la-grande-disuguaglianza) (http://www.infodata.ilsole24ore.com/2014/10/15/chi-controlla-la-ricchezza-nel-mondo-l1-della-popolazione-possiede-il-44-delle-risorse/ ).
Se la ricchezza fosse distribuita in modo uniforme ogni abitante della terra avrebbe un patrimonio di 56.000 dollari ed ovviamente nessuno morirebbe di fame, eccetera eccetera.
Questo significa che oggi la ricchezza è distribuita in modo da creare disuguaglianze tanto forti da bloccare i meccanismi di funzionamento del capitalismo in modo talmente grave da costringere l'economia mondiale a una recessione permanente.
Questa conclusione non è il portato di ideologie marxiste, ma è ormai accettata tranquillamente da un numero sempre maggiore di economisti, perché è l'ovvio risultato al quale porta l'aritmetica.
La ragione di questo blocco dei  meccanismi intrinseci del capitalismo è assolutamente elementare.
Ed è anche incredibilmente paradossale perchè consiste in questo: poche persone ricchissime per tanto che  si impegnino  non riescono a consumare abbastanza per fare girare l’economia tanto quanto girerebbe se la loro medesima ricchezza fosse posseduta da una  numerosa classe media.
A questa conclusione si arriva col puro buonsenso e sulla base dell’esperienza individuale, ma sopratutto ci si arriva applicando  una delle leggi  principali della teoria economica, la “legge dell’utilità marginale decrescente”, che è la prima riportata da qualsiasi manuale di economia.
Quello che dice questa legge è semplicissimo : se mangiamo una fetta di torta questa avrà per noi un’utilità mariginale poniamo di 100, se poi decidiamo di mangiarne un’altra fetta, questa avrà per  noi un’utililità marginale decisamente inferiore, se poi decidessimo di mangiarne una terza  questa avrebbe un’utilità marginale tendente allo 0 e questo meccanismo ci impedirebbe di fatto di continuare a consumare quella  torta.
Lo stesso meccanismo si applica a qualsiasi tipo di consumo.
Torniamo un momento alle cifre che abbiamo riportato all’inizio : 85 super ricchi possiedono tutte le ricchezze della metà della popolazione mondiale cioè 130.000 miliardi di dollari.
Andiamo alle classifiche dei paperoni, che aggiorna annualmente la rivista Forbes :
i primi 100 paperoni hanno un patrimonio che va dai circa 80 miliardi del fondatore di Microsoft Bill Gates ,che è l'uomo più ricco del mondo, ai 12 miliardi di patrimonio di Richard Kinder n.100 della classifica.
Abbiamo quindi un patrimonio medio di 8 miliardi.
Ragioniamo allora sul super ricco medio, che possiede 8 miliardi di patrimonio.
Se costui  ha bisogno di frigoriferi per le sue abitazioni, può decidere di comprarne, che so io, uno per ogni cucina e uno per ogni camera da letto,e quindi  può arrivare a due in qualche camera, ma difficilmente andrebbe oltre perchè la legge dell’utilità marginale glielo impedirebbe.
In totale quindi comprerebbe dai 10 ai 100 frigoriferi, se possiede più abitazioni.
Ora, l’americano medio ha un reddito annuo fra i 40 e i 50.000 dollari  e un patrimonio di 80.000.
Di conseguenza se facciamo 8 miliardi (patrimonio medio dei 100 supe ricchi secondo Forbes) diviso 80.000 (patrimonio dell'americano medio) ricaviamo 100.000 e quindi deduciamo che un riccone solo fra i primi 100 di Forbes possiede il patrimonio che avrebbero 100.000 persone della classe media.
Bene, torniamo  all’esempio dei frigoriferi.
Se un riccone può “consumare” , cioè comprare al massimo e per eccesso 100 frigoriferi, 100.000 persone della classe media ,con la sua medesima ricchezza complessiva, ne potrebbero comprare mille volte di più e lo sviluppo dell’economia sarebbe enormemente aumentato.
Un economista si  sentirebbe in dovere di dire che però i ricconi contribuiscono allo sviluppo economico pagando molte più tasse dell’americano medio.
Vero ,ovviamente, in termini assoluti, ma non in termini relativi.
Ed anche in termini assoluti ci sarebbe molto da discutere perchè  i super ricchi usufruiscono molto più dei meno ricchi dei paradisi fiscali e quindi il meccanismo di equiparazione fiscale funziona miseramente.
Quello che è peggio però è dato dalle conseguenze di queste diseguaglianze crescenti hanno su funzionamento della politica.
Cioè, il fatto che le analisi, come quelle sopra citate, dimostrano, è che è in atto un meccanismo perverso per il quale la tendenza a fare i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri è in costante progressione e di conseguenza la classe media non solo si vede progressivamente impoverire, ma capisce che nel futuro è destinata a stare ancora peggio di oggi.
Questo fatto, se non governato, non solo porterà l’economia mondiale a una recessione permanente, cioè blocco e regressione nelle condizioni di vita,  ma causerà anche il  blocco e in prospettiva il ripudio del sistema  democratico, perchè le classi medie di tutto il  mondo si stanno ribellando , sentendosi le vittime sacrificali della situazione.
E quindi reagiscono rifiutandosi di votare per i partiti tradizionali e i loro  establishment e premiano invece i movimenti nuovi e i partiti personali.
E questo non è un bene di per sé ,perché se è giusto cambiare le classi dirigenti ,che nono hanno dato buona prova di sé, è anche vero che le classi dirigenti non si improvvisano, il cambiamento richiede del tempo,il tempo necessario per preparare e selezionare dei nuovi dirigenti.
Il problema delle diseguaglianze crescenti, va quindi preso molto  sul  serio.




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